Pillole anti-Lorenzin: Gli immunodepressi
Un argomento spesso usato a sostegno dell’obbligo vaccinale è la protezione degli immunodepressi. Fu usato dalla Lorenzin in modo strumentale contro l’allora ministro dell’istruzione Marco Bussetti che nel 2019 proponeva l’apertura delle scuole materne a tutti i bambini. Il problema va ridimensionato secondo scienza e razionalità, partendo dal fatto che in questione non è la vaccinazione, ma L’OBBLIGO VACCINALE della legge 119/2017. Ecco in sintesi perché l’obbligo non serve e può, paradossalmente, peggiorare la situazione.
1. Premetto che tengo alla salute di TUTTI i bambini, tanto che ho scritto, assieme al dr. Donzelli, un articolo tecnico con le migliori misure per tutelare VERAMENTE la salute degli immunodepressi (Epidemiologia e Prevenzione 43, 194-198, 2019).
2. Gli immunodepressi possono essere vaccinati per difterite, tetano, pertosse, polio, epatite B ed haemophilus e non devono temere contagi dai bambini non inoculati con quei prodotti, che comunque non impediscono la trasmissione (vedi altre “pillole”). La questione è limitata a morbillo, parotite, rosolia e varicella (MPRV). Ma l’obbligo vaccinale non risolve il problema perché la probabilità di infettarsi con le malattie coperte da MPRV è minima rispetto a centinaia di altri batteri e virus per cui non vi sono vaccini.
3. Gli immunodepressi gravi (rarissimi deficit genetici, terapie oncologiche e immunosoppressive per trapianti) in realtà non sono colpiti da malattie coperte da MPRV, ma solitamente da aspergillosi polmonare, candidosi invasiva, polmonite da Pneumococco e da Pneumocystis jirovecci, sepsi da Stafilococchi, Influenza A e B, Virus parainfuenzali, Herpes, Cytomegalovirus, Epstein-Barr, Adenovirus, Virus respiratorio sinciziale. Ad essi si raccomanda, infatti, la vaccinazione per influenza e pneumococco. Peraltro, linee guida per candidati a trapianto di midollo prevedono anche l’immunizzazione preventiva (a distanza di almeno 4 settimane) per MPRV.
4. A ciò si aggiunga che circa il 90% dei bambini erano vaccinati per MPRV già PRIMA della legge Lorenzin a seguito di raccomandazione. Quindi l’effetto dell’obbligo vaccinale (che potrebbe aumentare le coperture di un 3 % - max 5%) su questo specifico problema è praticamente nullo, vale a dire ingiustificato e ingiustificabile.
5. Se il bambino immunodepresso frequenta la scuola, egli non è esposto solo al possibile contagio da parte dei compagni di classe, ma anche di maestre/i, bidelle/i, dirigenti scolastici, genitori, nonni, familiari, baby-sitter, che in maggioranza non sono immunizzati contro la maggior parte delle malattie infettive (vaccinabili e non vaccinabili). Come estrema precauzione, si potrebbe eventualmente “consigliare” la vccinazione al personale scolastico e ai famigliari, ma una delle precondizioni dovrebbe essere la dimostrazione e quantificazione dell’efficacia di tali interventi, dato che ad oggi questa non è chiara, neppure per il personale di assistenza in lungodegenze per anziani. In assenza di tali dimostrazioni (almeno di quella di efficacia e sicurezza sul gruppo target) sembra discutibile una raccomandazione, a maggior ragione è inaccettabile l’obbligo.
6. Sostenere che un bambino immunodepresso potrebbe frequentare la scuola solo quando i compagni di classe fossero inoculati coi prodotti resi obbligatori dalla Lorenzin è persino pericoloso, perché trascura il fatto che il bambino sarebbe comunque esposto a tutte le altre possibili fonti di infezione. Servono ben altri accorgimenti per proteggerlo. Se le precauzioni che è opportuno adottare per gli immunodepressi si focalizzano sulle sole malattie prevenibili da vaccini, che costituiscono solo una piccola parte dei rischi infettivi complessivi è probabile che si creino false sicurezze e aspettative. Ciò potrebbe risolversi, per paradosso, in aumento di esposizione a rischi infettivi per gli stessi bambini che si vorrebbero proteggere. In tutto ciò si vede l’uso strumentale dell’argomento “immunodepressione” per sostenere l’obbligo vaccinale.