Che fosse così non avevamo dubbi. Che non ci sia reazione ma rassegnazione è la sorpresa.
O forse nemmeno quella.
Si possono dividere gli elettori in 4 grandi categorie:
- direttamente interessati
- ignavi indirettamente interessati
- contrati ma paurosi
- contrari
quando un sistema politico si regge per più tempo contro le evidenze è perché le prime 3 categorie votano compatte per il sistema in vigore. E la quarta è troppo esigua per opporvisi.
La prima è naturale. Sono coloro che traggono diretti benefici dall'appoggiare il sistema in vigore. Diretti vuol dire che ci guadagnano subito. O sono direttamente coinvolti nelle leve di potere o ne traggono diretto beneficio. Sostanzialmente chi lavora nel potere e chi lavora con il potere. I numeri non sono tali per garantire il sistema. Per questo si è cercato di allargare questa fascia elargendo "bende" senza giustificazione. Ad esempio baby-pensioni o assunzioni facili nel pubblico.
La secondo è vasta. Appartengono a questa fascia tutti coloro che risentono in minima parte dei benefici del sistema. Una volta si sarebbe detto "vivono onestamente". Sociologicamente lo chiamerebbero "ceto medio". Io direi che sono coloro che "potrebbero sapere" ma non sanno. Vuoi per una disinformazione maxmediiologica dominante, vuoi per una cattiva alfabettizzazione (la scuola come sappiamo non genera autonomia in quanto non funzionale al sistema). La prima non favorisce la seconda e la seconda non favorisce la prima. Così tutte le proposte formative alternative vengono viste come critiche e rifiutate.
Sostanzialmente è una fascia ampia di popolazione che si sente bene come sta.
La terza fascia è triste. Ma capibile. Si accorge che il suo benessere attuale è precario. Vede i segni del cambiamento. Ma non sa come reagire. Non sa che comportamenti assumere. E si mette sulla difensiva. Appoggia il sistema nella speranza che imploda ma al contempo ne è talmente spaventata che non parteciperà mai ad una reazione di cambio. Anche questa fascia appartiene al ceto medio.
La quarta fascia è sempre minoritaria. Attua dei comportamenti di contestazione a diversi livelli. Pronta a schierarsi in attività di contrasto. Più o meno legali. Ma è esigua. E' contestaria. Vive ai margini e tende a nascondersi.
Poiché le cose non durano mai in eterno, e quello che sale prima o poi scende, le fascie sono mobili.
Così come gli ultimi saranno i primi.
E così alla caduta di un sistema si assiste alla corsa: esce allo scoperto l'ultima fascia e attira nella sua sfera di influenza la seconda. La terza a quel punto perde ogni timore e si aggrega. E della prima gli indiretti si associano generando la nuova maggioranza nel nuovo sistema.
E' sempre stato così.
Maggioranza votante per i sistemi dittatoriali del secolo scorso. Caduti i quali facevi fatica a trovare qualcuno che li aveva votati.
Questo fenomeno generalmente lo chiamano "salire sul carro dei vincitori".
Intere popolazioni lo facevano con i romani. Alcune tribù del nord america con l'uomo bianco.
Un vero passo avanti sarebbe nel non incappare di nuovo in questo sistema di visione del mondo.
Oggi è possibile farlo poiché la cultura e l'autoconoscenza di sé e del sistema sono aumentati. Anche solo rispetto al secolo scorso.
Non sono reazioni o rivoluzioni cruente. Ma solo un pò di coraggio.
Coraggio della memoria (ricordarsi delle cose promesse e dette)
Coraggio dell'azione (rifiutarsi di ascoltare che non riesce a mantenere le promesse)
Coraggio della rinuncia (se rifiuto di ascoltare so che perderò dei benefit).
Coraggio della fermezza (mantenere la mente sgombra da distrazioni e concentrata sulle essenzialità del fare società)
sostanzialmente le parole di Madre Teresa postate l'altro giorno:
"Non sono d'accordo nel fare le cose in grande. Per noi ciò che importa è l'individuo. Per poter amare una persona, dobbiamo entrare in stretto contatto con lei. Se aspettassimo di raggiungere molta gente, non ci raccapezzeremo più e non saremmo mai in grado di manifestare amore e rispetto per la singola persona".
Amore e rispetto. Lo si ottiene evitando, quando l'incontriamo sulla nostra strada, di schiacciare una formica.