Obbligazioni MPS

MILANO (Reuters) - Morgan Stanley, UniCredit e Intesa SanPaolo hanno respinto la proposta di Monte dei Paschi di Siena di sostenere il proposto aumento di capitale da 5 miliardi, secondo una fonte vicina alla situazione.

La banca sta cercando di mettere assieme un consorzio di garanzia dell'aumento di capitale nelle prossime 24 ore, in modo da avere un piano realizzabile prima della diffusione degli stress test domani sera, che non dovrebbero essere favorevoli per il Monte.

Finora ha ricevuto interesse da Citigroup, Bank of America, Deutsche Bank and Credit Suisse, secondo la fonte. Il consorzio includerà anche i global coordinator Mediobanca e JPMorgan.

Altre banche, incluse Societe Generale, UBS e Nomura, sono state contattate nel tentativo di condividere il possibile costo dell'operazione che dovrebbe vedere Monte dei Paschi emettere titoli tra 0,5 e 0,6% del tangible book value, secondo la fonte. "Al momento il consorzio è debole", per la fonte. "Altre banche si devono affiancare". Un'altra fonte, vicina alla banca, dice che Monte dei Paschi dovrebbe comunicare le linee guida del piano domani e di essere fiducisa del raggiungimento di un pre-accordo con un numero sufficiente di banche in tempo.

Monte dei Paschi, Mediobanca, JPMorgan, Unicredit e Intesa non hanno commentato. Morgan Stanley e le altre banche non sono state immediatemente disponibili per un commento.

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Colpo di scena all'ultimo minuto per Mps. A poche ore dal verdetto della Bce al 'capital plan' e dalla decisione del cda sulle misure straordinarie da prendere per risanare la banca, sul tavolo degli amministratori è arrivata una proposta alternativa a quella di Jp Morgan, avanzata dall'ex numero uno di Intesa Sanpaolo Corrado Passera con il supporto del colosso svizzero Ubs.

La proposta, anticipata da una lettera in serata di quattro cartelle che contiene gli aspetti salienti dell'operazione, dovrà essere così esaminata dal cda delle banca senese e sarà formalizzata dallo stesso ex ministro. L'operazione è frutto di una tessitura paziente di Passera e di Andrea Orcel, l'italiano top manager del gruppo Ubs. Un ruolo chiave, secondo quanto si apprende, lo avrebbero i grandi fondi americani. Si vedrà se la proposta sarà per il Monte più allettante di quella dei 'rivali' di Jp Morgan.

L'operazione della banca d'affari americana, come emerso in questi giorni, passa per un aumento di capitale fino a 5 miliardi, accompagnato da un prestito ponte di qualche miliardo necessario a coprire le perdite che deriveranno dalla smobilitazione di 27 miliardi di sofferenze lorde (10 miliardi netti). Parallelamente sarà costruito un veicolo 'ad hoc' in cui confluiranno le sofferenze da cartolarizzare utilizzando lo schema di garanzie pubbliche (Gacs) e le risorse del fondo Atlante che acquisterà le tranche equity a prezzi fino a 32 cent per ogni euro in sofferenza.

In queste ore i contatti tra Siena (poco mossa in Borsa +0,10%) e Francoforte proseguono senza sosta, così come con gli advisor, JpMorgan e Mediobanca, chiamati a mettere in piedi tra le varie cose anche un consorzio di garanzia che si faccia carico del maxi-aumento. Il lancio della ricapitalizzazione è atteso entro fine anno e in caso di successo lo spettro del bail-in potrà finalmente sparire.

In campo per il pre-underwriting agreement ci sono già otto banche d'affari e, secondo quanto riferito, Mps è pronta a pagare oltre 250 milioni di euro, così come avvenuto nel 2014.
Al momento infatti la banca starebbe valutando di riconoscere delle commissioni pari al 4-4,5% rispetto all'importo dell'aumento, vale a dire tra i 200-225 milioni a cui si aggiungeranno le spese di consulenza. Il pagamento, è stato precisato, è condizionato al successo dell'operazione.
Sullo sfondo si muove poi Atlante bis. Il fondo, come riportato da indiscrezioni di stampa, dovrebbe chiudere le sottoscrizioni tra nuovi e vecchi investitori l'8 agosto.

Obiettivo raggiungere, dagli attuali 1,7 miliardi, fino a 5 miliardi di euro tra assicurazioni, casse di previdenza, banche commerciali e la Cdp. Intanto, Quaestio Capital, l'Sgr che gestisce Atlante, ha fatto sapere di aver arruolato Credito Fondiario per i servizi di due diligence e master servicer nelle operazioni sugli Npl e di aver rafforzato il management proprio per far fronte al dossier sofferenze.

Mentre sul dossier le bocche restano cucite, a parlare del Monte è stato il presidente della Fondazione Mps, Marcello Clarich, che ormai rappresenta soltanto l'1,49% del capitale, una quota marginale rispetto a quando l'ente deteneva il controllo indiscusso dell'istituto. Interpellato dall'ANSA sul prossimo aumento di capitale il professore ha spiegato che "il percorso di analisi inizierà proprio domani con la prima di una serie di riunioni della deputazione amministratrice". E comunque, anche, in vista dell'ormai scontata bocciatura della banca agli stress-test dell'Eba, che saranno pubblicati domani sera, ha aggiunto: "Aspettiamo, non c'è da agitarsi".



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Bce Stress Test Mps Corrado Passera

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La doppia svolta sui crediti di Mps che può servire a tutto il sistema–di Alessandro Graziani 29 luglio 2016

Rilanciare il Monte dei Paschi senza fare ricorso a interventi pubblici, evitando di coinvolgere gli obbligazionisti della terza banca italiana. Il piano Mps su cui dovrà pronunciarsi oggi la Bce, può rappresentare una svolta per l’intero sistema bancario italiano. In prima battuta perchè, escludendo interventi di emergenza che avrebbero portato al bail in (o al burder sharing) per risolvere i guai di Mps, evita pericolosi effetti-contagio sul resto delle banche sane del Paese. Ma oltre all’emergenza evitata, conta anche la prospettiva di un sistema del credito che resta gravato da 200 miliardi di crediti lordi in sofferenza accumulati negli anni della grande recessione.

Si vedrà domani se il contropiano presentato in extremis dall’ex ceo di Intesa Corrado Passera (che dopo la parentesi politica si propone come futuro ceo di Mps) e da Ubs, per anni advisor del Monte, avrà reali spazi di manovra. Il cda del Monte di oggi ha certamente l’obbligo di esaminarlo, ma i tempi della proposta di Ubs - meno penalizzante per gli attuali azionisti del Monte ma forse meno risolutiva - sembrano scontrarsi con quelli della vigilanza Bce che pretende una soluzione immediata, cioè entro stasera quando sarà pubblicato l’esito dello stress test Eba, al caso Monte.

La banca senese è stata costretta “pubblicamente” dalla vigilanza Bce a cedere l’intero portafoglio di 27 miliardi lordi di Npl (10 netti) entro tre anni. Il mercato, anche in vista dell’esito negativo degli stress test che saranno diffusi stasera, ha come conseguenza imposto a Mps una ripulitura immediata dell’attivo che sarà realizzata - Bce permettendo - tramite una maxi-cartolarizzazione dell’intero stock di sofferenze e un conseguente aumento di capitale fino a 5 miliardi. Grazie all’intervento del fondo Atlante e all’utilizzo delle Gacs pubbliche, il prezzo a cui saranno deconsolidati gli Npl dovrebbe salire poco sopra al valore del 30% del nominale. Livello ampiamente superiore al 20% fissato per le 4 banche fallite e arbitrariamente considerato come valore medio di un mercato che, di fatto, non esiste.

Il repricing attuato per gli Npl di Monte Paschi potrà essere replicato da Atlante 2 su altre banche e gradatamente diventare un benchmark di mercato per il futuro. Analogamente, il possibile via libera tecnico di Bce sulla non invalidazione dei modelli interni di rating nel caso Mps (che avrebbe generato uno shortfall di capitale di altri 5 miliardi) consentirà anche alle altre banche italiane di accelerare la cessione dei crediti in sofferenza. Una doppia svolta che, al di là dei tecnicismi, può consentire una riattivazione del credito. E soprattutto un ribaltamento delle aspettative della speculazione internazionale.

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Mi chiedo perchè gli npl di siena siano piu belli di quelli di banca marche & co ...

Ieri presa una senior mps scadenza maggio 2017

Sulle banche italiane in difficolta le lt2 le evito ... Mi accontento di guadagnare qualche spicciolo con le senior.
 
La doppia svolta sui crediti di Mps che può servire a tutto il sistema–di Alessandro Graziani 29 luglio 2016

Rilanciare il Monte dei Paschi senza fare ricorso a interventi pubblici, evitando di coinvolgere gli obbligazionisti della terza banca italiana. Il piano Mps su cui dovrà pronunciarsi oggi la Bce, può rappresentare una svolta per l’intero sistema bancario italiano. In prima battuta perchè, escludendo interventi di emergenza che avrebbero portato al bail in (o al burder sharing) per risolvere i guai di Mps, evita pericolosi effetti-contagio sul resto delle banche sane del Paese. Ma oltre all’emergenza evitata, conta anche la prospettiva di un sistema del credito che resta gravato da 200 miliardi di crediti lordi in sofferenza accumulati negli anni della grande recessione.

Si vedrà domani se il contropiano presentato in extremis dall’ex ceo di Intesa Corrado Passera (che dopo la parentesi politica si propone come futuro ceo di Mps) e da Ubs, per anni advisor del Monte, avrà reali spazi di manovra. Il cda del Monte di oggi ha certamente l’obbligo di esaminarlo, ma i tempi della proposta di Ubs - meno penalizzante per gli attuali azionisti del Monte ma forse meno risolutiva - sembrano scontrarsi con quelli della vigilanza Bce che pretende una soluzione immediata, cioè entro stasera quando sarà pubblicato l’esito dello stress test Eba, al caso Monte.

La banca senese è stata costretta “pubblicamente” dalla vigilanza Bce a cedere l’intero portafoglio di 27 miliardi lordi di Npl (10 netti) entro tre anni. Il mercato, anche in vista dell’esito negativo degli stress test che saranno diffusi stasera, ha come conseguenza imposto a Mps una ripulitura immediata dell’attivo che sarà realizzata - Bce permettendo - tramite una maxi-cartolarizzazione dell’intero stock di sofferenze e un conseguente aumento di capitale fino a 5 miliardi. Grazie all’intervento del fondo Atlante e all’utilizzo delle Gacs pubbliche, il prezzo a cui saranno deconsolidati gli Npl dovrebbe salire poco sopra al valore del 30% del nominale. Livello ampiamente superiore al 20% fissato per le 4 banche fallite e arbitrariamente considerato come valore medio di un mercato che, di fatto, non esiste.

Il repricing attuato per gli Npl di Monte Paschi potrà essere replicato da Atlante 2 su altre banche e gradatamente diventare un benchmark di mercato per il futuro. Analogamente, il possibile via libera tecnico di Bce sulla non invalidazione dei modelli interni di rating nel caso Mps (che avrebbe generato uno shortfall di capitale di altri 5 miliardi) consentirà anche alle altre banche italiane di accelerare la cessione dei crediti in sofferenza. Una doppia svolta che, al di là dei tecnicismi, può consentire una riattivazione del credito. E soprattutto un ribaltamento delle aspettative della speculazione internazionale.

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fatemi capire .. atlante due adesso replica su altre banche con i fondi pensione dei professionisti ? o con i soldi delle pensioni integrative ? vedrete come si inc.zzano i professionisti a settembre ... con i loro ordini professionali .
senza toccare i subordinati ?
se il governo vuole farli inc.zzare cosi ci riuscira' sicuramente ... tanto lo sono gia'.
 
fatemi capire .. atlante due adesso replica su altre banche con i fondi pensione dei professionisti ? o con i soldi delle pensioni integrative ? vedrete come si inc.zzano i professionisti a settembre ... con i loro ordini professionali .
senza toccare i subordinati ?
se il governo vuole farli inc.zzare cosi ci riuscira' sicuramente ... tanto lo sono gia'.

Speriamo bene, qui ci sono un pò di risorse da utilizzare.

Il piano di Passera giunge all'ultimo minuto, mi auguro che non siano state già prese le decisioni.
 
Il Sole pubblica un articolo di luca Davi secondo il quale il piano Passera prevederebbe un adc più contenuto con LME e conversion di subordinati


"Una raccolta di capitale fresco più limitata, nell’ordine di 2,5-3 miliardi di euro. A cui si aggiungerebbe invece una parziale conversione in azioni di strumenti obbligazionari subordinati (Additional tier 1) e un’azione di revisione della gestione delle passività (liability management). Si poggerebbe su questi pilastri, a quanto risulta al Sole 24Ore, il piano alternativo per il Monte targato Ubs-Passera."

Nel piano Ubs aumento sotto i tre miliardi

ma non mi sembra MPS abbia AT1
 

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