«Sicuramente c’è stato un incremento pericoloso di malattie croniche per via del clima.
In sé per sé i morti per caldo, propriamente detti, sono pochissimi: il colpo di calore, per intenderci, in situazioni drammatiche è mortale.
Vuol dire rimanere ore sotto il sole senza accorgersene, in condizioni di estrema sofferenza.
Poi ci sono quei casi terribili di bambini piccolissimi dimenticati in macchina quando l’abitacolo diventa un forno rovente.
Certo, se una persona vive da sola e non percepisce l’importanza del bere o beve poco,
particolarmente nelle giornate in cui si dovrebbe bere di più, non è impossibile che si arrivi a una situazione di sofferenza del rene,
quindi a una sofferenza cardiaca e poi respiratoria…
In un quadro già parzialmente compromesso, questi danni possono diventare gravi. E anche portare a morte nei casi peggiori».
«Scompensi, disturbi, malesseri, sono molto frequenti con questo caldo.
Ripeto, però: con un po’ di attenzione non si dovrebbe morire praticamente mai di caldo.
A patto di avere comportamenti accorti e non rimanere mai a lungo a temperature estreme.
Non avventarsi in modo sconsiderato all’aperto in ore caldissime.
E, ripeto, a Lecco, in corsia, non mi sono balzati all’occhio dati particolari, comunque».