Vaccino

La vaccinazione contro il Covid potrebbe aver favorito l’insorgere dell’acufene?

Una domanda che già in passato alcuni esperti si erano posti,
invitando il mondo scientifico a ulteriori approfondimenti,
e che è stata rilanciata in questi giorni dal sito inglese di Sky News e da Nbc News.

Tra i ricercatori “stanno emergendo teorie su un possibile collegamento tra l’inoculazione e la comparsa della patologia”.


L’acufene provoca la sensazione di un rumore nell’orecchio,
un ronzio o un fischio a seconda dell’intensità,

che proviene però dall’interno e non dall’esterno.

........io ce l'ho.
Anche io, ma posso dire che non dipende dal liquame, mentre i soloni da forum che scrivevano nell'altro thread non possono escludere che qualsiasi malanno abbiano derivi da quello
 
Aspetto di leggere l'ordinanza.
Per ora mi limito a questo.


Dopo oltre tre anni di un delirio sanitario che non sembra avere fine,
si decide di accompagnare i mesi più caldi dell’anno con un obbligo
che,
secondo un recente e molto accurato studio realizzato nel Regno Unito,
risulta del tutto inefficace nel bloccare, o almeno rallentare la diffusione di un virus

che continua a stare in cima ai pensieri del sostituto di Speranza.


Tra l’altro che ci troviamo di fronte ad una ennesima prescrizione assolutamente insensata,
e per questo inaccettabile sul piano delle nostre libertà, lo dimostra l’assurda applicazione settoriale della mascherina.

In realtà, essendo da tempo noti come il Paese di Pulcinella,
con tutto il rispetto per la nobile maschera partenopea,
dopo il gigantesco allarme che per un tempo infinito è stato lanciato
nei confronti della popolazione, per una malattia che nella fase più cattiva
colpiva seriamente solo gli immunodepressi, nessuno ancora oggi
si assume la responsabilità di emulare quanto fatto da molto tempo da politici,
evidentemente, di un alto calibro.

Ossia dichiarare finita la pandemia, eliminando tutte le inutili e dannose misure rimaste.


D’altro canto, finché si continueranno ad imporre misure restrittive,
seppur molto limitate, buona parte della popolazione verrà indotta a credere
che il virus è ancora assai presente nella società con tutto il suo carico di potenziali devastazioni.


Direi che sarebbe il caso di finirla una volta per tutte con questa manfrina.
 
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Si comincia in modo semplice: basta non farsi domande.

E si finisce per accettare il peggio.

Si accetta che per 24 mesi non si parli che di Covid,
e si arriva a subire l'orrenda narrazione quotidiana.

Si accettano equazioni indirettamente suggerite, in modo subdolo.

Sembra di vivere in un manicomio a cielo aperto, affollatissimo di ciechi.


Un brutto giorno divampa una patologia insidiosa, che semina il panico.

In capo a nemmeno due mesi, però, si trovano le cure.

Ma – anziché renderle disponibili, le terapie – si continua con l’orchestrazione panica (lockdown, coprifuoco)
per poi arrivare all’esito programmato, la campagna “vaccinale” a tappeto con sieri sperimentali.


Era la premessa obbligatoria per giungere alla meta:

la libertà condizionata,

vincolata al possesso di un lasciapassare.
 
Attendo comunque originale.

L'articolo 1 stabilisce che

"è fatto obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie
ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture sanitarie all'interno dei reparti
che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, specialmente se ad alta intensità di cura,

identificati dalle direzioni Sanitarie delle strutture sanitarie stesse".

"L'obbligo è esteso ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali,
comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice,

le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti".

Negli altri reparti e nelle sale di attesa,​

"la decisione sull'utilizzo di dispositivi di protezione delle vie respiratorie
da parte di operatori sanitari e visitatori resta alla discrezione delle direzioni sanitarie,
che possono disporne l'uso anche per tutti coloro che presentino sintomatologia respiratoria".

"Non sono previste analoghe misure per quanto riguarda i connettivi
e gli spazi ospedalieri comunque siti al di fuori dei reparti di degenza"
,

evidenzia l'articolo 3 dell'ordinanza.

Questo vuol dire che non è obbligatorio il dispositivo di protezione all'interno degli ospedali
nei percorsi, sui pianerottoli, negli spazi di attesa degli ascensori, nei bar e nelle mense.
 
Lombardia settimanale.

Ricoverati in terapia intensiva: 5 (-1 rispetto alla settimana precedente);

Ricoverati con sintomi (non in terapia intensiva): 192 (-56);

(tenete a mente che questi "ricoverati" sono i pazienti entrati in ospedale per altre patologie
e risultati positivi al test. In pratica sono gli ASINTOMATICI.)


CINQUE SU DIECIMILIONI.
 

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