Obbligazioni MPS

Stavo sentendo Consorte, che MpS la conosce.

Giovanni Consorte, ex presidente Unipol, commenta il piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena: "È un progetto complesso e senza vie di mezzo: o l'intervento del governo avviene in modo massiccio oppure la banca è da nazionalizzare"

http://www.la7.it/la-gabbia/video/giovanni-consorte-nazionalizzare-mps-13-10-2016-195461


....AAAAh annamo bene...proprio bbene..


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Le chiamavano Good Bank

il valore totale dei crediti deteriorati lordi, che esclude le cessioni di sofferenze a Rev programmate sin dall’inizio, e in realizzazione in più sequenze, passa dai 4,47 miliardi iniziali del dicembre 2015 ai 4,37 miliardi di giugno 2016. Si tratta dunque di stock quasi interamente inclusi nel portafoglio delle good bank sin dall’avvio del Programma di Risoluzione approvato da DG Comp il 22 novembre 2015»

Quello che invece vogliamo portare alla vostra attenzione è che, al momento della risoluzione, le quattro banche “nuove” hanno mantenuto uno stock di crediti deteriorati piuttosto robusto. Al 30 giugno, il totale dei crediti erogati alla clientela dalle quattro good bank era di 17,7 miliardi di euro. Con un complesso algoritmo, scopriamo quindi che il rapporto tra crediti deteriorati lordi e prestiti è pari al 19,1%. Che è un numero molto elevato, altro che good bank.

Che si può tentare di inferire, quindi, da questi numeri e queste puntualizzazioni? Innanzitutto che i crediti deteriorati lordi pesano ancora moltissimo sulle quattro banche “risanate”. Poi, che nel primo semestre dell’anno il 10% degli inadempimenti probabili è divenuto sofferenza, il che suggerisce che la velocità di deterioramento di tali crediti dubbi resta elevata. Anche per le good bank si ripropone la questione che da un anno appassiona (si fa per dire) commentatori e politici: quanto valgono le sofferenze? Ci viene detto che la loro copertura è al 63%, quindi la cessione per almeno il 37% del loro valore nominale eviterebbe di erodere il capitale. Ma, ancora una volta, questo pare un valore elevato, per i tempi che corrono. Non vi sembra tutto il solito déjà vu?

La morale è che l’acquirente di queste banche “risanate”, sia esso Ubi o altri, dovrà ricapitalizzarle in modo robusto, con buona pace del loro livello ufficiale di Common Equity Tier 1 (CET1), poco sotto al 10%. Ribadiamolo: se le sofferenze non sono realisticamente rettificate, cioè se il loro valore di presumibile realizzo è inferiore a quanto accantonato, i coefficienti patrimoniali sono numeri scritti sull’acqua.

Facciamo altre inferenze, già che ci siamo: è possibile che, quel fatidico 22 novembre, le autorità di risoluzione abbiano sbagliato i calcoli (per così dire), rappresentando una situazione “migliore” di quella effettiva, cioè abbiano girato alla bad bank meno crediti ammalorati del previsto? In altri termini, è possibile che siano stati classificati tra incagli quelle che erano ormai sofferenze a tutti gli effetti? E perché lo avrebbero fatto? Riflettete su quanto è costata la risoluzione del 22 novembre 2015, leggendo il comunicato di Bankitalia di quel giorno:
 
guarda blackmac, è quello che sostengo da tempo , ho sostenuto in questo forum ed ho sostenuto anche con un esperto come Massimo Famularo. Gli assets di livello 3 (derivati e non) vanno tutti trattati come derivati con time decay.

Se leggiamo Penati, "Al termine della due diligence "ho trovato che i cash flow sono esattamente in linea con quelli che avevamo stimato. Noi siamo pronti", ha aggiunto Penati." e traduciamo, dice che "l flusso di cassa medio" della mezzanina è in linea con le stime ma, e questo lo dico io, non è possibile stimare con la necessaria accuratezza i cash flows futuri che dipendono da fattori incontrollabili. In assenza di un mercato liquido, stai prezzando qundi l'asset tramite valori inosservabili..inosservabli come il prezzo d vendita che andrai ad affrontare...

Ovvero, ognuno li prezza come vuole a seconda che li venda o li compri..
 
guarda blackmac, è quello che sostengo da tempo , ho sostenuto in questo forum ed ho sostenuto anche con un esperto come Massimo Famularo. Gli assets di livello 3 (derivati e non) vanno tutti trattati come derivati con time decay.

Se leggiamo Penati, "Al termine della due diligence "ho trovato che i cash flow sono esattamente in linea con quelli che avevamo stimato. Noi siamo pronti", ha aggiunto Penati." e traduciamo, dice che "l flusso di cassa medio" della mezzanina è in linea con le stime ma, e questo lo dico io, non è possibile stimare con la necessaria accuratezza i cash flows futuri che dipendono da fattori incontrollabili. In assenza di un mercato liquido, stai prezzando qundi l'asset tramite valori inosservabili..inosservabli come il prezzo d vendita che andrai ad affrontare...

Ovvero, ognuno li prezza come vuole a seconda che li venda o li compri..

Sui derivati non riesco a seguirti data la mia scarsa preparazione in materia. L'altra parte mi è più chiara.
Devo dire inoltre che faccio fatica a a comprendere "professionalmente" banca d'italia.
Immagino ci siano strutture delegate a fare simulazioni, controlli etc. boh per non dire altro.
 
guarda blackmac, è quello che sostengo da tempo , ho sostenuto in questo forum ed ho sostenuto anche con un esperto come Massimo Famularo. Gli assets di livello 3 (derivati e non) vanno tutti trattati come derivati con time decay.

Se leggiamo Penati, "Al termine della due diligence "ho trovato che i cash flow sono esattamente in linea con quelli che avevamo stimato. Noi siamo pronti", ha aggiunto Penati." e traduciamo, dice che "l flusso di cassa medio" della mezzanina è in linea con le stime ma, e questo lo dico io, non è possibile stimare con la necessaria accuratezza i cash flows futuri che dipendono da fattori incontrollabili. In assenza di un mercato liquido, stai prezzando qundi l'asset tramite valori inosservabili..inosservabli come il prezzo d vendita che andrai ad affrontare...

Ovvero, ognuno li prezza come vuole a seconda che li venda o li compri..


Sui derivati non riesco a seguirti data la mia scarsa preparazione in materia. L'altra parte mi è più chiara.
Devo dire inoltre che faccio fatica a a comprendere "professionalmente" banca d'italia.
Immagino ci siano strutture delegate a fare simulazioni, controlli etc. boh per non dire altro.

Non è concettualmente complesso imho...ed in BdI bsogna saper dove guardare.

Ti allego un estrapolato e vi invito alla lettura..


in sharp contrast, the decline of the industrial sector is driving NPL growth in peripheral economies, especially in Greece and Italy. Almost three-quarters of NPLs were granted to Italian and Greek small-medium enterprises that have now probably disappeared from the market. Hence these loans are deadweight losses despite their optimistic accounting, not recoverable even in the presence of strong GDP growth. This interpretation explains the low evaluation of these loans made by the market (around 20% of their nominal value).

In summary, we cannot but acknowledge the peculiarity of the Italian case: the country can hardly get out of the NPL quagmire without a structural intervention under the direction of the European authorities. A massive purchase of securitized NPLs would be required, several orders of magnitude higher (at least € 500bn) than the current ECB Asset Backed Securities Purchase Program accompanied by forced recapitalizations with government funds given on precise, restrictive conditions.


Whatever the technical implementations, losses are inevitable and need to be mutualized among the different actors of the economic system. Preferably in a coordinated manner; buffer-type or one-off interventions, carried out at national level (such as in the MPS case), would not help.



The Italian Non-performing Loans Problem And Europe
 
Pubblicato il: 15/10/2016 18:59

Sul tavolo dell'amministratore delegato del Mps, Marco Morelli, c'è una proposta di Corrado Passera sul rafforzamento patrimoniale della banca. Lo comunica l'istituto senese. Il consiglio di amministrazione, riunitosi il 14 ottobre, ha analizzato "accuratamente" una lettera inviata da Corrado Passera e pervenuta all'istituto il 13 ottobre scorso "in cui viene illustrata una proposta non vincolante relativa al potenziale rafforzamento patrimoniale" di Rocca Salimbeni.

Il cda "ha conferito a riguardo uno specifico mandato all’amministratore delegato che ha avviato ulteriori approfondimenti", si legge nella nota diffusa dalla banca senese. Con il comunicato ufficiale di Rocca Salimbeni, trovano conferma le indiscrezioni degli ultimi giorni che vedevano l'ex ad di Intesa Sanpaolo ancora in contatto con alcuni investitori internazionali (si fa il nome del fondo Usa Warburg Pincus) per mettere a punto un piano che prevede un aumento di capitale riservato da 2-2,5 miliardi di euro.

Una scelta, quella operata dal cda, che potrebbe lasciare intendere che il progetto targato Jp Morgan e Mediobanca stenta a decollare. In attesa di novità, l'attenzione resta puntata sul 24 ottobre prossimo, quando si conosceranno i dettagli del nuovo piano di rilancio, il quale si articola nella cartolarizzazione dei Non performing loans e nel successivo aumento di capitale.
 

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