Val
Torniamo alla LIRA
Mani libere per gli sporchi affari ........e per darci il colpo finale. Tutti schiavi del neoliberismo.
Ad oggi lo stato di emergenza, con tutto ciò che si porta dietro, scade il prossimo 15 ottobre.
Ma l’impennata di nuovi contagi in Europa e la necessità di evitare un nuovo lockdown totale
che rischierebbe di essere fatale all’economia nazionale, il governo sta seriamente valutando il prolungamento al 31 dicembre.
Come spiega il quotidiano Il Messaggero, le opzioni sono tre:
Il Governo dovrebbe comunque coinvolgere il Parlamento nella discussione, facendo votare una risoluzione sia alla Camera che al Senato
per attivare i poteri volti ad affrontare la situazione con tempestività ed efficacia, in primis con i Dpcm
che consentono di emanare norme in deroga all’ordinamento vigente, come successo per il lockdown.
Nel caso non si dovesse rinnovare lo stato di emergenza, dal 16 ottobre cambierebbero le regole per lo smart working introdotto negli ultimi mesi:
tornerebbero le regole ordinarie, con un accordo firmato dai singoli lavoratori che fissi modalità di esecuzione della prestazione lavorativa fuori dai locali aziendali.
Occorrerà poi definire quali saranno gli strumenti da usare, i tempi di riposo e le misure per assicurare il diritto alla disconnessione.
In caso di prolungamento, invece, tornerebbero attuali le regole utilizzate fino ad ora,
così come per i congedi parentali per i genitori con figli in età scolare.
Ad oggi lo stato di emergenza, con tutto ciò che si porta dietro, scade il prossimo 15 ottobre.
Ma l’impennata di nuovi contagi in Europa e la necessità di evitare un nuovo lockdown totale
che rischierebbe di essere fatale all’economia nazionale, il governo sta seriamente valutando il prolungamento al 31 dicembre.
Come spiega il quotidiano Il Messaggero, le opzioni sono tre:
- smontare lo status pezzo per pezzo mantenendo attive solo le porzioni ritenute ancora utili
- una mini-proroga di poche settimane
- la conferma dello stato di emergenza fino al 31 dicembre.
Il Governo dovrebbe comunque coinvolgere il Parlamento nella discussione, facendo votare una risoluzione sia alla Camera che al Senato
per attivare i poteri volti ad affrontare la situazione con tempestività ed efficacia, in primis con i Dpcm
che consentono di emanare norme in deroga all’ordinamento vigente, come successo per il lockdown.
Nel caso non si dovesse rinnovare lo stato di emergenza, dal 16 ottobre cambierebbero le regole per lo smart working introdotto negli ultimi mesi:
tornerebbero le regole ordinarie, con un accordo firmato dai singoli lavoratori che fissi modalità di esecuzione della prestazione lavorativa fuori dai locali aziendali.
Occorrerà poi definire quali saranno gli strumenti da usare, i tempi di riposo e le misure per assicurare il diritto alla disconnessione.
In caso di prolungamento, invece, tornerebbero attuali le regole utilizzate fino ad ora,
così come per i congedi parentali per i genitori con figli in età scolare.