dalla suizzera

Critiche da Basilea: si torni al voto

Per Rudolf Rechsteiner (PS) il popolo non era conscio delle conseguenze del sì
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BERNA - La votazione di domenica sull'immigrazione va ripetuta, perché il popolo non era perfettamente in chiaro sulle conseguenze di un sì: è quanto auspica l'ex consigliere nazionale e attuale granconsigliere di Basilea Città Rudolf Rechsteiner (PS). In un atto parlamentare il deputato invita Basilea a presentare un'iniziativa cantonale a Berna che chieda appunto la ripetizione del voto. Si tratta di correggere l'errore popolare, come era accaduto ai tempi dell'ora legale estiva, spiega l'ex funzionario cantonale.
Stando a Rechsteiner il sì alla proposta di modifica costituzionale dell'UDC è stato "un autogol che causerà danni alla libertà e al benessere di un'intera generazione, se non si farà nulla contro". I primi segnali in tal senso sono già giunti dall'Europa.
"È poco probabile che i votanti abbiano compreso già prima del 9 febbraio la portata della disposizione costituzionale", continua l'uomo politico noto per il suo impegno per le energie rinnovabili. "Si sono lasciati sedurre dalla stampa di Blocher, che da anni fomenta un'isteria xenofoba, neoliberale e orientato al darwinismo sociale".
Rechsteiner afferma che vi è un altro esempio di come "una decisione errata" del popolo "sia stata corretta in tempi brevi in modo democratico e in ossequio allo stati di dritto". Si tratta del provvedimento che adottò il parlamento federale il 21 marzo 1980, quando ribaltò il voto popolare di meno due anni prima (28 maggio 1978) contrario all'introduzione dell'ora estiva.
 
In Cina l'aria (non) è inquinata

Pechino: la città è inadatta alla vita umana, ma il governo impone la censura
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SHANGHAI - Allarme in Cina: l'aria è irrespirabile. Un rapporto ufficiale sull'inquinamento pone Pechino seconda per inquinamento in una lista di 40 città nel mondo. La capitale è classificata quasi inadatta alla vita umana. Il governo ha preso provvedimenti per gestire la situazione, ma usa la censura per mantenere alta l'immagine del Paese a livello internazionale.
Il governo premia le città che contengono il problema
Il governo ha annunciato la decisione di creare un fondo di 10 miliardi di yuan (oltre 100 milioni di euro) per concedere premi in denaro alle città e alle province cinesi che faranno i progressi più significativi nel controllo dell'inquinamento. Lo riporta il South China Morning Post. L'annuncio è stato dato in un comunicato nel quale si sostiene, tra l'altro, che il consumo di carbone dovrebbe essere controllato e che dovrebbero essere fatti maggiori sforzi per promuovere l'energia pulita e carburanti di alta qualità - quindi meno inquinanti - per i veicoli. In complesso il governo ha pianificato di spendere oltre 3 trilioni di yuan per affrontare il problema, creando un mercato crescente per quelle aziende che possono contribuire a ridurre le emissioni. Pechino quest'anno chiuderà circa 300 fabbriche e pubblicherà una lista di progetti che devono essere sospesi o fermati entro la fine di aprile.
Intanto la censura elimina i rapporti ufficiali
La censura cinese ha eliminato dalla rete tutti i riferimenti a un rapporto ufficiale sull'inquinamento che descrive Pechino come una città quasi inadatta alla vita umana. Lo riferisce Radio Free Asia che sottolinea come il governo cinese stia tentando di limitare in questo modo i danni all'immagine internazionale della capitale del Paese del dragone.
 
"Dovete ascoltare anche le grandi città"

Dieci sindaci chiedono di essere coinvolti nell'applicazione dell'iniziativa UDC
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BERNA - Le grandi città svizzere devono essere coinvolte fin dall'inizio nei lavori per l'applicazione dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa. Preoccupati della spaccatura che la votazione ha creato fra Svizzera romanda e tedesca e fra città e campagne, i sindaci di dieci città chiedono di tener conto della coesione del paese e dell'interesse generale nell'applicazione dell'iniziativa.
"Intendiamo naturalmente rispettare la volontà popolare. È necessario però che gli interessi delle città vengano tenuti in debito conto", scrivono in una lettera aperta al Consiglio federale i sindaci di Zurigo, Berna, Basilea, Losanna, Ginevra, Bienne (BE), Winterthur (ZH), Lucerna, San Gallo e Soletta.
Il sì popolare è stato accolto con "grande inquietudine" dalle autorità dei centro urbani che globalmente hanno respinto il testo con il 55,7% di voti contrari. "Le città - si continua nella lettera - avranno ancora bisogno in futuro di un accesso performante ai lavoratori europei, ai mercati europei e agli scambi internazionali per poter continuare a svolgere le loro importanti funzioni per tutto il paese". Il Consiglio federale è invitato ad integrare le città nel processo di concretizzazione del testo accettato domenica in votazione popolare in modo da garantire che gli interessi della popolazione urbana vengano presi in considerazione. "Ci aspettiamo inoltre che la Confederazione si impegni maggiormente nel settore delle misure di accompagnamento, ad esempio nei trasporti e nell'alloggio, sostenendo le città negli sforzi che fanno per rispondere con successo alle sfide della crescita", conclude il testo.
 
"Blocher negozi a Bruxelles"

Il PLR: "Sia l'ex ministro a fare le trattative". Il PS: "Urgono nuove misure"
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BERNA - Dopo il sì popolare all'iniziativa contro l'immigrazione di massa, i commenti di partiti e organizzazioni che si erano alleati per combattere il testo guardano sopratutto al futuro. Gli ambienti economici chiedono garanzie affinché l'applicazione dei contingenti avvenga senza aumentare il carico burocratico per le imprese. Sinistra e i sindacati accusano il Consiglio federale e la maggioranza borghese di non aver adottato misure di accompagnamento efficaci e puntano sull'introduzione di un salario minimo.
Il popolo svizzero ha deciso a favore di un sistema di controllo indipendente dell'immigrazione, malgrado una campagna denigratoria costata oltre 10 milioni di franchi e le pressioni dell'Ue, esulta l'UDC. Per i promotori dell'iniziativa, il principio della priorità ai lavoratori residenti sul mercato del lavoro dovrà essere applicato immediatamente come misure di autoregolazione dell'immigrazione. È inoltre necessario formare al più presto un gruppo di lavoro per limitare e gestire l'immigrazione. Il partito ha anche lanciato un monito agli ambienti economici: l'economia non deve più concentrarsi sul profitto a breve termine, ma tener conto delle conseguenze delle sue azioni per tutta la Svizzera, ha detto.
La vittoria del "sì" è un segnale contro l'esplosione del numero dei frontalieri, sostiene il Mouvement citoyens genevois (MCG). Secondo il movimento ginevrino, spesso paragonato alla Lega dei ticinesi, la sinistra è uscita sconfitta dalla votazione perché non ha capito che migliaia di persone vivono una situazione difficile per l'impiego dovuto alla concorrenza della manodopera estera.
Per il PPD ora bisogna trovare una soluzione per attuare la nuova disposizione costituzionale e limitare l'immigrazione, ma senza metter in pericolo la via bilaterale. Il PLR auspica che il Consiglio federale abbandoni la sua politica dello struzzo e si impegni per una politica migratoria rigorosa ma equa e lancia una provocazione: vada Christoph Blocher a negoziare ora con Bruxelles, afferma un comunicato.
Per il presidente del PBD Martin Landolt il sì odierno all'iniziativa USC ha creato una situazione di forte insicurezza, perché nessuno può sapere come reagirà l'UE. L'abbandono della via bilaterale sarebbe fatale per la Confederazione, ha detto il consigliere nazionale glaronese.
Anche i Verdi liberali si dicono delusi e auspicano misure concrete per far fronte ai problemi nei settori dell'ambiente, dei trasporti e della pianificazione del territorio. Problemi reali come la cementificazione del territorio, la pressione sui salari e il rincaro delle pigioni hanno sconvolto la fiducia nel rapporto con l'Europa, secondo i Verdi che chiedono anch'essi di limitare i danni con l'UE.
Il Partito socialista (PS) designa come responsabili del risultato odierno i partiti di destra, il Consiglio federale e l'economia, che hanno regolarmente rifiutato l'introduzione di misure accompagnatorie della libera circolazione. Occorre ora avviare rapidamente riforme interne in materia di mercato del lavoro, alloggio, formazione e pianificazione del territorio, per fare in modo che tutti possano godere dei frutti della crescita. "Oggi più che mai, la Svizzera ha bisogno di nuove misure di accompagnamento. Senza di esse, non si potrà vincere votazioni sulla politica europea nei prossimi anni", sostiene il PS in una nota.
Dello stesso tenore le reazioni dei sindacati. L'USS si batterà per la propria iniziativa per un salario minimo di 4000 franchi, in votazione il 18 maggio. Una tale paga impedirà a imprenditori "senza scrupoli", di reclutare forze lavoro estere pagandole con "salari da fame", afferma la centrale sindacale. Per evitare anche in futuro il dumping salariale e sociale, vanno mantenute e ampliate le possibilità di controllo delle commissioni paritetiche e tripartite e semplificata la procedura per conferire l'obbligatorietà generale ai contratti collettivi di lavoro, aggiunge Unia.
Travail.Suisse auspica che le organizzazioni che rappresentano i lavoratori partecipino fin dall'inizio all'attuazione dell'iniziativa "contro l'immigrazione di massa" per evitare effetti negativi sul mondo del lavoro.
Per le associazioni economiche, l'importante è evitare che la reintroduzione dei contingenti comporti un carico burocratico per le imprese. La Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC), che impiega circa il 50% di personale straniero, chiede anche che la clausola priorità degli indigeni non penalizzi i cittadini stranieri domiciliati in Svizzera.
Swissmem, l'organizzazione padronale che rappresenta l'industria meccanica, elettrotecnica e metallurgica (MEM), teme che il voto produca "un riorientamento della politica estera elvetica" e spera che non vengano disdetti anche gli altri accordi bilaterali. L'Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM) afferma invece che occorre sospendere il mandato negoziale del Consiglio federale relativo alle questioni istituzionali con l'UE.
Economiesuisse infine assicura che gli ambienti economici "hanno compreso che è necessario utilizzare meglio il potenziale dei lavoratori in Svizzera, in particolare i giovani, le donne e le persone di una certa età". Si impegneranno anche nella ricerca di soluzioni alla scarsità di alloggi e al sovraffollamento delle infrastrutture di trasporto. L'organizzazione mantello delle imprese svizzere intende spalleggiare il Consiglio federale nei suoi sforzi per spiegare ai partner europei che la decisione odierna "non è un rifiuto di principio degli accordi bilaterali, ma comporta nuovi negoziati sulla libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l'Europa".
 
Maurer: pronto a trattare con l'UE

Il consigliere federale UDC pone come condizione quella di ottenere un mandato
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BERNA - In seguito all'approvazione dell'iniziativa UDC "Contro l'immigrazione di massa", il consigliere federale Ueli Maurer sarebbe disposto ad andare a Bruxelles a trattare per la Svizzera con l'Unione europea. "A condizione che l'intero Consiglio federale mi conferisca un mandato", ha detto lo stesso capo del Dipartimento federale della difesa alla trasmissione della tv svizzero tedesca SRF "10 vor 10". Maurer non ritiene che la Svizzera sia in una posizione negativa per trattare con l'UE dopo il "no" di popolo e cantoni alla libera circolazione. "Abbiamo ancora molti assi nella manica", ha aggiunto il ministro UDC. La Confederazione è un Paese vincente e con molti vantaggi. Maurer interpreta il "sì" di domenica anche come una conferma del fatto che il suo partito debba essere "adeguatamente" rappresentato in seno al Consiglio federale. A suo avviso, ciò rispecchierebbe la volontà popolare e per questo auspica che la prossima volta che vi sarà un posto vacante il Parlamento ne tenga conto, ha concluso l'unico rappresentante UDC in governo.




:eek::eek:
 
Blocher: "Reazione poco virulenta"

Il vicepresidente dell'UDC è sorpreso dall'Ue e lancia un appello alla calma
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BERNA - Il vicepresidente dell'UDC ed ex consigliere federale Christoph Blocher si dice sorpreso dalla reazione poco virulenta dell'Unione europea (Ue) all'adozione, domenica, dell'iniziativa popolare "Contro l'immigrazione di massa". In vista delle future discussioni con Bruxelles, lancia un appello alla calma.
Il consigliere nazionale zurighese si aspettava che all'indomani del voto l'Ue denunciasse "tutti gli accordi" e la chiusura "di tutte le porte". Ma "i rappresentati dell'Ue non si sono espressi in questo senso", afferma Blocher in un'intervista pubblicata da "Tages-Anzeiger" e "Der Bund".


(preferiva la guerra ?? : ma che testa ha questo ?? )




L'Ue ha sottolineato che i contingenti per i lavoratori stranieri sono incompatibili con la libera circolazione, ha annunciato di aver sospeso i negoziati sull'elettricità e ha cancellato un incontro previsto in settimana sulla questione istituzionale.
"È normale che Bruxelles ci minacci" ma alla fine "prevarrà il pragmatismo", ha detto al quotidiano romando "Le Matin". Bisogna rinegoziare gli accordi, non è la stessa cosa che disdire. L'ex consigliere federale, ai giornali svizzerotedeschi, si è detto fiducioso che alla fine nessun accordo verrà denunciato.


:D

Non siamo membri né dell'Ue né del mercato unico, dobbiamo concludere accordi nei settori dove sono necessari a entrambe le parti, ha detto Blocher aggiungendo di volere buone relazioni con Bruxelles. A suo avviso il ritorno ai contingenti, come esistevano prima del 2007, renderà le cose meno facili per i datori di lavoro, ma "bisogna tener conto degli interessi del paese". In merito al principio di "preferenza nazionale", l'ex consigliere federale ha precisato che si applicherà non solo agli svizzeri ma anche agli stranieri che risiedono legalmente e in maniera duratura in Svizzera.
Bruxelles non ha interesse ha tagliare i ponti con la Svizzera, in particolare per quanto riguarda l'elettricità. Anche la posizione geografica della Svizzera, come paese di transito, è un vantaggio.



ecco gli assi nella manica ...



"Forse alcuni politici dell'Ue non hanno capito le interconnessioni esistenti, ma le industrie interessate non sono stupide" e faranno pressione sui loro governi, afferma il tribuno zurighese.


aaahhhh :rolleyes:





Anche il direttore dell'Ufficio federale dei trasporti (UFT) Peter Füglistaler ha dichiarato alla "Neue Luzerner Zeitung" e al "St. Galler Tagblatt" che "l'accordo sui trasporti terrestri è utile alle due parti". L'Ue ha ottenuto l'accesso al mercato dei trasporti e il diritto di passaggio dei camion da 40 tonnellate, e la Svizzera in cambio ha potuto consolidare la politica di trasferimento delle merci dalla strada alla ferrovia.
Secondo il direttore dell'UFT, questo accordo è molto vantaggioso per la Confederazione poiché la maggioranza del traffico transfrontaliero serve ad approvvigionare il paese. "la Svizzera ha interesse a mantenere le frontiere aperte", ha aggiunto.
Se l'accordo sui trasporti terrestri dovesse decadere, l'accesso al mercato europeo per i trasportatori stradali e ferroviari svizzeri sarebbe in forse. Potrebbero anche essere rimesse in questione alcune regolamentazioni, come ad esempio il divieto per i camion di circolare di notte e di domenica.




:rolleyes:
 
"La Svizzera è forte e lo dimostrerà"

Burkhalter: "L'incontro di lunedì a Roma salta per la crisi di governo italiana"
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BERNA - "La Svizzera è forte e lo dimostreremo". Così si è espresso oggi davanti ai giornalisti il presidente della Confederazione Didier Burkhalter al termine dell'incontro alla Casa Von Wattenwyl con i partiti di governo, durante il quale si è discusso, tra l'altro, delle future relazioni Svizzera-Ue, oltre che del progetto previdenza vecchiaia 2020.
All'ats, Burkhalter ha dichiarato che il previsto incontro di lunedì a Roma con le autorità locali per spiegare il voto di domenica e sondare il terreno è saltato a causa della crisi di governo in Italia. In ogni caso, in tutte le principali capitali europee sono stati attivati i canali diplomatici. Resta confermato il viaggio della settimana prossima a Berlino.
Come mercoledì scorso al termine della riunione del Consiglio federale, Burkhalter ha esortato il Paese, in questo momento delicato delle relazioni Svizzera-Ue dopo il sì all'iniziativa dell'UDC contro l'immigrazione di massa, a dare prova di coesione. Un invito valido soprattutto per i partiti di governo. "La coesione tra i partiti è più necessaria che mai in questo momento", ha detto Burkhalter.
Stando al ministro degli esteri, "le istituzioni funzionano bene e la situazione della Svizzera è stabile per costruire il futuro del Paese". Anche se il momento è difficile, "siamo forti e lo dimostreremo", ha aggiunto il Consigliere federale.
Quanto ai 5 partiti di governo - PPD, PLR, UDC, PS, PBD - il loro giudizio sul ruolino di marcia presentato ieri dall'Esecutivo "è positivo". Burkhalter ha ricordato che non c'è molto tempo per presentare un progetto di legge (entro fine anno, n.d.r) per l'applicazione dell'iniziativa democentrista che vuole reintrodurre contingenti per gli stranieri (frontalieri e asilanti compresi) entro 3 anni dal sì popolare. Per questo invita il Consiglio federale a rinegoziare l'accordo sulla libera circolazione con Bruxelles.
Dal canto suo, il presidente del PS Christian Levrat (FR) - espressosi a nome di tutti i partiti governativi - ha dichiarato che l'incontro è servito per una panoramica sulla politica interna ed estera del dopo voto, ma che è troppo presto per parlare di soluzioni concrete in merito all'applicazione dei contingenti.
"Tour de force" diplomatico
Per Burkhalter non sarà un compito facile rivedere l'accordo sulla libera circolazione, dal momento che anche dall'altra parte ci vuole un partner pronto ad ascoltare. "Ora si tratta di fare opera di convincimento con tutti i partner dell'Unione", ha spiegato. Per questo sono state attivate le ambasciate per i primi contatti. Oltre alla visita del segretario di stato agli affari esteri Yves Rossier a Bruxelles prevista per la settimana prossima e annunciata mercoledì, lo stesso Burkhalter ha in agenda un viaggio a Berlino.
Prima di passare dalla capitale tedesca, il presidente della Confederazione avrebbe voluto fare tappa in Italia lunedì sera, ma l'apertura della crisi di governo a Roma ha scompaginato l'agenda. "Il Governo in carica in Italia può occuparsi solo degli affari correnti", ha sottolineato Burkhalter per spiegare il mancato scalo.
La consigliera federale Simonetta Sommaruga, responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia, sarà invece lunedì a Vienna per una riunione dell'OSCE - Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa - in cui si parlerà di immigrazione e della situazione nel Mediterraneo.
Qui potrà annodare i primi contatti, "specie col suo omologo austriaco", ha detto Burkhalter, aggiungendo che, dopo Berlino, vorrebbe prossimamente anche potersi recare in Francia.
Giocare bene i propri "atout" senza minacciare boicottaggi
In merito alla posizione negoziale della Confederazione, Burkhalter ha sottolineato che la Svizzera ha qualche asso nella manica - "da giocare bene"- ma che non è il caso di di minacciare boicottaggi di sorta, come un eventuale congelamento delle trattative sulle questioni fiscali.
Burkhalter ha rammentato, tra gli atout, la forza economica del Paese e l'importanza che quest'ultima riveste per l'Ue e i Paesi vicini, nonché le infrastrutture che la Confederazione offre ai propri partner europei.
Ad ogni modo, anche se ci dovesse essere disponibilità della controparte ad avviare negoziati sulla libera circolazione, non sarà facile ottenere l'avallo di tutti gli Stati membri per un mandato, ha ammonito il capo del Dipartimento federale degli affari esteri. Insomma, la strada da percorrere è lunga e tortuosa.
 
Rammarico ONU per la Svizzera

"Diverse persone subiranno le conseguenze nefaste dell'iniziativa UDC"
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GINEVRA - Esperti dell'Onu hanno espresso oggi a Ginevra rammarico per il risultato della votazione di domenica sull'immigrazione di massa e per le sue "conseguenze nefaste". Allo stesso tempo però, hanno sottolineato le lezioni che si potrebbero trarre dalla decisione dei cittadini elvetici.
Gli esperti hanno affrontato il tema durante la presentazione, da parte della Svizzera, di un rapporto sull'eliminazione della discriminazione razziale. "Un atteggiamento moralista sarebbe fuori luogo, ma dobbiamo esprimere il nostro rammarico", ha affermato il belga Marc Bossuyt, uno dei 18 esperti presenti. "Nei prossimi anni, diverse persone subiranno le conseguenze nefaste del voto", ha detto.
Allo stesso tempo però, l'Unione europea (Ue) potrebbe trarre una lezione dal voto elvetico e "riflettere sulla maniera in cui la politica di libera circolazione è applicata". Infatti, "una liberalizzazione eccessiva dell'immigrazione è pericolosa: servono regole e misure d'accompagnamento". Inoltre, "se l'Ue vuole evitare che cresca la distanza fra cittadini e autorità, dovrà migliorare alcuni aspetti della politica migratoria".
Esprimendo la propria "simpatia per il popolo svizzero" un altro esperto, il pakistano Anwar Kemal, ha invitato le autorità elvetiche a fare maggiori sforzi affinché "gli stranieri non si sentano meno sicuri" nella Confederazione
 
31 gen 2014 05:28 "Quegli ignoranti di Front-Italos"

Razzismo pesante nei messaggi di alcuni ticinesi sui social network
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Il razzismo in Ticino? Non bisogna andare tanto lontani per trovarlo. Basta navigare di tanto in tanto su Facebook dove puoi trovare "perle" come queste: «Non ci resta che l’emigrazione oltre Gottarto (sic). Almeno qui di Front-Italos non ce ne sono! Quelli dalla Germania o Francia sono controllati costantemente, e poi stanno ‘skiscio’ .. volano basso schivando i sassi! I Front-Italos sono così arroganti e arraffoni che fanno venir da vomitare».
«Mi spiace ma sei purtroppo davvero la rappresentazione perfetta del tuo BEL paese... un perfetto IGNORANTE!!!"
"Hanno il cervello a senso unico e un mulo ragiona meglio di loro !!!!!!!!!!!!!!».
«Mi fa ridere, ma anche rabbia, sentire dire che la forza di lavoro estera aumenta la competizione e le competenze degli svizzeri. Ma daaaaai?! Lo svizzero ha il lavoro e la perfezione nel suo DNA e non gli serve la competizione di un rumeno, bulgaro, italiano, tedesco ecc per farlo lavorare bene. Lo svizzero pensa così: ‘prima il lavoro, poi il divertimento’»
Girando per il web siamo incappati anche nel canale Youtube della band luganese «The bombers», che presenta un brano intitolato «morte» nel quale c'è un incitamento a ribellarsi contro un nemico proteiforme, costituito da ebrei, gay, comunisti, liberali e massoni.
 

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