Yunus80
Del PIG non si butta nulla
Ottimo thread Broker, spero veramente che ne venga fuori qualcosa di buono
Premesso che non ho aderito ai fondi pensione e se mai lo farò certamente non sarà col mio TFR, comincio però con una provocazione.
Si dice che il TFR protegge dall'inflazione fino al 13%.
In realtà, per quanto tecnicamente giusta, un'affermazione del genere può essere fuorviante.
Questo perché la parte protetta dall'inflazione è quella calcolata al netto delle tasse (che, in teoria, è quel che ci interessa).
Ma avendo anche (per ora... e chissà per quanto ancora) una componente fiscale da inserire nel paragone tra TFR e fondi, non è detto che questo paragone sia calzante.
Esempio: 1000€ nel TFR, inflazione al 10%, dopo un anno. Supponiamo che l'aliquota complessiva della persona per quell'anno sia del 28%.
Capitale lordo = 1000€
Rivalutazione lorda = 90€
Tassazione del capitale = 280€
Tassazione della rivalutazione = 9,9€
Capitale netto = 730€
Rivalutazione netta = 80,1€
Rendimento netto del TFR = 80,1/730 = 10,97%
Capitale liquidato = 810,1€
1000€ nel fondo, inflazione al 10%. La rivalutazione è sempre tassata all'11%, il capitale con un'aliquota che va dal 15% al 9%. Supponiamo che una persona si trovi a pagare l'aliquota minima (9%). Diciamo che il fondo fa peggio del TFR, rendimento dell'8% (ben due punti sotto l'inflazione). Semplificando brutalmente, calcoliamo la situazione dopo un anno con questo criterio:
Capitale lordo = 1000€
Rivalutazione lorda = 80€
Tassazione del capitale = 90€
Tassazione della rivalutazione = 8,8€
Capitale netto = 920€
Rivalutazione netta = 71,2€
Rendimento netto del fondo = 71,2 / 920 = 7,73%
Capitale liquidato = 991,2.
Insomma, nonostante un rendimento peggiore da parte del fondo abbiamo un capitale liquidato superiore del ben 22%.
Ovviamente il discorso è molto più complicato di così.
Intanto perché i calcoli vanno fatti su 30 anni e non su uno.
In secondo luogo perché nulla garantisce che tra 30 anni i vantaggi fiscali del fondo ci saranno ancora.
In terzo luogo perché i nostri valenti gestori possono tranquillamente azzerare qualsiasi vantaggio fiscale con poche sapienti mosse di mercato
Però non è detto il discorso di Scienza, per quanto utile a mettere molti in campana (me compreso), regga ad un'analisi attenta dei fatti, partendo dal presupposto che il rendimento che a me futuro pensionato interessa non può prescindere dalla fiscalità dei vari strumenti.
Detto questo, continuo a pensare che il TFR vada mantenuto così com'è. Visto che ha comunque una fiscalità agevolata rispetto allo stipendio, vale IMO la pena di approfittarne ed eventualmente contribuire al fondo pensione tramite il meccanismo dei versamenti volontari, che sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi.
Va altresì detto che in questo modo non si può beneficiare del contributo datoriale e dell'accesso ai fondi chiusi, generalmente caratterizzati da costi più bassi.
Insomma, da dire ce n'è per i mesi a venire...
Premesso che non ho aderito ai fondi pensione e se mai lo farò certamente non sarà col mio TFR, comincio però con una provocazione.
Si dice che il TFR protegge dall'inflazione fino al 13%.
In realtà, per quanto tecnicamente giusta, un'affermazione del genere può essere fuorviante.
Questo perché la parte protetta dall'inflazione è quella calcolata al netto delle tasse (che, in teoria, è quel che ci interessa).
Ma avendo anche (per ora... e chissà per quanto ancora) una componente fiscale da inserire nel paragone tra TFR e fondi, non è detto che questo paragone sia calzante.
Esempio: 1000€ nel TFR, inflazione al 10%, dopo un anno. Supponiamo che l'aliquota complessiva della persona per quell'anno sia del 28%.
Capitale lordo = 1000€
Rivalutazione lorda = 90€
Tassazione del capitale = 280€
Tassazione della rivalutazione = 9,9€
Capitale netto = 730€
Rivalutazione netta = 80,1€
Rendimento netto del TFR = 80,1/730 = 10,97%
Capitale liquidato = 810,1€
1000€ nel fondo, inflazione al 10%. La rivalutazione è sempre tassata all'11%, il capitale con un'aliquota che va dal 15% al 9%. Supponiamo che una persona si trovi a pagare l'aliquota minima (9%). Diciamo che il fondo fa peggio del TFR, rendimento dell'8% (ben due punti sotto l'inflazione). Semplificando brutalmente, calcoliamo la situazione dopo un anno con questo criterio:
Capitale lordo = 1000€
Rivalutazione lorda = 80€
Tassazione del capitale = 90€
Tassazione della rivalutazione = 8,8€
Capitale netto = 920€
Rivalutazione netta = 71,2€
Rendimento netto del fondo = 71,2 / 920 = 7,73%
Capitale liquidato = 991,2.
Insomma, nonostante un rendimento peggiore da parte del fondo abbiamo un capitale liquidato superiore del ben 22%.
Ovviamente il discorso è molto più complicato di così.
Intanto perché i calcoli vanno fatti su 30 anni e non su uno.
In secondo luogo perché nulla garantisce che tra 30 anni i vantaggi fiscali del fondo ci saranno ancora.
In terzo luogo perché i nostri valenti gestori possono tranquillamente azzerare qualsiasi vantaggio fiscale con poche sapienti mosse di mercato
Però non è detto il discorso di Scienza, per quanto utile a mettere molti in campana (me compreso), regga ad un'analisi attenta dei fatti, partendo dal presupposto che il rendimento che a me futuro pensionato interessa non può prescindere dalla fiscalità dei vari strumenti.
Detto questo, continuo a pensare che il TFR vada mantenuto così com'è. Visto che ha comunque una fiscalità agevolata rispetto allo stipendio, vale IMO la pena di approfittarne ed eventualmente contribuire al fondo pensione tramite il meccanismo dei versamenti volontari, che sono deducibili dalla dichiarazione dei redditi.
Va altresì detto che in questo modo non si può beneficiare del contributo datoriale e dell'accesso ai fondi chiusi, generalmente caratterizzati da costi più bassi.
Insomma, da dire ce n'è per i mesi a venire...