In quel caso usavo un'uscita a tempo programmato.
Generalmente non uso quasi mai stop loss (*) perche' trovo che se le ragioni iniziali, oggettive o soggettive esse siano, per cui inizio un trade vengono disattese dagli eventi successivi trovo razionale accendere una posizione contraria alla direzione iniziale e non limitarmi ad uscire...
In via preliminare, c'è da dire che se le ragioni iniziali di una posizione vengono a mancare, non è detto che ce ne siano per la posizione opposta. Esiste anche lo stato di "incertezza", e privarsene per una qualunque strategia non solo significa stare sempre a mercato, ma soprattutto significa combattere con un braccio legato.
Comunque sono molto contenta che questa sia stata solo ironia:
Stop io ?
Mai fatto uno stop loss in vita mia, non ho mai capito cosa serva davvero uno stop loss...
Appurato l'uso degli stop loss (temporali o con reverse che sia), c'è da ricordare che il tuo discorso iniziale verteva sul confronto di un B&H obbligazionario Italia (ma va bene anche Spagna) con un generico TS.
Per definizione un B&H non ha stop loss, quindi entreresti su un titolo con il rischio di perdere gran parte dell'investimento. Perchè se il mercato ritiene che tale rischio sia molto più alto per l'Italia che per la Germania, direi che non è il caso di contraddirlo con tanta sicurezza. Ovvero non oserei minimamente parlare di "risk free".
Affermare che il mark to market non abbia senso per un titolo che non è mai fallito mi sembra abbastanza assurdo. In realtà mi sembra assurdo non utilizzare il mark to market nella valutazione di qualsivoglia portafoglio, purchè gli strumenti siano sufficientemente liquidi.
Se invece comunque volevi considerare un B&H con stop loss, questo diventa a tutti gli effetti un TS, e quindi il discorso si trasforma in un confronto indefinito. Per di più scegliere di applicare lo stop loss significa non considerare più implicitamente l'investimento risk free.
Continuo a concordare con il Conte, senza crocefissioni