dalla suizzera

Parla Blocher: basta diktat dall'UE

Esclusiva del Corriere del Ticino: intervista al padre dell'iniziativa UDC
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BERNA - Dopo l'onda d'urto del voto del 9 febbraio in Svizzera, ora parla Christoph Blocher, padre dell'iniziativa UDC "Contro l'immigrazione di massa", e lo fa attraverso le colonne del Corriere del Ticino. Ecco ampi stralci dell'intervista esclusiva all'ex consigliere federale democentrista, che troverete nella sua versione integrale sull'edizione cartacea di oggi, giovedì.
Signor Blocher, a chi non la voleva in Governo lei disse "Ci rivedremo a Filippi". Oggi è a Filippi e ha vinto. Soddisfatto?
"Certamente (ride…), ma solo in parte. Il voto di domenica 9 febbraio è solo l’inizio di un cammino che deve concretizzare ciò che il popolo svizzero ha deciso mantenendo buone relazioni con i Paesi europei ma uscendo finalmente da un rapporto di tipo coloniale con l’UE".
Lei è soddisfatto, ma è sicuro che anche la Svizzera abbia motivo di rallegrarsi di questo voto?
"Sono sicuro. Per troppo tempo sia l’UE che la maggioranza della classe politica svizzera hanno creduto che in un modo o nell’altro noi fossimo membri dell’Unione europea e dovessimo quindi subirne i diktat. Adesso è chiaro che siamo uno Stato sovrano e che non intendiamo subire regole che creano un sacco di problemi: esse valgono per chi ne fa parte ma non per noi. Per come si è andata sviluppando, l’UE che esiste oggi è una costruzione intellettuale e calata dall’alto, incompatibile con la natura stessa della democrazia elvetica. Una costruzione costruita a tavolino che non tiene conto della realtà: delle differenze di cultura politica, di modi di pensare e di evoluzione storica dei Paesi che la compongono. L’UE paga due errori. Anzitutto l’Euro, un’operazione politica e non economica creata in modo velleitario nell’illusione che avrebbe risolto i problemi, mentre invece ne ha creati. La realtà è che per i greci e gli italiani l’Euro è troppo caro mentre per i tedeschi è troppo scadente. La moneta non riesce più ad adattarsi all’economia e il debito esplode, costringendo tutti a una tremenda operazione salvataggio nella speranza di evitare la bancarotta. Il secondo problema è la libera circolazione delle persone. Un principio che è valido solo per uno Stato ma è inapplicabile fra Stati. L’UE vuole essere sempre di più uno Stato. Ma noi vogliamo rimanere indipendenti. Le conseguenze negative della libera circolazione delle persone sarebbero state sempre più intollerabili per il nostro Paese".
Ma non può negare i benefici economici dei Bilaterali, Signor Blocher.
"È la libera circolazione che abbiamo disdetto, non il resto".
L’Unione europea dice che se si tocca alla libera circolazione, cade tutto.
"Se Bruxelles vuole disdire tutti gli accordi bilaterali con la Svizzera, è libera di farlo. Il nostro Paese non crollerà per questo".
Ma non avremo più il libero accesso al mercato europeo.
"Gli ostacoli al mercato che più contano - dico al mercato e non al mercato unico europeo, di cui non siamo membri e al quale neppure vogliamo aderire – non sono stati superati dagli accordi bilaterali con l’UE ma dall’accordo di libero scambio concluso a livello mondiale in seno all’OMC. E gli ostacoli tecnici al commercio le aziende li hanno regolati prima dell’accordo con Bruxelles. Intendiamoci, io non sono contrario ad accordi europei che portano beneficio reciproco. Lasciamoli pure. Ma non drammatizziamo la situazione, per favore".
Adesso occorre rinegoziare – e sarà molto dura – con l’Unione europea. Immaginiamo che lei riceva i pieni poteri dal Consiglio federale per trattare con Bruxelles. Quali le sue priorità?
"Per me è chiaro ciò che deve succedere a Bruxelles. Il Consiglio federale e i suoi diplomatici devono cominciare col dire che la Svizzera non è membro dell’Unione europea e neppure intende diventarlo. Che la domanda di adesione persa in qualche cassetto va dichiarata decaduta. Bisogna anzi precisare bene che non siamo membri neppure del mercato unico europeo".
Spieghi cosa significa…
"Un mercato unico implica una costruzione conchiusa in cui ogni membro è tenuto ad applicare sistematicamente tutte le norme giuridiche in tutti i settori, compreso quello fiscale e monetario e di politica estera. A Bruxelles credono – così si deduce dalle loro recenti dichiarazioni – che noi siamo parte del mercato unico e probabilmente qualcuno a Berna gliel’ha lasciato credere. Qui sta l’equivoco che occorre chiarire. La Commissione europea ha dichiarato anzitutto che la Svizzera deve mantenere i propri impegni e noi lo faremo, anche per quanto concerne la libera circolazione delle persone. L’accordo contiene clausole che permettono una revisione in caso di difficoltà gravi e noi le invocheremo. Se non troviamo un’intesa, denunceremo l’accordo in modo conforme al diritto. Ma noi non siamo membri del mercato unico e non siamo quindi tenuti ad applicare le quattro libertà. L’altra cosa che occorre precisare bene a Bruxelles è che il popolo svizzero è l’autorità suprema, che si colloca sopra il Governo e il Parlamento. Nelle dichiarazioni degli ultimi giorni Bruxelles ci ha detto che rispetta la decisione del popolo svizzero, ma la verità è che non la capiscono. Come mi aveva detto a suo tempo Jacques Delors dopo un paio d’ore di dialogo: se dovessimo applicare la democrazia diretta nell’UE non potremmo mai portare a compimento il nostro modello. Ma quel modello in Svizzera non è applicabile".
Ipotizziamo che dobbiamo denunciare la libera circolazione e che l’UE applichi la clausola ghigliottina che fa decadere tutti gli altri accordi. Che facciamo?
"L’Ue è libera. Se intende farlo, dobbiamo valutare settore dopo settore dove vale la pena di battersi. Per quanto riguarda il traffico di transito bisognerà mandare a dire a Bruxelles che il prezzo di 300 franchi a camion che applichiamo oggi ai transiti non potrà più essere mantenuto: bisognerà che paghino il costo reale di 1200 franchi. Poi abbiamo un’iniziativa sulle Alpi che fissa un massimo di transiti a 300.000. Se non abbiamo più l’accordo sul transito, lo applicheremo alla lettera. Crede davvero che l’Olanda, la Germania, l’Italia affonderanno l’accordo sul traffico? I paesi dell’UE oggi fanno la voce grossa, ma alla fin fine hanno interessi da difendere…".








ma il Brennero è chiuso ?? :mumble::mumble::mumble:
 
Volontà popolare nella Costituzione

L'UDC Ticino mette nero su bianco il risultato del voto del 9 febbraio
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BELLINZONA "All'indomani del chiaro sì dei ticinesi all'iniziativa popolare dell'UDC contro l'immigrazione di massa abbiamo voluto lanciare un segnale". Così si è espresso oggi a Bellinzona il capogruppo dell'UDC in Gran Consiglio Marco Chiesa lanciando una nuova iniziativa popolare costituzionale intitolata "Per salvare il Ticino". "I rappresentanti dei partiti che non hanno digerito la sconfitta credo che non l'abbiano neppure capita. Chi dice di rivotare non dimostra nessuna dignità" gli ha fatti eco il presidente dei democentristi Gabriele Pinoja. Con questa iniziativa l'UDC non propone soluzioni per il dopo 9 febbraio, ma dice chiaro e tondo: "In Svizzera comandano gli svizzeri". Uno slogan che riprende il noto slogan leghista "Padroni in casa nostra". L'UDC ha paura, "non ci fidiamo, non abbiamo i politici giusti a Berna, vediamo solo politici nel marasma della sconfitta". La raccolta delle firme, pensata da Chiesa, Pierre Rusconi, con la consulenza dell'avvocato Tuto Rossi, prenderà il via entro la fine di marzo.
 
Svizzera: nuovo aumento di stranieri

A fine dicembre 1.886.630 persone con passaporto estero risiedevono nel Paese
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BERNA - Gli stranieri continuano ad aumentare in Svizzera: a fine dicembre 1.886.630 persone con passaporto estero risiedevano in modo permanente nel paese. Rispetto al 2012 il loro numero è aumentato di 61.570 unità, ciò che corrisponde a un incremento del 3,4%. Ancora più sensibile è la progressione del bilancio migratorio, pari a +81.087 persone (+11%): ai 155'401 arrivi hanno infatti fatto da contraltare solo 70.023 partenze.

La maggior parte della popolazione straniera (1.248.726, 66%) è costituita da persone provenienti da stati dell'UE-27/AELS, che segnano un balzo del 4,5%. Il gruppo di immigrati più cospicuo è costituito dagli italiani (301 254), seguiti dai tedeschi (293 156), dai portoghesi (253 769), dai francesi (110 190) e dai kosovari (95 140).
 
Trattative elettriche ancora ferme

Leuthard a Berlino ottiene però "benevolenza" dalla Germania
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BERLINO/BERNA - Ferrovie, energia e inquinamento acustico del traffico aereo sono stati al centro dei colloqui di lavoro avuti oggi a Berlino dalla consigliera federale Doris Leuthard, che ha incontrato il vicecancelliere tedesco Sigmar Gabriel e il ministro dei trasporti Alexander Dobrindt. Alla stampa ha detto di aver trovato benevolenza fra i suoi interlocutori: Gabriel le ha assicurato che si impegnerà presso l'UE affinché i negoziati per un accordo sull'elettricità, congelati da Bruxelles dopo il voto svizzero sull'"immigrazione di massa", possano riprendere. Quella tedesca è "una voce potente" a nostro favore, ha dichiarato Doris Leuthard alla stampa, riunita all'ambasciata svizzera di Berlino. La consigliera federale ha però aggiunto di non poter ancor dire se e quando le trattative potranno riprendere.
 
Evasori USA, il 40% era in Svizzera

È la cifra per il 2009 pubblicata da uno studio della Corte dei Conti americana
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BERNA - Secondo dati analizzati dalla Corte dei conti degli Stati Uniti e riferiti ad un'amnistia fiscale, nel 2009 oltre il 40% dei cittadini americani che avevano nascosto denaro all'estero lo avevano portato in Svizzera. L'indagine è stata condotta su richiesta di una commissione ad hoc del Senato Usa. Le cifre sono state divulgate oggi sul sito del Tagesanzeiger.ch e lasciano poco spazio all'interpretazione. 5427 dei 12'900 conti analizzati si trovavano in istituti bancari elvetici. L'8% risultava in Gran Bretagna, mentre in Canada, Francia, Israele e Germania c'era il 4% dei conti (in ognuno di questi paesi).
L'amnistia fiscale americana del 2009, la prima del genere e di portata parziale, prometteva agli evasori multe contenute e l'esenzione dalla pena carceraria in cambio di una regolarizzazione. Si annunciarono oltre 40 mila cittadini, ciò che permise al fisco americano di recuperare 5,5 miliardi di dollari (4,9 miliardi di franchi). Lo studio rivela inoltre che gran parte degli evasori Usa proveniva dalla California (24%), seguita da New York (18%) e Florida (10%).
Anche i francesi
Stando a quanto reso noto mercoledì scorso dal ministro del bilancio francese Bernard Cazeneuve, a fine giugno 2013 l'80% dei 15'813 evasori francesi che avevano fatto richiesta di regolarizzazione aveva conti in Svizzera. L'amministrazione fiscale di Parigi ha già recuperato 230 milioni di euro trattando i primi 21 casi. Il ministro francese aveva annunciato il rafforzamento della lotta anti evasione a seguito dello scandalo suscitato dalla scoperta dei conti in Svizzera del suo predecessore, Jérôme Cahuzac. Aveva promesso pene leggere per chi si fosse denunciato spontaneamente.
 
Letta-Renzi, passaggio "glaciale"

Il tradizionale trasferimento della campanella dura 10 secondi - GUARDA IL VIDEO
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ROMA – Verrà ricordato come il passaggio di consegne più veloce e più glaciale della storia di Palazzo Chigi, quello avvenuto tra il presidente del Consiglio uscente Enrico Letta e il nuovo premier Matteo Renzi. Il tradizionale trasferimento della campanella, utilizzata dal capo del governo nelle riunioni del Consiglio dei ministri, è durato appena dieci secondi. Durante la cerimonia – guarda il video – Letta non ha praticamente mai guardato negli occhi il suo successore, mostrandosi parecchio infastidito per l’obbligo istituzionale conclusosi, come prassi vuole, con una stretta di mano.
 
"Impensabile disdire i bilaterali"

Maurer: "Le elezioni europee di questa primavera avranno un ruolo importante"
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BERNA - Né la Svizzera, né l'Unione europea hanno interesse a denunciare gli accordi bilaterali, secondo il consigliere federale Ueli Maurer. In un'intervista alla "Schweiz am Sonntag", il ministro UDC ritiene che le minacce dell'Ue, che rischiano di bloccare le trattative per la partecipazione elvetica ai programmi quadro per la ricerca e lo scambio di studenti, sono sopravvalutate perché all'interno dell'Unione le reazioni non sono omogenee.
Le elezioni europee di questa primavera svolgono un ruolo importante. "Fino a maggio non succederà niente. Le discussioni costruttive potranno cominciare solo dopo". Anche se l'Ue ha affermato che l'accordo sulla libera circolazione non è negoziabile, "noi ci proviamo lo stesso", ha aggiunto. Gli Svizzeri devono difendere le loro posizioni.
Maurer non ha avanzato proposte concrete. Le discussioni fra parlamentari e i vari gruppi d'interesse sono ancora in corso, ha spiegato alla "SonntagsZeitung".
Gli ambienti economici intanto puntano ad ottenere contingenti flessibili. "Si potrebbero utilizzare i contingenti solo quando l'immigrazione ha raggiunto una determinata soglia", ha proposto Hans Hess, presidente di Swissmem, in un'intervista alla "SonntagsBlick". "Sarebbe come una clausola di salvaguardia versione 2.0".
Il presidente del PLR Philipp Müller chiede regole differenziate secondo i settori economici. Se un ramo ha bisogno di personale, la Confederazione dovrebbe togliere il limite, ha detto alla "NZZ am Sonntag". Nel settore alberghiero e della ristorazione invece i datori di lavoro dovrebbero provare che non hanno trovato lavoratori indigeni. Il tasso di disoccupazione infatti in questo ambito è molto elevato.
Müller ribadisce che l'immigrazione deve essere ridotta limitando il ricongiungimento famigliare, accelerando le procedura di asilo e rimpatriando le persone ammesse provvisoriamente. Un'altra possibilità sarebbe di limitare il contingentamento proponendo un contro-progetto all'iniziativa Ecopop.
 
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Bloccati dai finanzieri con i lingotti

Coppia di italiani denunciata per contrabbando al valico di Ronago
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RONAGO - Una coppia di italiani, nei giorni scorsi, al valico comasco di Ronago è stata pizzicata dalla Guardia di finanza mentre trasportava quasi mezzo chilo di oro puro acquistato in Ticino, presso la Argour-Heraeus di Mendrisio, nota azienda specializzata nella raffinazione del metallo giallo.
"Dal controllo - si legge in una nota della GdF - è emerso che, custoditi sulla persona, i due detenevano quattro lingotti marchiati" per il quantitativo indicato. L'oro è stato sequestrato e reso disponibile all’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Como.
 

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