Crisi: Grecia, cominciato conto alla rovescia per eurozona
Da oggi settimana cruciale per il governo di Papademos
09 gennaio, 16:30
(di Demetrio Manolitsakis) (ANSAmed) - ATENE, 9 GEN - "Se non saranno votate le nuove misure di austerity (richieste dalla troika) si va alle elezioni, il che per la Grecia significa il fallimento e l'uscita dall'eurozona". Lo ha detto pochi giorni fa il premier greco Lucas Papademos e dalle sue parole non e' difficile capire che il conto alla rovescia per la permanenza o meno della Grecia nella moneta unica e' iniziato. La settimana che comincia oggi si delinea infatti molto difficile, forse decisiva, per il Paese mentre i segnali per il futuro del governo di salvezza nazionale di Papademos non sono positivi. Tutto lascia pensare che questa volta le trattative con i rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia (la troika), attesi ad Atene per meta' gennaio, saranno piu' difficili che in passato in quanto riguardano il nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro decisi dal Vertice europeo del 26 ottobre. Mentre, sempre la troika (Fmi, Ue e Bce) ha gia' chiesto il rispetto da parte di Atene di tutti gli impegni assuntisi nei confronti dei creditori e ha fatto capire che non intende tornare in Grecia se prima non saranno risolte tutte la questioni in sospeso. Cio' considerato, e' chiaro che i parlamentari dei tre partiti che sostengono il governo di Papademos si trovano di fronte ad enormi responsabilita' oltre che a grossi problemi di coscienza. Saranno infatti chiamati a votare a favore di nuovi tagli di stipendi e pensioni e a favore dei licenziamenti di tantissimi lavoratori.
Nea Dimocratia, il partito di centro-destra guidato da Antonis Samaras, ha gia' fatto sapere che sostiene le riforme strutturali (come la liberalizzazione delle professioni chiuse), ma non intende votare a favore di misure dovute a scelte fatte dal precedente governo del Pasok degli ultimi due anni.
Soprattutto se, per giungere a questo, si deve ricorrere a provvedimenti legislativi. Secondo alcuni giornali, Samaras nell'incontro di oggi con Papademos ribadira' le posizioni del suo partito riguardo le richieste della troika e ripetera' che qualsiasi trattativa con i rappresentanti dei creditori circa il nuovo pacchetto di aiuti dovra' essere condotta da un governo uscito da nuove elezioni. Per quanto riguarda il Pasok, il partito socialista guidato dall'ex premier Giorgos Papandreou, esso e' doppiamente in crisi: oltre al fatto che parecchi suoi parlamentari hanno fatto sapere che non voteranno piu' altre misure di austerita' (soprattutto se prevedono licenziamenti oppure tagli a stipendi e pensioni), il partito e' in cerca del nuovo leader. La lotta fra i "delfini" mette a rischio la stessa coesione del governo dal momento che la maggioranza dei ministri proviene dal Pasok e che alcuni di loro sono candidati alla successione a Papandreou.
Il problema riguarda in particolare il ministro delle Finanze Evangelos Venizelos, di certo il piu' probabile vincitore nella corsa alla successione, il quale pero' - se nominato a capo del Pasok - difficilmente potra' mantenere l'incarico di ministro.
Papademos, infatti, ha gia' avvertito che - nel caso in cui si apra la corsa alla successione di Papandreou - sara' molto difficile per i ministri candidati restare al governo. Venizelos pero' e' in questo momento insieme a Papademos il principale interlocutore dei creditori della Grecia e conosce meglio di tutti le loro richieste e le questioni in sospeso. Cosa succedera' se Venizelos abbandonera' il governo per andare a prendere il posto di Papandreou? Per quanto riguarda il Laos, il partito di estrema destra guidato da Giorgos Karatzaferis, si puo' dire che ormai e' piu' fuori che dentro al governo. Il suo leader - che dopo l'ingresso nell'esecutivo di coalizione ha visto la propria popolarita' calare in maniera impressionante negli ultimi sondaggi - ha inviato una lettera agli altri due leader chiedendo un incontro con Venizelos per esaminare le richieste della troika e decidere una linea comune da seguire durante le trattative.
Le parti sociali, dal canto loro, sono state informate la settimana scorsa dal premier circa le richieste della troika. A giorni si incontreranno gli imprenditori ed i rappresentanti dei lavoratori per definire le rispettive posizioni di fronte alle richieste della troika, soprattutto riguardo ai tagli degli stipendi e l'abolizione di tredicesima e quattordicesima mensilita' nel settore privato. Ma Giannis Panagopoulos, presidente della potente Confederazione Generale dei Lavoratori greci (Gsee), ha gia' detto chiaramente che il suo sindacato non accettera' alcuna modifica del contratto collettivo del lavoro riguardo lo stipendio minimo garantito e i sussidi e ha spiegato che la sua centrale sindacale respingera' tutte le richieste della troika. (ANSAmed).