Pensione, Polizze Vita e Pensioni Integrative (4 lettori)

alfabeta1

Nuovo forumer
ma ha senso andare prima in pensione se poi con la pensione non riesco a sopravvivere? :wall:

per questo si parla tanto di previdenza integrativa.
quella che ti darà lo Stato tra 20 anni coprirà nemmeno la metà del tuo reddito.:down:
quindi se non integri gradualmente in questi anni, rischi di dover vivere con la metà dei soldi che abitualmente hai :specchio:
 

Valentino58

Nuovo forumer
Comincio con una provocazione: non sono per niente d'accordo con la campagna che molti fanno (Beppe Scienza in primis) contro i fondi pensione chiusi (o negoziali).

Le argomentazioni portate avanti sono spesso superficiali (ad esempio confrontare l' "andamento" del TFR rispetto ai FP in questi ultimi tre anni non ha il minimo senso per chi deve accumulare risparmi per periodi pluridecennali) e trascurano colpevolmente l'apporto decisivo del contributo del datore di lavoro.

A mio sommesso parere "l'apporto decisivo del contributo del datore di lavoro" è mangiato dalle commissioni (esplicite e/o implicite) per la gestione del fondo pensionistico.
Al netto l'operazione risulta un trasferimento di denaro dell'azienda ad un gestore, pagato forzosamente dall'azienda, che investe il denaro del lavoratore nel finanziamento di altre realtà economiche.
Non so che senso abbia questa partita di giro, se non favorire chi ha promulgato, o spinto perché fosse approvata, questa legge.
Chi ha provato, come me più di 10 anni fa, a farsi una pensione integrativa con i fondi pensione potrà confermare che perfino le linee più prudenti come quelle obbligazionarie (senza il contributo del datore di lavoro) in questi anni hanno avuto dei rendimenti ridicoli (più bassi della rivalutazione del TFR) e con spese di gestione a mio carico, in questi anni, addirittura il capitale è diminuito. Per fortuna ci avevo messo poco, e poi ho smesso di versare.:down:
Ergo, meglio considerare il TFR una sorta di CCT (il rendimento è simile) e incrementare la propria pensione aggiuntiva accantonando titoli azionari ed obbligazionari per conto proprio (no fondi di qualsiasi genere).

PS per la cronaca sono un "datore di lavoro". Ma ho consigliato i miei dipendenti di fare la scelta consigliata da Beppe Scienza per il loro bene, oltre che per l'azienda nella quale lavorano: questi ultimi tre anni non hanno altro che confermato la mia piccola e sfortunata esperienza riguardo ai fondi pensione.
 

Valentino58

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1. Se resto in regime di TFR e mi capita qualcosa (toccatina...), i miei cari potranno un domani incassare la cifra. Se stavo contribuendo ad un fondo pensione e non ho ancora maturato i requisiti, è tutto perso.
Mi risulta che non sia perso nulla: il fondo rimborsa gli eredi del de cuius (toccatina doppia)

2. Versando il mio TFR ad un fondo, mi vincolo mani e piedi all'assicurazione che il fondo sceglierà per erogarmi la rendita?
Mi risulta che alla scadenza dell'attività lavorativa potrai scegliere di avere una parte di capitale cash, ed una parte in assegno vitalizio, oppure tutto come vitalizio.

Sono tutelato in qualche modo, le rendite da erogarsi sono definite in qualche modo dalla legge o l'assicuratore potrà fare il bello ed il cattivo tempo coi miei soldi?
Mi risulta la prima che hai detto, poi però bisogna vedere cosa l'assicuratore ha suggerito al legislatore.:D

3. Legato ai punti precedenti, in ottica previdenziale dovrei scegliere una rendita reversibile, con coefficienti abbondantemente decurtati rispetto a quelli della rendita normale.
Mi risulta che la "rendita normale" sia reversibile, e non si possa avere una maggiorazione volendo scegliere una non reversibilità.

Devo dire, questi punti non mi piacciono manco un po' e penso che, al di là della convenienza finanziaria, la scelta dovrebbe essere legata anche alle risposte a queste domande :rolleyes:

In più, aggiungendomi all'ottimo discorso di OnOff,

4. Volendo dedicare quote extra-TFR alla previdenza, meglio contribuire ad un fondo o riscattare gli anni della laurea? Posto che in entrambi i casi il versamento è deducibile (per i fondi fino a 5016€), coi fondi sfrutti il vantaggio fiscale a scadenza, con il riscatto abbrevi la vita lavorativa ed aumenti la pensione INPS.
Io ho riscattato gli anni di laurea, e aderito ad un fondo pensione dal quale potrò riprendere i miei soldi solo quando andrò in pensione: della prima scelta non mi sono pentito, della seconda si.

Spero vivamente che qualcuno mi risponda... :)

Questi erano i dati quando mi sono interessato dei fondi pensione: non so se la legislazione è cambiata.
Ciao e buona Pasqua.
 

Fabio C.

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con il riscatto abbrevi la vita lavorativa ed aumenti la pensione INPS

Questo valeva per le "vecchie" generazioni; non mi risulta che per chi ha iniziato a lavorare adesso il riscatto della laurea significhi andare in pensione prima. L'eventuale vantaggio sarebbe solo economico
 

mauro2390

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Questo valeva per le "vecchie" generazioni; non mi risulta che per chi ha iniziato a lavorare adesso il riscatto della laurea significhi andare in pensione prima. L'eventuale vantaggio sarebbe solo economico
esattamente. Il diritto di andare in pensione prima si conserva solo se gli anni di riscatto sono antecedenti alla Legge Dini del 1995. Gli anni riscattati dunque contribuiscono solo alla parte economica (montante).
 

Yunus80

Del PIG non si butta nulla
Ecco, questo limita dicretamente l'appeal del riscatto :rolleyes:
Rimane l'eventuale convenienza finanziaria (eventuale... perché in 30 anni hai voglia a cambiar le regole) e la deducibilità del tutto, per cui la tassazione viene in realtà poi pagata alla fine.
Insomma, da pensarci bene :rolleyes:

Nel frattempo, grazie a tutti per i pareri e le correzioni :up:
 

Beppe

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Ergo, meglio considerare il TFR una sorta di CCT (il rendimento è simile) e incrementare la propria pensione aggiuntiva accantonando titoli azionari ed obbligazionari per conto proprio (no fondi di qualsiasi genere).

PS per la cronaca sono un "datore di lavoro". Ma ho consigliato i miei dipendenti di fare la scelta consigliata da Beppe Scienza per il loro bene, oltre che per l'azienda nella quale lavorano: questi ultimi tre anni non hanno altro che confermato la mia piccola e sfortunata esperienza riguardo ai fondi pensione.

Curiosità mia..
Ai tuoi lavoratori glieli suggerisci tu i titoli da comprare e accantonare a scopo previdenziale?
Per no fondi di qualsiasi genere intendi anche ETF o fondi passivi?

Ma possibile che crediate davvero che in una nazione la popolazione intera si crei una pensione fai da te con una gestione del PTF fai da te??
 

Valentino58

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Curiosità mia..
Ai tuoi lavoratori glieli suggerisci tu i titoli da comprare e accantonare a scopo previdenziale?
Per no fondi di qualsiasi genere intendi anche ETF o fondi passivi?

Ma possibile che crediate davvero che in una nazione la popolazione intera si crei una pensione fai da te con una gestione del PTF fai da te??

Domandare è lecito, rispondere cortesia. :)
A) Certamente, glieli suggerisco (anche) io, cercando prima di tutto di fornire le conoscenze di base del funzionamento dei mercati e di cosa acquistano (ma ho visto che TUTTI, in poco tempo, non hanno MAI avuto problemi di comprensione).
B) Per fondi intendo principalmente i fondi "classici", ma pure sugli ETF ci sarebbe da dire sulla loro convenienza rispetto all'acquisto diretto dei titoli: per esempio un ETF sull'S&PMIB, con l'80% dell'indice che è costituito da Enel, ENI, e qualche banca, è da valutare attentamente se con 10K a disposizione convenga comprare, per minimizzare i costi, senza intaccare il rischio rendimento, l'acquisto di un ETF piuttosto che i titoli sopracitati in proporzione al loro peso sull'indice.
Non accenniamo poi agli ETF di obbligazioni nostrane, cioè quelle del mondo occidentale, che con poche migliaia di euro si possono facilissimamente replicare senza spendere un centesimo nella gestione.
Ciao

PS Osservo che la popolazione (intera) della nostra nazione, per esempio, sa guidare una macchina, sa fare la spesa al supermarket, se vuole, votare alle elezioni, ecc. ecc. SENZA bisogno di un tutore. Che non ci vuole la scala a dotarsi di un minimo di conoscenze economiche per distinguere un'azione da un'obbligazione, un tasso fisso da un tasso variabile ... poi se uno non ne è proprio capace, vabbè, si farà aiutare a vita dalle varie banche, consulenti finanziari, giustamente remunerando questo servizio.
Ma chi non vuole (o non può) pagarsi lo chauffeur può, opinione mia, gestirsi il suo portafoglio con più tranquillità e trasparenza facendo da sé (e generalmente anche con più resa).
 
Ultima modifica:

Giringiro

AT denigrator
prima domanda: essendomi iscritto all'università nel settmebre 92, potrei riscattare solo tre anni (fino al 95) che mi andrebbero e ridurre gli anni di contribuzione?

seconda domanda: nella mia stroria contributiva (tutta successiva al 1999) ho pagato spesso contemporanemanete contributi derivanti da attività da dipendente e contributi derivanti da attività professionale e/o contratti ex co.co.co.
i contributi si cumulano? come viene fatto il calcolo degli anni di contribuzione?
 
Innanzitutto un complimento a Broker88 per questa discussione e per il suo blog.
Quest'argomento sull'autogestione di un proprio fondo pensione secondo me e' veramente quel che serve e servira' agli Italiani di oggi e domani. Come diceva qualcuno, con un po' di impegno, anche chi non e' neofita di economia ce la puo' fare ad autogestirsi un portafoglio pensionistico, quindi spero che il thread non sia morto qui e che la discussione continui perche' mi pare molto interessante.

Io ho una mia idea su come fare il portafoglio, molto vicina a quella di Broker88, e che vi illustro e ho anche due domande che finora sono state accennate, una sul riscatto degli anni di universita' e l'altra e' sul mutuo(!), mentre sul TFR e i FP non ho dubbi (mi tengo il TFR in azienda e sto alla larga dai FP punto e basta).

(Intorno ai 30 anni: ma questo e' in forse, vedere domanda numero due sotto)
10% Bond Perpetual;
25% ETF e fondi comuni d’investimento;
30% Zero Coupon Bond;
30% Titoli di Stato;
5% Oro.
(intorno ai 40 anni:)
10% Bond Perpetual;
10% ETF e fondi comuni d’investimento;
30% Zero Coupon Bond;
40% Titoli di Stato;
10% Oro.
(intorno ai 50 anni:)
5% Bond Perpetual;
35% Zero Coupon Bond;
50% Titoli di Stato;
10% Oro.

In pratica quel che proponeva Broker88 con l'oro al posto dei FP! ;)

Ora secondo me si dovrebbe discutere e portare dei buoni esempi su che ETF e che Bond Perpetual usare, e perche no anche su che stato per i TdS e che ZC (immagino non la Grecia.. :p d'altronde la sto vedendo veramente male sta Grecia ogni giorno che passa.. solo per questo credo proprio che l'oro salira'! :D)

A parte questo veniamo alle mie domande:

1) Ha senso riscattare gli anni di laurea anche chi ha frequentato dal 1997-2002? Da quel che ho capito, il riscatto converrebbe solo a chi si e' laureato prima del 1995, o sbaglio? Altrimenti non sono riuscito a capire a pieno i discorsi fatti..

2) Domanda clou: ma se io ho un mutuo da pagare, come immagino molti altri di voi, non conviene forse "investire" anzitutto in rimborsi anticipati di capitale del proprio mutuo piuttosto che comprarsi BTPi e ZC?? Cioe', magari almeno nella prima fase (quella dei 30anni) non converrebbe limitare una piccola parte dei propri risparmi sul discorso fondo pensione faidate (diciamo max un 30%) e il resto dei risparmi cercare sempre di buttarli nel mutuo? Poi dopo con calma si va incrementando l'altra parte. In fondo e' una gara contro il tempo, quella del proprio mutuo, meglio prima assicurarsi la casa senza regalare troppi interessi alle banche e poi dopo, assicurata la casa, pensare alla previdenza (che e' vero essere un'altra gara contro il tempo.. ma che dire)?

O forse siete tutti senza mutui? ;)

Tent.
 

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