Questo ragionamento mi incuriosisce, ma non vorrei farti perdere tempo e pertanto penso sia l’ultimo della serie.
Io leggo e poi mi chiedo perdo anche qualche 10 minuti per chiedermi cosa abbia letto se c’è la possibilità che sia giusto, se chiedendomi non trovo la soluzione cerco leggo finche la trovo.
Io non penso di essere un arrogante, ma penso di parlare sempre della realtà, e vero che così facendo trovi sempre meno interlocutori ma questo alla fine non è un male, perchè mio nonno mi diceva sempre se vai in mezzo agli stupidi diventerai per forza di cose stupido.
Io è vero, non potrò mai più essere felice perche nella vita mi è capitato di tutto, e ho fatto una promessa che non parlerò più delle cose vane, solo qualche volta mi abbandono alla realtà, che è ben diversa da come dovrebbe essere.
Quando sento cose che non fanno per me, evito, giro al largo, perchè conoscendomi la mia reazione potrebbe essere non razionale.
Mi piacerebbe trovare più interlocutori ma qui si trova solo gente che prende per il c….lo.e ti da dà ignorante, questo sarà anche vero, però questo sistema e mentalità Italia non la vedo bene.
Allora ringrazio mila del suo pensiero, che ho molto apprezzato e torno nel mio angolo dove sono ormai abituato a stare
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ullalà...mica era riferito a te il termine "arrogante"...ma a TUTTI.
Siamo tutti, me compreso, nella stessa situazione.
Ovvero nella stessa "percezione".
Alcuni lo chiamano io, altri ego. In filofofia intelletto conoscente. In religione si danno anche dei nomi altri e più terrifici. Non importa.
E' cq il pensiero più comune ed evidente. E' basato sul fatto che le cose attorno a noi scompaiono e sulla paura che anche a noi capiti lo stesso.
Di conseguenza ci costruiamo un mondo "rassicurante".
Su questa "rassicurazione" non basata su dati di fatto (nessuno che io conosca "direttamente" è tornato indietro per dirmi che cosa sia la morte; indirettamente le tradizioni spirituali hanno sempre qualche testimone, una su tutti il buon Gesù) che noi facciamo un atto di "arroganza": ci arroghiamo il diritto di sapere senza "vedere".
Se per "agire" nel mondo è necessaria una intelleginza che ci possa dire:
questo va bene, e questo no
in borsa ho bisogno di sapere se ha fatto il minimo o il massimo
quando arriviamo ai limiti dell'eseprienza umana lo strumento denuncia tutti i suoi limiti
così come l'Ac da sola non è in grado di garantire un gain.
Non è quindi, in realtà arroganza, ma inadeguatezza dello strumento di indagine. O del metodo più precisamente.
Se pensiamo che per avere conferme della teoria della relatività, oltre a 80 anni di tempo, abbiamo dovuto costruire un tunnel dalla svizzera all'abbruzzo
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lol
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per riuscirci, si capisce bene.
Abbiamo cambiato il metodo di indagine (forse).
Il motore qual 'è?
La motivazione: trovare una risposta, una origine, alle nostre paure. Per essere felici in questa nostra stessa vita.
E il carburante?
Il tempo: esaurito il quale non è più possibile trovare la risposta.
L'esperienza umana è esperienza del limite.
E il limite massimo è il tempo. Inizia e va ad esaurisi.
Possiamo anche vederla come un grande gioco a premi. Rischia tutto. Siamo in cabina, con le cuffie, isolati. Il tempo parte. Abbiamo un minuto per dare la risposta e vincere.
Se in quel minuto penso a mia moglie, al gatto al vicino ******* o alla macchina che potrei comprarmi con la vincita...è certo che la risposta non arriva.
Il tempo scade.
E io non vinco.
Nella vita rimango con le mie paure.
In borsa con un 4h che nn sale e siamo quasi sul tempo massimo.