Uomini e donne che non trovano più la solidarietà delle comunità e si trovano a dover fare scelte difficili. Manuela racconta: «Insieme al mio compagno ho una piccola attività in Sardegna ma il lavoro è praticamente fermo. Non riusciamo più nemmeno a pagare il telefono e lui ha deciso di lasciare qui me e i figli per cercare lavoro a Milano. Ma almeno una volta al mese dovrà tornare a vedere i ragazzi? Ma sommando costo della vita e trasporti ce la farà?». Alzi la mano chi non ha mai sognato di aprire un agriturismo, business e benessere in un colpo solo. Luka lo ha fatto nel 2003, ha comprato un podere in Toscana e l'ha ristrutturato. La banca prima lo ha incoraggiato ad aprire, a comprare nuovi terreni e poi, con la crisi, lo ha lasciato in braghe di tela. Commenta Graziano: «La verità oggi è che l'andamento delle nostra attività non dipende più dal nostro entusiasmo, dalle idee originali, dal nostro carattere o dalla capacità di affrontare i problemi. Lo Stato impone e pretende, le banche ostacolano il credito. Mi sono reso conto di tutto ciò e ho chiuso l'azienda». Prima di mollare la presa un artigiano che ama il suo mestiere fa di tutto per evitare il peggio come un lettore che si firma «Un fu imprenditore»: «Ho ridotto i costi all'osso tagliando ovunque, ora non so più dove tagliare e dovrò iniziare a non pagare i fornitori, come già hanno cominciato a fare alcuni miei clienti. Dopo le utenze toccherà ai dipendenti. La chiamano discesa controllata».