1. Se resto in regime di TFR e mi capita qualcosa (toccatina...), i miei cari potranno un domani incassare la cifra. Se stavo contribuendo ad un fondo pensione e non ho ancora maturato i requisiti, è tutto perso.
Mi risulta che non sia perso nulla: il fondo rimborsa gli eredi del de cuius (toccatina doppia)
2. Versando il mio TFR ad un fondo, mi vincolo mani e piedi all'assicurazione che il fondo sceglierà per erogarmi la rendita?
Mi risulta che alla scadenza dell'attività lavorativa potrai scegliere di avere una parte di capitale cash, ed una parte in assegno vitalizio, oppure tutto come vitalizio.
Sono tutelato in qualche modo, le rendite da erogarsi sono definite in qualche modo dalla legge o l'assicuratore potrà fare il bello ed il cattivo tempo coi miei soldi?
Mi risulta la prima che hai detto, poi però bisogna vedere cosa l'assicuratore ha suggerito al legislatore.
3. Legato ai punti precedenti, in ottica previdenziale dovrei scegliere una rendita reversibile, con coefficienti abbondantemente decurtati rispetto a quelli della rendita normale.
Mi risulta che la "rendita normale" sia reversibile, e non si possa avere una maggiorazione volendo scegliere una non reversibilità.
Devo dire, questi punti non mi piacciono manco un po' e penso che, al di là della convenienza finanziaria, la scelta dovrebbe essere legata anche alle risposte a queste domande
In più, aggiungendomi all'ottimo discorso di OnOff,
4. Volendo dedicare quote extra-TFR alla previdenza, meglio contribuire ad un fondo o riscattare gli anni della laurea? Posto che in entrambi i casi il versamento è deducibile (per i fondi fino a 5016€), coi fondi sfrutti il vantaggio fiscale a scadenza, con il riscatto abbrevi la vita lavorativa ed aumenti la pensione INPS.
Io ho riscattato gli anni di laurea, e aderito ad un fondo pensione dal quale potrò riprendere i miei soldi solo quando andrò in pensione: della prima scelta non mi sono pentito, della seconda si.
Spero vivamente che qualcuno mi risponda...