Val
Torniamo alla LIRA
Da un lato un povero derelitto del quale non si può avere compassione,
e dall'altro un immigrato, clandestino,con decreto di espulsione, che non è mai stato espulso.
Un orrendo fatto di cronaca.
L'uccisione di un prete a Como, diventa occasione di strumentalizzazione politica.
L’ultima delirante provocazione, firmata su Twitter da Gad Lerner,
estrapola una frase del direttore della Caritas di Como, per instillare una suggestione.
Non detta, ma che traspare in filigrana.
Se un immigrato clandestino africano ha ucciso un prete è colpa dei sovranisti.
Di chi chiede un freno all’immigrazione.
Il solito metodo della lista di proscrizione, che l’ex giornalista di Lotta Continua evidentemente non ha dimenticato.
Manca solo la foto di Salvini e Meloni, come mandanti dell’omicidio e il resto è fatto.
Gad Lerner scrive un Tweet che rende plastica la differenza tra giornalismo e propaganda.
Cita una frase di un’intervista al Giorno di Roberto Bernasconi, direttore della Diocesi di Como.
Il quale, dice :
«È una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni
ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto.
O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno».
Il giornalista del Giorno gli chiede se il riferimento sia per esempio relativo alla giunta di centrodestra
Bernasconi precisa, invece di non riferirsi, però al gesto dell’assessora che, nei giorni scorsi,
ha tolto una coperta a un senzatetto (“Non c’entra nulla”).
«Mi riferisco a chi usa queste persone per portare avanti dei discorsi che sono personali
per cui non è che fanno il bene di queste persone. Va messa al centro la persone per quello che è».
Insomma, se Gad Lerner non lo avesse capito, la Caritas di Como ha tirato in ballo propri i portabandiera dell’accoglienza “ideologica”.
Quelli come lui.
Quelli che strumentalizzano i migranti e gli sbandati come l’assassino di Don Malgesini.
«Queste persone – aveva scritto Bernasconi relativamente ai senza tetto di Como –
rischiano di essere aiutate male e strumentalizzate da chi porta avanti battaglie ideologiche (per esempio contro le istituzioni),
senza pensare che occorre innanzitutto un’accoglienza e un accompagnamento responsabili. Basati su doti umane, preparazione, formazione».
e dall'altro un immigrato, clandestino,con decreto di espulsione, che non è mai stato espulso.
Un orrendo fatto di cronaca.
L'uccisione di un prete a Como, diventa occasione di strumentalizzazione politica.
L’ultima delirante provocazione, firmata su Twitter da Gad Lerner,
estrapola una frase del direttore della Caritas di Como, per instillare una suggestione.
Non detta, ma che traspare in filigrana.
Se un immigrato clandestino africano ha ucciso un prete è colpa dei sovranisti.
Di chi chiede un freno all’immigrazione.
Il solito metodo della lista di proscrizione, che l’ex giornalista di Lotta Continua evidentemente non ha dimenticato.
Manca solo la foto di Salvini e Meloni, come mandanti dell’omicidio e il resto è fatto.
Gad Lerner scrive un Tweet che rende plastica la differenza tra giornalismo e propaganda.
Cita una frase di un’intervista al Giorno di Roberto Bernasconi, direttore della Diocesi di Como.
Il quale, dice :
«È una tragedia che nasce dall’odio che monta in questi giorni
ed è la causa scatenante al di là della persona fisica che ha compiuto questo gesto.
O la smettiamo di odiarci o tragedie come questa si ripeteranno».
Il giornalista del Giorno gli chiede se il riferimento sia per esempio relativo alla giunta di centrodestra
Bernasconi precisa, invece di non riferirsi, però al gesto dell’assessora che, nei giorni scorsi,
ha tolto una coperta a un senzatetto (“Non c’entra nulla”).
«Mi riferisco a chi usa queste persone per portare avanti dei discorsi che sono personali
per cui non è che fanno il bene di queste persone. Va messa al centro la persone per quello che è».
Insomma, se Gad Lerner non lo avesse capito, la Caritas di Como ha tirato in ballo propri i portabandiera dell’accoglienza “ideologica”.
Quelli come lui.
Quelli che strumentalizzano i migranti e gli sbandati come l’assassino di Don Malgesini.
«Queste persone – aveva scritto Bernasconi relativamente ai senza tetto di Como –
rischiano di essere aiutate male e strumentalizzate da chi porta avanti battaglie ideologiche (per esempio contro le istituzioni),
senza pensare che occorre innanzitutto un’accoglienza e un accompagnamento responsabili. Basati su doti umane, preparazione, formazione».