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Unicredit-Mps, trattativa con il Tesoro verso lo stop: «Troppe distanze, non c'è intesa»
2 Minuti di Lettura
Sabato 23 Ottobre 2021, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 19:13
Lo stop arriva a pochi giorni dalla scadenza, fissata al 27 ottobre da Unicredit, per trovare una intesa. A questo punto al governo, azionista con il 64% della banca toscana, non resterebbe che negoziare una proroga sui tempi stabiliti di fine 2021 per privatizzare l'istituto.
«Non riesco a rispondere, perché non lo so», ha risposto ieri Mario Draghi alla domanda se prevedeva una soluzione a breve sul Monte dei Paschi. Ma le distanze su come portare a termine l'operazione restano troppo grandi. In particolare sull'aumento di capitale da 7 miliardi per Mps (la richiesta iniziale di Unicredi era di 9 miliardi) per garantire la neutralità dell'impatto dell'acquisizione sul capitale del gruppo milanese. Orcel inoltre avrebbe voluto rilevare solo una parte degli asset del Monte, escludendo le società prodotto (tranne Widiba), i crediti a rischio (Npl) e 300 filiali. Inoltre l'operazione, nei piani di Unicredit, avrebbe creato 7 mila esuberi a Siena. Complessivamente un prezzo giudicato dal Tesoro troppo alto da sopportare.
La sensazione che circola in Unicredit è comunque di una fusione ormai alle spalle e di un possibile annuncio di rottura anche prima del 27 di questo mese. E ora c'è anche chi pensa che Orcel potrebbe rilanciare lanciando una offerta su Bpm. Anche se la banca di Piazza Meda potrebbe essere un boccone troppo costoso anche per Unicredit. Ostacolo che potrebbe indirizzare Orcel verso una operazione all'estero.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Sabato 23 Ottobre 2021, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 19:13
Lo stop arriva a pochi giorni dalla scadenza, fissata al 27 ottobre da Unicredit, per trovare una intesa. A questo punto al governo, azionista con il 64% della banca toscana, non resterebbe che negoziare una proroga sui tempi stabiliti di fine 2021 per privatizzare l'istituto.
«Non riesco a rispondere, perché non lo so», ha risposto ieri Mario Draghi alla domanda se prevedeva una soluzione a breve sul Monte dei Paschi. Ma le distanze su come portare a termine l'operazione restano troppo grandi. In particolare sull'aumento di capitale da 7 miliardi per Mps (la richiesta iniziale di Unicredi era di 9 miliardi) per garantire la neutralità dell'impatto dell'acquisizione sul capitale del gruppo milanese. Orcel inoltre avrebbe voluto rilevare solo una parte degli asset del Monte, escludendo le società prodotto (tranne Widiba), i crediti a rischio (Npl) e 300 filiali. Inoltre l'operazione, nei piani di Unicredit, avrebbe creato 7 mila esuberi a Siena. Complessivamente un prezzo giudicato dal Tesoro troppo alto da sopportare.
La sensazione che circola in Unicredit è comunque di una fusione ormai alle spalle e di un possibile annuncio di rottura anche prima del 27 di questo mese. E ora c'è anche chi pensa che Orcel potrebbe rilanciare lanciando una offerta su Bpm. Anche se la banca di Piazza Meda potrebbe essere un boccone troppo costoso anche per Unicredit. Ostacolo che potrebbe indirizzare Orcel verso una operazione all'estero.
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