Mostre d'arte

Intanto
rapida visita a Milano
Carrà: confermato che fu ottimo artista solo nel primo periodo metafisico, quando la benzina la metteva de Chirico. Discreto nel futurismo (benzina da Boccioni), medio o mediocre nel paesaggio, migliore quando riesce a metterci qualcosa dell'aura metafisica.
Addirittura certi, pur celebrati, quadri, come quello con il tendone (v. sotto), neanche trovandoli al mercatino a 100 € li comprerei.
Nei paesaggi collinari sembra un imitatore di Soffici, o di :rolleyes: Rosai.

Direi che Carrà fu, in minor scala, un po' il Masson italiano. In ambedue rimane sempre una predominanza di ciò che si sarebbe voluto dire rispetto ad una figurazione piuttosto ballerina.

Comunque anche i quadri metafisici più riusciti non aprono porte, ma le chiudono, come incastrati al fondo di un corridoio: più oltre non si va, e si resta un po' asfissiati. Insomma, non porta avanti un discorso nuovo, ma si appoggia al vecchio (e infatti predomina il disegno a grosse righe nere, i quadri sono disegnoni colorati).
Alla fine, è riuscito a rifare in peggio Puvis de Chavannes 50 anni dopo :depresso:


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Cose come questa


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o come quel tendone tipo circo o giostra, di cui non a caso non trovo riproduzioni, risultano, direi, controproducenti.

Comunque, si può vedere il "tendone" qui
al minuto 8.37
 
Altra mostra sul Romanticismo in pittura a Banca Intesa (Carrà era a Palazzo Reale) dove le impressioni generali sono tre: qualche buona conferma classica (Friedrich, Caffi, Corot ...), qualche positiva sorpresa negli acquarellisti piemontesi (De Gubernatis, Bagetti) e un po' di noia negli altri, pur spesso ottimi, perché, dopo gli impressionisti, i quadri ottocenteschi con tutti quei terreni fatti con la terra d'ombra o terra di siena, insomma, con i vari tipi di marrone, risultano noiosetti, che vuoi farci ...

Da notare l'invenzione in classico stile Banca Intesa: la mostra è in due parti, una è al Poldi Pezzoli, e lo si scopre casualmente e quando ormai è ora di correre al treno :-x. Inoltre, tocco da maestri, si deve pagare 2 volte, anche se il tagliando dell'altra parte (che ho tenuto per puro caso, nessuno si era premurato di avvisarmi) dà diritto ad uno sconto.
Logistica pessima, dunque, per una mostra con qualche buona cosa, ma con un senso di incompletezza, antologia stringata più che disamina efficiente.
 
Conosco la pittura di Carlo Guarienti da moltissimi anni, e mi sono spesso chiesto come mai il suo nome sia così poco popolare. La risposta, per come è strutturato in tutto il mondo l'asfittico mondo dell'arte + o - ufficiale, è semplicissima. Questo nobile di famiglia veronese, nato a Treviso nel 1923,
«Noto in tutto il mondo e vincitore di importanti riconoscimenti, oggi torna a Treviso accanto ai grandi della nostra storia artistica» citava la locandina che accostava Guarienti a Rossi, Martini, Ciardi sottolineando poi la varietà dal suo prodotto artistico che spaziava dalle tele alle sculture, all’arredamento. Un’attività che lo aveva portato alla ribalta pubblica sia in Italia che all’estero con partecipazioni alla Biennale, ad esposizioni a Londra, Roma, Verona, Milano.
(da Il pittore Guarienti in mostra, per debiti )
https://www.cinquantamila.it/storyTellerThread.php?threadId=GUARIENTI Carlo

questo nobile 95enne, dicevo, laureato in medicina - ma non ha mai fatto il medico - si è invece impegnato in diverse attività, come per esempio scrivere o lavorare per la Rai, e questo l'asfittica mentalità italiana non lo perdona quasi neppure a Leonardo, se fai più di una cosa sicuramente le fai tutte un po' male e magari vali meno di una virgola.
La sua pittura avrebbe avuto molte caratteristiche per piacere al pubblico indistinto (per esempio richiami metafisici, o qualche lontana parentela con Gentilini ), ma credo che l'uomo non abbia ceduto alle leggi di mercato più volgari per un certo suo orgoglio, che traspare in varie sue opere come voluta non-gradevolezza.
Ne scrivo perché leggo di una mostra in corso a Torino all'Accademia Albertina (sino al 25 novembre) e sarebbe bello sentire i pareri dei nostri piemontesi.

Comunque, non sto dicendo che Guarienti sia un ipergenio della pittura, però penso che valga e valesse più di autori che il mercato, almeno per un certo tempo, ha ampiamente premiato: penso a M.Clerici, oggi peraltro abbastanza trascurato, o a Eugene Berman, a Del Pezzo e Gentilini, naturalmente.

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Essendomi risparmiato all'ultimo momento la faticaccia di Arte Padova (sinceramente, di solito ci sono da vedere troppe cose inutili per poter arrivare alle poche interessanti) ho potuto sfidare il freddo veneziano e spararmi in vena, gratis :pollicione:, il Licini della Guggenheim. E mi sono fatto l'idea che l'aspro Licini, proprio come una pianta grassa, abbia lentamente evoluto la sua pittura, che spesso ha qualcosa di incompleto e addirittura sgradevole, come un dispetto per dire No, io qui non mi fermo, sino ad arrivare verso la fine ad una serie strepitosa di fiori stupendi, dopo anni di spine e di ricerca serissima e poco confortevole.

Come un cactus, o come l'agave, che fiorisce e muore, insomma. Naturalmente il fiore è costituito dalle Amalassunte e dagli angeli ribelli, dei quali l'Angelo ribelle con cuore rosso, unico che si pone frontalmente, unico pure a lasciar intravvedere un tratto di mare, è da sindrome di Stendhal.

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Qui ti seguo.
Bellissimo scritto e grandissimo artista che non ha nulla da invidiare a nessuno. Grazie

Ti racconto un aneddoto riguardo la sindrome di Stendhal difronte ad un'opera di Licini.

Un amico vende una sua proprietà immobiliare a Montecarlo. L'acquirente era, ed è, un famoso procuratore calcistico peraltro ex calciatore e collezionista d'arte, aggiungo dai gusti discutibili.
Il saldo della compravendita avviene praticamente dopo che l'acquirente ha già preso possesso dell'immobile e arredato lo stesso con mobilia e opere d'arte. Si seggono in sala, mentre chiacchierano amabilmente e l'acquirente tira fuori il libretto degli assegni per il saldo, il mio amico rimane praticamente ebetito a guardare un quadro alle spalle del nuovo padrone di casa.

(Nota. Il mio amico non è un cultore dell'arte in generale; solo x esempio ha una casa piena di quadri 2 metri x 2 di Giorgio Moiso che peralteo ho conosciuto tramite lui ed è un tipo simpatico. Famiglia di imprenditori da 4 generazioni con conto in banca con tanti tanti zeri, ma persone che se c'è da prendere un martello e piegare ferro... no problem. Insomma gente plurimilionaria ma seria e tosta!)

Tornando alla storia, il mio amico ferma l'acquirente che stava compilando l'assegno e gli dice che nell'affare deve inserire anche quel quadro in regalo. Ovviamente l'acquirente gli dice che non si può fare perché e un'opera importante, ecc.. ed alla fine strappa uno sconto a 5 zeri valorizzando l'opera.
Il mio amico se lo mette sotto braccio, torna a casa e lo appende accanto alla porta di ingresso.
Mesi dopo questa situazione, vado a casa sua entro e lo vedo: un Licini incredibilmente spettacolare. Allora chiedo al mio amico, sapendo che non sa distinguere una tela da una serigrafia, se sapesse chi era l'artista. Mi risponde che non lo sa e non gli frega nulla conoscere il suo nome. Lui sa solo che ogni santa mattina quando esce ed ogni sera quando rientra a casa si deve fermare li difronte a guardarlo ed a volte perde appuntamenti milionari. Gli basta questo.
La forza di Licini!
 
ho visitato una bellissima mostra a cuneo, in una chiesa restaurata che pare più una basilica. molto materiale viene dal ciclo informale del museo di Torino. spazio eccezionale, opere strepitose come un santomaso e un dorazio e un fontana. vi consiglio la visita per rifarsi gli occhi ed allentare le tensioni finanziarie. buon anno.
 
Mostra, come si usa dire, imperdibile a Venezia.
Dall'8 maggio al 22 settembre vi sarà al museo di Ca' Pesaro la prima ampia retrospettiva italiana dedicata ad Arshile Gorky (1904-1948), artista armeno che ha segnato la storia dell'espressionismo astratto americano.
 

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