Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato / 2 (4 lettori)

m.m.f

Forumer storico
Il popolo ha votato e bisogna prenderne atto.
Non esiste uno "scippo" del voto ... altrimenti per altri dieci anni in tutta Europa a gridare contro la burocrazia di Bruxelles ... ed altre fandonie come la libertà dei popoli (popolo chi?) e cialtronerie varie.

Adesso se ne escano, il più velocemente possibile.
Non possono tenere in scacco un intero continente sino alle prossime elezioni di ottobre.


Concordo ma hanno a Bruxelles i mezzi per poterli costringere a farli uscire subito o,siamo di nuovo punto e a capo magari c'è qualche clausola che si erano dimenticati e questi invece se vogliono possono tenere appunto in scacco il continente fino a ottobre e magari oltre?
 

Vespasianus

Princeps thermarum
Il popolo ha votato e bisogna prenderne atto.
Non esiste uno "scippo" del voto ... altrimenti per altri dieci anni in tutta Europa a gridare contro la burocrazia di Bruxelles ... ed altre fandonie come la libertà dei popoli (popolo chi?) e cialtronerie varie.

Adesso se ne escano, il più velocemente possibile.
Non possono tenere in scacco un intero continente sino alle prossime elezioni di ottobre.

Il problema è che questo processo di riscrittura dei trattati commerciali (e non) è affare complesso che, volenti o nolenti, porterà via anni a prescindere da che governo s'insedia a Londra.
A meno che non esistano clausole che permettono di buttarli fuori senza consultazioni (ne dubito).

L'attacco dell'editoriale del Times condiviso da Ventodivino è emblematico:

Boris Johnson, Michael Gove and Iain Duncan Smith, propped up by Nigel Farage, are not viable as a new British government. They just aren’t. Trust me: this will be a shambles.
A huge bust-up lies ahead. Our experiment in direct democracy is hurtling towards our tradition of representative democracy like some giant asteroid towards a moon.
 

m.m.f

Forumer storico
Il problema è che questo processo di riscrittura dei trattati commerciali (e non) è affare complesso che, volenti o nolenti, porterà via anni a prescindere da che governo s'insedia a Londra.
A meno che non esistano clausole che permettono di buttarli fuori senza consultazioni (ne dubito).

L'attacco dell'editoriale del Times condiviso da Ventodivino è emblematico:

Boris Johnson, Michael Gove and Iain Duncan Smith, propped up by Nigel Farage, are not viable as a new British government. They just aren’t. Trust me: this will be a shambles.
A huge bust-up lies ahead. Our experiment in direct democracy is hurtling towards our tradition of representative democracy like some giant asteroid towards a moon.


da qualunque angolo vogliamo guardarla ( e non parlo solo di brexit) con questo bel progettino di europa unita si sono ,li hanno,ci hanno,ci siamo infilati tutti quanti in un gran bel c...ino,sempre peggio.
 

m.m.f

Forumer storico
ultima perfidia degli inglesi è stata quella di prendersela comoda. Per discutere del divorzio dall’Unione europea danno appuntamento a ottobre. Loro se la prendono comoda, i mercati no. Non c’è stato un effetto Italia, ma è scattata la corsa al Bund tedesco e si vendono Btp italiani e Bonos spagnoli. Tutte le banche europee pagano dazio, ma quelle italiane pagano di più, e pagano di più di quel che devono. È scesa fino ai minimi dall’85 la sterlina, ma si è indebolito anche l’euro, si rafforzano il dollaro, l’oro, i beni rifugio. Questa è la realtà.

***

L’errore politico più grave che l’Europa potrebbe compiere è quello di fare finta di niente, di continuare a girarsi dall’altra parte. La decisione della Gran Bretagna di uscire dall’Unione europea appartiene alla storia e determina una frattura profonda, pone un (gigantesco) problema politico ed esige risposte politiche all’altezza di una decisione storica. Non abbiamo più tempo per vertici vuoti e inconcludenti, il Consiglio europeo non è la sede giusta per prendere decisioni forti, immediatamente produttive, bisogna che lunedì nell’incontro a tre (Merkel, Renzi e Hollande) l’Europa si svegli e batta un colpo. Per capirci, i tre premier più quello spagnolo, rappresentano oltre il 70% del prodotto interno lordo dell’eurozona, hanno tutti i numeri e la legittimazione politica per prendere decisioni non usuali in termini di lavoro, crescita, welfare, sicurezza e immigrazione. Bisogna che la Germania si convinca che il suo straordinario surplus venga “speso” per un rilancio di cui godano tutti i cittadini europei a partire da quelli tedeschi. Renzi e Hollande devono dimostrare di avere le capacità e la forza politica per persuadere la Merkel a completare l’unione bancaria con la garanzia unica sui depositi, varare un grande piano di investimenti con o senza eurobond e condividere, parallelamente, i debiti pubblici nazionali non in nome di una solidarietà pure necessaria tra Paesi del Nord e Paesi del Sud, ma piuttosto sulla base di una convinzione di ideali e di convenienze altrettanto fondata. È così difficile, ad esempio, comprendere che il rischio rappresentato dai derivati nelle pance delle banche tedesche e francesi è di certo non inferiore a quello delle sofferenze delle banche italiane robustamente coperte da un’invidiabile dote di garanzie collaterali?

***

Tutto quello che fino a ieri poteva apparire velleitario, oggi è assolutamente indispensabile. Mi verrebbe da dire: o lunedì o niente. O lunedì l’Europa si sveglia, coglie questa occasione, dimostra di saper reagire e di offrire una speranza fatta di cose concrete ai cittadini europei, o, subito dopo, dovrà constatare che sarà troppo tardi, sarà costretta a prendere atto di avere perso l’appuntamento con la storia. I mercati non aspettano né i comodi inglesi né i tempi scanditi dalle pigrizie e dagli egoismi dell’Europa di oggi, e ahinoi fanno pagare ai Paesi a alto debito il costo più pesante dell’incertezza politica. L’Italia deve essere in prima linea con Germania, Francia e Spagna nel chiedere e ottenere un’Europa federale che metta in comune difesa, debiti e politiche espansive. Il sogno europeo non può che ripartire da qui se vuole ambire a diventare realtà. In fondo, ancora una volta, dipende molto da noi.
 

Ventodivino

מגן ולא יראה
Il problema è che questo processo di riscrittura dei trattati commerciali (e non) è affare complesso che, volenti o nolenti, porterà via anni a prescindere da che governo s'insedia a Londra.
A meno che non esistano clausole che permettono di buttarli fuori senza consultazioni (ne dubito).

L'attacco dell'editoriale del Times condiviso da Ventodivino è emblematico:

Boris Johnson, Michael Gove and Iain Duncan Smith, propped up by Nigel Farage, are not viable as a new British government. They just aren’t. Trust me: this will be a shambles.
A huge bust-up lies ahead. Our experiment in direct democracy is hurtling towards our tradition of representative democracy like some giant asteroid towards a moon.

Penso che nessuno abbia preso consapevolezza della complessità del Brexit (sia a livello burocratico UE, che a livello finanziario : Londra era la capitale finanziaria europea, non è facile trasferirsi con armi e bagagli a Francoforte o a Parigi o a Vasto).

Vedo che i vincitori della Brexit sono, ora, i primi a fare dichiarazioni accomodanti, concilianti , cercando di depotenziare l'esito referendario.
Si vergognino.


In Italia ieri due belle cose esemplificative :

a) Grillo (complimenti a Renzi che gli cuce addosso l'Italicum) ha fatto un'altra giravolta e vuole anche lui il referendum.

b) Letta il Giovane (persona che non disistimo come il suo successore ) ieri sera in una trasmissione televisiva ha debuttato, relativamente ai problemi della UE, rivendicando per Milano (rispetto a Francoforte-Parigi) , la sede dell'EBA (l'agenzia europea delle banche , ora a Londra). Se i problemi della UE sono questi (fregare Francoforte e Parigi,per mettere una trentina di suoi amici dentro ) siamo a posto.
 

Vespasianus

Princeps thermarum
Penso che nessuno abbia preso consapevolezza della complessità del Brexit (sia a livello burocratico UE, che a livello finanziario : Londra era la capitale finanziaria europea, non è facile trasferirsi con armi e bagagli a Francoforte o a Parigi o a Vasto).

Ci vorrà tempo per prendere una decisione e altro tempo per realizzarla. Questa cosa andrà avanti parecchio, anche considerando solo gli aspetti finanziari.
 

Ventodivino

מגן ולא יראה
Il popolo ha votato e bisogna prenderne atto.
.

In Grecia , "culla della democrazia" (dicono così), le cose l'anno scorso non sono andate proprio così.

Hanno fatto il referendum (spero che l'anno prossimo non ci siano referendum), Tsipras e Varoufakis avevano contro praticamente tutti.
L'esito referendario ha dato clamorosamente (bookmaker e sondaggisti vedevano esito opposto) ragione alla coppia governativa (i contrari furono appena il 38,7%)

Cosa è successo ce lo ricordiamo tutti :
a) poche ore dopo il super vincitore Varoufakis è stato cacciato da Tsipras;
b) Tsipras ha accettato , pochi giorni dopo, un accordo tremendamente peggiore di quello sdegnosamente rifiutato dal referendum (da lui indetto e sponsorizzato) pochi giorni prima.

Questo è stato fatto nella culla della democrazia (senza che nessuno fiatasse più di tanto, se non alcuni deputati secessionisti di Syriza).


Referendum Grecia, vince il 'no'. Tsipras: "Democrazia non può essere ricattata"
 
Ultima modifica:

m.m.f

Forumer storico
Penso che nessuno abbia preso consapevolezza della complessità del Brexit (sia a livello burocratico UE, che a livello finanziario : Londra era la capitale finanziaria europea, non è facile trasferirsi con armi e bagagli a Francoforte o a Parigi o a Vasto).

Vedo che i vincitori della Brexit sono, ora, i primi a fare dichiarazioni accomodanti, concilianti , cercando di depotenziare l'esito referendario.
Si vergognino.


In Italia ieri due belle cose esemplificative :

a) Grillo (complimenti a Renzi che gli cuce addosso l'Italicum) ha fatto un'altra giravolta e vuole anche lui il referendum.

b) Letta il Giovane (persona che non disistimo come il suo successore ) ieri sera in una trasmissione televisiva ha debuttato, relativamente ai problemi della UE, rivendicando per Milano (rispetto a Francoforte-Parigi) , la sede dell'EBA (l'agenzia europea delle banche , ora a Londra). Se i problemi della UE sono questi (fregare Francoforte e Parigi,per mettere una trentina di suoi amici dentro ) siamo a posto.

Facciamo anche un complimento comunque anche a chi e come fino ad oggi ha gestito questo progetto di europa unita .
 

tommy271

Forumer storico
In Grecia , "culla della democrazia" (dicono così), le cose l'anno scorso non sono andate proprio così.

Hanno fatto il referendum (spero che l'anno prossimo non ci siano referendum), Tsipras e Varoufakis avevano contro praticamente tutti.
L'esito referendario ha dato clamorosamente (bookmaker e sondaggisti vedevano esito opposto) ragione alla coppia governativa.

Cosa è successo ce lo ricordiamo tutti :
a) poche ore dopo il super vincitore Varoufakis è stato cacciato da Tsipras;
b) Tsipras ha accettato , pochi giorni dopo, un accordo tremendamente peggiore di quello sdegnosamente rifiutato dal referendum (da lui indetto e sponsorizzato) pochi giorni prima.


Questo è stato fatto nella culla della democrazia (senza che nessuno fiatasse più di tanto, se non alcuni deputati secessionisti di Syriza).

La Grecia è terra di contrasti e discussioni ...

Dallo scorso anno ho dovuto ricredermi su Tsipras ... è un vero politico di razza. Merce veramente rara, un valore aggiunto.
 

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