VOGLIO CHE IL TEMPO, MENTRE SCORRE, LASCI SU DI ME IL SUO SEGNO... MA CHE NON SIANO SOLO RUGHE

SAPETE CHE C'È LA TRENTA DIETRO IL VOTO GRILLINO ALLA VON DER LEYEN?
TRA LE DUE MINISTRE DELLA DIFESA C'È UN OTTIMO RAPPORTO
E LA GRILLINA POTREBBE ESSERE IL NOME PER LA COMMISSIONE CHE VOGLIONO I 5STELLE
 
Mi domando. Vi domando.
Cosa deve fare un Sindaco ? Come si deve sentire oggi questo sindaco ?
Davanti a queste decisioni che non hanno aggettivo.

È stato accolto dal Tar, il ricorso presentato dalla società “Solelago” che gestisce il “Camping Village Riviera” di Garlate
contro l’ordinanza che decretava l’inagibilità della struttura e ne imponeva la chiusura.

Un’ordinanza emessa dal sindaco Giuseppe Conti dopo il blitz effettuato settimana scorsa dai Carabinieri di Olginate
con la Polizia intercomunale di Garlate e Pescate e con l’intervento dell’ufficio tecnico di Garlate e Lario Reti Holding
in cui erano stati trovati 23 ospiti non registrati né segnalati alle autorità, come previsto dalla legge per ogni attività ricettiva.
E scarichi fognari mai collegati alla rete pubblica, nonostante un’ordinanza comunale risalente addirittura al 2007.

I cinque giorni concessi dal comune di Garlate sono scaduti mercoledì, ma venerdì il camping era aperto e riceveva nuovi ospiti.
 
Il mito Gilera torna dove il suo fondatore, Giuseppe Gilera, aveva scelto la sua residenza estiva,
nel piccolo paese di Esino lario, dove portare la famiglia, accogliere i piloti che correvano nel mondiale con le moto di Arcore.

Nel comune di Esino la famiglia Gilera aveva la sua residenza a villa Ida (nome della moglie di Giuseppe Gilera)
e oggi di proprietà della famiglia Viglienghi che per l’occasione oggi, domenica 21 luglio metterà a disposizione
per i festeggiamenti dei 110 anni di fondazione del marchio motociclistico, a cui si aggiungeranno i 20 del Registro Storico Gilera.

Il marchio Gilera è stato sei volte campione del mondo nella classe 500 tre volte con Geoff Duke,
due con Umberto Masetti uno con Libero Liberati a cui vanno aggiunti quelli nella classe 125 con Manuel Poggiali e quello nella classe 250 con Marco Simoncelli.

Un evento importante anche per Esino che per un giorno sarà invaso dai maglioni rossi della casa motociclistica di Arcore,
che con una sua delegazione partendo proprio dal comune della Brianza raggiungerà con i vari modelli il comune in provincia di Lecco.
Già al centro dell’attenzione, negli ultimi anni con numerosi eventi.

A organizzare l’evento dedicato all’azienda dei due cerchi, che dal 1969 due anni dopo la scomparsa del suo fondatore è passato al gruppo Piaggio di Pontedera,
il Club Vecchie Ruote del Lario, supportato dalla Pro Loco di Esino, dal Gruppo Moto d’Epoca di Primaluna e da Esino 2000 chiaramente con il supporto della Gilera.

Pochi sanno che la chiesetta in località Cainallo è intitolata a Ferruccio Gilera il figlio del commendatore Giuseppe scomparso a soli 26 anni nel 1956.

Ma oltre ai gileristi del club di Arcore anche moto da corsa saranno portate in quel luogo sacro per la famiglia del fondatori di uno dei marchi più importanti a livello mondiale.

Ci saranno i vari modelli scesi dalle linee di montaggio dell’azienda di Arcore ma anche un paio di modelli di prestigio come la Gilera 600
che è stata protagonista nella massacrante Dakar nella categoria Shiluette con Roberto Madelli e Luigino Medardo e con il primo dei due piloti che assicurato la sua presenza a Esino.

Dopo la messa di commemorazione, tutti potranno visitare l’esposizione permanete presso nella sede di Esino del Club Vecchie ruote del Lario
dove il promoter Carlo Maglia sarà ben lieto di ricordare perché è nato questa esposizione e mostrare a tutti gileristi e non
i cimeli legati al marchio della casa motociclistica di Arcore. Anche a Primaluna, all’hotel Bianco, si celebrerà la Gilera con una mostra fotografica.
 
Messi male male .....

Diciassette zainetti rubati dall’auto di una delle accompagnatrici del centro estivo di Merate,
in gita nel parco di Montevecchia e della valle del Curone, durata il centro estivo che prevedeva proprio una gita nell’oasi verde a due passi dalla città.

È accaduto nel tardo pomeriggio di venerdì quando la comitiva, approdata a Ca’ Soldato nel primo pomeriggio, a bordo di un pulmino,
si è incamminata lungo i sentieri del parco. In programma, i ragazzi avevano di concludere la serata con il pranzo al sacco,
dopo avere visitato alcune zone del parco. E con sé, nei piccoli zainetti, avevano portato tutto l’occorrente,
dai panini alle bibite per una scampagnata all’aria aperta.

Per non affaticarli eccessivamente, le accompagnatrici, che avevano seguito i ragazzi con la propria auto,
hanno suggerito loro di lasciare gli zaini nel bagagliaio delle macchine, parcheggiate proprio nella zona di Ca’ Soldato.

Quando però, al termine della gita, i ragazzi sono tornati al punto di partenza, l’amara scoperta.
Una delle automobili era stata scassinata e il ladro, per nulla impietosito dal fatto di trovarsi di fronte degli zainetti
evidentemente appartenenti a bambini per la forma, dimensione e i personaggi riprodotti, li ha rubati.
Sul posto, allertati dagli accompagnatori, sono subito intervenuti i carabinieri di Merate per il sopralluogo.

Diciassette gli zaini che si sono volatilizzati e per cui l’accompagnatrice, al termine della gita,
è stata anche costretta a passare in caserma a Merate per la denuncia di furto.

Difficile che il malvivente che si è impossessato degli zainetti abbia scoperto al loro interno qualcosa di valore.
Al di là del cibo, non ha infatti potuto trovare altro che qualche torcia o cappellino o felpa.

La giornata, che rischiava di essere rovinata dal furto, si è comunque conclusa con una cena.
Al posto dei panini, i partecipanti all’uscita hanno cenato con pizze d’asporto, fatte appositamente arrivare a Ca’ Soldato.

«Sentire queste notizie - il commento dell’esterrefatto assessore ai servizi sociali Franca Maggioni - spiace moltissimo.
Si tratta di dispetti che non fanno bene e che non vorrei mai sentire. Credo si tratti di una bravata riconducibile a qualcuno
che si annoiava e che non aveva nulla di meglio da fare. Non trovo altra spiegazione. Sicuramente si tratta di un gesto condannabile.
E che non ha alcun senso. Certamente, nel momento in cui questa persona si è trovata di fronte agli zainetti di bambini piccoli, avrebbe dovuto fermarsi.
Che cosa sperava di poterci trovare? Al massimo, dopo averli aperti, vi avrà trovato una macchinina,
una bambolina o il cambio che una mamma premurosa aveva dato al proprio figlio».
 

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