Monte dei Paschi di Siena, in campo dieci fondazioni: sostegno all’aumento di capitale. In arrivo fino a 70 milioni
Dopo Firenze, Siena, Lucca, Pistoia e Pescia si profilano Compagnia San Paolo, Cariplo e Crt
di Rosario Dimito
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Lunedì 24 Ottobre 2022, 21:34
Boccata d’ossigeno dalle fondazioni bancarie per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di
Mps, iniziato lunedì 17 per concludersi lunedì 31, con negoziazione dei diritti l’1 e 2 novembre. Dovrebbero affluire fino a
100 milioni freschi (obiettivo iniziale) per una quota che potrebbe attestarsi tra il 4,5 e il 7%. L’apporto delle fondazioni dovrebbe aggiungersi agli 857 milioni di contratti di garanzia stipulati da Mps, di cui 807 dal consorzio e 50 da Algebris rispetto alle nuove azioni emesse a 2 euro. Ieri il titolo Mps ha chiuso a 1,95 euro (-2%). Non ci sono novità invece dal mondo delle
casse di previdenza, anche loro allertate da tempo da via XX Settembre: mercoledì è in calendario il consiglio dell’Enpam.
Nelle prossime ore, 10-11 enti dovrebbero deliberare la partecipazione al rafforzamento patrimoniale di Siena, in un’operazione di sistema concepita su iniziativa del
Tesoro e dopo contatti di Luigi Lovaglio, allo scopo da fortificare il rilancio dalla banca di Rocca Salimbeni, destinata alla privatizzazione entro due anni, avendo il Mef, socio con il 64%, rinegoziato l’uscita dal capitale nel 2024.
Hanno già investito nella ricapitalizzazione senese le fondazioni di Firenze, Mps, Lucca, Pistoia e Pescia per un totale di 30 milioni, pari a circa il 2% del capitale: 10 milioni a testa le prime due, sette la terza, tre milioni l’ultima. Firenze, Lucca e Pistoia sono anche azioniste di Intesa Sanpaolo (Lucca ha anche l’1,3% di Bpm).
Da ieri anche la
Compagnia di San Paolo, prima azionista di Intesa con il 6,12%, è entrata nella partita del Palio: il comitato di gestione ha deliberato un investimento di circa 10 milioni. Sempre ieri si è riunito il consiglio della Banca del Monte di Lombardia, azionista di Fucino e Intesa (0,4%). Non avrebbe deliberato perché in attesa della documentazione: potrebbe tornare a riunirsi nei prossimi giorni.
LA CORDATA
Oggi sarà la volta di fondazione
Cariplo, secondo socio di Intesa con il 5%, Crt, presente nel capitale di Unicredit (1,65%) e Bpm (1,8%), e probabilmente di Cuneo, azionista di Intesa (0,6%), post fusione con Ubi. Gli enti torinese e milanese dovrebbero quasi certamente versare, il primo 5-7 milioni, il secondo una decina di milioni. Cuneo, che ha riunito gli organi già ieri per alcune decisioni programmatiche, dovrebbe invece spiccare un assegno da 3 milioni.
Nei colloqui svoltisi nello scorso week end sono stati contattati i presidenti di altre fondazioni. Quella di Modena guidata da Paolo Cavicchioli, che è anche uno dei vicepresidenti dell’Acri, dopo aver fatto i conti, ha preferito non partecipare, causa il protocollo Acri-Mef che che limita al 33% del patrimonio l’investimento nelle banche. E l’ente modenese possiede lo 0,51% di Unicredit. Il dossier Mps è sul tavolo di altre fondazioni. Forlì (0,2% di Intesa), uno degli enti più liquidi che potrebbe decidere un investimento dell’ordine di 3-5 milioni. Poi c’è
Cariverona che da qualche mese si segnala con un attivismo più di sistema. L’ente è presente in Unicredit (1,8%) e Bpm (0,6%). Di recente il presidente Alessandro Mazzucco si è detto disponibile a rientrare in Cdp e potrebbe aderire alla “cordata” su Mps, assieme a Cariparo, l’ente azionista di Intesa con l’1,72%. Qualche contributo potrebbe essere dato da un paio di fondazioni minori. Infine, il sindacato Fabi ha espresso compiacimento a Lovaglio perchè ha accolto le richieste di uscita da parte di 4.125 dipendenti.
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