dalla suizzera

Libera circolazione: no alla Croazia

Simonetta Sommaruga ha annunciato che la Svizzera non firmerà l'accordo
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BERNA - La Svizzera non firmerà l'accordo - nella sua forma attuale - per l'estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia. La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha informato oggi la ministra croata degli affari esteri Vesna Pusic, ha indicato all'ats il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).
La Sommaruga ha informato la Pusic, nel corso di una telefonata, delle conseguenze dell'approvazione dell'iniziativa UDC sull'immigrazione di massa, così come dei prossimi passi concreti previsti, ha dichiarato il portavoce del DFGP, Philipp Schwander.
Fra le altre cose, la consigliera federale ha spiegato che la modifica costituzionale è direttamente applicabile, e che per tale ragione non è più possibile concludere accordi che vadano contro il nuovo articolo.
Il protocollo per l'estensione della libera circolazione alla Croazia non è quindi applicabile nella sua forma attuale. Il Consiglio federale è ora all'opera per evitare di discriminare i cittadini croati.
La Pusic ha presto nota delle informazioni, ha detto Schwander. Simonetta Sommaruga si è accordata con lei per ulteriori contatti diretti.
 
"Si crei una commissione speciale"

Proposta di Lega, Verdi e UDC per vegliare sulla libera circolazione in Ticino
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BELLINZONA - Una commissione speciale denominata "libera circolazione" che miri a esaminare il più celermente e il più efficacemente possibile tutti gli atti parlamentari connessi con la libera circolazione e le sue conseguenze per il mercato del lavoro ticinese. È quanto propongono Lega, Verdi e UDC, in seguito alla riunione organizzata venerdì a Palazzo delle Orsoline per fare il punto della situazione dopo la votazione del 9 febbraio. Per recepire e applicare la schiacciante volontà ticinese emersa dalle urne, sono dunque scaturite una serie di proposte fra le quali appunto quella di creare un gruppo di lavoro specializzato. Una richiesta in merito è stata avanzata all'ufficio presidenziale del Gran Consiglio.
Inoltre, i rappresentanti dei tre partiti vincitori di domenica scorsa, hanno deciso di scrivere una lettera indirizzata al Consiglio Federale ricordando i motivi di insoddisfazione del canton Ticino, anch'essi alla base di un voto che ha determinato il risultato anche a livello nazionale. La lettera sarà sottoposta anche agli altri partiti, perché vi sia la massima adesione possibile.
Infine, è stata stilata una lista di atti parlamentari e legislativi considerati prioritari, per l'adozione dei quali i rappresentanti dei tre partiti hanno intenzione di coordinarsi strettamente da subito e nei prossimi mesi. Essi sono, tra gli altri:
- il blocco dei ristorni dei frontalieri;
- la revisione delle aliquote delle imposte alla fonte sui frontalieri;
- abolizione delle notifiche online;
- contingentamento delle notifiche su base mensile;
- approvazione dell'iniziativa "Ticino a statuto speciale"
Lega dei Ticinesi, UdC e Verdi invitano i partiti del parlamento ticinese a recepire in maniera completa e trasparente il messaggio inviato dal popolo ticinese alla politica cantonale e federale e ad adoperarsi perché vi sia un vero cambiamento di politica, nel senso auspicato dalla massiccia maggioranza dell'elettorato.
 
16 febbraio, 13:27 Blocher, "niente fretta e compromessi"


L’ex consigliere federale UDC plaude al lavoro svolto dal Consiglio federale fino ad ora con l'UE

Il consigliere nazionale zurighese UDC Christoph Blocher (keystone)

Christoph Blocher mette in guardia il Consiglio federale contro qualsiasi compromesso affrettato nei negoziati con l'Unione europea per l'applicazione dell'iniziativa dell'UDC “Contro l'immigrazione di massa”. Ritiene comunque che il Governo stia agendo bene finora.
In un'intervista pubblicata dal domenicale “SonntagsZeitung”, il consigliere nazionale zurighese dell’UDC ha spiegato che “se si comincia a parlare di compromesso prima di aver iniziato a negoziare con l'UE, allora siamo perduti".
Christoph Blocher ha giudicato positivamente la decisione dell’Esecutivo di voler prima elaborare una legge e poi cominciare a negoziare con Bruxelles. E per l'ex consigliere federale le vie praticabili sono due e cioè una libera circolazione delle persone limitata come era il caso tra il 2002 e il 2007, oppure regole ben definite come quelle tra il '70 e il 2000.
 
Domenica 16 febbraio, 12:20
Gli svizzeri vogliono i bilaterali con l'UE

E’ quanto risulta da un sondaggio pubblicato domenica dal “Sonntagsblick”. E il 54% degli intervistati non vuole che sia Blocher a discutere con Bruxelles

Il 74% dei cittadini intervistati è contrario a una disdetta dei bilaterali con l'lUE (Tipress)

Il popolo svizzero ci tiene agli accordi bilaterali con l'Unione europea (UE) malgrado il “sì” di domenica scorsa all'iniziativa contro l'immigrazione di massa. E' quanto risulta nel sondaggio pubblicato dal domenicale “SonntagsBlick”.
In particolare, tra gli interpellati il 74% si è detto contrario a una disdetta dei bilaterali da parte della Svizzera. Il 19% è favorevole e il 7% non si è espresso. Alla domanda se Christoph Blocher debba andare a negoziare a Bruxelles, il 41% è favorevole o piuttosto favorevole e il 54% è contrario o piuttosto contrario. Quanto a concedere un secondo seggio in Consiglio federale all'UDC, il 46% delle persone contattate dice sì, il 44% è contrario e il 10% non si è pronunciato.
Infine, nell'ipotesi di un secondo seggio in governo all'UDC, il 37,5% ritiene che a cederlo dovrebbe essere Johann Schneider-Ammann (PLR), il 19% Eveline Widmer-Schlumpf (PBD) e il 12% la consigliera federale socialista Simonetta Sommaruga.
Il sondaggio realizzato dall'Istituto Isopublic, si è svolto tra il 12 e il 14 febbraio e ha coinvolto 1'002 persone, esclusivamente nella Svizzera tedesca e in Romandia.
 
13 feb 2014 13:39 "Non negozieremo con la Svizzera"

Barroso: "I patti vanno rispettati. Spetta a voi la soluzione, senza bricolage"
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BRUXELLES - "Pacta sunt servanda. I patti vanno rispettati, non negozieremo con la Svizzera sulla libera circolazione delle persone" che è una parte "essenziale" del nostro accordo: così il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso.
"Ho preso nota dell'annuncio fatto dal Consiglio federale ieri, che ha elaborato un piano di messa in opera da qui alla fine di giugno, e di presentare un progetto di legge da qui alla fine dell'anno, attendiamo la decisione", ha spiegato Barroso.
"Ci sono già dei contatti tra il Servizio di azione esterna e la Svizzera, ma allo stesso tempo non bisogna farsi illusioni: noi non negozieremo il principio di libertà di circolazione delle persone - ha aggiunto -. Non siamo pronti a fare rapidi bricolage. Il Consiglio federale ora deve prendere una decisione e poi ne potremo discutere, ma nel rispetto dei principi essenziali".
Il presidente della Commissione ha ricordato l'importanza che l'Ue ricopre per la Svizzera come partner e viceversa, e per questo è nell'interesse di entrambe "lavorare" e avere "un rapporto costruttivo". Ma "non si può nascondere - ha concluso - che questa decisione che noi rispettiamo, pone dei problemi seri".
 
"Berna ora ci deve ascoltare"

La lettera inviata a Berna da Lega-Verdi-Udc per ribadire i problemi del Ticino
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BELLINZONA - Creare una commissione speciale per esaminare al più presto tutti gli atti parlamentari connessi alla libera circolazione delle persone, bloccare i ristorni dei frontalieri, alzare le imposte dei frontalieri, contingentare il numero mensile delle notifiche dei padroncini e scrivere una lettera al Consiglio federale: sono i principali punti del disegno che Lega, Verdi e UDC vogliono portare avanti per rendere concreti gli effetti del risultato del voto del 9 febbraio contro l’immigrazione di massa. La strategia è stata elaborata durante l’incontro di venerdì (vedi CdT di sabato) fra Attilio Bignasca (Lega), Sergio Savoia (Verdi) e Gabriele Pinoja (UDC). Intanto una bozza delle lettera aperta a Berna, che negli intendimenti dei promotori sarà sottoposta anche agli altri partiti per avere maggiore forza, è apparsa ieri sul «Mattino». Se ne discuterà certamente oggi nei corridoi di Palazzo delle orsoline in occasione della seduta del Gran Consiglio.
La missiva contiene una lista di motivi di insoddisfazioni del canton Ticino verso l’atteggiamento delle autorità centrali, «un’attenzione quanto meno insufficiente» nei confronti dei nostri problemi. «Senza ricevere soddisfazione» ci è rivolti a Berna per essere ascoltati su dumping salariale, frontalieri al posto di lavoratori indigeni, arrivo massiccio di padroncini, traffico e accordo sull’imposizione die frontalieri ormai obsoleto.
Altri temi frustranti sono quelli riguardanti le riserve dell’assicurazione malattia rimborsate ai ticinesi in modo «del tutto insufficiente», i rapporti con «un partner italiano e lombardo inaffidabile» sui trasporti ferroviari (AlpTransit e Mendrisio-Varese), il collegamento viario A2-A13 e la perequazione intercantonale che «sfavorisce il Ticino». I firmatari della lettera chiedono quindi maggiore considerazione, perché fra i ticinesi è diffusa la sensazione di essere «una periferia dimenticata». La lettera si conclude affermando che «il canton Ticino è un fedele membro della Confederazione e i ticinesi non chiedono di meglio che sentirsi parte della famiglia svizzera».
 
Barroso ribadisce: "Non si negozia"

"Inutile concludere nuovi accordi quando non è chiaro l'esito di quelli attuali"
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BERNA/BRUXELLES - Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha ripetuto davanti ai giornalisti svizzeri ciò che lui stesso e la Commissione avevano dichiarato dopo il "sì" all'iniziativa dell'UDC contro l'immigrazione di massa: "La libera circolazione delle persone non è negoziabile".
"Immaginate una banca svizzera che si stabilisce a Bruxelles e non può portare con sé i suoi impiegati dalla Svizzera", ha rilevato Barroso, tentando di spiegare perché per l'UE le quattro libertà - persone, servizi, merci e capitali - siano legate indissolubilmente. La Svizzera senza la libera circolazione delle persone non può neanche prendere parte al mercato nazionale.
Oltre a ciò, durante il fine settimana è stato reso noto che la Confederazione non firmerà l'accordo per l'estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia.
L'UE non può accettare che uno dei suoi membri venga trattato in modo diverso, ha sottolineato Barroso, il quale ha aggiunto: "Che cosa direbbe la Svizzera se l'UE accettasse la libera circolazione delle persone solo con singoli Cantoni?"
Dopo il sì all'iniziativa, l'UE ha sospeso diversi accordi con la Svizzera. Barroso ha negato che si tratti di un'azione punitiva nei confronti della Confederazione. Ma ha messo in evidenza che non ha alcun senso concludere nuovi accordi quando non è chiaro come proseguiranno quelli attuali.

17.02.2014 - 14:40
 
"Rispetteremo la scelta popolare"

Simonetta Sommaruga: "Ma per farlo agiremo in stretta collaborazione con l'UE"
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BERNA/VIENNA - La Svizzera è interessata a mantenere buone relazioni con l'UE: lo ha detto la consigliera federale Simonetta Sommaruga a margine di una conferenza dell'OSCE e del Consiglio d'Europa, in corso a Vienna. "Lavoreremo in questa direzione, ma la popolazione ha preso una decisione, che rispettiamo e applichiamo", ha aggiunto la ministra elvetica.
"Abbiamo calcolato che ci sarebbero state reazioni dure da parte dei paesi membri dell'UE, tuttavia la cosa più importante è che tra di noi ci siano buoni rapporti", ha detto ancora Sommaruga che partecipa a una conferenza sulla tratta degli esseri umani.
"Abbiamo tre anni di tempo" per la legge d'applicazione all'iniziativa UDC e nel frattempo l'accordo sulla libera circolazione rimane valido. "I prossimi passi li faremo in stretta collaborazione con l'UE e gli Stati membri", ha affermato la ministra.
 
Economiesuisse bacchetta l'UE

"Reazioni affrettate" - La Federazione si rammarica per Erasmus+ e Horizon 2020
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BERNA - Economiesuisse deplora le "reazioni affrettate" dell'UE dopo l'accettazione da parte del popolo svizzero dell'iniziativa contro l'immigrazione di massa. La Federazione delle imprese svizzere, in un comunicato odierno, si rammarica in particolare della decisione dell'UE di non prolungare l'accordo relativo al programma di studi Erasmus+ e al progetto di ricerca Horizon 2020.
L'esclusione della Svizzera dal più importante programma di ricerca a livello mondiale, Horizon 2020, avrà un grande impatto, secondo economiesuisse. L'accesso ai progetti di ricerca sarà ora più difficile. Per quanto riguarda gli studenti svizzeri, essi non potranno più effettuare un semestre di studi in un paese dell'UE senza incontrare difficoltà burocratiche.
Economiesuisse deplora anche la sospensione dell'accordo sull'elettricità, che doveva permettere alle aziende elettriche svizzere di accedere al mercato europeo. Senza di esso bisognerà attendersi ulteriori aumenti di prezzo.
Economiesuisse ricorda che l'UE è per la Svizzera il principale partner commerciale mentre la Svizzera è il quarto partner commerciale per l'UE. È quindi nell'interesse di entrambe le parti "risolvere i problemi ".
L'Ue aveva annunciato l'adozione di misure domenica, come reazione alla decisione della Svizzera di sospendere l'accordo per l'estensione della libera circolazione delle persone alla Croazia. La sospensione di questo accordo è una conseguenza dell'approvazione dell'iniziativa sull'immigrazione di massa. Esso prevede infatti la libera circolazione assoluta dei croati in Svizzera entro 10 anni.
 
Berna teme il «blocco» dei prodotti finanziari


IL SEGRETARIO DI STATO De Watteville: «Dobbiamo trovare una soluzione che ci permetta di superare questo ostacolo: il sostegno di certi Paesi non è più scontato»
Il governo italiano potrebbe impedire alle banche svizzere di vendere prodotti finanziari ai cittadini italiani come reazione all’esito del referendum sull’immigrazione, che ha posto un tetto all’ingresso di lavoratori stranieri nella confederazione. Lo ha affermato in conferenza stampa Jacques de Watteville, segretario di Stato svizzero per le questioni finanziarie internazionali.
«Dobbiamo trovare una soluzione che consenta di superare questo ostacolo», ha dichiarato de Watteville. «Il sostegno che potevamo attenderci da certi paesi non è più scontato», ha aggiunto de Watteville a margine del rapporto 2014 sulle questioni finanziarie e fiscali internazionali, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa svizzera Ats.

«La settimana scorsa sono stato a Roma e mi è stato chiaramente detto che non può esservi accesso ai mercati finanziari europei senza la libertà della circolazione delle persone», ha dichiarato ancora all’Ats il funzionario del governo di Berna, secondo il quale Roma imporrà il blocco se non verrà assicurato ai lavoratori ita7I titoli strutturati sono titoli di debito costituiti da un’obbligazione e una o più componenti derivate, cioè contratti di acquisto o vendita di strumenti finanziari come indici, azioni e valute. liani il libero ingresso nel territorio elvetico.
La riforma sul mercato dei prodotti finanziari concordata dall’Unione Europea il mese scorso prevede infatti che ogni singolo stato regoli in autonomia l’accesso al mercato retail da parte dei Paesi non membri. I prodotti finanziari venduti dalle banche svizzere sul mercato europeo sono rivolti principalmente a una clientela facoltosa e consistono pertanto soprattutto in titoli strutturati e «mutual fund», piuttosto che in servizi rivolti a una platea più vasta come i mutui immobiliari.
 

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