Berlusconi è un delinquente... (1 Viewer)

autotrader

Forumer attivo
Ma di successori di Berlusconi non credo che ce ne siano all'altezza.

Di Berlusconi nel bene e nel male ne nascono uno ogni secolo. Ovviamente in questo caso nel male ;)

Mi cito per completare il pensiero:

Non basta che di Berlusconi ne nascono uno ogni secolo, deve pure nascere nel posto giusto:
Se fosse nato in Libia avrebbe fatto la fine dell'amico Gheddafi;
Se fosse nato in Egitto quella dello zio di Ruby;
Se fosse nato in Russia sarebbe al posto di Putin;
Se fosse nato in tantissimi stati civili (Usa, Gran Bretagna, Francia...) non avrebbe neppure potuto scendere in politica, e con questo caldo ora starebbe al fresco ;)
Ma gli è andata benissimo è nato in Italia!!!
 

lorenzo63

Age quod Agis
Beh lqui pare che sia ben temuta la discesa di Marina ...

marina berlusconi ha l'esempio del padre troppo vicino per poter immaginare di passarla liscia, ha già fatto capire che non intende immolarsi

Da l' unità ...

E qui arriviamo alla quarta ragione per cui una legge sul conflitto d’interessi diventa quanto mai urgente. Nel centrodestra si sta parlando con crescente insistenza dell’ipotesi di mantenere intatto il marchio di fabbrica passando la guida da Berlusconi Silvio a Berlusconi Marina. Un nome, una garanzia come dice Briatore. Ma anche un impero aziendale. Lo stesso che il Cavaliere, proprio per aggirare leggi e cavilli, ha intestato ai propri figli, Marina compresa. La primogenita del Cavaliere, citata da «Forbes» come una delle donne più ricche e potenti del mondo, è presidente del gruppo Mondadori e della Fininvest che a sua volta controlla Mediaset: libri, riviste, televisioni ma anche frequenze tv e ripetitori. Con la legge attuale, se Marina volesse occuparsi di politica non dovrebbe fare altro che affidare le proprie cariche a parenti, amici o manager di fiducia, ripetendo quello che il padre fece con lei. Ma il punto è proprio questo: davvero vogliamo rivede lo stesso film che abbiamo visto per vent’anni? Il quale, si badi bene, non è l’ingresso di Marina in politica: è il ripetersi di una inaccettabile sovrapposizione tra le priorità del Paese e quelle personali o aziendali di un imprenditore. Per evitarlo non c’è che una via: dare all’Italia una legge, vera, sul conflitto di interessi. Le strade sono tante e vanno dalla vendita obbligatoria delle aziende all’affidamento temporaneo a un curatore segreto («blind trust»). Si tratta di scegliere e decidere ma, soprattutto, di non perdere altro tempo. Se non ora, quando?


Il pezzo forte dell' articolo è questo: :DD:

-davvero vogliamo rivede lo stesso film che abbiamo visto per vent’anni? Il quale, si badi bene, non è l’ingresso di Marina in politica-

appropò: rivede è letteralmente presodall' articolo - mooolto probabilmente anzi probBbailmente lo avevo translitterato in iscritto da un pensiero unpocomeno che italiano...
 

lorenzo63

Age quod Agis
Addirittura pggio latoppa del buco :D ... peccato che in questa sngolare ricostruzione iodicerto nn sono il giudice: ergo nn son io ilbuco su cui mettere la toppa... quindi la toppa,Carissimo,ladevi mettere sul guasto giusto.

E cmq mi rattrista sentire simili cose (intendoil giudice di cassazione) da qualcunoche dovrebbe essere unodeipersonaggi + in vista e sostanzialmente corretti della repubblica.

Ma cisaràunmotivopercui la giustizia ita è come livello tra i bassi UE e del mondo ...
 

tontolina

Forumer storico
Berlusconi, storia dell’evasore-corruttore da Craxi a Mills

Un impero fondato sui fondi neri: la carriera del Caimano che, dopo aver pagato politici, giudici e finanzieri, ha cambiato le leggi in suo favore


di Marco Travaglio | 8 agosto 2013Commenti (1262)

berlusconi-interna-nuova.jpg
Più informazioni su: Bettino Craxi, Fininvest, Mediaset, Mediolanum, Mondadori, Paolo Berlusconi, Processo Mills, Silvio Berlusconi, Tangenti.


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Secondo Angelo Panebianco, editorialista del Corriere (e non solo lui), la condanna definitiva di B. per frode fiscale non dipende dal fatto che B. è un frodatore fiscale, ma dallo “squilibrio di potenza fra magistrati e politica”. Perché in Italia la politica sarebbe “un potere debole e diviso” che non riesce a riformare il “potere molto più forte e unito” della magistratura. Solo separando le carriere, abolendo l’azione penale obbligatoria, trasformando il pm in “avvocato dell’accusa”, spogliando il Csm, cambiando la scuola e il reclutamento delle toghe e rimpolpando i poteri del governo nella Costituzione si eviteranno sentenze come quella del 1° agosto. Forse Panebianco non sa che in tutte le democrazie del mondo, anche quelle che hanno da sempre nel loro ordinamento le riforme da lui auspicate, capita di continuo che uomini politici vengano condannati se frodano il fisco, con l’aggiunta che vengono pure arrestati e, un attimo prima, cacciati dalla vita politica. Ma soprattutto il nostro esperto di nonsisachè ignora la carriera criminale di B., che froda il fisco da quando aveva i calzoni corti. E se non fu scoperto all’epoca è perché con i fondi neri corrompeva politici, Guardia di Finanza e giudici che avrebbero potuto scoperchiare le sue frodi fin dagli anni 70. Chi conosce il curriculum del neo-pregiudicato non si stupisce per la condanna dell’altro giorno, ma per il fatto che un tale delinquente matricolato sia rimasto a piede libero fino a oggi.
La prima visita
Il 12 novembre 1979
una squadretta della Guardia di Finanza ispeziona l’Edilnord Centri Residenziali Sas che sta realizzando a Segrate la città-satellite di Milano2, sospettata di varie irregolarità tributarie. Nel cantiere, con alcuni operai, c’è un omino spelacchiato e imbrillantinato che si presenta come “semplice consulente” della società. È Silvio Berlusconi, il proprietario, iscritto da un anno alla loggia deviata P2. I finanzieri vogliono sapere perché abbia prestato fideiussioni personali in favore di Edilnord e Sogeat, società il cui capitale è ufficialmente controllato da misteriosi soci svizzeri. Ma lui fa lo gnorri e mette a verbale: “Ho svolto un ruolo molto importante nei confronti dell’Edilnord Centri Residenziali e della Società generale attrezzature Sas, perché entrambe mi hanno fin dall’inizio affidato l’incarico professionale della progettazione e della direzione del complesso residenziale Milano 2”.
Anziché ridergli in faccia e approfondire le indagini, il maggiore Massimo Maria Berruti che guida la squadra si beve tutto, chiude l’ispezione in meno di un mese, nonostante le anomalie finanziarie riscontrate e archivia tutto con una relazione rose e fiori. Poi, il 12 marzo 1980, si dimette dalle Fiamme Gialle. Per qualche mese lavora per l’avvocato d’affari Alessandro Carnelutti, titolare a Milano di un importante studio legale con sedi a New York e Londra, dove si appoggia all’avvocato inglese David Mackenzie Mills. Poi Berruti inizia a lavorare per il gruppo Fininvest, specializzandosi in operazioni finanziarie estere e in contratti per i calciatori stranieri del Milan. Gli altri due graduati che erano con lui nel blitz del ’79 sono il colonnello Salvatore Gallo e il capitano Alberto Corrado. Il nome di Gallo verrà trovato nelle liste della loggia P2. Corrado verrà arrestato nel ’94 e poi condannato con Berruti per i depistaggi nell’inchiesta sulle mazzette Fininvest. Versate a chi? Alla Guardia di finanza, naturalmente.
Berlusconi, storia dell?evasore-corruttore da Craxi a Mills - Il Fatto Quotidiano
 

tontolina

Forumer storico
San Bettino vede e provvede
Nel 1980 Berlusconi rischia di ritrovarsi un’altra volta la Finanza in casa. Allarmatissimo, scrive una lettera all’amico Bettino Craxi, leader del Psi che sostiene il governo Cossiga: “Caro Bettino, come ti ho accennato verbalmente, Radio Fante ha annunciato che dopo la visita a Torino, Guffanti e Cabassi, la Polizia tributaria si interesserà a me… Ti ringrazio per quello che crederai sia giusto fare” (lettera pubblicata dal fotografo di Craxi, Umberto Cicconi, in Segreti e misfatti, Roma 2005). Che si sappia, anche quella volta le Fiamme Gialle si tengono alla larga dal Biscione. Che evidentemente ha sempre più cose da nascondere.
 

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