e se fosse
questo il destino della nostra epoca ?
e se fosse
che la cittadinanza si debba esprimere tramite le imprese piutosto che negli stati ?
e se fosse
che la mia anima possa trovare nell'utilità marginale il grimaldello della sua emancipazione ?
e se fosse
che le banche e il loro destino sia il nostro destino ?
e se fosse
che il mercato con il suo mantra quotidiano sia la nuova religione che possa plasmare le nuove anime nel bene e nel male ?
e se fosse
questo il nuovo mondo ?
e se fosse
il mercato la nuova religione ? ovvero un linguaggio comune e condiviso che sappia fare suo malgrado quello che non sono riuscite a fare le guerre, gli stati e le ideologie, una sorta di mantra capace di elevare l'umanità verso un emancipazione spirituale, attraverso quello che oggi appare un futuro crash e che domani possa apparire una passata redenzione.
Non fosse e non è.
Poichè tutto quello che hai ipotizzato è vano, vano nel senso di vuoto, la supposta nuova religione è un nulla decantato da vanesi che a loro volta non hanno che nulla, sostenuti da vanitose teorie che invano cercano di elevare a dogma, aggrappandosi all'ineluttabilità finanziaria.
Un postulutato basato sul valore relativo, una congiura di re nudi che cercano di orbare i sudditti con delle chiacchere vuote, per nascondere le loro vergogne. Ma in fondo non hanno nulla da nascondere, perchè più che averle piccole ne sono del tutto privi.
Vanesi sarcedoti eunuchi di un credo inesistente, la loro sostanza è aria fritta, il loro verbo affabulatorio è silenzio per chi ha orecchie libere di sentire, i loro fasti sono buio vuoto per chi ha occhi per vedere. Il loro potere orrifico, sempre più evocatore di catastrofi, è meno del capanello di Pavlov suonato per cani sazi.