Giustino Caposciutti

1980...
Erano anni in cui la mia produzione era molto ridotta. Dopo aver fatto non più di una decina di quadri in 3 anni col puntino al centro passai a fare quadri materici dove al centro mettevo un pezzo di vetro oppure un brillantino.

Senza titolo - 1980 - tecnica mista - cm. 60x70
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La pittura a poco a poco stava tornando ad impossessarsi di me ma... che fare?
La fase della pittura di ricerca era conclusa e allora come proseguire?
Testimoniare e ringraziare poteva e doveva essere la strada da percorrere.
Il puntino centrale divenne così un'esplosione, una luce che partendo dal centro dell'opera fosse metafora di una luce interiore colta nel momento in cui scaccia le tenebre.

From darkness to light 1 - 1983 - acrilico su tela - cm. 100x100
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1983/1986
In questi 3 anni realizzai molti quadri "From darkness to light" la maggior parte di grandi dimensioni.
Ogni quadro richiedeva molto tempo, settimane e anche mesi.
Un mio amico che insegnava yoga ne appese uno nella sua scuola e invitava la gente a "meditare" guardando il centro.
Alcuni suoi allievi mi contattarono per averne uno anche a casa loro.
Ecco se avessi voluto i soldi e il successo mi sarebbe bastato continuare a farne.

From darkness to light 2 - 1984 - acrilico su tela - cm.150x150
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From darkness to light 3 - 1985 - acrilico su tela - cm.100x100
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1986
Nei lavori che seguono il flash di luce spazza fuori una miriade di punti interrogativi.
Alle innumerevoli domande che ci assillano c'è una sola risposta, che già ci portiamo dentro.

Rispondersi - 1986 - acrilico su tela - cm. 120x120
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Rispondersi 2 - 1986 - olio e acrilico su tela - cm. 110x110
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E' bello leggerti. Un vero percorso di vita, oltre che un percorso artistico, il tuo.
:accordo:

stavo pensando la stessa cosa, è rarissimo avere la fortuna di rileggere l'intera carriera di un artista raccontata da lui medesimo
:accordo:

Grazie per l'apprezzamento. Le cose da dire sono tante.
Sto cercando di riportare le più significative facendo parlare più le immagini che le parole.
 
1975-1985 Un breve cenno storico.

Nel 1975 il CLPS (Centro di Lavoro Protetto Specializzato) delle Vallette era il più grande dei 4 centri per disabili mentali gestiti dalla Provincia di Torino che era subentrata un paio di anni prima nella gestione all'ANFFaS (Associaz. Nazionale Famiglie Fanciulli Subnormali).
La Provincia si era presa in carico la struttura, il personale, gli utenti e la metodologia riabilitativa che era basata sull'ergoterapia.
Per alcuni anni ci fu una lotta con la numerosa vecchia guardia di operatori per superare l'ergoterapia perchè da noi giovani era considerata alienante, degradante, per nulla educativa però non avevamo molte alternative da proporre tenendo conto che gestire un gruppo di 15 utenti in attività ripetitive era molto più agevole che gestire lo stesso gruppo in attività creative.
Per fare questo passaggio era necessario un aumento di personale e un decentramento territoriale.
Va dato atto che la Provincia intervenne in forze per agevolare il processo.
Assunse centinaia di educatori e operatori d'appoggio e a poco a poco mise in funzione decine di nuove strutture, quasi una per ogni circoscrizione territoriale. Sto parlando di un territorio vastissimo con 315 comuni e oltre 2.300.000 abitanti
Ciò fece della Provincia di Torino un caso unico almeno in Italia. Per esempio nel 1982 l'Assessorato alla Sicurezza Sociale beneficiava di un trasferimento di fondi di 45 miliardi di lire che era il 90% dell'intero budget messo a disposizione dal Ministero per tutte le provincie e i comuni italiani. Questo perchè la Provincia di Torino aveva progetti e li realizzava, gli altri no.

Nel superamento dell'ergoterapia la pittura giocò un ruolo chiave ed ancora oggi è praticata in tutti i Centri Socio Terapeutici del territorio.

Per quanto mi riguarda vedevo la pittura come un'attività che poteva aiutare tutti gli utenti ma per alcuni che la praticavano con costanza e con esiti interessanti sognavo un futuro da artisti.

Nel mentre, visti i successi che io e Tea ottenevamo sul campo nel 1979 la Provincia assunse con contratto di consulenza diversi giovani artisti e a me fu chiesto di lavorare nell'ufficio di coordinamento centrale e questa fu l'occasione di venire a conoscenza anche di altri artisti che frequentavano le altre strutture.

E così chiesi all'assessore di organizzare una mostra ma la risposta tardò ad arrivare.

Nel frattempo cercavo di inserire coloro che consideravo artisti nelle mostre collettive che c'erano in giro e iscrivendoli nelle Associazioni per esempio presso la Promotrice Belle Arti.

Nel 1984 facemmo pubblicare un dipinto di Girolamo Della Malva "Il Giorgino" sulla copertina della rivista HD
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1985 - La mostra

Un giorno mi telefona il nuovo assessore e mi dice:"Si fa la mostra".

Nella mia richiesta avevo indicato un titolo "Effetto H" che doveva rappresentare l'impatto dell'arte degli artisti disabili psichici, allora chiamati handicappati, nel mondo dell'arte, mi fu bocciato perchè troppo forte.

Venne scelto così "Segni comunicanti".

L'Assessore mi mise a disposizione una task force e la mostra allestita con tutti i crismi e corredata di manifesti e catalogo ebbe un successo straordinario anche per l'ubicazione in una via di grande passaggio pedonale.

Ecco la copertina del catalogo
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All'interno la mia introduzione e quella del critico d'arte Paride Chiapatti.
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Qualche pagina
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1986
Dopo 9 anni finalmente torno ad esporre con una mostra personale nel mio studio/abitazione.

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Un giorno vennero in visita due signore.
"Abbiamo visto la mostra Segni comunicanti da lei organizzata. Siamo dell'associazione AAH (Associazione Amici degli Handicappati). La nostra presidente è Marella Agnelli, le chiediamo di fare una mostra di quel tipo con noi. E' disponibile?"
"Sì, ma chi paga?" risposi
"Noi"
"Allora va bene".
 
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1986
La mostra "Comunicare con la pittura" si svolse ad aprile presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura.
Nel proseguire il lavoro di talent scout mi resi conto che era importante andare verso una qualità delle proposte per cui, insieme a Tea Taramino operammo una selezione piuttosto stretta e fra le centinaia di utenti che praticavano la pittura ne scegliemmo 12 per un totale di 47 opere esposte.
All'inaugurazione intervennero molte persone fra le quali personalità pubbliche, sindaci, assessori, arcivescovi... e personalità del mondo dell'industria e della finanza non soltanto dal Piemonte ma anche da Roma.
Durante la prima mezz'ora tutte le opere furono vendute.

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Nel ricco catalogo le opere vennero pubblicate a tutta pagina.
L'introduzione critica fu scritta da Sergio Saroni allora Direttore dell'Accademia Albertina e che era stato mio insegnante negli ultimi 2 anni di accademia.
Io scrissi a nome dell'Assessorato una lunga introduzione della quale riporto l'ultima parte perchè "profetica" in particolare nel capoverso finale in cui parlo di De Dominicis, sbagliando purtroppo la collocazione temporale (la sua opera alla Biennale di Venezia fu del '72 e non degli anni '60) ma allora non c'era internet.
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