Operatività Indici & Futures - Open - Cap. 1

Stato
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ultimo baluardo, la 4h

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e intanto sotto t-1 e t-2 tengono
 
Immobiliare

In attesa che si chiarisca la situazione spostiamoci su un settore molto importante: l'immobiliare.
Ed è di interesse focale in questi mesi visto l'allarme lanciato sul disinvestimento dai Titoli di Stato italiani. E questo prima di un possibile declassamento a BB che farebbe scattare in automatico le macchinette dei grandi fondi.

Partiamo da qui
 
È dalla fine del 2008 che la crisi finanziaria globale ha radicalizzato i suoi effetti sul comparto immobiliare-costruzioni italiano. Durante il quadriennio 2009-2012, infatti, se ne è sostanzialmente dimezzata l’attività complessiva – tanto quella delle costruzioni, quanto quella dei servizi immobiliari – anche se era dal 2006 che, anticipando la crisi dei sub primedel 2007, si erano manifestati i primi segnali di indebolimento del mercato. In tale quadro, l’anno scorso, il 2012, è stato senza dubbio quello peggiore dell’intero periodo di crisi.

[L'industria immobiliare italiana - 2013 - Federimmobliare]
 
Risparmiando tutto il bla bla successivo si sostiene che sia la parte diretta\attiva del settore (il costruttore) che il trading non siano destinate a scomparire.
Giudichiamo assieme.
Aspetti negativi del contesto attuale:
 
- Riduzione del loan-to-value per l’investitore in tutte le fasi della produzione (dall’acquisto agli stati avanzamento lavori sempre più ritardati e ridotti nella
quota di copertura degli effettivi costi sostenuti)

- difficoltà di accesso al credito dei clienti privati (in particolare i mutui prima casa dimezzati solo nel biennio 2011-2012),

- costo reale del denaro molto elevato a causa dello spread crescente praticato dalle banche sui finanziamenti immobiliari (secondo un calcolo di Aspesi, l’interesse medio finito praticato attualmente alla migliore clientela – rapportato ai bassi tassi ufficiali attuali, creditizio [Euribor] e di inflazione – e all’assenza di svalutazione
della moneta [Euro invece di Lira] sarebbe come se al tempo dei tassi alti – ad esempio inizi anni ’90 – le operazioni immobiliari avessero pagato alle banche
interessi passivi del 40%),

- contrasto alle realizzazioni da parte del vicinato con aumento esponenziale della conflittualità anche giudiziari

- requisiti energetici e ambientali crescenti, costosi e penalizzanti

- disfavore delle amministrazioni pubbliche (in particolare comunali) alle costruzioni e trasformazioni private che si traducono in tempi concessori insostenibili
(in particolare in periodo di interessi passivi reali molto alti) e standard volumetrici penalizzanti.
 
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