PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA.

Fermo restando che l'ipotesi più semplice (lo spillover) resta quella più probabile, IMHO, continuano a mancare le prove.

Lo ricordavano su Nature (Five coronavirus mysteries scientists are still racing to solve): l' "animale 0" resta ignoto.
Il pangolino è stato scagionato e non si riesce a trovarlo.


Virus di sintesi? Bah.

Questa storia del virus di sintesi viene fuori ogni tre per due.

La pandemia creata in provetta è una storia che "tira", divide, fa casino.

Alle volte si ricicla il già fatto, altre come in questo caso si produce materiale nuovo: l'articolo di Li Meng Lian prontamente sparito/ritirato.


La faccenda "di sintesi" o "naturale" è uno splendido attrezzo di distrazione di massa.

Il punto non è quello, il punto è la compliance BSL-4 del laboratorio di Wuhan.


Già, se il famoso anello mancante fosse un animale da laboratorio?

Sulla solidità del BSL-4 cinese non ci scommette nessuno.

Il tutto ha il solito risvolto geopolitico.


Fin da gennaio l'OMS (dove il peso cinese è "leggermente" sproporzionato) si è sbracciata per eliminare la connotazione cinese di SARS-CoV-2

(politica caldamente abbracciata da quelli che all'epoca "il problema è il razzismo").


I sospetti sul laboratorio di Wuhan rimettono in ballo il "virus cinese", e questo è inaccettabile in primis per la Cina.


Virus sintetico o no, il servizio di Presa Diretta testimonia la mancanza di trasparenza,

la sistematica opacità cinese proprio su questi temi, che sono di rilevanza globale.


Ed è questo il punto.
 
grazie maro..........giro a val il mi piace........... che ci offre spunti di riflessione.

perchè fa di tutta erba un fascio tutto da capire..........maaahhhhhhhhh

<demenziale distribuire soldi dei contribunti e dei "nullafacenti" che svolgono lavori in nero. >

MAI PENSATO CHE A NERO NON SEMPRE LO SI SCELTE MA LO IMPONE IL MERCATO CON ALTERNATIVA DI NON LAVORARE?
MAI PENSATO CHE "NULLAFACENTI" LO SI DIVENTA IN QUANTO MANCA PROPRIO LA RICHIESTA?
SE POI MI FAI ESEMPIO LAVAPIATTI E RACCOLTA POMODORI BEH TI QUALIFICHI MALE, AVVISATO:mad:

P.S. TI DICO LA NUOVA.........COL COVID LE DITTE PRENDONO GENTE "IN PROVA".........DUE SETTIMANE....A ROTAZIONE........

Ho dimenticato di citare il PRINCIPE del problema lavoro,, da venti anni la concorrenza estera qualificata dell'est opprime l'italiota con La differenza che questi hanno nel loro paese salari molto minori quindi sono dispostia a tutto facendo calare sia diritti che salari.
IL NERO nasce non solo x costo del lavoro ma anche a causa di. Miriade di "TURISTI"....sulla carta...ergo lavoratori stagionali, ospiti di compaesani gia' radicati.
La favola recita che gli italiani non fanno lavori umili....i fatti sono, che con loro sale il guadagno netto, costano meno.
Report recenti attestano, il quanto, servono maggiori controlli e CHIUSURE invece che sanzioni che mai pagheranno.
Se il costo lavoro fosse, uguale nella ue...non verrebbero di certo dove la vita e' piu' cara

Aia...una esempio

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Solo...DOZZINA....differenti nazionalita'....bazzecole..w l' UTILE

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Per questo non si sono mossi nè l'avvocato nè la ferragni .........


A due settimane abbondanti dal fatto a loro contestato, sono comparsi in Tribunale per l'interrogatorio di garanzia:
lei, assistita dall'avvocato Mauro De Martino – in codifesa con il collega Aurelio Molteni –
quest'oggi ha tracciato al Giudice per le indagini preliminari Salvatore Catalano la propria ricostruzione di quella notte di sangue.

Lui, affidatosi all'avvocato Biagio Pignanelli, aveva già fatto lo stesso, senza incrociare la fidanzata, essendo entrambi ai domiciliari con il divieto di contatto con terzi.


E' approdato dunque a Palazzo di Giustizia il violento pestaggio della notte di sabato 29 agosto a Belledo.

Due gli indagati: un 21enne lecchese e la sua ragazza, classe 2000.

Nei confronti della sorella di quest'ultima, 17enne, libera, procede invece il Tribunale per i minorenni di Milano.


Tentato omicidio l'accusa mossa nei confronti del giovanotto.

Lesioni e calunnia, invece, i reati contestati al momento alla ventenne.

Stando all'impianto accusatorio i due, in compagnia della terza giovanissima la cui posizione è stata stralciata in considerazione della minore età,
attorno all'una di notte, senza una precisa ragione, avrebbero aggredito un gelataio, reo di essere sceso in strada, in via Turbada,
dove vive e lavora, per difendere insieme alla moglie e alla figlia, tre ragazzine importunate dal terzetto evidentemente sotto l'effetto di alcool
.


40 i giorni di prognosi attribuiti in prima battuta all'uomo dopo il trasferimento a sirene spiegate al vicino ospedale Manzoni,
dove è stato preso in carico per i traumi riportati a seguito di un vero e proprio pestaggio.

Ha rimediato, tra le altre cose, la frattura di alcune costole e del setto nasale.


Dell'accaduto si è occupata la Squadra Volanti della Questura di Lecco, con il fascicolo nelle mani del Procuratore facente funzioni Paolo Del Grosso.
 
Qualche considerazione sul referendum costituzionale


Più si avvicina la data più aumentano le bufale e le fake news sui dati.

1

La prima bufala si basa sul trucco retorico di scambiare la quantità con la qualità:
ci dicono che con il taglio da 945 parlamentari a 600 se ne vanno i “dinosauri”, gli assenteisti, gli incompetenti, le ciccioline, i senatori a vita e i voltagabbana.

Niente di più falso: niente nel referendum lo indica.

Anzi il numero di senatori a vita rimane uguale ed in quanto alla scelta dei candidati è di competenza dei partiti,
quindi bisogna cambiare le modalità di selezionare i candidati e i rappresentanti, perché molto dipende dalla partitocrazia e pochissimo dagli elettori.



Per i voltagabbana, ebbene, quale garanzia abbiamo che un partito non cambi programma come ha fatto il 5s in questi anni?

Con questa partitocrazia e questi partiti nessuna.

Fare il voltagabbana con un partito voltagabbana significa essere coerenti con sé stessi e con le promesse agli elettori,
pertanto quando Di Maio si lamenta degli espulsi nei gruppi misti, si lamenta del fatto che alcuni parlamentari
abbiano utilizzato la libertà di ribellarsi agli ordini di votazione delle segreterie di partito.


Tutto questo perché il partito del buffone vorrebbe rafforzare la partitocrazia invece di diluirla,
costringendo come e più degli altri partiti gli eletti a votare secondo gli ordini impartiti dai vertici dei partiti, in violazione dell’articolo 67 della Costituzione



«Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato


Votare si al referendum significa potenziare le burocrazie e le gerarchie dei partiti indebolendo la libertà degli eletti,

più ricattabili dalle segreterie di partiti: ma è normale visto che il M5S ha sempre dichiarato di volere introdurre il vincolo di mandato.


L’altro trucco retorico è quello di far credere che si butta tanta acqua sporca per nascondere che si getta anche il neonato,

che è il parlamento già letteralmente imbavagliato dalle mascherine.


Abbiamo un parlamento sempre più esautorato negli anni, prima con i decreti del governo,
prassi peggiorata con i DPCM del presidente del consiglio per assomigliare sempre di più al parlamento europeo
che si ritrova ad accettare con logiche lobbistiche iniziative legislative prese da una Commissione non eletta
ma dai commissari paracadutati (selezionati) da organi come il Bilderberg e altri gruppi di potentati finanziari e poi imposti ai governi con ricatti dietro le quinte.



2


Ma l’argomento principale per votare si, è la bufala che l’Italia avrebbe il maggior numero di rappresentanti.

Si tratta dell’altro trucco retorico – manipolazione linguistica – di confondere i numeri assoluti con i numeri relativi,
trucco utilizzato continuamente e costantemente dai media per le statistiche sul covid in questi mesi.


In numeri assoluti, seguendo la tabella statistica di Youtrend del 2019 l’Italia si piazza al secondo posto con 945 parlamentari dietro il Regno Unito (1434).


L’Italia è seguita da Francia, Germania, Spagna, Polonia via via fino a Cipro Malta e Lussemburgo, quest’ultimo con 60 parlamentari per mezzo milione di abitanti.


In termini relativi, la situazione cambia radicalmente, visto che l’Italia si situa al sesto posto per minor numero di rappresentanti pro capite (1*62815)
dietro a Polonia, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Germania, quest’ultima essendo secondo questa tabella il primo paese per minor numero di rappresentanti pro capite sui 28 Stati membri dell’UE.


Quindi si situa in una media bassa bassa rispetto a 28 stati membri: al 6 posto per minor numero di parlamentari pro capite,
ovvero al 23° posto per minor numero di rappresentanti rispetto al numero di abitanti: in fondo alla lista.


Ma le cose peggiorano se consideriamo che gli Stati federali hanno un maggior numero di rappresentanti che non è stato contato dalla tabella.





Grafico UE POP/PARL


Paesi Federali


Germania.
Ad esempio la Germania è uno Stato federale costituito da 16 Lander composti ognuno da un governo
e un parlamento dal potere legislativo concorrente con il governo centrale in materie come il welfare,
alimentare, sanità, permesso di soggiornare e stabilirsi, il lavoro, il paesaggio
e con competenze esclusive come le costituzioni, la sicurezza interna e polizia, la scuola, la cultura, la radiofonia, il governo locale e altre.


Se si aggiungono ai 778 parlamentari (di cui 69 del consiglio federale) i 1868 parlamentari dei 16 Lander,
si arriva in realtà a 2646 parlamentari in totale su una popolazione di poco più di 82 Mln,
il che significa che la Germania non è più il primo paese con minor numero di parlamentari procapite (1/105545)
ma va al 16 posto come paese con minor numero di rappresentanti su un totale di 28 paesi, cioè va nella media alta a numero di rappresentanti pro capite (13).


Il Belgio è una monarchia costituzionale e parlamentare, ed è uno Stato federale con 210 parlamentari a livello federale,
nella tabella si situa al 7 posto per numero di rappresentanti pro capite (1/54425) giusto dietro l’Italia (1/62815).
Ma il Belgio è composto da 3 Regioni federate e da 3 Comunità linguistiche ognuna delle quali con ampie competenze
tra cui la scuola, la salute, gli aiuti sociali alle persone, i permessi di soggiorno e stabilimento degli stranieri, persino i negoziati e la firma dei trattati internazionali.
Se si aggiungono i parlamentari degli enti federati si arriva a un totale di 542 parlamentari per una popolazione di poco più di 11 Mln.
E quindi il Belgio passa dal 7 posto per minor numero di rappresentanti pro capite al 23 posto per minor numero di rappresentanti
su 28 paesi (1/20312) o al 6 posto per maggior numero di rappresentanti.


La Spagna è una monarchia parlamentare con una struttura federale sui generis composta da 17 Comunità autonome:
con un’autonomia a seconda delle Comunità (Andalusia, Catalogna, Galizia, Navarra e Paesi Baschi più autonomi).
Competenze in materia di scuola, salute, cultura, lingua, patrimonio, assistenza sociale, urbanesimo, ambiente, trasporti pubblici e agricoltura.
Con 616 parlamentari a livello centrale su 46 Mln si situa al 3 posto per minor numero di rappresentanti (1/75251)
ma se si aggiungono i 1258 parlamentari delle comunità autonome si arriva a 1874 parlamentari,
piazzando la Spagna al 20 posto per minor numero di rappresentanti ovvero al 9 posto per maggior numero di rappresentanti pro capite.


Quindi se si includono i parlamentari degli enti federati di Germania, Spagna e Belgio,
l’Italia con 945 parlamentari non è più al sesto ma al 4 posto per minor numero di rappresentanti pro capite dietro solo a Paesi Bassi, Francia e Polonia.


E non abbiamo calcolato il numero di rappresentanti dei territori di oltremare sia dei Paesi Bassi che della Francia, che sono sicura che ci riserverebbero delle sorprese.


Comunque con la riforma l’Italia passa da 1 rappresentante ogni 62815 abitanti

a 1/98933 abitanti diventando in assoluto il paese in UE con il minor numero di abitanti pro capite.


Ricordiamo che i consiglieri regionali sono già stati ridotti nel 2012 ma che non sono affatto comparabili con i parlamenti federati dei paesi federali come Germania Spagna e Belgio.


Infine bisogna votare no per bocciare il m5s l’apogeo dell’antipolitica che sta attuando le politiche dettate dall’OMS
e FMI di distruggere gli stati nazionali per traghettarci verso la digitalizzazione totale con la scusa del covid,
la moneta digitale in salsa capital comunista alla cinese.


Per fare questo la nostra costituzione è sempre stata di intralcio ai disegni dell’elite, e bisogna che i parlamenti siano quanto più popolosi possibile,

semmai bisogna distruggere la struttura antidemocratica gerarchica e personalistica dei partiti,

i cui vizi sono pedissequamente copiati dai partitini che nascono ogni giorno e che si dicono sovranisti:

direttivi che non si presentano alle assemblee generali, personalismi odiosi, cooptazioni, programmi politici non dibattuti nel rispetto e nella ricerca di un consenso.



Bisogna votare no, per concentrarci su questo, ed evitare di uccidere il neonato lasciando l’acqua sporca.
 
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Referendum taglio parlamentari, Vittorio Feltri: «Dicono che sarà una vittoria per Di Maio e M5s, ma sbagliano»
NotiziaPolitica.itPOSTED ON 13 SETTEMBRE 2020
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«Come ha scritto su Libero Renato Farina il referendum che ci accingiamo a votare, qualsiasi esito darà, non cambierà nulla. Quand’anche si approvasse il taglio di deputati e senatori, il Parlamento seguiterà a contare poco o niente, essendo stato esautorato dalla presidenza del Consiglio, per cui personalmente mi asterrò dal recarmi al seggio».
Lo ha scritto Vittorio Feltri in un editoriale su Libero.
«So già che vinceranno i sì, della qual cosa non mi importa un accidente. Qualcuno dice che trionfatori saranno i pentastellati che hanno avuto l’idea di sfoltire la cosiddetta casta», ha osservato il giornalista, secondo il quale i 5Stelle non otterranno benefici dalla vittoria del referendum in quanto saranno i primi «a dover rinunciare a gran parte delle poltrone saranno proprio loro, avendo attualmente il 33 per cento dei consensi, destinati a ridursi del 50 per cento per effetto del calo mostruoso del movimento, senza contare che la diminuzione dei seggi a disposizione comporterà una ulteriore riduzione dei rappresentanti di ogni partito».
«Nessun vantaggio sostanziale ci sarà dunque neppure per i grillini, per i quali la riforma si tradurrà in una sorta di suicidio», ha sottolineato Feltri.
Feltri ha anche messo in discussione quanto affermato dai commentatori che sostengono che la vittoria del Sì al referendum consentirà ai 5 stelle di confermarsi come parte forte della maggioranza giallorossa: «In realtà il predominio del gruppo Di Maio non è comunque in discussione in questa legislatura. In altri termini l’esecutivo sarà saldamente in sella fino a che non sarà sfiduciato costringendo il capo dello Stato a sciogliere le Camere e a indire nuove elezioni politiche. Non sembra di vedere all’orizzonte una simile ipotesi», ha spiegato Feltri.

lui è onesto, lo dice chiaro e tondo.......è inutile che vi sforzate con qusta litania del vota NO.
accettate la realtà,,,scendete sul pianeta TERRA tra noi mortali.................:lol::ihih:
 
ciao val bserata...............ci si aggiorna martedì :bye::bye:

..........mi sembra giusto stare fuori dai fol che avete aperto voi domani e lunedì.....visto mai.....qualche decina di NO li raccattate?

dalla badante e donna delle pulizie............ se gli promettete aumento votano No..........:DD::DD::DD::DD::DD::DD::DD:
gandhi-karma.jpg
 
Il dibattito attuale, complici anche alcune (meno recenti) affermazioni degli esponenti dei 5 stelle
sulla sostituzione della democrazia rappresentativa con quella diretta (grazie alla rete)
ha riportato l’attenzione e la polemica sulla funzione e il carattere della rappresentanza politica,
come sul vario significato attribuito al termine – a seconda non solo delle convinzioni oggettive - ma dell’angolo visuale e dal campo da cui (e in cui) lo si esamina.


Forse se la qualità dei rappresentanti migliorasse, quella ne risentirebbe in positivo.

La rappresentanza è un principio di forma politica, la cui funzione è di dar capacità d’esistenza e azione alla comunità e all’istituzione in cui s’organizza.

Rispetto alla quale tutto il dibattere sulla riduzione appare come un’arma di distrazione di massa:

si dibatte su un problema piccolo piccolo e si evita di risolvere – e perfino di porre - quelli grandi e decisivi.
 
Il nuovo ordine mondiale, o per gli anglofoni il “deep state”,
ha ben predisposto la propria agenda preparatoria alla riunione del governo mondiale.

Riunione che andrebbe oltre le stesse competenze di Onu o paritetiche organizzazioni internazionali.


Infatti, nei piani del deep state c’è quello di ridefinire i ruoli delle democrazie,

riducendo l’influenza delle scelte popolari nella governabilità degli Stati.

L’obiettivo è creare un gioco piramidale di élite.



Programma che prevede la drastica riduzione dei parlamentari in ogni nazione,
sino a far entrare negli ordinamenti la regola che, a governare uno Stato siano delle élite,
che a loro volta rispondono al ristretto gruppo che regge l’oligarchia mondiale.



A questo progetto stanno lavorando da almeno una quarantina d’anni filosofi, politologi, matematici, magistrati, scienziati…
tutti sul libro paga di multinazionali, fondazioni, gruppi finanziari e ricchi filantropi.

Oggi perseguono questo obiettivo, che a par loro offrirebbe ai popoli la pace mondiale
(sicurezza, reddito universale di cittadinanza, controllo cibernetico di ogni individuo),
Bill Gates, Elon Musk, Hillary Clinton, il presidente cinese Xi Jinping, George Soros
e con loro tutta la fazione politica avversa a Vladimir Putin, Donald Trump
ed i vari che credono ancora nell’autodeterminazione dei popoli.


Il progetto del “deep state” verrebbe rinviato (o proprio cestinato) qualora Trump vincesse nuovamente le elezioni
e, soprattutto, Putin riuscisse a riprendere l’egemonia in tutti i territori un tempo sotto l’egida sovietica.


Per capire come si svilupperebbe una siffatta società feudale,
è necessario studiare le complesse relazioni tra sacerdoti e magistrati nella Roma repubblicana e poi imperiale.


Di fatto l’oligarchia mondiale vorrebbe frapporre tra sé ed il popolo ben due caste dominanti,

candidate a sostituire i politici eletti: la magistratura e gli scienziati.



La magistratura avrebbe nelle proprie mani le leve delle forze di polizia
e gli scienziati influirebbero sul sistema finanziario ed avrebbero a disposizione l’esercito:
da queste due caste verrebbe scelto in futuro (da un conclave di magistrati e scienziati)
il futuribile presidente d’ogni repubblica, a cui spetterebbe il comando su magistratura e forze armate.

Ben si comprende che un passo importante verso siffatto obiettivo è la riduzione dei parlamentari,
a cui seguirebbe entro il 2025 la proposta (già studiata dalla Casaleggio Associati)
di tornare ai deputati non pagati e per censo (le élite), come era per Camera e Senato del Regno:

quindi una ulteriore riduzione dei parlamentari che permetterebbe alle sole élite di entrare in Parlamento e legiferare.

In un siffatto sistema i dicasteri verrebbero dalle élite affidati agli appartenenti alle due caste del sacerdozio laico: magistrati e scienziati.


Questo esperimento fa dell’Italia una sorta di cavia, e la vittoria del “Si” permetterebbe una rapido raggiungimento degli obiettivi elitari.

Di fatto i 5 Stelle sono stati utilizzati dal potere sovrannazionale per demolire le sedicenti caste e sostituirle con le due caste sempre più influenti (magistrati e scienziati).


Questo
progetto di revisione del potere s’ispira in grandi linee alla società romana,
che concepiva le comunità sociali su un piano subordinato: ogni comunità civilizzata era il luogo ove coabitano uomini e divinità, e la religione
(rigorosamente pagana e laicale) condensava l’insieme delle relazioni quotidiane tra gente comune e delegati delle divinità.

Relazioni materiali che ispirarono il culto laico e pagano del dio imperatore.


Nella futura società verrà culturalmente iniettato il culto laico delle caste sacerdotali dei giudici e degli scienziati,
e solo a loro sarà permesso decidere per il bene dei popoli in concerto col “deep state”.

Nella società romana, l’opinione dei sacerdoti costituiva un elemento rilevante del gioco politico.

Ed anche a Roma il potere sacerdotale sfuggiva al dominio dei leader politici, dei tribuni, dei consoli.

E questo per il particolare modo in cui venivano reclutati.

Come potremmo oggi sconfessare uno scienziato o un magistrato gradito alla rete della piattaforma Rousseau?

Nell’Antica Roma le forze politiche tentavano di controllare i sacerdoti, ma era arduo.

Oggi allo stesso modo i tanti eletti, tra Camera e Senato, provano (spesso invano) ad entrare nelle grazie di magistrati e scienziati.

Nell’Antica Roma sacerdoti (antenati dei nostri scienziati) e magistrati venivano reclutati in diverso modo,
e avevano comunque competenze proprie molto ampie: dalla celebrazione dei riti alla gestione.

Di fatto anche in quei tempi pagani c’era una sorta di concorso pubblico sia per i magistrati che per i sacerdoti.

Per intervenire nella vita pubblica, i senatori erano tenuti a consultare e rispettare le indicazioni dei sacerdoti e dei magistrati.

Sul rapporto tra sacerdoti e magistrati va rammentata la distinzione sul piano dell’azione pubblica:
sul piano religioso il magistrato disponeva di potere più ampio del sacerdote (col popolo o contro),
mentre i sacerdoti non disponevano né dell’imperium, né della potestas.

Le complesse relazioni tra sacerdoti e magistrati esprimevano uno dei maggiori principi della concezione religiosa degli antichi:
quello secondo cui la città era il risultato di un’alleanza fra gli uomini e gli dei, ma sotto il governo dei magistrati e dei sacerdoti.


E se l’imperatore era un divo, una divinità, si stenta a credere che i potenti della Terra

non abbiano oggi la stessa percezione della propria persona, del proprio potere
.


Ci viene detto da più parti che ai tempi dell’avvento di Cristo eravamo circa trecento milioni e che oggi,
l’aver superato la soglia dei sette miliardi di esseri umani, imporrebbe regole più strette, che blocchino l’operosità, l’economia… per il bene del Pianeta.


Mala tempora currunt, e si spera almeno in Italia vinca il “No” al referendum.
 

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