Obbligazioni MPS

Mps – Il negoziato Tesoro-UniCredit alla stretta finale 21/10/2021 11:45 - MKI
Il negoziato Tesoro-UniCredit per definire l’operazione Mps e' entrato nella fase decisiva, con una possibile decisione che potrebbe essere presa entro mercoledi' 27 ottobre, quando il cda della stessa UniCredit approvera' la trimestrale.
Entro suddetta data, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il Ceo di UniCredit vuole prendere una decisione definitiva, anche nell’ottica di sapere se dovra' includere l’operazione nel nuovo piano industriale che sara' presentato il prossimo novembre. Il giornale non esclude l' irrigidimento delle controparti e l' abbandono del tavolo.
La quadra tra le controparti deve essere trovata su tre questioni fondamentali: rafforzamento patrimoniale, esuberi e il perimetro oggetto di cessione.
Per quanto riguarda il rafforzamento patrimoniale di cui necessita la banca senese, anche per rispettare la condizione di impatto neutro del deal sulla posizione di capitale imposta da UniCredit, il giornale indica in circa 7 miliardi la cifra stimata: 2,5-3 miliardi per riportare il Cet1 di Siena a livello di UniCredit (15,5%), fino a 3,5 miliardi per finanziare i circa 7.000 esuberi e 2,5 miliardi circa per svalutare una porzione di Stage 2. Da questa somma verrebbero detratti i circa 1,8 miliardi netti di Dta.
Secondo rumor riportati da MF, il MEF sarebbe disposto a immettere 6,5 miliardi tra incentivi fiscale, aumento del capitale di classe uno, oneri di ristrutturazione, incremento delle coperture sui crediti in bonis e ricapitalizzazione di AMCO per l’acquisto degli Npe, mentre per UniCredit la somma salirebbe a circa 8,5 miliardi.
Il Tesoro punterebbe a ridurre quanto piu' possibile l' esborso pubblico, anche per evitare contestazioni da parte della Commissione Europea n merito agli aiuti di Stato.
A proposito dei benefici fiscali, che nel caso di Mps potrebbero valere fino a 2,3 miliardi, la norma che consente di trasformare le imposte anticipate (Dta) in crediti fiscali dovrebbe essere prorogata di altri sei mesi, fino al 30 giugno 2022, secondo quando ha dichiarato il sottosegretario al Tesoro, Maria Cecilia Guerra. Adesso valgono solo per le operazioni straordinarie approvata dal cda o dall’assemblea entro il 31 dicembre 2021.
Per quanto riguarda i potenziali esuberi, che i rumor indicano in circa 7 mila (circa il 30% del totale), secondo Il Sole 24 Ore UniCredit preferirebbe che il tutto avvenisse prima dell’acquisizione, mentre il MEF vorrebbe che fosse l’acquirente a gestire il tutto.
Secondo MF, per le uscite previste UniCredit stima infatti un costo complessivo fino a 3,5 miliardi, ammontare superiore di 1 un miliardo rispetto a quanto il MEF vorrebbe mettere a disposizione. Questo anche alla luce del fatto che, con una spesa media a carico del Fondo di Solidarieta' di 200 mila euro per dipendente, i 7 mila esuberi ipotizzati dovrebbero costare meno della meta' della cifra prevista da UniCredit.
Da quest’ultima pero' la richiesta verrebbe giustificata in conseguenza della bassa eta' media dei dipendenti di Mps e della necessita' di preventivare tempistiche di uscita superiori a quelle normalmente praticate, arrivando fino a 7 anni.
In merito al perimetro che dovrebbe essere rilevato da UniCredit, non dovrebbe comprendere il corporate center, ovvero tutte le strutture direzionali della banca senese, Mps Capital Services, Mps Leasing&Factoring, Mps Fiduciaria e il Consorzio operativo.
Riguardo alla partnership commerciali, secondo quanto si apprende da MF, il Tesoro non sarebbe disposto ad accollarsi le penali per gli eventuali scioglimenti, che per esempio nel caso di Axa potrebbero ammontare a 1 miliardo. Un’eventuale decisione sulle disdette da tali accordi infatti, dal punto di vista del Tesoro, spettera' all’acquirente dopo la finalizzazione del deal.
Le trattative tra il Tesoro e UniCredit su Mps proseguono senza sosta. E l' obiettivo condiviso da entrambe le parti e' trovare un' intesa per la cessione di Siena entro la scadenza fissata del 27 ottobre, giorno in cui UniCredit approvera' i conti del trimestre. In quella data la banca di piazza Gae Aulenti conta di avere in ogni caso chiarezza sullo scenario, ovvero se il futuro sara' con o senza Mps. Il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, ha fatto sapere alla controparte che la deadline e' funzionale al rispetto dei tempi del nuovo piano industriale, che sara' presentato al mercato a novembre.
La partita, va detto, non appare di semplice soluzione perche' le distanze permangono su alcuni punti, in particolare su tre aspetti: capitale, esuberi e perimetro oggetto di cessione. E nessuno puo' escludere un colpo di scena finale, con l' irrigidimento delle controparti e l' abbandono del tavolo.
In caso di esito positivo della trattativa, quindi, entro la prossima settimana si dovrebbe arrivare a un Memorandum of understanding (MoU), la cui messa a terra operativa avverra' nel 2022, subordinata a varie condizioni, tra cui l' approvazione da parte dell' assemblea straordinaria di UniCredit, le autorizzazioni regolamentari e le relative coperture da parte del Governo.
Intorno alle 11:40 a Piazza Affari le azioni Mps cedono lo 0,4% a 1,07 euro, mentre i titoli UniCredit lasciano sul terreno l’1,4% a 11,49 euro. L’indice di settore segna un ribasso dell’1 per cento.
 
BREAKINGVIEWS-Mario Draghi può giocare duro con Andrea Orcel 21/10/2021 14:13 - RSF
(L'autrice è un'editorialista di Reuters Breakingviews. Le opinioni espresse sono le sue.)
di Lisa Jucca
MILANO, 21 ottobre (Reuters) - La carta migliore in mano al presidente del consiglio Mario Draghi nella partita a poker su Banca Mps (BMPS.MI) è forse quella di prendere tempo. Roma sta cercando disperatamente di far convolare a nozze la storica banca toscana con UniCredit (UCG.MI). Ma la dote richiesta dal Ceo Andrea Orcel è molto alta, almeno 7 miliardi di euro. Una somma pesante per i contribuenti italiani.

Era scontato sin dal principio che le trattative con l'investment banker di lungo corso sarebbero state difficili.

All'inizio dei negoziati con il Tesoro, azionista di maggioranza di Monte dei Paschi, il nuovo Ceo di UniCredit ha messo in chiaro che un accordo sarebbe stato possibile, ma solo se non fosse risultato dannoso per la base patrimoniale della banca e se avesse comportato un incremento degli utili, cosa che sottintende che Mps avrebbe avuto innanzitutto bisogno di ulteriori fondi pubblici. La posizione di Draghi poi è indebolita dal fatto che le regole dell'Unione europea lo costringono a cedere la quota in Mps, acquisita con il salvataggio del 2017, entro il prossimo giugno.

Draghi sarà in ogni caso costretto a immettere altri soldi in Monte dei Paschi. La banca senese, al 64% di proprietà dello Stato, ha calcolato a gennaio di aver bisogno di 2,5 miliardi di euro per rinforzare il proprio capitale. Il conto presentato da Orcel non solo è molto più salato, ma potrebbe anche contemplare 7.000 ulteriori tagli di posti di lavoro, lasciando allo Stato i crediti deteriorati e le pendenze legali. Si tratta di una richiesta onerosa per lo Stato, che ha già iniettato 5,4 miliardi di euro nelle casse della banca senese appena 4 anni fa.

Orcel minaccia di far saltare l'operazione se non si giungerà presto a un accordo. Tuttavia Draghi ha un piano B: potrebbe chiedere a Bruxelles un'estensione del termine ultimo per vendere la quota di Mps, citando le conseguenze della pandemia come motivazione. Questo gli potrebbe dare un po' di tempo per trovare una soluzione alternativa, magari coinvolgendo altre banche più piccole come Banco Bpm (BAMI.MI) o Bper Banca (BPE.MI), oppure vendendo gradualmente la quota sul mercato.

Questo metterebbe sotto pressione Orcel: i suoi stessi azionisti hanno scommesso sul titolo UniCredit sulle speranze di una combinazione bancaria.

Il rischio è che non si materializzi nessuna alternativa decente, e che via XX settembre resti bloccata con una banca che perde soldi. Ci sono, tuttavia, dei segnali di ripresa di Mps.

La banca ha riportato un utile netto di 200 milioni di euro nel primo semestre, riducendo i propri crediti in sofferenza ad appena il 2,5% del totale. Mps ritiene inoltre che il suo shortfall di capitale sarà di solo 500 milioni di euro il prossimo anno. La ripresa dell'economia italiana potrebbe fornire ulteriore aiuto.

Draghi rischia qualunque cosa scelga di fare. Ma scatenare una tempesta politica a causa di un altro costoso bailout è probabilmente l'ipotesi a lui meno gradita.

<^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^ Italy faces capital demand of more than $8 bln to offload Monte dei Paschi [nL1N2RE0V7] BREAKINGVIEWS-Andrea Orcel dives for treasure in MPS wreck (news)

^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^>
(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, [email protected], +48587696613)
 
Draghi non sa dire se accordo Mps-UniCredit si farà entro fine mese 22/10/2021 16:53 - RSF
ROMA, 22 ottobre (Reuters) - Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha affermato che non è in grado di dire se un accordo UniCredit-Banca Mps (UCG.MI) (BMPS.MI) verrà raggiunto entro la fine di ottobre.

"Non posso rispondere perché non lo so", ha detto Draghi nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles che ha fatto seguito alla riunione del Consiglio europeo.

Persone coinvolte nelle trattative hanno detto a Reuters che Andrea Orcel, numero uno di Unicredit, e il governo italiano sono ancora lontani dal raggiungere un accordo in merito alla riprivatizzazione di Mps. (news)


(Angelo Amante)

(((Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, [email protected], +48 587696616)
 
LA STRETTA FINALE
Mps, trattativa a oltranza tra il Tesoro e UniCredit Il nodo resta il capitale
Luca Davi
L’intesa tra UniCredit e Mef sulla cessione di Mps, come da previsioni, ancora non si vede. Le distanze tra le parti, a quanto risulta da fonti vicine al dossier, e in particolare sul capitale da iniettare e sulle attività del gruppo senese che dovrebbe passare a UniCredit, non si sono ancora colmate. E così da più fonti ieri emergeva come la trattativa tra le parti apparisse in salita o quanto meno in stallo.
Si vedrà tuttavia a breve se le schermaglie tra Tesoro e piazza Gae Aulenti si riveleranno parte del gioco negoziale tipico di questi casi. Mercoledì prossimo è la data entro cui UniCredit chiede di tracciare un accordo quadro e avere chiarezza sul futuro, che dovrà essere con o senza Mps. La banca vuole insomma fare presto. L’attenzione è ovviamente massima anche da parte del Governo, che nel contempo sta però lavorando alla nuova Legge di Bilancio. Interpellato ieri a Bruxelles sul tema Mps, e nello specifico rispondendo alla domanda se il deal arriverà entro fine mese, Draghi ha fatto capire di essere lontano dalla partita. «Non posso rispondere perché non lo so», ha detto il premier. Il nodo principale da sciogliere (si veda Il Sole 24Ore di giovedì) rimane quello dell'aumento di capitale. UniCredit rivendica il rispetto delle condizioni condivise a fine luglio, e in particolare la neutralità dell’operazione sul capitale. Da qua la richiesta di un aumento superiore ai 7 miliardi, da effettuare prima della cessione di Siena. Da parte del Governo, invece, secondo indiscrezioni circolate ci sarebbe la disponibilità fino a 5 miliardi.
per me chiudono e i sub voleranno:devil:
 
LA STRETTA FINALE
Mps, trattativa a oltranza tra il Tesoro e UniCredit Il nodo resta il capitale
Luca Davi
L’intesa tra UniCredit e Mef sulla cessione di Mps, come da previsioni, ancora non si vede. Le distanze tra le parti, a quanto risulta da fonti vicine al dossier, e in particolare sul capitale da iniettare e sulle attività del gruppo senese che dovrebbe passare a UniCredit, non si sono ancora colmate. E così da più fonti ieri emergeva come la trattativa tra le parti apparisse in salita o quanto meno in stallo.
Si vedrà tuttavia a breve se le schermaglie tra Tesoro e piazza Gae Aulenti si riveleranno parte del gioco negoziale tipico di questi casi. Mercoledì prossimo è la data entro cui UniCredit chiede di tracciare un accordo quadro e avere chiarezza sul futuro, che dovrà essere con o senza Mps. La banca vuole insomma fare presto. L’attenzione è ovviamente massima anche da parte del Governo, che nel contempo sta però lavorando alla nuova Legge di Bilancio. Interpellato ieri a Bruxelles sul tema Mps, e nello specifico rispondendo alla domanda se il deal arriverà entro fine mese, Draghi ha fatto capire di essere lontano dalla partita. «Non posso rispondere perché non lo so», ha detto il premier. Il nodo principale da sciogliere (si veda Il Sole 24Ore di giovedì) rimane quello dell'aumento di capitale. UniCredit rivendica il rispetto delle condizioni condivise a fine luglio, e in particolare la neutralità dell’operazione sul capitale. Da qua la richiesta di un aumento superiore ai 7 miliardi, da effettuare prima della cessione di Siena. Da parte del Governo, invece, secondo indiscrezioni circolate ci sarebbe la disponibilità fino a 5 miliardi.
per me chiudono e i sub voleranno:devil:
Si ma se nell'aumento utilizzeranno i sub invece di volare caleranno ancora?
 
Si ma se nell'aumento utilizzeranno i sub invece di volare caleranno ancora?
Se i sub:

1)li salvano, festeggi

2)li segano, non ti rimane nulla

3)li convertono, faresti bene a riguardarti il testo del decreto MPS (in vista della ricapitalizzazione precauzionale del 27 luglio 2017) del 17 febbraio 2017, che spiegava come era calcolata la conversione. La filosofia non rimarrebbe necessariamente la stessa, ma capire quella aiuterebbe a prevedere questa...

Poi toccherà a te decidere su quale opzione puntare...

In bocca al lupo!
 
Se i sub:

1)li salvano, festeggi

2)li segano, non ti rimane nulla

3)li convertono, faresti bene a riguardarti il testo del decreto MPS (in vista della ricapitalizzazione precauzionale del 27 luglio 2017) del 17 febbraio 2017, che spiegava come era calcolata la conversione. La filosofia non rimarrebbe necessariamente la stessa, ma capire quella aiuterebbe a prevedere questa...

Poi toccherà a te decidere su quale opzione puntare...

In bocca al lupo!
Si concordo ma io mi riferivo alla ottimismo dell' articolo precedente di FRamoro
 
LONDON (Reuters) -Italy's government and UniCredit are preparing to call off negotiations over the sale of ailing bank Monte dei Paschi (MPS) after efforts to reach an agreement over a costly recapitalization plan fell through, sources told Reuters.
Rome has decided it won't be able to meet UniCredit's requests for a recapitalization package worth more than 7 billion euros as this would make a deal "too punitive" for the Italian taxpayer, one of the sources said.
The decision makes it harder for Prime Minister Mario Draghi's government to meet pledges to EU regulators to re-privatise the bank by mid-2022.
This means Rome will have to negotiate a green light from Brussels to pump more state money into MPS to fill a 2.5 billion euro shortfall while a new agreement with European authorities over Italy's exit is found.
 
MILANO - Il governo italiano e UniCredit si stanno preparando ad annullare i negoziati su Mps dopo che gli sforzi per raggiungere accordo sul piano di ricapitalizzazione sono falliti. E' quanto scrive Reuters sul suo sito.
Secondo quanto riporta l'agenzia, citando due fonti anonime, Roma ha deciso che non sarà in grado di soddisfare le richieste di Unicredit per un pacchetto di ricapitalizzazione del valore di oltre 7 miliardi di euro in quanto questo renderebbe l' accordo "troppo punitivo" per i contribuenti. Ad incidere, inoltre, l'impossibilità di raggiungere un'intesa basata sulle condizioni fissate a luglio.

La banca diretta da Orcel aveva chiesto la neutralità dell'operazione dal lato degli indicatori patrimoniali (il che equivale a una ricca dote per Mps, prima della cessione) il rispetto di un perimetro definito delle attività che sarebbero rifluite nella fusione (perimetro che non è mai stato ufficializzato nei suoi dettagli) e infine un accrescimento degli utili per azione, post fusione. Condizioni che, secondo alcune ricostruzioni, si sarebbe rivelate impossibili da raggiungere.
 
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