Giustino Caposciutti

2001/02

Ripresi un vecchio progetto di 10 anni prima dal titolo HeartArt (Arte del Cuore).
Mi piaceva molto l'assonanza delle parole in inglese ma anche il voler riequilibrare in arte il rapporto mente/corpo/anima sbilanciato secondo me in favore della mente.
Nel 1991, a gennaio, in piena guerra del Golfo, avevo organizzato una mostra HeartArt, con Serena Leale, Giancarlo Dellosta e il sottoscritto. Vuoi per la guerra, per il freddo (era gennaio), vuoi perchè i tempi non erano maturi, la mostra non ebbe un seguito.

Vi partecipai con una decina di quadri come questo
Open one's heart - 1989 - tecnica mista - cm. 40x50
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Nel 2001 invece, attraverso internet era possibile venire in contatto con artisti di tutto il mondo e quindi ne radunai un numero consistente, 25, da 13 diversi paesi.
Avevo individuato dei tratti comuni come, armonia compositiva, equilibrio risolto spesso con una focalizzazione luminosa al centro della composizione come avevo fatto anch'io in passato e come si può ravvisare nelle foto seguenti.

Janam Reitschuster - Senza titolo - stampa digitale - cm. 80x80
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Anthony Wong Palms - Libro d'artista - tecnica mista - cm 30x80
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Per l'occasione iniziai a fare dei cuori con la tecnica della detessitura.

HeartArt: Aprire il proprio cuore - 2001- tecnica mista - cm. 80x80
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HeartArt partì subito alla grande con diverse mostre a Torino nel mio studio e nella galleria OneOff, poi a Ventimiglia, Roma, Monaco, Liegi però dopo un anno abbandonai il progetto perchè non ero più tanto convinto ed era fin troppo impegnativo e dispendioso. Esempio: solo per sdoganare una cassa proveniente dagli USA costò 600€.

Pubblico anche un articolo pubblicato dalla rivista Iride a febbraio 2002.
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2003/2004

Da quando avevo fatto il primo evento d'Arte Partecipata FiloArX le mie attività artistiche si erano moltiplicate. Da una parte continuavo ad andare avanti a fare scoperte con la detessitura, dall'altra a condurre attività di laboratorio e dall'altra ancora a fare eventi FiloArX ovunque mi fossero richiesti, scuole, associazioni, riviste, feste, eventi d'arte...

A Chieri città dalla tradizione tessile, dal 1998 facevano una Biennale di Fiber Art "Trame d'Autore". Era un evento di qualità, frutto di oculati inviti e selezioni e richiamava artisti da tutto il mondo. Siccome il mio lavoro può essere associato anche alla Fiber Art vi venivo sempre invitato con lavori su tela bandera.
Per ogni Biennale l'Amministrazione comunale impegnava risorse significative. Purtroppo l'impegno profuso non incontrava i favori dei cittadini che avrebbero preferito che gli sforzi fossero dirottati ad altri eventi tipo Sagra del carciofo, delle lumache o simili. Infatti, le mostre della Biennale che si svolgeva in diverse sedi era quasi completamente disertata dalla popolazione locale mentre i visitatori dal nord Italia ma anche dall'estero erano sempre tanti.
Quindi che fare?

"Pronto, Giustino, sono Maria Francesca (Responsabile della Cultura del Comune di Chieri), hai un progetto per coinvolgere più gente possibile della città e invogliarli a visitare la Biennale dell'anno prossimo?"
"Sì che ce l'ho! Portiamo FiloArX in tutta Chieri e ai partecipanti rilasciamo un buono valido per visitare gratis la Biennale".

La foto seguente tratta dal libro "Scopri la Fiber Art" di Maria Francesca Garnero riporta le immagini della realizzazione del primo filo da parte del Sindaco ed a seguire tutti gli altri.
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Così con l'aiuto del Centro diversamente abili "Magie di Carta" per 9 mesi FiloArX fu presente in innumerevoli occasioni di feste, fiere, mercati... coinvolgendo la gente.
Alla fine i partecipanti furono 1560 con la realizzazione di 6 quadri. Nella foto sotto 4 di questi quadri uniti al centro ne formano uno di 180x180 cm. con 1000 fili.
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Ma la cosa interessante fu che i visitatori della Biennale raddoppiarono rispetto alle Biennali precedenti da 2500 a 5000 e che la quota in più era rappresentata dai cittadini di Chieri.

L'evento FiloArX fu seguito passo dopo passo da una studentessa ed alla fine divenne oggetto della sua tesi di laurea.
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2004/05

Fui ingaggiato per 2 anni dal VSSP (Centro Servizi per il Volontariato) per diffondere il volontariato nella zona di Pinerolo con FiloArX.
In una IV elementare mentre i bambini dipingevano il filo una bambina, Parisa Ghannadzadeh mi diede questo biglietto scritto.
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Da allora utilizzai questa poesia per la cartolina che davo come ricevuta a chi partecipava a FiloArX

Eccola fronte/retro
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A Pinerolo realizzai un quadro con 1009 persone che poi fu diviso in 4 parti. Una parte al Comune e le altre al VSSP.

Nel frattempo la rivista Iride pubblicava in copertina un'opera FiloArX
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ed il VSSP pubblicava una rivista trimestrale con copertine e grafica ispirate a FiloArX.
Ecco una copertina ed una pagina interna della rivista.
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Nel 2005 nel corso di 10 incontri con le Comunità etniche di Torino presso l'Educatorio, venne realizzata quest'opera.

FiloArX: sfila l'indifferenza, tessi le diversità - Arte Partecipata - 2005 - realizzata a Torino da 273 persone cm. 80x80
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In questo quadro è evidente il lavoro che c'è in ogni opera FiloArX.
-la preparazione dei fili
-dei talloncini
-della cartolina
-dei colori
-il rapporto con ogni partecipante
-la tessitura fatta a mano. filo per filo che passa sopra e sotto centinaia di volte...
-la numerazione
-la catalogazione di ogni filo
-in certi casi come in questo, l'input dei dati dei partecipanti in un file.
 
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direi che oramai ci siamo e quindi ... facciamo un salto indietro nel tempo.

Opera in collezione
"Disvelarsi" 1989 - de-tessitura e ri-tessitura

Vedi l'allegato 541277

:accordo:
Rappresenta appunto il disvelare se stessi, aprirsi verso l'esterno e tu Cristiano questo lo sai fare benissimo!

Ricordi che mi avevi chiesto la data di questo lavoro ed io non la ricordavo.
Ripercorrendo tutta la storia penso che sia stata fatta nel 98 perchè fu in quel periodo che iniziai a lasciare i risvolti ed anche perchè quel tipo di tela me l'aveva data il famoso industriale di Gallarate l'anno precedente.
 
2006

All'inizio degli anni 2000 cominciai ad accusare problemi importanti quali: disturbi del sonno (russamento, apnee, gambe senza riposo, risvegli frequenti, anche 10 per notte), tachicardie, ... che mi portarono anche ad un ricovero all’ospedale e a terapie senza comunque venirne a capo.

Pur di guarire ero pronto a tutto, anche ad accettare di venir “visitato” da un architetto.

Fu così che dietro consiglio del mio amico Giovanni, reduce da un infarto e da un ictus, nel 2003 mi rivolsi a Walter Kunnen architetto appunto che mi sottopose al test dell'antenna di Lecher individuando sul mio corpo le tracce lasciate dalle onde elettromagnetiche durante la notte segnandole con delle strisce colorate come nell'esempio della foto tratta dal sito: ..:Archibo-Biologica:..

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Interpretando le strisce mi fece una diagnosi puntuale e senza sapere niente di me, disse da che parte del corpo dormivo e l'orientamento del letto ed infine che i miei problemi fisici dipendevano prevalentemente dalle onde elettromagnetiche che per tutta la notte colpivano il mio corpo nei punti di intersezione delle strisce e che era possibile ovviare al problema facendo un bio risanamento ambientale.
Così, sottoposi la mia casa al biorisanamento che consisteva nell'installare delle piccole ampolle di vischio sulle pareti della camera da letto e devo dire che fin da subito notai un miglioramento delle patologie e quindi decisi di approfondire la questione.
Insieme a Giovanni partecipai ai corsi che Kunnen teneva ed alla fine lui ci autorizzò ad effettuare i biorisanamenti in sua vece in Piemonte visto che lui abitava in Belgio ed aveva 85 anni.

Ma dopo aver fatto alcuni biorisanamenti con Giovanni ci rendemmo conto che il metodo Kunnen presentava delle problematiche che lo rendevano poco pratico e poco efficace.
- Le ampolle dovevano essere rigenerate ogni sera sciacquandole in acqua fredda
- Funzionavano molto bene solo per i primi 3/4 giorni.
- Non erano mai sufficienti, bisognava tornare ad aggiungerne. In certi casi bisognava arrivare anche a 150 ampolle.
- Erano invasive.
-Tutto questo era fonte di lamentela della gente

Quindi decidemmo di proseguire la cosa per conto nostro.

Avevamo scoperto che il sughero in una certa forma, verniciato e messo in precise posizioni poteva funzionare per neutralizzare le onde nocive e non richiedeva alcuna manutenzione quotidiana.
Così, modificando dei tappi in sughero realizzammo dei tasselli semicilindrici di colore diverso a seconda della loro funzione e poi li installavamo nelle abitazioni.
Era il 2006, chiamammo i tasselli "biosì" e le installazioni BioSìArt.

Questa è l'antenna di Lecher lo strumento per rilevare i campi elettromagnetici. E' un'evoluzione della bacchetta da rabdomante con la possibilità di impostare attraverso un cursore le lunghezze d'onda da ricercare.
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fonte: L’antenna Lecher
 
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Giustino finalmente siamo arrivati alla BioSìArt, questa mi incuriosisce molto.
Prima domanda l'antenna di Lecher funziona se maneggiata da chiunque, o necessita di qualcuno che abbia determinate capacità, come quelle del rabdomante?
 
Giustino finalmente siamo arrivati alla BioSìArt, questa mi incuriosisce molto.
Prima domanda l'antenna di Lecher funziona se maneggiata da chiunque, o necessita di qualcuno che abbia determinate capacità, come quelle del rabdomante?

Bella domanda.
L'antenna di Lecher non può essere maneggiata da chiunque ci vogliono le capacità di un rabdomante che comunque si possono acquisire.
Io stesso ero ben lungi da averle ma, con l'esercizio quotidiano, l'aiuto del mio amico Giovanni, più avanti di me in questo percorso, piano piano son giunto a padroneggiarla a sufficienza.
Chi "sente" è il sistema nervoso, l'antenna non fa altro che amplificare il segnale dell'onda e per questo affinando la sensibilità si può arrivare anche al punto di non averne più bisogno.
 
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2007/2008

Continuo il discorso in ordine cronologico, riprenderò il discorso sulla BioSìArt più avanti.

"Pronto, sono Maria Francesca (Responsabile Cultura del Comune di Chieri), sono qui con Silvana Nota (curatrice delle Biennali) come sai l'anno prossimo ricorre il decimo anniversario della Biennale di Fiber Art che però per motivi di budget non siamo in grado di fare. Ti chiediamo se per caso hai un progetto, che coinvolga molta gente, che possa sopperire all'assenza della Biennale?"
"Sì che ce l'ho!"

TESSERECHIERI 2007/08 - Arte Partecipata a Chieri (Torino) - cm. 300x300
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E' l'evoluzione di FiloArX, dal filo si passa alle strisce.

TESSERECHIERI aveva come tema la ri-scoperta della tela bandera, la relazione con il passato ma anche con il presente rappresentato dalle associazioni del territorio per favorire la conoscenza reciproca ed innescare collaborazioni, creare "tessuto sociale".
28 associazioni risposero all'appello. Ad ognuna di esse fu assegnata una striscia di 30x300 cm. in tela bandera fornita dalle 2 aziende che ancora oggi la producono.
Vennero ricavati per ogni striscia 5 spazi pieni e 5 detessuti. Gli spazi pieni vennero elaborati e firmati ciascuno da una persona diversa.
La tessitura delle strisce fu fatta in Piazza Mazzini il primo luglio 2008 con il Telaio Vivente (licci, pettini, spolette, tessitore), preceduta da una Sfilata in costume e banda musicale (il Drum theater).

Vennero realizzati 45 costumi detessendo la tela bandera. Ogni costume era di un colore diverso a seconda del ruolo interpretato nella performance.

Ritengo il cappellino una delle invenzioni più interessanti che abbia fatto. Pare che piaccia anche alla gente perchè dopo ogni performance qualcuno non torna indietro.
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La partenza della Sfilata
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Il Telaio Vivente
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Il Tessitore
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Il momento finale
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Il video della performance

Le foto della performance:
https://get.google.com/albumarchive.../AF1QipOEuc6pIhqmO-PyEGFJPxrQ0TiVsnP_tKOfhR_s
 
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2008...

TESSERECHIERI rappresentò un passo in avanti nel fare Arte Partecipata. La realizzazione di uno spazio "relazionale" aveva conquistato nuove dimensioni, estendendosi fra la gente, nella comunità, in una città.

La gente di Chieri iniziò finalmente ad aprirsi alla Fiber Art.
Fui invitato a tenere dapprima un corso sulla detessitura e poi mi venne chiesto di fare il tutor di un piccolo gruppo di persone che si era costituito e che stava iniziando a fare Fiber Art.
Il piccolo gruppo si ingrandì in breve tempo, assunse il nome di TraLicci (i licci sono componenti di un telaio tessile) ed insieme organizzammo diverse mostre di Fiber Art sia a Chieri che in altre città.
Conclusi la mia esperienza con i TraLicci nel 2012 quando contava una partecipazione di 15 persone.
Il gruppo TraLicci è ancora operativo anche se la maggior parte dei componenti del tempo ha intrapreso una strada artistica di Fiber Art individuale.

L'eco di TESSERECHIERI giunse fino a Roma e così, a settembre 2008 feci un evento simile dal titolo TESSEREXLAPACE per il III Municipio nel quartiere San Lorenzo.

Nel 2009 ricevo la solita telefonata questa volta dal Servizio Disabili del Comune di Torino: "...hai un progetto che possa coinvolgere tutti gli utenti e tutti i servizi?"
"Sì che ce l'ho!"

TESSEREXESSERE coinvolse direttamente nella realizzazione di un'opera partecipata circa 350 fra utenti ed educatori e sulla falsariga dell'evento di Chieri venne realizzata la performance del Telaio Vivente preceduta da una Sfilata in costume. L'evento fu ripetuto 7 volte in Torino, Piazza Castello, Cortile del Maglio, Promotrice Belle Arti per Arte Plurale, Torino Esposizioni...

Telaio Vivente in azione alla Mandria di Venaria - 2009
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