Banche: doppio responso su Mps e Carige (MF) 04/01/2022 08:20 - MF-DJ
MILANO (MF-DJ)--In questi primi giorni del 2022 a Siena e a Genova si respira un clima d''attesa. I due dossier piu'' caldi del risiko bancario italiano sono vicini a svolte che ne condizioneranno il futuro, anche se per il momento diverse strade rimangono aperte. In entrambi i casi il mese di gennaio sara'' decisivo. Dopo l''approvazione del nuovo piano industriale (che il cda ha licenziato lo scorso 17 dicembre), scrive MF, il Montepaschi attende la luce verde della Dg Comp. L''authority guidata da Margrethe Vestager e'' chiamata a decidere non solo sulla strategia, ma anche sulla proroga del regime di precautionary recapitalisation dopo il flop della privatizzazione. L''intenzione del Tesoro (primo azionista al 64%) e'' quella di mantenere la quota almeno per 12-18 mesi, cosi'' da puntellare le fragilita'' dell''istituto e individuare un partner che possa subentrare nel capitale. Il piano servira'' proprio a rinegoziare gli accordi presi nel 2017 e a garantire la viability stand alone in questa delicata fase. In una nota diffusa nei giorni scorsi il Monte ha fatto sapere che "proseguono i contatti con Bce, Single Resolution Board e - per il tramite del Ministero dell''Economia e delle Finanze - Dg Comp", anche se per il momento non ci sono novita'' rilevanti. La banca senese ha infatti precisato che "allo stato attuale non e'' ancora possibile ipotizzare alcuna tempistica di completamento dell''iter autorizzativo", indispensabile per l''avvio delle attivita'' propedeutiche all''aumento di capitale da 2,5 miliardi previsto all''interno del piano. Fonti finanziarie fanno comunque sapere che Dg Comp si starebbe muovendo coerentemente con la linea seguita durante trattativa sulla precautionary recapitalisation del 2017. L''obiettivo dell''authority e'' infatti quello di evitare che il prolungamento del regime di nazionalizzazione risulti distorsivo della concorrenza nel mercato bancario. Sotto questo punto di vista Dg Comp (che da ormai quattro anni monitora lo stato di salute di Siena con controlli trimestrali affidati a un monitoring trustee indipendente) potrebbe spingere su tre leve nell''ambito del negoziato: riduzione del perimetro con dismissione di asset, abbassamento del cost/income dall''attuale 68,6% in un intorno del 55% e aumento del return on equity in zona 8% (alla fine del primo semestre era al 6,8%). Per quanto riguarda il capitale, dovra'' poi essere mantenuto il rispetto dei requisiti minimi fissati dall''autorita'' di Vigilanza. L''altro dossier in bilico e'' quello di Carige. Per l''80% dell''istituto genovese l''unica offerta al vaglio del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) rimane quella di Bper che proprio nei giorni scorsi ha scritto a Consob per chiedere chiarezza sulla vicenda. Il Fondo infatti non ha ancora concesso l''esclusiva chiesta dal gruppo modenese guidato da Piero Montani, mentre sul mercato continuano a tenere banco le indiscrezioni su una discesa in campo del Cre''dit Agricole. Vero e'', in ogni caso, che la proposta non vincolante presentata da Bper e'' sinora piaciuta agli investitori e a diverse grandi banche. L''operazione infatti, come spiegava Modena in una nota, consentirebbe di risolvere in modo definitivo le problematiche di Carige, salvaguardando la clientela e il complesso degli stakeholders. L''offerente e'' inoltre disposto a ridiscutere con il Fitd le stringenti condizioni poste inizialmente (versamento di un euro e ricapitalizzazione preventiva di Carige per un miliardo), purche'' pero'' venga concessa l''esclusiva. red/lab
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