ARGENTINA obbligazioni e tango bond vol(2) (9 lettori)

schei

Dum differtur, vita transcurrit

Argentina, il candidato presidente Javier Milei ha un crollo psicologico in diretta tv: il video

Javier Milei è il candidato ultraliberista e di estrema destra che il 19 novembre andrà al ballottaggio nelle elezioni presidenziali in Argentina. Ieri sera è stato ospite di un talk show televisivo, ma durante la diretta ha dato diversi segnali che hanno fatto dubitare gli spettatori sul suo benessere psicologico. Il video ha avuto una forte circolazione su Internet.
 

pietro17elettra

Nonno pensionato

Ricardo Alfonsín: «Con Milei la democrazia è a rischio. In Argentina un governo di unità»​

di Sara Gandolfi
Alfonsín è un esponente del partito radicale e figlio del presidente che traghettò il Paese verso la democrazia. «Mai vista tanta violenza verbale e politica»


Subito dopo il voto, il candidato di estrema destra Javier Milei, che il 19 novembre si sfiderà al ballottaggio con il peronista Sergio Massa, si è scagliato contro i «traditori» della Unión Cívica Radical che, rompendo la linea del loro stesso partito, avrebbero in parte votato Massa e non la candidata conservatrice Patricia Bullrich, arrivata solo terza e quindi estromessa dalla corsa per le presidenziali. Era lo scenario auspicato da Ricardo Alfonsín, 71 anni, ambasciatore argentino in Spagna e figlio dell’ex presidente Raúl Alfonsín, che 40 anni fa traghettò l’Argentina alla democrazia. Oggi, dice, «il pericolo è Milei».

La democrazia argentina è davvero in pericolo?
«Dal 1983, non ho mai ascoltato discorsi tanto incompatibili con le condizioni civiche ed etiche indispensabili ad una democrazia. Mai ho vissuto tanta violenza verbale. Milei chiama gli avversari politici “ratti”, “parassiti”, “montagna di escrementi”. Dice che il Papa “è governato dal demonio”. Giustifica la dittatura militare, la repressione, il genocidio e il terrorismo di Stato. Come posso non essere preoccupato da ciò che quest’uomo rappresenta e da come potrebbero tradursi le sue idee se vincesse le elezioni?».


Come spiega il suo successo?
«Accade in tutto il mondo. La società si sta de-ideologizzando, è infastidita dalla politica, perché ha la sensazione di un arretramento. Possiamo fermare questo processo solo se individuiamo le cause che permettono l’ascesa di questi personaggi. Se la società ha una tale disaffezione rispetto alla politica e alle istituzioni è perché la gente vive una sensazione di regresso».
Se vincesse Milei, l’Argentina corre davvero il rischio democratico o sarà solo un altro Bolsonaro?
«La democrazia si danneggia in molti modi. Se vincesse Milei, come minimo, c’è il serio rischio che la democrazia si degradi. Le nostre sono società con una grande conflittualità sociale e le politiche economiche che vuole implementare questo signore creerebbe un conflitto ancora maggiore. Come l’affronterebbe, politicamente, Milei? ».
Il peronista Massa può batterlo?
« Sì, perché vuole un governo d’unità nazionale. Pur nella differenza ideologica, è necessario creare consenso per superare questa situazione socio-economica così difficile. Servono accordi fra la politica, l’economia e il settore del lavoro. È l’approccio che noi radicali abbiamo sempre difeso».
Qual è l’eredità di suo padre Raul Alfonsin?
«Mio padre era un uomo di dialogo. Se non c’è dialogo, c’è violenza diceva. Non è una questione di buona educazione, ma di capacità politica perché la politica è lo strumento per affrontare problemi complessi. La sua qualità si misura anche con la capacità dei suoi dirigenti di comprendere quali sono le questioni che necessitano accordi e quali no. Mio padre poi credeva nella democrazia sociale — qualcuno dice che è un’invenzione della sinistra, ma non è così —. La democrazia sociale riconosce che ogni membro della società deve vedere riconosciuti non soltanto i suoi diritti fondamentali ma anche il diritto per esercitarli e vederli soddisfatti».
Perché lei sostiene la candidatura di Massa?
«In una corsa elettorale si decide chi governa, tra chi pensa che la cosa migliore per l’economia di una nazione sia che lo Stato ne resti fuori e che possa “risolvere” tutto il mercato, e chi invece pensa che la politica deve intervenire nell’economia, nell’ambito della Costituzione e della legge ovviamente, perché dall’economia dipendono le condizioni di vita dell’intera popolazione. Questo è il tema di queste elezioni e per questo credo che alla fine vincerà l’”oficialismo” (il peronismo al governo, ndr), ossia il candidato che reclama l’impegno della politica per far sì che l’economia funzioni in maniera solidale».
Però Massa è ministro dell’Economia e l’economia ora non va per nulla bene in Argentina...
«La situazione che l’oficialismo ha ereditato nel 2019 era molto difficile, lo provano gli indicatori economici e sociali dell’epoca, non lo dico io. Oltretutto il governo precedente (guidato dal liberista Mauricio Macri, ndr) aveva contratto un debito letteralmente inestinguibile, con quei termini di pagamento. Non solo. Poi è venuta la pandemia, nel 2020 il Prodotto interno lordo è crollato quasi di 10 punti. Anche la guerra in Ucraina ha colpito pesantemente la nostra economia. E, nell’ultimo anno, abbiamo sofferto la siccità peggiore della nostra storia, che ha provocato un danno di 20 miliardi di dollari all’economia argentina. Tutto questo ha complicato la nostra capacità di controllare l’inflazione, però l’economia è in crescita, così come il tasso di occupazione e gli investimenti, rispetto ai livelli pre-pandemia, quando governava Macri. E c’è un impegno forte per controllare l’inflazione, oltre alla convinzione della necessità, come dice il candidato presidente di Unión por la Patria, Sergio Massa, di formare un governo di unità nazionale per affrontare queste difficoltà».
Però Massa non era il candidato ufficiale dell’Unión Cívica Radical, cui lei appartiene...
«In realtà, la Unión Cívica Radical solo nominalmente fa parte di Juntos por el Cambio. Se si guarda all’essenza di un partito, ossia l’insieme delle sue idee e dei suoi valori, che si traducono in un programma, non è parte di quella coalizione. Le idee del partito erano assenti in questa campagna elettorale. Conosco la storia del mio partito, conosco i settori che vuole rappresentare. Per questo ho detto ai radicali che, al di là delle differenze che possiamo avere con la proposta politica di Massa, il programma dell’”oficialismo” è molto più vicino a noi di quanto non sia quello di Juntos por el cambio. E chi ha diretto il partito negli ultimi tempi sa bene che le cose stanno così».
E perché la dirigenza di UCR invece ha preferito stare al fianco di Bullrich?
«Oggi non esistono più partiti che possano contare con una proporzione numerosa di elettori fedeli come accadeva in passato. I partiti politici hanno seguito l’onda della società, si sono de-ideologizzati. Anche i programmi sono diventati irrilevanti. L’unica cosa importante è vincere le elezioni. Così ha fatto l’UCR. Io continuo ad essere un radicale ma il mio partito non è un reggimento e sono libero di pensare in modo differente dai dirigenti».
Lei è disponibile per un incarico di governo?
«Io sarei felice se si formasse un governo che permettesse di migliorare le condizioni di vita dei settori popolari. Da tempo io sono un militante di idee, anche se i partiti si sono convertiti in macchine elettorali. E se non troverò un partito con le mie idee lavorerò per crearlo».
 

neosephiroth86

Forumer storico
Ha vinto massa ormai quasi sicuramente.
Speriamo davvero sia il più centrista possibile tra i sinistri argentini, sembra che voglia proporre un avanzo dell'1% del PIL per il prossimo anno... speriamo
 

tommy271

Forumer storico

¿Massa o Milei?: la contundente respuesta de un ex líder del Tesoro de EEUU y del FMI

Un referente de las finanzas globales dialogó con Infobae sobre los desafíos del Fondo con el próximo presidente. Sus dudas sobre la dolarización y las medidas para estabilizar los precios

Camino al balotaje: mientras la crisis de JxC se profundiza, Massa suma adhesiones y guiños de la oposición

El candidato de Unión por la Patria inició la búsqueda de votos radicales y del peronismo cordobés. La UCR se divide entre los que piden neutralidad y los que reclaman votar al ministro de Economía

Macri justificó el pacto con Milei: "No lo conocemos y nunca gobernó, pero siempre que lo vi y hablé nunca me mintió"

Se calmó la dolarización, pero quedó una pregunta clave: ¿qué pasará con el dólar después de las elecciones?

Baja la deuda con el FMI, pero sube mes a mes la tasa de interés que paga la Argentina

 

tommy271

Forumer storico
Lunedì i rendimenti dei treasury sono in aumento, con il decennale al 4,89% ed il trentennale al 5,04%. Bond soberanos Latam, al più, negativi.
Il rischio paese sale leggermente a 2583 pb. da 2560 pb.
Viceversa i CDS stringono a 6369 pb. da 6579 pb.
Bond post swap negativi.
Stabile/debole la "993", ultimo a 26,20.

F9ts-r8XkAASaxQ
 

tommy271

Forumer storico

Tras el pacto electoral, Macri se quedó con la centralidad de Milei y disputa la campaña con Massa

El acuerdo entre el fundador del PRO y el candidato de LLA reavivó la enemistad pública y privada entre el ministro y el ex mandatario. Incertidumbre interna en el equipo libertario

Homenaje a Alfonsín: la UCR cuestionó a Macri y ratificó su neutralidad de cara al balotaje

Pacto Macri-Milei: quiénes integran la mesa de negociación y el plan de fiscalización para el balotaje

Las petroleras le presentaron un plan al Gobierno y aseguraron que el abastecimiento de nafta se está normalizando

Las empresas aseguraron que tomaron medidas para garantizar “el abastecimiento pleno en la red de estaciones de servicio” tras reunirse con la secretaría de Energía, Flavia Royón

El impacto de la extrema incertidumbre política: qué está pasando con el dólar y el precio de las acciones

El Gobierno usará yuanes para pagar dos vencimientos con el FMI por USD 3.400 millones

Eran pagos programados para antes de las elecciones que fueron postergados con acuerdo del organismo. El swap chino y USD 1.900 millones de derechos especiales de giro es lo que está disponible para cumplir con esa obligación

El pago al FMI dejará a las reservas del Banco Central cerca de la línea de los 21.000 millones de dólares

El BCRA volvió a comprar dólares en el mercado y desde las elecciones ya acumuló casi USD 500 millones

Dólar hoy en vivo: la cotización libre retrocedió a 970 pesos para la venta

La advertencia de la presidenta del banco Santander para la Argentina: “El Banco Central no puede estar emitiendo todo el tiempo”

Mercados: la Bolsa porteña profundizó la tendencia bajista post- elecciones y cayó 10%

 

tommy271

Forumer storico
Rendimento dei treasury in marginale aumento su tutta la curva. Bonos soberanos Latam, al più, positivi.
Il rischio paese in lieve calo a 2574 pb. da 2583 pb.
Stringono legermente i CDS a 6309 pb. da 6369 pb.
Bond post swap misti.
"993" stabile/debole, ultimo a 26,10.

F9y3GJwXUAA3GDb
 

tommy271

Forumer storico

El Gobierno confirmó el pago al FMI de USD 2.600 millones por los vencimientos de octubre

De la crisis opositora a un alerta en el Gobierno: la falta de combustibles corrió el foco en plena campaña

Las colas en estaciones de servicio volvieron a colocar la economía en los primeros lugares de la agenda política. Desde la primera vuelta, la atención estaba puesta en el quiebre de JxC y el trato de Macri con Milei. Un escenario cómodo para el oficialismo que en parte se ve alterado

Macri y Bullrich opacaron a Milei de la campaña y en La Libertad Avanza buscan revertir la dinámica para el tramo final

En el peronismo advierten que el pacto Macri-Milei debilitó al libertario porque perdió valor su discurso de campaña

El gobierno consolida la baja del dólar y se reduce la expectativa de una devaluación brusca post-balotaje

Los inversores se mueven con cautela entre los controles y la falta de definiciones políticas

Los bancos internacionales anticiparon una fuerte suba de la inflación, un ajuste y una devaluación tras el balotaje

En una conferencia del Instituto de Finanzas Internacionales se dialogó sobre la compleja situación del país, la dolarización y la relación con el FMI y los inversores privados, entre otras cuestiones

Mercados en octubre: se desactivó la euforia en la Bolsa y el dólar libre subió un 15%

Dólar hoy en vivo: la cotización libre bajó a $920 y redujo la ganancia de octubre a un 15%

Desde las elecciones el Banco Central acumuló compras por más de USD 600 millones en el mercado

 

Users who are viewing this thread

Alto