Obbligazioni MPS

Nella manovra finanziaria appena approvata era inserita la possibilità per MPS di cedere i propri crediti deteriorati ad AMCO , si sa nulla in proposito?; vedo le sub deboli mentre alla luce di quanto sopra mi aspettavo un recupero.
 
Nella manovra finanziaria appena approvata era inserita la possibilità per MPS di cedere i propri crediti deteriorati ad AMCO , si sa nulla in proposito?; vedo le sub deboli mentre alla luce di quanto sopra mi aspettavo un recupero.
Io no . Anzi! Stanno mettendo in piano una mossa "propedeutica" per avvantaggiare i clienti e metterli a proprio agio meglio possibile!! Un bell'aumento di capitale, buona sera. http://notizie.directatrading.com/sensitive/allegati/0035-97-2021.pdf
 
Non si apre allegato, cosa dice?
Siena, 31 dicembre 2021- In ottemperanza all’informativa richiesta da Consob ai sensi dell’art 114 comma 5 del D.Lgs. n. 58/98, Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A. (la “Banca”), comunica che proseguono i contatti con le competenti Autorità, e cioè con la BCE, con il SRB e - per il tramite del Ministero dell’Economia e delle Finanze - con la DG COMP (Directorate-General for Competition) in merito ai contenuti del Piano Industriale 2022 - 2026 (il “Piano”). La Banca collabora fattivamente allo svolgersi del processo. Allo stato non è ancora possibile ipotizzare alcuna tempistica di completamento dell’iter autorizzativo, indispensabile per l’avvio delle attività propedeutiche all’aumento di capitale previsto all’interno del Piano.
 
Mps – Proseguono i contatti con le autorita' sul piano industriale 2022-2026 03/01/2022 08:05 - MKI
In ottemperanza all' informativa richiesta dalla Consob, Mps comunica che proseguono i contatti con le competenti Autorita', e cioe' con la BCE, con il SRB e – per il tramite del Ministero dell' Economia e delle Finanze – con la DG Comp (Directorate-General for Competition) in merito ai contenuti del piano industriale 2022-2026.
La banca collabora fattivamente allo svolgersi del processo. Allo stato non e' ancora possibile ipotizzare alcuna tempistica di completamento dell' iter autorizzativo, indispensabile per l' avvio delle attivita' propedeutiche all' aumento di capitale previsto all' interno del piano.
 
Banche: doppio responso su Mps e Carige (MF) 04/01/2022 08:20 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--In questi primi giorni del 2022 a Siena e a Genova si respira un clima d''attesa. I due dossier piu'' caldi del risiko bancario italiano sono vicini a svolte che ne condizioneranno il futuro, anche se per il momento diverse strade rimangono aperte. In entrambi i casi il mese di gennaio sara'' decisivo. Dopo l''approvazione del nuovo piano industriale (che il cda ha licenziato lo scorso 17 dicembre), scrive MF, il Montepaschi attende la luce verde della Dg Comp. L''authority guidata da Margrethe Vestager e'' chiamata a decidere non solo sulla strategia, ma anche sulla proroga del regime di precautionary recapitalisation dopo il flop della privatizzazione. L''intenzione del Tesoro (primo azionista al 64%) e'' quella di mantenere la quota almeno per 12-18 mesi, cosi'' da puntellare le fragilita'' dell''istituto e individuare un partner che possa subentrare nel capitale. Il piano servira'' proprio a rinegoziare gli accordi presi nel 2017 e a garantire la viability stand alone in questa delicata fase. In una nota diffusa nei giorni scorsi il Monte ha fatto sapere che "proseguono i contatti con Bce, Single Resolution Board e - per il tramite del Ministero dell''Economia e delle Finanze - Dg Comp", anche se per il momento non ci sono novita'' rilevanti. La banca senese ha infatti precisato che "allo stato attuale non e'' ancora possibile ipotizzare alcuna tempistica di completamento dell''iter autorizzativo", indispensabile per l''avvio delle attivita'' propedeutiche all''aumento di capitale da 2,5 miliardi previsto all''interno del piano. Fonti finanziarie fanno comunque sapere che Dg Comp si starebbe muovendo coerentemente con la linea seguita durante trattativa sulla precautionary recapitalisation del 2017. L''obiettivo dell''authority e'' infatti quello di evitare che il prolungamento del regime di nazionalizzazione risulti distorsivo della concorrenza nel mercato bancario. Sotto questo punto di vista Dg Comp (che da ormai quattro anni monitora lo stato di salute di Siena con controlli trimestrali affidati a un monitoring trustee indipendente) potrebbe spingere su tre leve nell''ambito del negoziato: riduzione del perimetro con dismissione di asset, abbassamento del cost/income dall''attuale 68,6% in un intorno del 55% e aumento del return on equity in zona 8% (alla fine del primo semestre era al 6,8%). Per quanto riguarda il capitale, dovra'' poi essere mantenuto il rispetto dei requisiti minimi fissati dall''autorita'' di Vigilanza. L''altro dossier in bilico e'' quello di Carige. Per l''80% dell''istituto genovese l''unica offerta al vaglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) rimane quella di Bper che proprio nei giorni scorsi ha scritto a Consob per chiedere chiarezza sulla vicenda. Il Fondo infatti non ha ancora concesso l''esclusiva chiesta dal gruppo modenese guidato da Piero Montani, mentre sul mercato continuano a tenere banco le indiscrezioni su una discesa in campo del Cre''dit Agricole. Vero e'', in ogni caso, che la proposta non vincolante presentata da Bper e'' sinora piaciuta agli investitori e a diverse grandi banche. L''operazione infatti, come spiegava Modena in una nota, consentirebbe di risolvere in modo definitivo le problematiche di Carige, salvaguardando la clientela e il complesso degli stakeholders. L''offerente e'' inoltre disposto a ridiscutere con il Fitd le stringenti condizioni poste inizialmente (versamento di un euro e ricapitalizzazione preventiva di Carige per un miliardo), purche'' pero'' venga concessa l''esclusiva. red/lab

MF-DJ NEWS
 
Economia: attenti a quei sostegni (Mi.Fi.) 17/01/2022 09:35 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--La risposta italiana alla crisi di liquidita'' innescata dal Covid e'' stata molto consistente. Forse piu'' di quanto sarebbe servito per garantire la tenuta del sistema economico. A maggior ragione oggi la transizione alla normalita'' andra'' gestita con grande cautela per evitare bruschi contraccolpi. Ne e'' convinto Giovanni Tria che nel 2019 lascio'' il ministero dell''Economia proprio pochi mesi prima della crisi pandemica. Le sue preoccupazioni in questa conversazione con MF-Milano Finanza appaiono insomma molto simili a quelle recentemente espresse dall''Abi e da altre istituzioni italiane: le misure di sostegno al credito andrebbero prolungate finche'' il quadro congiunturale non si sara'' stabilizzato. Le geografie future del sistema bancario? Durante il mandato di Tria in via XX Settembre si ragiono'' anche sul consolidamento e sulla privatizzazione di Mps, concependo un''idea che oggi sembra tornata di moda: la nascita di un terzo polo del credito alternativo a Intesa Sanpaolo e Unicredit. Domanda. Professor Tria, in che condizioni il sistema bancario italiano sta uscendo la pandemia? Risposta. Mi sembra che, almeno per il momento, i numeri delle banche italiane descrivano uno scenario positivo. Se da un lato le misure di sostegno messe in campo dallo Stato hanno consentito di attutire l''impatto economico della crisi, dall''altro lato la crescita del risparmio ha aumentato notevolmente la riserva di liquidita'' degli istituti. stata poi smentita dai fatti la previsione di una brusca ondata di crediti deteriorati a seguito di una catena di fallimenti nell''economia. Il quadro complessivo insomma mi sembra moderatamente ottimistico. Occorrera'' pero'' osservare con grande attenzione l''evoluzione della congiuntura economica. Da questo punto di vista le incognite non mancano, a partire dalla crescita dell''inflazione che oggi coinvolge gran parte delle economie globali. D. Lei accennava alla misure di sostegno al credito. Nelle scorse settimane si e'' aperto un dibattito sull''opportunita'' di interromperle. Qual e'' la sua opinione? R. Sarei molto prudente nel trattare la materia, soprattutto perche'' le dimensioni del fenomeno sono considerevoli a seguito delle scelte fatte all''inizio della pandemia. La decisione del governo di garantire al 100% una fetta consistente del credito privato e di porre cosi'' le condizioni per un implicito azzardo morale mi lascio'' perplesso e oggi confermo quelle perplessita''. un modus operandi simile a quello osservato per il bonus edilizio 110%. La dimensione del fenomeno insomma impone prudenza al legislatore che dovra'' accompagnare verso la soluzione i problemi creati dalla pandemia. L''auspicio e'' che la transizione avvenga con gradualita'' e senza scossoni. D. In ogni caso la fine del temporary framework pone una scadenza molto precisa alle misure di sostegno. R. Senz''altro il ritorno alla stabilita'' limitera'' il margine di manovra del governo in questi ambiti. Un''ulteriore incognita e'' rappresentata dalle scelte della Bce che tra poco sospendera'' gli acquisti di nuovi titoli pur continuando a comprare quelli in scadenza. Al netto di queste incertezze comunque mi pare che il sistema bancario italiano oggi non abbia particolari elementi di fragilita'' e non necessiti di specifiche forme di sostegno. D. Con l''operazione Carige si e'' riaperto il consolidamento bancario. Che nuove geografie si aspetta? R. Dalle cronache di questi giorni registro che il progetto di un terzo polo per il credito e'' tornato di attualita''. Ovviamente il sistema bancario deve essere diversificato e lasciare spazio anche a istituti piu'' piccoli purche'' sani nella governance e nella gestione. Poter contare pero'' su un nuovo, solido gruppo di dimensioni nazionali sarebbe pero'' importante e potrebbe dare un aiuto concreto in alcune partite. D. Come la partita Mps? R. Certamente, quando ero ministro dell''Economia esaminammo quel progetto nell''ambito di alcune delicate come la privatizzazione di Banca Mps. Poi le cose sono cambiate, alcuni intermediari sono spariti e, come ci raccontano le cronache, per Siena si e'' fatto avanti il secondo polo. Al di la'' di questa specifica vicenda pero'', continuo a pensare che in Italia ci sia bisogno di un terzo polo per meglio stabilizzare il sistema bancario. D. Come valuta la gestione recente della partita senese? R. Non mi voglio esprimere sulla vicenda perche'' non ne conosco i particolari se non per lettura della stampa. Non avendo una cognizione diretta dall''interno non mi posso esprimere. Sono pero'' sempre stato dell''idea che l''impegno a riprivatizzare Mps debba essere rispettato. So bene che non si tratta di una posizione condivisa nel Paese. Alcuni vorrebbero avere una banca pubblica per poterla usare in modo piu'' flessibile nelle crisi bancarie. Altri desidererebbero una banca per fini meno nobili. Per uscire da questa situazione e restituire finalmente il Monte al mercato serve un''azione di risanamento che generi rendimento e consenta al pubblico di uscire. Oggi il contesto e'' cambiato rispetto a quando mi trovavo in via XX Settembre. Gli attori sono cambiati e il mondo e'' cambiato. Ma l''idea di costruire un terzo polo attorno Mps mi sembra ancora valida. D. Con la trasformazione in spa della Sondrio si chiude il capitolo della riforma delle banche popolari. Che giudizio a posteriori da'' di quel provvedimento su cui in queste settimane MF-Milano Finanza ha promosso un ampio dibattito? R. Io mi trovai a guidare il ministero dell''Economia nel momento di applicazione della riforma. In quel contesto tornare indietro poteva essere pericoloso perche'' rischiava di trasmettere un''impressione di instabilita'' e di confusione ai regolatori. Fatta questa premessa, ritengo che la riforma contenga delle forzature: un''articolazione del sistema bancario con banche piccole e ispirate dal principio mutualistico e'' utile e da'' flessibilita'' al sistema. Il vero problema semmai e'' quello assicurare una governance adeguata e il rispetto dei requisiti professionali. Il problema si puo'' creare anche per banche grandi, ma e'' per le piu'' piccole che naturalmente i rischi sono maggiori. D. Oggi le sembra auspicabile qualche intervento normativo per preservare i valori di quel sistema? R. Mi pare realisticamente difficile tornare indietro. La particolarita'' delle popolari era il voto capitario che la riforma ha cancellato. Oltretutto cambi di rotta troppo frequenti rischiano di creare instabilita'' sul mercato e di minare la fiducia della clientela. Cio'' pero'' non impedisce a una societa'' per azioni di operare in modo flessibile a livello locale, servendo aziende e famiglie con quell''attenzione per il territorio che ha sempre caratterizzato il dna delle banche popolari.
fch
 
B.Mps: per il Monte una cessione a tappe (MF) 18/01/2022 08:10 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--In materia di consolidamento bancario l''attenzione del mercato nelle prime settimane dell''anno si e'' concentrata soprattutto sul dossier Carige. Anche la partita Montepaschi potrebbe pero'' presto rimettersi in moto. Se il responso della Commissione Europea sulla proroga della nazionalizzazione arrivera'' in tempi brevi, si scommette che il progetto di exit riprendera'' quota gia'' nei prossimi mesi. Questa volta pero'' il Tesoro (primo azionista al 64%) potrebbe seguire un percorso diverso rispetto a quello battuto lo scorso anno. Il Monte infatti potrebbe non essere ceduto in una sola soluzione, ma in piu'' tappe e con una gradualita'' maggiore rispetto a quella prevista dal precedente piano. L''obiettivo? Ridurre le dimensioni finali dell''asset e favorire in tal modo l''intervento di una pluralita'' di soggetti aumentando cosi'' le chance di successo dell''operazione. Il primo passaggio atteso dal governo e'' ovviamente il via libera della DgComp della Ue al piano industriale e alla richiesta di proroga presentata alla fine del 2021. Sinora le autorita'' europee non si sono sbottonate sul tema ("e'' importante per la banca rispettare gli impegni con senso di riserbo, ma siamo in contatto con l''Italia", commentava qualche giorno fa la vicepresidente della Commissione Europea Margrethe Vestager). A Roma pero'' non ci sono particolari preoccupazioni sull''esito della trattativa, come lo stesso premier Mario Draghi aveva annunciato prima della pausa natalizia: "Non credo nelle difficolta'' di dialogo con l''Europa; la pandemia ha cambiato molto anche le regole sugli aiuti di Stato", aveva dichiarato il presidente del Consiglio. plausibile pero'' che Bruxelles ponga una serie di condizioni prima di concedere la proroga. Anche alla luce delle precedenti trattative, la DgComp potrebbe vincolare il proprio benestare al rispetto di alcuni target, come l''abbassamento del cost/income rispetto all''attuale 68,6% e la riduzione del perimetro con dismissione di asset. L''accordo con l''Unione Europea insomma dovrebbe ancora una volta ridisegnare il perimetro del gruppo senese ed e'' plausibile che proprio da qui parta il delicato processo di exit del Tesoro. L''idea che ha iniziato a circolare nei palazzi romani sarebbe quella di intervenire in prima battuta sulla rete del Monte, destinando un perimetro di sportelli e attivita'' alla cessione. Anche se per il momento non ci sono trattative formali in corso, il compratore potrebbe essere il Mediocredito Centrale (Mcc), che gia'' lo scorso anno si era dichiarato disponibile a rilevare un cospicuo pacchetto di filiali oppure una banca privata italiana. Vale la pena ricordare che gia'' nel corso del precedente negoziato erano circolati i nomi di Banco Bpm e di Bper. Questa prima tappa del processo avrebbe un doppio scopo: da un lato onorare subito gli impegni presi con l''Europa, dall''altro lato ridurre le dimensioni del gruppo prima del passaggio successivo, cioe'' il conferimento finale del Monte. Considerando anche le cessioni di crediti deteriorati l''idea sarebbe quella di ridurre l''attivo fino a 50 miliardi rispetto ai 143 miliardi di fine settembre.
fch
 

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