CMC Ravenna 6,875% 2017-22 (XS1645764694) - 6% 2017-23 (XS1717576141)

«Maxitangente per le dighe» Ordine di arresto per Porcelli

Se come pare l'ordine di arresto sarà internazionale, vedremo se e come le autorità italiane daranno corso alla cosa e sarà anche utile per capire come e quanto sono coperti politicamente questi personaggi. Tornerà utile in prospettiva per ciò che ci si potrà attendere in futuro e che riguarda più da vicino gli obbligazionisti, visto che gente come questa non si sarà certo limitata ad un singolo evento per manifestare ciò che sono.
 
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Il Resto del Carlino Ravenna
IL CASO IL KENYA HA CHIESTO L' ARRESTO DEL DIRETTORE PORCELLI
Cmc: «Estranei ai fatti d' indagine»
La coop reagisce alle accuse del Paese africano
LA CMC reagisce alle accuse di corruzione provenienti dal Kenya fornendo le prime linee di difesa e affidandosi ai legali Robert Amsterdam e Ermenegildo Costabile. Mentre da Nairobi il capo della pubblica accusa Noordin Haji annuncia un mandato di cattura internazionale a carico del direttore generale della cooperativa, Paolo Porcelli, da via Trieste si fa sapere che «Ravenna sta seguendo con attenzione gli sviluppi relativi alla vicenda in Kenya, nel pieno interesse dei rappresentanti che ne sono coinvolti». La società si sta già attivando «presso l' autorità giudiziaria del Kenya per dirimere nel minor tempo possibile la vicenda». L' inchiesta è relativa alle dighe di Arror e Kimwarer e secondo l' accusa dietro agli appalti vi sarebbero casi di corruzione.
Lunedì scorso, con questa imputazione, è finito in carcere il ministro delle Finanze di Nairobi, Henry Rotich. Cmc ribadisce di essere certa «della correttezza dell' operato dell' azienda e dei suoi rappresentanti, sia in Italia sia all'estero, in particolare sull'appalto di cui si discute». La cooperativa spiega che «l' accusa farebbe riferimento, infatti, alle condizioni del finanziamento, da parte di banche di primario standing internazionale, delle opere pubbliche appaltate dal Kenya a Cmc.
L' azienda e i suoi rappresentati non hanno partecipato alle trattative e pertanto sono certi di poter chiarire rapidamente la propria estraneità ai fatti oggetto d' indagine». La presa di posizione viene al termine di una giornata che si era aperta di primo mattino con una dichiarazione all' agenzia di stampa Reuters dell' accusatore Haji, relativamente alla posizione del direttore Porcelli: «L' individuo italiano, non è riuscito a presentarsi, quindi cercheremo la sua estradizione affinché venga ad affrontare le accuse qui in Kenya. Emetteremo anche un mandato d' arresto internazionale». In prima battuta la Cmc aveva replicato ribadendo quanto già dichiarato l' altro ieri: «Non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione.
Cmc è certa della correttezza dell' operato dell' azienda e dei suoi rappresentanti». E in serata la reazione meditata nelle ultime 48 ore.
lo. tazz.
 
Corriere di Romagna
PRESUNTA MAXI -TANGENTE
Cmc: Nairobi pronta a chiedere l' estradizione del direttore Porcelli - di ALESSANDRO CICOGNANI
Il procuratore Hadj chiede «che possa rispondere delle accuse qui in Kenya», aggiungendo che la società italiana fino ad ora «non si è resa disponibile a collaborare»
RAVENNA Il capo della procura anticrimine del Kenya, Noordine Hadj, si è detto pronto a emettere unman dato di cattura internazionale per Paolo Porcelli, il direttore generale della Cmc indagato dalla magistratura di Nairobi per il reato di corruzione internazionale. La giustizia africana si dimostra quindi intenzionata ad andare fino in fondo, dicendosi pronta a chiedere l' estradizione del dirigente del colosso ravennate del cemento, in modo «che possa rispondere delle accuse qui in Kenya», ha precisato il procuratore Hadj all' agenzia di stampa britannica Reuters, aggiungendo che la società italiana fino ad ora «non si è resa disponibile a collaborare».

L' ipotesi di reato Secondo l' accusa - tracciata nero su bianco in un documento di ventuno pagine scritto proprio dal procuratore anticrimine - Paolo Porcelli e gli altri 27 indagati (tra cui figura anche il ministro dell' economia keniota He nry Rotich e altri cinque politici africani) si sarebbe reso complice di un giro di corruzione finalizzato all' ottenimento degli appalti per le dighe di Arror e Kimwarer nella contea di Elgeyo Marakwet. Appalti che, secondo la magistratura di Nairobi, «erano pieni di illegalità».

Alla base dell' inchiesta, nata il 18 settembre dell' anno scorso, vi sarebbe un aumento dei costi per la realizzazione dei progetti definito dalla procura come «inutile». Il contratto stipulato tra la società ravennate e la Kerio Valley DevelopmentAuthority (i cui dirigenti sono tutti destinatari degli arresti) parlava infatti di costi di lavoro pari a circa 400 milioni di euro. Nonostante questo, il Tesoro avrebbe poi rinegoziato l' accordo portando la cifra a circa 546 milioni di euro.

Un conto spropositato e ingiustificato secondo gli inquirenti, anche perché la variante di progetto per giustificare quell' aumento sarebbe stata presentata dalla Cmc solo a febbraio di quest' anno, con quattro anni di ritardo. Il sospetto è quindi che quei 146 milioni di euro non siano altro che una maxitangente pagata per far vincere l' appalto alla cooperativa ravennate. Appalto di cui si era occupato in prima persona proprio Porcelli. Una parte dell' indagine sarebbe anche in mano all' Fbi, dato che la maggior parte del denaro sarebbe transitato in dollari -- nonostante i contratti stipulati in euro - causando danni all' economia keniota per via dei tassi di cam bio. Perché questa operazione? La visita a Roma Sul caso della corruzione in Kenya, scoppiato ormai da diversi mesi, poche settimane fa si è tenuto un incontro a Roma. Da una parte il procuratore anticrimine keniota Haji, il capo della polizia George Kinoti e loro collaboratori, dall' altra la Procura di Roma la direzione nazionale antimafia e anticrimine italiana. Alla base dell' incontro, una proposta fatta dalla magistratura di Nairobi, che si sarebbe resa sostanzialmente disponibile a collaborare nelle investigazioni sul rapimento di Silvia Costanzo Romano (la cooperante rapita in Kenya il 20 novembre dell' anno scorso). Sul tavolo anche la rogatoria internazionale inerente il caso di supposta corruzione messa in atto dalla Cmc.

Sull' esito delle "trattative" non vi sono riscontri, ma è certo che la Cmc non ha mai iniziato i lavori per le dighe di Arror e Kimwarer, icui contratti sono stati siglati nel 2015 durante la famosa visita dell' ex premier Matteo Renzi in Kenya, nella quale si fece inopportunamente fotografare con un vistoso giubbotto antiproiettile sotto l' abito. Un anno prima, sempre Cmc aveva siglato un contratto per la diga di Itare, unica diga i cui lavoro sono iniziati.

Tre opere volute dal presidente del Kenya Uhuru Kenyatta nell' ottica di un grande piano di ridistribuzione dell' acqua nel paese.

Il futuro di Porcelli In attesa di capire le mosse della Procura di Nairobi e le risposte che l' Italia deciderà di dare, un altro elemento rimane per ora avvolto nell' incertezza. Se Cmc ha infatti già dichiarato di essere «certa della correttezza dell' operato dell' azienda e dei suoi rappresentanti» - oltre a Porcelli gli indagati del consorzio Cmc-Itinera sono altri due i cui nomi non sono ancora stati resinoti-tutta via non sembra altrettanto certo il futuro di Porcelli dentro la cooperativa. Da alcune indiscrezioni sembrerebbe infatti che il nome del direttore generale fosse nella lista dei dirigenti da licenziare nell' ottica di ristrutturazione della Cmc, che dal giorno del concordato ha già mandato via 10 dirigenti. Ora che è scoppiata l' inchiesta quale sarà il suo futuro?
 
Corriere di Romagna

La cooperativa si affida a un legale americano

RAVENNA La Cmc «sta seguendo con attenzione gli sviluppi relativi alla vicenda in Kenya, nel pieno interesse dei rappresentanti che ne sono coinvolti». In una nota diffusa ieri, la società fa sapere che «si sta già attivando presso l' autorità giudiziaria del Kenya per di rimere nel minor tempo possibile la vicenda. A tal fine sono stati incaricati il legale americano Robert Amsterdam e l' avvocato Ermenegildo Costabile di Milano».

La Cmc ribadisce di essere certa «della correttezza dell' operato dell' azienda e dei suoi rappresentanti, sia in Italia sia all' estero, in particolare sull' appalto di cui si discute. L' accusa farebbe riferimento, infatti, alle condizioni del finanziamento, da parte di banche di primario standing internazionale, delle opere pubbliche appaltate dal Kenya a Cmc.

Cmc e i suoi rappresentati non hanno partecipato alle trattative e pertanto è certa che potrà chiarire rapidamente la propria estraneità ai fatti oggetto d' indagine».
 
il Fatto Quotidiano 24/07/19
L' inchiesta. Nairobi - Per la costruzione di 3 dighe (mai avvenuta) costi lievitati di 200 milioni di dollari. Coinvolto, secondo le accuse, anche il gruppo di Ravenna
Lo scandalo della coop Cmc Il Kenya: "Arrestare l' Ad" - di Massimo A. Alberizzi e Michael Backbone

Il 14 luglio 2015 l' allora presidente del Consiglio Renzi arrivò tardi, alla residenza dell' ambasciatore italiano a Nairobi. Ad aspettarlo, una nutrita delegazione di connazionali, tra cui Claudio Descalzi, presidente Eni, Francesco Venturini, ad di Enel Green Power, e Francesco Macri, ad di CMC .

Quella sera, Renzi annunciò la firma di un contratto di circa 300 milioni di euro tra la Cmc di Ravenna e il governo del Kenya per la costruzione di tre dighe: a Itare, Kimwarer e Arror. Tre impianti che avrebbero dovuto migliorare la distribuzione di risorse idriche di una regione che ospita il 40% della popolazione keniota.

Dopo quattro anni, e lunghe indagini, sono stati arrestati il ministro delle Finanze keniota Henri Rotich e il suo braccio destro Kamau Thugge, con l' accusa di tentata frode e abuso d' ufficio. Emesso anche un mandato di arresto per corruzione - secondo i media locali e Reuters - per il nuovo ad di Cmc Paolo Porcelli, al tempo direttore costruzioni Estero e direttore per l' Africa australe per il colosso delle cooperative. Nonché per i responsabili italiano e keniota della joint venture Itinera, siglata da Cmc con il gruppo Gavio. La Cmc in una nota precisa di "non essere stata informata né di aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle autorità keniane sulle decisioni assunte e riportate dalla stampa". E aggiunge: "Cmc è certa della correttezza dell' operato dell' azienda e dei suoi rappresentati".

Secondo le accuse, il progetto delle dighe, sostenuto dal vice presidente William Ruto, avrebbe visto sostanziosi movimenti di fondi dal Kenya verso l' Italia, per il versamento della garanzia di Stato sottoscritta tramite la Sace, la quale poi, tramite Banca Intesa e Bnp Paribas Fortis, avrebbe fatto transitare verso il Kenya i fondi necessari per l' inizio dei lavori. Ma finora nemmeno un piccone ha scalfito il terreno. Mentre l' ammontare della commessa - all' origine di 304 milioni di euro - è lievitata sino a circa 600 milioni.

Parte dei fondi - secondo i media locali - pare sarebbe servita in parte per l' acquisto di circa 50 veicoli, in maggioranza Suv d' alta gamma, e di generi alimentari, dal vino agli alcolici. Circa 20 milioni di euro sarebbero quindi rimasti nelle tasche di numerosi esponenti politici kenioti e, secondo la pubblica accusa rappresentata da Noordin Haji, anche nelle mani di italiani rappresentanti la Cmc in Kenya, Sudafrica e altrove.

Dal momento in cui i fondi erano stati approvati nel 2015 verso Sace, Cmc ha stanziato parte dei fondi necessari secondo il piano di finanziamento (e di fatturazione) stabilito: fondi che sarebbero solo "transitati" dal Kenya verso un percorso tracciato dalle autorità italiane e inglesi verso il Regno Unito, e poi di nuovo in Italia. Si parla di circa 200 milioni di euro che avrebbero preso questo tortuoso e inspiegabile cammino.

La costellazione di imprese affiliate a Cmc che hanno avuto un ruolo nell' esecuzione del contratto è anche interessante: Cmc South Africa Ltd. risponde alla gara d' appalto, il consorzio Cmc-Itinera firma il contratto, Cmc Itinera JV Kenya Branch emette le fatture, e Cmc Ravanna incassa gli anticipi versati dal Tesoro kenyota.

In parallelo, in Italia, nel 2018 Cmc avviava in Italia la procedura di concordato preventivo. I torbidi movimenti finanziari venuti alla luce dall' inchiesta potrebbero lasciar presagire lo spettro di una bancarotta fraudolenta, laddove mediatori inglesi e altri presenti sul territorio africano, operanti per conto della Cmc, potrebbero aver "unto" molti ingranaggi dell' amministrazione keniota per trarre un vantaggio personale, senza muovere un solo camion di terra. Il capo della polizia keniota George Kinoti, intanto, ha affermato che i pubblici ministeri hanno chiesto aiuto alle autorità britanniche e italiane. Proprio a margine dell' incontro che si è svolto a Roma il 12 luglio scorso - il vertice tra autorità italiane e keniote sul rapimento della giovane Silvia Romano - si sarebbe discusso dell' inchiesta per corruzione a Nairobi.
 
il sole 24 ore
COSTRUZIONI
Corruzione, il Kenya chiede l' estradizione dei vertici di Cmc - di Matteo Meneghello
L' inchiesta riguarda l' appalto per due dighe L' azienda: «Noi corretti»
Il ministro delle finanze del Kenya, Henry Rotich, è stato arrestato nell' ambito di una inchiesta per corruzione e frode sulla costruzione di due dighe ad Arror e Kimwarer, nella zona occidentale del paese.

L' inchiesta coinvolge anche la Cmc di Ravenna e per questo motivo è stata chiesta l' estradizione dei vertici dell' azienda.

Secondo l' accusa, Rotich ha fatto in modo che l' appalto venisse assegnato in qualsiasi caso alla cooperativa ravennate, pur essendo al corrente di violazioni procedurali e delle difficoltà finanziarie della società.

Cmc è attualmente in amministrazione controllata e ha presentato le schede tecniche del progetto lo scorso febbraio, con quattro anni di ritardo, mentre il valore dello stesso progetto sarebbe stato gonfiato di 164,5 milioni di dollari (quasi 150 milioni di euro). Rotich, che n ega ogni coinvolgimento nella vicenda, è un alleato del vicepresidente William Ruto, che in febbraio aveva giustificato i pagamenti per le dighe, dicendo che «non andrà perso nulla» del denaro speso.

Tra i 28 ordini d' arresto emessi compare anche quello di Paolo Porcelli, direttore generale di Cmc.

Il capo della Procura generale di Nairobi, Noordin Haji, ha dichiarato a Reuters che cercherà di ottenere l' estradizione di Porcelli per permettergli di rispondere alle accuse di corruzione relative agli appalti sui progetti di due dighe nel Paese africano.

«Sappiamo della persona italiana, ma non si è ancora presentata quindi procederemo a farla estradare così che arrivi e possa affrontare le incriminazioni qui in Kenya. Emetteremo anche un mandato di arresto internazionale» ha detto Haji. La Cmc di Ravenna ha negato nei giorni scorsi qualsiasi illecito, aggiungendo di essere certa della correttezza del proprio lavoro e dei propri rappresentanti, in Italia e all' estero, in particolare su questa vicenda».

Ieri l' azienda ha aggiunto che «sta seguendo con attenzione gli sviluppi relativi alla vicenda, nel pieno interesse dei rappresentanti che ne sono coinvolti». La società «si sta già attivando presso l' autorità giudiziaria del Kenya per dirimere nel minor tempo possibile la vicenda». A questo scopo sono stati incaricati il legale americano Robert Amsterdam e l' avvocato Ermenegildo Costabile di Milano. Cmc ha ribadito ieri di essere «certa della correttezza dell' operato dell' azienda e dei suoi rappresentanti, sia in Italia sia all' estero, in particolare sull' appalto di cui si discute. L' accusa - prosegue la nota di Cmc - farebbe riferimento alle condizioni del finanziamento, da parte di banche di primario standing internazionale, delle opere pubbliche appaltate dal Kenya a Cmc», ma «Cmc e i suoi rappresentanti non hanno partecipato alle trattative» e per questo motivo la società «è certa potrà chiarire rapidamente la propria estraneità ai fatti oggetto dell' indagine».

Il caposaldo dell' accusa è che l' appalto avrebbe appesantito «inutilmente» il debito pubblico del paese, attualmente pari al 55% del prodotto interno lordo. Il budget previsto per i due progetti avrebbe dovuto ammontare all' equivalente di poco meno di 400 milioni di euro, ma il Tesoro ha prestato l' equivalente di oltre 540 milioni di euro.
 
Ma secondo voi, quando tra qualche mese verrà chiesto il parere dei creditori per accettare un piano concordatario che rappresenta già di suo un'altra fregatura e con probabilmente gente di questo genere ancora ai vertici, inquisiti e bugiardi (non che quelli precedenti fossero meglio), come andrà a finire? Chi potrà mai essere così stupido da prendersi una palese fregatura e dare ancora fiducia ad una azienda del genere?
 
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