Una donna ogni due/tre giorni... un ricordo (1 Viewer)

nonmollare

Moderator
se non sono mai entrato in quel tipo di thread non è un caso.
Forse pago anche per questo. sei fuori strada.

Per quanto le immagini siano belle, hai pienamente ragione nel dire che alla fine ripropongono il cliché trito e ritrito del quale non solo le donne ma anche gli uomini sono schiavi. ne parlerò con Ign
...
 

Claire

ἰοίην
57)

VICENZA – Un trentottenne dominicano ha ucciso con alcune coltellate l’ex fidanzata, sua connazionale, di 26 anni, in un albergo di Vicenza
 

Claire

ἰοίην
Un articolo interessante di Michela Murgia.

E' di oggi l'ennesimo femminicidio di quest'anno: Alessandra Cubeddo di 36 anni è stata uccisa a mani nude dal convivente, che senza pietà le ha fracassato il cranio contro il pavimento.

Il Corriere della Sera, nel dare la notizia, conclude l'articolo così:

L'UOMO SOFFRIVA DI DEPRESSIONE - Secondo alcuni racconti Perrotta soffriva da tempo di depressione e i vicini hanno riferito che tra qualche giorno avrebbe dovuto ricevere il responso di alcuni esami diagnostici. Perrotta si era arruolato in polizia nel 1978 e aveva svolto gran parte della sua carriera a Roma, una separazione alle spalle, temeva di essere affetto da una grave malattia e per questo era in uno stato di profonda angoscia.

Di Alessandra Cubeddo non sappiamo nulla, se non che lui le ha fracassato il cranio.

L'assassino invece è ampiamente presentato al lettore attraverso una serie di informazioni di fonte vaga e di nessuna attendibilità - "alcuni racconti", "i vicini" - con spunti che spaziano dal quadro clinico a quello psicologico. Ne emerge il profilo di un poveraccio con tanti problemi, "profondamente angosciato" e forse con una brutta malattia. Un uomo disturbato e vittima di un raptus, dunque, che dopo l'assassinio si è reso conto "di avere commesso un gesto inconsulto" e prima ha cercato di rianimarla, poi ha persino chiamato i soccorsi. La ricostruzione è talmente patetizzante che alla fine del pezzo uno quasi quasi si dimentica che quella morta con il cranio fracassato è lei.

Amici giornalisti, quando la smetterete di assolvere gli assassini delle donne raccontando i femminicidi come conseguenza di gesti irrazionali, disagi sociali, disturbi psichici o contesti problematici? Le donne in questo paese muoiono perché sono donne, punto. A voler cercare a tutti i costi ragioni diverse succede che si trova sempre un vicino pronto a dire che poverino, lui era depresso, angosciato, malato, disoccupato, disturbato, geloso, ubriaco, drogato o ipnotizzato.

Anche se poi quella morta con il cranio fracassato è lei.
 

Claire

ἰοίην
Una donna di 44 anni, italiana, è stata uccisa questa mattina a Cesena, in via Mameli, da due colpi di pistola esplosi da un uomo che è poi fuggito in auto. La donna era appena uscita di casa insieme alla figlioletta di 5 anni e la stava portando all'asilo, quando l'ex fidanzato 60enne, con cui aveva avuto una breve relazione, l'ha fermata. Durante la lite l'uomo avrebbe estratto la pistola e sparato, ferendo mortalmente la donna. L'uomo si è poi asserragliato all'interno del Duomo di Cervia, davanti al quale si trovano decine di agenti. Sono stati avvertiti colpi di arma da fuoco

Due mesi fa la vittima aveva denunciato il presunto assassino per stalking e atti persecutori. La donna lascia la piccola di 5 anni che ha assistito alla violenta scena e un altro figlio che al momento della sparatoria era già a scuola. A chiamare il 118 e i Carabinieri sono stati alcuni operai che erano a lavoro in un edificio di via Mameli. Inutile la corsa disperata dell'ambulanza verso l'ospedale Bufalini di Cesena, dove la donna è morta per le gravissimi ferite riportate.

A quanto appreso, l'uomo è appoggiato all'altare con in mano la pistola che, ogni tanto, punta al petto e al volto. Nel Duomo, per tentare una mediazione, si trovano il parroco, don Umberto Paganelli, il procuratore capo di Ravenna, Roberto Mescolini e i sostituti, Roberto Ceroni - Pm di turno - e Angela Scorza. Con loro anche i vertici di Polizia e Carabinieri di Cesena e Ravenna.

Fuori dal Duomo, che si trova nel cuore della cittadina romagnola,
l'area è stata transennata e isolata dalla forze dell'ordine. In precedenza, sono stati uditi colpi di arma da fuoco all'esterno della chiesa.
 

popov

Coito, ergo cum.
A quanto appreso, l'uomo è appoggiato all'altare con in mano la pistola che, ogni tanto, punta al petto e al volto. Nel Duomo, per tentare una mediazione, si trovano il parroco, don Umberto Paganelli, il procuratore capo di Ravenna, Roberto Mescolini e i sostituti, Roberto Ceroni - Pm di turno - e Angela Scorza. Con loro anche i vertici di Polizia e Carabinieri di Cesena e Ravenna.
una mediazione? che spreco di tempo e risorse. un cecchino e una bella palla in fronte, ecco cosa ci vuole.
 

Claire

ἰοίην
E' ricoverato all'Umberto I, in fin di vita, Andrej Scirpcariu, il romeno che giovedì notte a Tivoli ha sgozzato l'ex compagna, davanti al figlio di due anni e poi tentato di accoltellarsi. La donna è morta dopo poco in ambulanza durante il tragitto che l'avrebbe portata all'ospedale del paese

Scirpcariu l'ha inseguita per tutto il giorno e l'ha uccisa in auto intorno alle 23 dopo aver cercato un chiarimento. Un vero e proprio pedinamento, durato tutta la giornata, che ha avuto come scenario anche il posto di lavoro. La donna, dopo ripetute richieste ha accettato di parlare con lui. Sono saliti sull'auto della madre della donna e lì l'ha uccisa a coltellate davanti al figlioletto di lei, di due anni, appoggiato sul sedile posteriore.

La vittima, Claudia Bianca Benca, romena di 23 anni, è stata soccorsa da alcuni passanti che hanno sentito le sue urla disperate in piazza delle Nazioni Unite. A bordo, sui sedili posteriori, c'era ancora l'ex fidanzato Andrej Scirpcariu, coetaneo della ragazza, che si era ferito all'addome e alla gola con un grosso coltello. I soccorritori e i poliziotti giunti sul posto hanno messo al sicuro il bambino e poi hanno trasportato i due all'ospedale di Tivoli. Claudia, secondo la ricostruzione degli investigatori, aveva già lasciato da tempo il ragazzo che però non aveva mai accettato la fine della loro relazione.
 

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