Azioni Italia Grafici indici e titoli

Allora, rettifico quanto detto oggi e mi riservo di seguire passo, passo, questo mercato troppo sospettoso, infido.
Devo allontanarmi dai monitor.
Buona serata, marinai. :accordo:
 
salve a tutti.....indice che recupera le perdite di ieri.....quindi sempre sui 19500.....long daily.....chiude anche sopra la mm200 settimane.....se si conferma anche il trend di medio sara' long.....( il mensile sempre short)

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Più osservo e più rimango perplesso: con tutta la buona volontà e aspettativa su questo rialzo, c'è una strana fiacca. C'è qualcosa che non va, è come se sul mercato aleggiasse qualche strano fantasma.
Non mi fido. :look:
Buongiorno marinai di queste onde infide.
Ottima l'idea di uscire dal long di venerdì scorso su Unicredit (operazione in real time), peraltro sui massimi di giornata (max di giornata 2,728; uscita 2,71 da 2,658). In effetti il movimento di venerdì ad un certo punto della giornata non mi convinceva più.
Stamani Ucg ha aperto in gap down e ora a 2,60 segna -2,62%...:down:
 
Le tre partite strategiche della Fondazione Cariverona
LA PRIMA E PIÙ IMPORTANTE È QUELLA DELL’AUMENTO DI CAPITALE DI UNICREDIT. LA SECONDA È IL RIENTRO NEL CDA DELLA BANCA. INFINE C’È LA FUSIONE BANCO POPOLARE-BPM DOVE POST FUSIONE AVREBBE TRA LO 0,4 E LO 0,5 PER CENTO


Milano S arà un autunno caldo per Fondazione Cariverona. Il primo azionista italiano di Unicredit si prepara a giocare partite decisive e su più tavoli. Il primo e più importante è quello dell’aumento di capitale di Piazza Gae Aulenti. La squadra c’è e sul lato finanza è preparata. Giacomo Marino, attuale dg della Fondazione Cariverona, al netto della discendenza (è figlio di Maurizio Marino il notaio che era nella short list come successore di Paolo Biasi al vertice dell’ente veronese) ne macina dalla sua uscita dalla Bocconi, con tesi (coincidenza) sulla fusione Banca Popolare di Verona e Popolare Novara, primo passo verso quello che diventò poi il Banco Popolare. È stato tra i direttori dell’Investment Bank di Ubs a Londra, seguendo in particolare fusioni e operazioni di aggregazione del settore bancario e assicurativo. Ma il segnale che la Fondazione intende muoversi bene sui delicati dossier è stato l’ingresso nella commissione finanza di Dario Frigerio, ex amministratore delegato di Pioneer Investments. Il velo sul piano industriale messo a punto da Jean Pierre Mustier e i suoi sarà alzato il 13 dicembre a Londra. Alessandro Mazzucco, presidente della fondazione nonha fatto mistero che c’è la disponibilità ad aderire all’aumento di capitale dell’istituto se il piano convincerà. È noto che la Fondazione si sia schierata apertamente con il fronte degli investitori internazionali, che fecero arrivare


un messaggio chiaro dagli Stati Uniti nelle settimane successive all’uscita di Federico Ghizzoni. Da Seattle BlackRock, via Financial Times, insieme ad altri investitori finanziari aveva raccomandato una soluzione in tempi rapidi richiedendo un manager internazionale. Alle riunioni che hanno preceduto la scelta del nuovo ad di UniCredit, come si sa andò Biasi, benché non più alla guida della Fondazione. Mustier è stato una soluzione gradita oltre che auspicata dall’ente scaligero. Tutto ciò premesso, Cariverona ha un unico obbiettivo. Salvaguardare il suo patrimonio, aumentando il valore della sua partecipazione in Unicredit, che oggi ai corsi di Borsa è troppo distante dai valori di carico. La sua partecipazione all’aumento pare dunque più che un orientamento, un obbligo. Il patrimonio della Fondazione si è assottigliato negli ultimi dodici mesi, passando da 2,6 miliardi a 2,2 miliardi. Questo essenzialmente per la vendita di azioni Unicredit la cui quota è passata da 3,53% a 2,83%. Un alleggerimento che è costato una diminuzione di 454,9 milioni del patrimonio netto: 132,5 milioni come minusvalenza dalla partecipazione; 322,4 milioni per svalutazione delle azioni che ora sono caricate a 8,4 euro. Sulle partecipazioni finanziarie UniCredit pesa per circa il 43%, 1,4 miliardi su 2,5miliardi. Con il problema che ai corsi di Borsa il fair value dello stake in UniCredit è lontano oltre 880 milioni di euro rispetto a quello iscritto a bilancio, cioè secondo la quotazione di mercato vale 588 milioni.
 
Mi consola che questi ce l'hanno in carico a 8,4€ e faranno l'adc, dopo aver venduto lo 0,5% della loro partecipazione nei giorni scorsi...
E stiamo parlando di 1,4miliardi di euro a bilancio (31/12/2015), che sono diventati circa mezzo miliardo ai valori attuali di mercato
 
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