Si è parlato di mercato drogato, si è parlato di assuefazione da liquidità, di dipendenza da Federal Reserve; si è parlato di dati stupefacenti, di rialzi stupefacenti, di riprese stupefacenti, mentre gli ‘stupefacenti’ veri a propri correvano su una via secondaria alla conquista di Wall Street.
Se le allusioni verso una piazza americana adrenalinica e in overdose si sono fatte largo tra la stampa quotidiana, soprattutto dopo l’arrivo dell’ultimo QE, a Wall Street, la droga, quella vera, ha progressivamente visto il suo boom: la Marijuana è tornata a far parlare di sé, facendosi largo nei portafogli (e nelle tasche) degli operatori, che nella ‘Marijuana Economy’ hanno visto un core business per gli anni a venire; una tendenza così dilagante, quest’ultima, tale da far già parlare di se come la nuova bolla finanziaria del decennio in corso.
I titoli legati all’erba a sette punte, infatti, hanno assistito negli ultimi anni ad una rapida crescita, arrivando a toccare rialzi percentuali fino a quattro cifre. Quattro cifre, per la precisione pari al 1300%, come avvenuto nel caso della 'oppiacea' Fusion Pham, seguita dal 500% di Hpc Pos e dall’aumento del 256% sul Cannabis Index, l’indice sull’erba ‘magica’(sì, esiste anche un indice ad hoc).