Carissimo, questa volta devo dirmi d'accordo con Il Conte Pedro e con frank73.
Se parliamo di
performance aggiustate per il rischio, il criterio più immediato per confrontare un TS con il B&H di reddito fisso è il rapporto tra
extra rendimento (rispetto ad un
risk free che oggi è pressochè nullo) e rischio.
Fissiamo un orizzonte temporale:
- nel caso di un TS "rischio" è un concetto che si presta ad essere interpretato di volta in volta come VaR, ES, downside risk etc. con tutti i pregi e difetti del caso;
- nel caso di un'obbligazione "rischio" è il prodotto tra la probabilità d'insolvenza e la magnitudo della perdita (ristrutturazione).
Se un emittente finora non è ancora fallito, non è possibile assumere che il rendimento del suo debito sia privo di rischio: se il mercato non prezza quelle obbligazioni ad un rendimento nullo (o quantomeno pari al 'vero'
risk free), è perchè la probabilità d'insolvenza può essere tutto meno che trascurabile.
Il passato ci è di poco aiuto, in questo caso.
O hai informazioni sull'emittente che il mercato non ha, e allora è tutt'altro discorso, oppure io paradossalmente a (quasi) parità di rendimento/rischio preferirei un TS (*), perchè c'è pur sempre la remota possibilità che l'ideatore abbia indovinato qualcosa che il mercato non conosce.
Del B&H di un'obbligazione si conosce tutto, meno che le informazioni privilegiate.
(*) Semmai il vero problema è
trovarlo un TS che possa effettivamente garantire a mercato il rendimento che pubblicizza: un'obbligazione
plain vanilla pagherà sempre cedola e rimborserà sempre 100% se non c'è insolvenza prima della scadenza; il TS magari vanta
back test da favola e a mercato si pianta dopo un mese.
Quindi il mio discorso va letto nell'ottica di disporre di un TS che faccia
realmente a mercato le
performance che promette, altrimenti preferisco un portafoglio ben diversificato di obbligazioni.