Obbligazioni MPS

pur di fare un dispetto a Orcel tagliamo le biglie anche al Tesoro
 

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B.Mps: Clarich, la proroga non basta (Mi.Fi.) 01/11/2021 08:31 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--Un anno di proroga non risolvera'' i problemi del Montepaschi e del suo principale azionista, il Tesoro italiano. Dopo l''interruzione inaspettata della trattativa con Unicredit, comprare tempo aggiuntivo costera'' un nuova stretta sui costi per la banca senese che ha gia'' alle spalle numerosi piani di ristrutturazione. Non solo. La presenza di una scadenza vincolante da rispettare mettera'' sempre il venditore in una posizione di svantaggio rispetto al compratore, abbattendo inevitabilmente il prezzo. Ne e'' convinto Marcello Clarich, senese d''adozione e presidente della Fondazione Mps negli anni piu'' difficili della sua storia. Anche sul consolidamento bancario il docente della Luiss Guido Carli e'' scettico: i guadagni di efficienza nell''integrazione tra grandi banche non sono affatto scontati. Domanda. Professor Clarich, che idea si e'' fatto dello stop alle trattative tra Unicredit e il Tesoro sul Montepaschi? Risposta. Nel corso di una negoziazione e'' difficile stabilire quando uno stop e'' definitivo, ma in questo caso certamente possiamo registrare una situazione di stallo. L''interruzione della trattativa pero'' non risolve un problema strutturale: un venditore che abbia l''obbligo di vendere un asset entro una certa data e'' in una situazione di debolezza. Questo da'' forza all''acquirente che ritiene legittimamente di poter ottenere condizioni migliori. Il problema si riproporrebbe anche tra un anno, a meno che non si decida di ridurre questa asimmetria, per esempio non prevedendo una scadenza precisa e assicurando cosi'' al Tesoro una maggiore flessibilita'' nei tempi di uscita. D. Ora il governo chiedera'' una proroga a Bruxelles. Che risultati si aspetta? R. Mi aspetto una rinegoziazione con la Ue per avere tempi di uscita un po'' piu'' lunghi. Nel frattempo, a quanto apprendo, si fara'' una ricapitalizzazione a condizioni di mercato e verra'' presentato un piano credibile che assicuri valore ma che inevitabilmente richiedera'' tagli e risparmi di costi. In questo contesto non si puo'' escludere che la trattativa con Unicredit venga riaperta. Mai dire mai. D. Ma anche la proroga potrebbe presentare un conto salato allo Stato... R. Si''. Un costo che andra'' a sommarsi ai miliardi di euro gia'' bruciati in passato tra risorse pubbliche e private, incluse quelle a suo tempo versate dalla Fondazione Mps. La domanda a questo punto e'': siamo davvero all''ultima richiesta di ricapitalizzazione? D. Domanda simile a quella che i contribuenti dovrebbero porsi per Alitalia, oggi Ita. R. Ma anche per Ilva e per altre imprese pubbliche in crisi. Il problema e'' che parliamo sempre di danaro dei contribuenti in una situazione di risorse limitate: e'' giusto continuare a riversare danaro in questo genere di salvataggi invece di utilizzarlo per investimenti, magari decisamente piu'' in grado di stimolare la crescita economica? Il problema pero'' viene affrontato raramente in sede politica e le ragioni dei contribuenti finiscono per passare in secondo o in terzo piano. D. Il legame tra Siena e la sua banca si e'' rivelato l''ostacolo piu'' ostico per la privatizzazione. Un legame che resiste agli anni? R. Dalla regione, agli enti locali sino al consiglio comunale di Siena, tutti sono compatti nel chiedere un rinvio della privatizzazione. La presenza pubblica nel capitale viene vista come un elemento rassicurante e come una garanzia per l''occupazione. Il Monte del resto rimane una delle principali aziende della Toscana. Senza dimenticare che la presenza pubblica garantisce ad alcuni gruppi di potere di mantenere un''influenza sulla banca. Un''influenza che in passato, con i suoi diktat e i suoi veti, e'' stata all''origine di molti problemi per la banca. Basti pensare ai no che il Monte ha detto a progetti di aggregazione che ne avrebbero cambiato la storia. E certamente non in peggio, come il progetto di fusione con la Bnl del 2003. A fronte di un prolungamento del regime di nazionalizzazione, mi chiedo oggi quali presidi ci siano per limitare l''influenza di quei gruppi di potere e garantire la piena autonomia del management. Altra domanda da porre e'' se in questa partita l''interesse di Siena e della Toscana coincida con l''interesse nazionale. D. Eppure le ultime dichiarazioni del segretario Pd Enrico Letta dimostrano che quasi tutto l''arco costituzionale si e'' di fatto schierato a favore della nazionalizzazione. Come se lo spiega? R. Senza dubbio c''e'' una componente di tradizione, visto che il Monte e'' stato da sempre una banca pubblica o semipubblica. La legge Amato l''aveva privatizzata, anche se la Fondazione Mps risentiva poi fortemente delle influenze della politica. Mps non e'' mai stata una banca veramente privata. A cio'' si aggiunga il clima oggi particolarmente favorevole al modello della impresa pubblica e alla presenza dello Stato nelle banche e nelle imprese. Pensiamo di nuovo ai casi di Ita, Ilva o Autostrade. Questi progetti pero'' dovranno confrontarsi con gli impegni presi a suo tempo con l''Unione Europea. Ci fu un impegno originario nel 2017 quando venne autorizzata la ricapitalizzazione precauzionale della banca con un impegno netto a favore di una proprieta'' pubblica temporanea. D. Che idee si e'' fatto sulle ragioni della rottura del negoziato tra il Tesoro e Unicredit? R. Penso che, al momento del pre-accordo iniziale, Unicredit e il Tesoro non avessero ancora fatto bene i conti sul fabbisogno di risorse pubbliche dirette e indirette. La stima finale deve essere sembrata molto superiore alle previsioni e questo immagino abbia spaventato il Tesoro. Piu'' in generale mi pare che sia mancata la condivisione di un progetto industriale, a partire dall''obiettivo di avere due o tre grandi poli bancari. D. Sul terzo polo si e'' aperto un grande dibattito negli ultimi mesi, a cui da ultimo si e'' unito il presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Qual e'' la sua opinione? R. Se il Monte venisse incorporato in Unicredit sarebbe difficile dar vita a un terzo polo che competa con i primi due. Non vi e'' dubbio che, dal punto di vista del cliente, avere piu'' poli sarebbe preferibile, pero'' occorre anche tener presente che la frammentazione pregiudica la nascita di grandi campioni nazionali in grado di competere all''estero. Se ragioniamo in un''ottica europea e guardiamo ai possibili effetti dell''Unione bancaria, forse avere due grandi banche in grado di affermarsi sui mercati esteri puo'' rappresentare un vantaggio. D. In generale lei e'' favorevole al consolidamento del sistema bancario? R. Al tema occorre avere un approccio pragmatico e non dogmatico. Diverse recenti analisi fatte per esempio dai professori Mario Comana e Marco Onado sembrano suggerire che, oltre a una certa soglia dimensionale, i guadagni di efficienza derivanti dalle aggregazioni bancarie non sono cosi'' evidenti. Senza contare che, piu'' grandi diventano i gruppi, maggiore e'' il rischio sistemico connesso. Ovviamente questo non significa auspicare un ritorno dello Stato banchiere che, non dimentichiamolo, non e'' si e'' certo mostrato un soggetto economico particolarmente efficiente.
fch
 
in effetti una soluzione condivisa dalle grandi banche sarebbe l'ideale teoricamente ma difficile da mettere in pratica.
In Sudafrica ci sono riusciti salvando African Bank dal fallimento e alla fine dei conti non ci avranno rimesso dei soldi, la banca sta andando bene e anche gli NPL son rientrati in buona parte ma non erano prestiti regalati a politici e loro accoliti come di moda in Italia
 
in effetti una soluzione condivisa dalle grandi banche sarebbe l'ideale teoricamente ma difficile da mettere in pratica.
In Sudafrica ci sono riusciti salvando African Bank dal fallimento e alla fine dei conti non ci avranno rimesso dei soldi, la banca sta andando bene e anche gli NPL son rientrati in buona parte ma non erano prestiti regalati a politici e loro accoliti come di moda in Italia
Qui la situazione ed possibile soluzione è profondamente diversa angy2008 ma non faranno fallire MPS perchè sarebbe controproducente per loro. La seguo da 13 anni MPS senza toccarla a parte un paio di scalp tre anni fa e conosco un poco di cose e ho la mia idea. L'istituto nonostante sia decaduto a livelli infimi verrà acquisito da un player straniero ma ad un prezzo inferiore secondo il mio punto di vista. La cassa continua è sempre(è diventato un gioco ed il banco vince sempre) aperta e tutti i giorni racimolano tutto il possibile. Non mi stupisce questa cassa di risonanza che si tramanda da partiti e banche ,buon giorno.
 
Fondazione Mps, nessun ruolo diverso in futuro banca - presidente 02/11/2021 13:26 - RSF
MILANO, 2 novembre (Reuters) - Nel futuro del Monte dei Paschi (BMPS.MI) non c'è spazio per un ruolo diverso della fondazione un tempo azionista di controllo mentre è necessario "uno sforzo di fantasia" da parte del Mef.

"Non mi pare ci siano possibilità di ruoli diversi da quelli che abbiamo attualmente" per Fondazione Mps in Monte dei Paschi, ha commentato il presidente Carlo Rossi presentando alla stampa il nuovo documento programmatico dell'ente senese.

Quanto alla mancata vendita a UniCredit, "nessuno in Italia si è stracciato le vesti e la fondazione è in questa prospettiva," ha commentato dopo la rottura delle trattative tra Mef e la banca di Piazza Gae Aulenti.

"Cosa succede ora? Non credo sia il caso di ripetere il percorso fatto con UniCredit e andare a cercare un cavaliere bianco" che difficilmente potrebbe valutare la banca toscana in maniera diversa da come ha fatto UniCredit, ha detto Rossi.

"Vedo difficile che un altro soggetto privato accontenti le richieste del venditore che è il ministero," ha aggiunto, sottolineando come forse solo un estero potrebbe forse pagare un premio per entrare sul mercato e offrire un prezzo più vicino alle aspettative del Mef.

"Credo sia necessario uno sforzo di fantasia sul futuro della banca ... e la fantasia non ha limiti ma non me la sento di dire che è imminente un nuovo soggetto al posto di UniCredit," ha concluso.



(Valentina Za, in redazione a Milano Sabina Suzzi)
(([email protected]; +39 02 6612 9526;))
 

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