Consideriamo che:
1) Le economie occidentali sono in deleveraging, ossia stanno tentando di ridurre il debito.
2) La riduzione del debito, che prevede scelte di politica economica di contrazione o recessiva, in questo momento non è accompagnata da una politica economica espansiva, ossia dall'incremento della massa monetaria, nè in Usa nè in Europa a esclusione della Gran Bretagna che ha avviato un QE da 230 mld di pounds (anche il Giappone stà facendo una scelta del genere).
3) Buona parte del denaro immesso finora nel circuito finanziario è stato sterilizzato con la ricapitalizzazione degli istituti finanziari. In Europa l'Eba ha chiesto ulteriori rafforzamenti.
4) La liquidità presente nel circuito è praticamente ferma, non gira. L'apparato industriale e privato ha difficoltà ad accedere al credito e le aziende che grazie alle ristrutturazioni degli ultimi anni sono piene di cash lo tengono fermo o lo usano prevalentemente per operazioni di M&A o di buy back, ma non per espandere o rilanciare il business.
5) I motivi di cui sopra hanno provocato l'aumento dei prezzi dei metalli preziosi e un contestualmente abbassamento dei prezzi al consumo e del lavoro. L'inflazione è causata non solo dall'incremento della massa monetaria ma anche dalla velocità di circolazione della stessa, prevede un aumento corale dei prezzi e su certi valori è indicatore di crescita.
6) In un contesto di questo tipo l'anno prossimo e i due anni a seguire andranno in scadenza obbligazioni statali e corporate per un ammontare pari a quattro volte quello scaduto quest'anno. Se non si stampa moneta non si capisce come questi debiti potranno essere onorati/rinnovati.
7) Le economie emergenti sono in raffreddamento. Un incremento del pil inferiore al 7% annuo in Cina vedrebbe l'impossibilità di continuare a incrementare i posti di lavoro, anzi porterebbe parecchie aziende a chiudere e segnalerebbe probabili tensioni sociali interne al paese.
8) L'incremento della massa monetaria per sortire i suoi effetti ci impega un anno, anno e mezzo. Per cui, anche se il trend di "stampaggio" sembra timidamente invertito da un mese o due, ci vuole parecchio tempo perchè se ne vedano gli effetti.
Riguardo la Cina aggiungo che se non ricordo male una crescita del pil intorno al 4,5% dovrebbe garantire la creazione di nuovi posti di lavoro. Per la Cina il problema, almeno momentaneo, deriverebbe dalla velocità di espansione avuta finora che portata celermente sotto determinati valori segnallerebbe la diffciltà nello smaltire l'enorme offerta di manodopera, che oltre tutto stà creando un grosso problema: l'abbandono delle campagne. Questo fenomeno stà sensibilmente riducendo la produzione agricola e stà favorendo un processo di desertificazione.
Riguardo l'euro:
Non credo che l'euro deflagherà, anzi penso che sia prossimo a diventare una moneta molto, molto stabile e strutturata. I motivi principali che mi fanno pensare ciò sono:
1) la somma dei debiti pubblici europei è inferiore al debito pubblico americano.
2) La somma delle riserve auree europee è superiore del 20% e più delle riserve auree americane (+350 milioni di once contro 290 milioni di once).
3) L'apparato industriale europeo e il mercato del lavoro sono in fase avanzata di ristrutturazione.
Piuttosto mi chiedo che fine farà la sterlina.
La Gran Bretagna è priva di riserve auree e l'industria finanziaria su cui si basa, al contrario di quella di produzione di beni reali, trae vantaggio da una moneta forte invece che da una debole.
Bell'intervento, complimenti..... qualcuno che parla in tecnichese ci voleva...
Bè.... non sfugge a nessuno che la situazione sia diversa rispetto alle crisi passate.
Normalmente, come tu hai accennato al punto 2) uno stato potrebbe mettere in campo una combinazione di politiche fiscali e monetarie tali da stabilizzare il reddito e garantire così la continuità nei conti.
Purtroppo qui siamo di fronte ad una situazione peculiare:
1) L'azione di politica fiscale si sostanzia mediante l'aggiustamento della curva "IS" in modalità espansiva o restrittiva, aumentando o diminuendo cioè la spesa pubblica e le tasse (leve del moltiplicatore).
Però adesso (a livello europeo non solo Italiano) siamo in una fase in cui abbiamo contemporaneamente 3 elementi che non permettono politiche fiscali espansive: Recessione economica, Debito Pubblico elevato, Deficit Pubblico elevato.
Un mix che "obbliga" lo stato ad aggiustare "IS" al ribasso eliminando la spesa pubblica.
2) L'azione di politica monetaria invece si sostanzia negli aggiustamenti della curva "LM" (Liquidity Money), in modalità espansiva o restrittiva, aumentando o diminuendo cioè la massa monetaria con i relativi effetti sui rendimenti dei Bond e di riflesso sulla domanda di beni.
Dal lato Monetario, come già scritto nei post passati, siamo praticamente "castrati", poichè tale politica viene praticamente svolta dalla BCE e quindi non è più nelle nostre mani.
La tendenza invalsa fino ad oggi è stata quella filo-tedesca che richiedeva di non aumentare l'offerta di moneta per evitare effetti inflattivi.
Quindi, anche qui, la nostra brava curva "LM" si è spostata dal lato sbagliato cioè a sinitra sul lato restrittivo....
Quindi abbiamo oggi:
Politica Fiscale restrittiva
Politica Monetaria restrittiva
e Recessione economica
E' chiaro che un mix del genere stà facendo crollare il reddito....
Cosa si dovrebbe fare.....
Cosa si dovrebbe è abbastanza chiaro ai miei occhi....
a) Nell'ipotesi di continuazione dell'Unione Europea: l'unica mossa da fare è quella di diventare una vera federazione, con organi politici veri e quindi con una direzione politicamente determinata delle Politiche Monetarie (scusate le troppe ripetizioni), è evidente che, se buona parte delle politiche Fiscali potrebbe comunque essere decisa a livello locale dai singoli stati, il fatto invece di avere una moneta comune costringe di fatto ad avere una Politica Monetaria comune (cioè Federale), con buona pace dei Tedeschi che su questo punto dovranno cedere.
Ciò però deve necessariamente passare per un'unificazione anche politica altrimenti qui la faccenda inizierebbe a puzzare veramente di regime.
b) Nell'ipotesi di esplosione della comunità Europea: è ovvio che ciò non può che comportare l'automatica riconquista da parte degli stati della sovranità Monetaria..... la faccenda finisce lì.... non nel senso che tutto si risolve però.... ma nel senso che ogniuno poi dovrà vedersela con le proprie magagne..... e non è detto che si riesca a sfangarla.
Questo quello che si "dovrebbe" fare....
Quello che invece si è fatto e si stà facendo...?
1) Invece che puntare su di un'unione monetaria vera.... si cerca di armonizzare il sistema di politiche fiscali (richiesta tedesca)
...
La Germania fà la furba.... e cerca di deviare dal nodo dolente, l'unificazione delle politiche monetarie, o meglio.... cercando di essere ottimisti e di non fare dietrologia, prima di concedere il controllo sulla moneta vuole mettere il cappio fiscale ai compagni in maniera che poi non possano buttarsi in politiche fiscali troppo espansive che (anche quelle) generano inflazione...
2) Di certo c'è una cosa, alla Germania il fallimento dell'euro non conviene..... il perchè è presto detto, il cambio del caro vecchio Marco era molto ma molto più forte di quanto lo sia quello dell'Euro adesso (che già è forte), pensate un ritorno ad una moneta nazionale del genere cosa comporterebbe per un paese esportatore in un contesto deflattivo mondiale....
..... una Golf raddoppierebbe sui mercati esteri....
Per questo le lobby industriali tedesche l'Euro selo tengono ben stretto, perchè concilia due cose apparentemente inconciliabili, crescita economica con bilancia commerciale positiva, inflazione sotto controllo e cambio stabile.
A mio avviso la vera Devolution non stà avvenendo a favore della Padania....
.... ma a favore dell'Europa, il processo è iniziato.... fermarlo non conviene, aggiustarlo semmai si..... espellendo qualche paese? Può anche darsi..... ma indietro non si torna..... la sovranità deve passare all'Europa, e io non ci vedrei nulla di male.... se questo processo fosse democratico.....
saluti