PREFERIREI MORIRE DI PASSIONE CHE DI NOIA. (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
A chiunque abbia vissuto gli attacchi dell’11 settembre 2001 e il fenomeno del cosiddetto Covid-19 del 2020,
la memoria potrà servire a mettere in luce un inquietante parallelo tra i due eventi.

Tuttavia, se questa memoria si fosse cancellata a causa di una dimenticanza o per colpa dei media mainstream che l’avevano scaricata nel buco della memoria,
o se il ricordo non esistesse proprio, o magari la paura o la dissonanza cognitiva ne stessero bloccando la consapevolezza,
vorrei sottolineare alcune somiglianze che potrebbero farci prendere in considerazione alcuni parallelismi e connessioni tra queste due operazioni.

Il legame principale è che entrambi gli eventi hanno acuito la normale paura che gli esseri umani hanno della morte.

Alla base di tutte le paure c’è quella della morte.

Una paura che ha radici biologiche e culturali.

A livello biologico, tutti reagiamo alla minaccia di morte con la lotta o con la fuga.

Culturalmente, ci sono molti modi in cui questa paura può essere attenuata o esacerbata, intenzionalmente o no.

Di solito, la cultura, tramite i suoi simboli e i suoi miti, serve ad alleviare la (potenzialmente traumatizzante) paura della morte.

La religione è servita a lungo a questo scopo; ma quando la religione perde la presa sull’immaginazione umana,
specialmente per quanto riguarda la fede nell’immortalità, come aveva sottolineato Orwell a metà degli anni Quaranta, quello che rimane è un vuoto enorme.


Senza quella consolazione, la paura viene di solito esorcizzata con futili espedienti.

Nel caso degli attacchi dell’11 settembre 2001 e dell’attuale operazione del coronavirus,
la paura della morte è usata dalle élite del potere per controllare le popolazioni e portare avanti programmi pianificati da tempo.


C’è un filo rosso che collega i due eventi.

Entrambi gli eventi erano chiaramente stati previsti e pianificati.

Nel caso dell’11 settembre 2001, come avevo argomentato in precedenza, era stato accuratamente predisposto in anticipo
un controllo mentale di tipo linguistico, in modo da evocare la paura a livello profondo con l’uso di termini ripetuti,
come Pearl Harbor, Homeland, Ground Zero, The Unthinkable e 11 Settembre.

Ciascuno di essi, a sua volta, era servito ad aumentare drasticamente il livello di paura.

Ognuno di questi termini derivava da riunioni, documenti, eventi, discorsi, tutti profondamente associati al concetto di paura.

Questo linguaggio proveniva direttamente dal copione dello stregone capo, non da quello di un apprendista impazzito.

E come David Ray Griffin (il principale esperto dell’11 Settembre, insieme ad altri), ha sottolineato in una dozzina di libri meticolosamente discussi e documentati,
gli eventi di quel giorno dovevano essere stati attentamente pianificati in anticipo e le versioni ufficiali a posteriori
possono essere descritte solo come “miracoli scientifici”, non come teorie scientifiche.


Questi “miracoli” comprendono:

enormi grattacieli in struttura in acciaio che, per la prima volta nella storia, crollano senza esplosivi o incendi a velocità di caduta libera,
fra cui il Wtc-7 che non era nemmeno stato colpito da un aereo;

un presunto pilota dirottatore, Hani Hanjour, che riusciva a malapena a far volare un Piper Cub,
che avrebbe pilotato un enorme Boeing 757 in una manovra impossibile contro il Pentagono;

i controlli di sicurezza in quattro aeroporti che erano venuti a mancare tutti nello nello stesso giorno e nello stesso momento;

il fallimento delle sedici agenzie di intelligence statunitensi;

l’incapacità dei controllori del traffico aereo, eccetera.

L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

E tutto questo sarebbe stato pianificato da Osama bin Laden. È una favola.

Poi abbiamo avuto i famosi attacchi con l’antrace legati all’11 Settembre.

Graeme MacQueen, in “The Anthrax Deception” del 2001, mostra chiaramente che, anche qui, si era trattato di una cospirazione interna.

Questi eventi pianificati avevano portato all’invasione dell’Afghanistan, al Patriot Act,
al ritiro degli Stati Uniti dal Trattato Abm, all’invasione dell’Iraq, alla “guerra al terrore” ancora in corso.

Non dimentichiamoci poi di tutti gli anni degli avvertimenti fraudolenti sui pericoli del terrorismo
e l’ammonizione del governo a sigillare le finestre con il nastro adesivo per proteggerci da un massiccio attacco chimico e biologico.


Arriviamo al 2020.

Vorrei iniziare dal fondo, visto che gli avvertimenti contro il pericolo sono ancora freschi nelle nostre menti.

Quando erano in corso i blocchi per il Covid-19, mentre le persone desideravano poter tornare ad una vita normale
e uscire dalle loro gabbie, era successa una cosa divertente.

Gli stessi avvertimenti di pericolo erano comparsi ovunque e nello stesso momento.

Avevano mostrato il programma di un possibile allentamento dei controlli governativi da seguire,
passo dopo passo, solo se le cose fossero andate secondo i piani.

Dal rosso al giallo al verde. Accattivante.

Rosso, arancio, giallo, blu, verde.

Come per gli allarmi terroristici successivi all’11 settembre 2001.

Il Massachusetts, dove vivo, è un cosiddetto Stato blu [a maggioranza democratica]
e la sua tabella cromatica termina con il blu, non con il verde, con la fase 4 blu definita
«la nuova normalità: lo sviluppo di vaccini e/o trattamenti che consentiranno la ripresa della ‘nuova normalità’».

Formulazione interessante.

Una frase da ritorno al futuro.

Come per le ammonizioni del dopo 11 Settembre che ci invitavano a sigillare le finestre con il nastro adesivo, ora si consiglia a tutti di indossare la mascherina.


È interessante notare come la 3M Company, un importante produttore di nastro adesivo,
sia anche uno dei principali venditori mondiali di mascherine facciali.

La società avrebbe dovuto produrre 50 milioni al mese di mascherine N95 entro giugno 2020
e dovrebbe arrivare 2 miliardi a livello globale entro il prossimo anno.

Poi c’è il nastro 3M da mascheratura… ma questo è un argomento appiccicoso.

Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, c’era stato ripetutamente detto che il mondo era cambiato per sempre.

Ora ci viene detto che, dopo il Covid-19, la vita non sarà più la stessa.

Questa è la “nuova normalità,” mentre il mondo post 11 settembre e pre Covid 19 doveva essere stato la vecchia nuova normalità.

Quindi tutto è diverso ma anche normale.

Quindi, come afferma il sito web del governo del Massachusetts, nei giorni a venire
potremmo essere in grado di avviarci verso «la ripresa della ‘nuova normalità’».

Questa nuova vecchia normalità sarà senza dubbio una forma di transumanesimo tecno-fascista, messo in atto per il nostro stesso bene.

Come nel caso dell’11 Settembre, ci sono numerose prove sul fatto che l’epidemia da coronavirus era stata prevista e pianificata;
che la gente è stata vittima di una campagna di propaganda che ha fatto uso di un virus invisibile
per indurci alla sottomissione e bloccare l'economia mondiale a favore delle élite globali.


È un caso chiaro, come Peter Koenig dice a Michel Chossudovsky in una imperdibile intervista,
non è una teoria del complotto ma un palese e concreto piano enunciato nel Rapporto Rockefeller 2010,
nell‘Event 201 del 18 ottobre 2019 e, tra l’altro, nell’Agenda 21.

Come gli amorfi terroristi e la guerra contro il “terrorismo” (che è una tattica e quindi non un qualcosa che si può combattere),
un virus è invisibile, tranne quando i media lo presentano come un pallido mucchio di strane palline fluttuanti, che sono ovunque e da nessuna parte.

Guardati le spalle, attento al viso, mascherati, lavati le mani, mantieni le distanze,
non sai mai quando quelle puntute palline arancioni potrebbero infettarti.

Come per l’11 Settembre, ogni volta che qualcuno mette in dubbio la narrativa ufficiale del Covid-19,
le statistiche ufficiali, la validità dei test, l’efficacia delle mascherine, i poteri dietro il tanto decantato vaccino prossimo venturo e
le orribili conseguenze dei lockdown che distruggono le economie, uccidono la gente, portano le persone alla disperazione e al suicidio,
traumatizzano i bambini, mandano in bancarotta le piccole e medie imprese per arricchire i più ricchi, ecc.,
i media corporativi deridono i dissidenti alla stregua di pazzi della cospirazione che, così facendo, aiutano il virale nemico.


Questo succede anche quando i dissidenti sono medici, scienziati e intellettuali molto rispettati, che vengono regolarmente bannati da Internet.


Con l’11 Settembre, inizialmente c’erano stati molti meno dissidenti di quanti ce ne siano ora
e quindi l’eliminazione delle opinioni discordanti non aveva avuto bisogno di una censura palese, che ora invece cresce di giorno in giorno.

Questa censura interessa tutto Internet, rapidamente e subdolamente, lo stesso Internet
che viene imposto a tutti come la nuova normalità secondo il Grande Reset Globale,
la bugia digitale [di un futuro] in cui, come ha detto Anthony Fauci, nessuno dovrà più darsi la mano.

Un mondo di immagini e di esseri umani astratti in cui, come Arthur Jensen dice a Howard Beal nel film “Network”,
«tutte le necessità [saranno] soddisfatte, tutte le ansie tranquillizzate, tutta le noie rallegrate».

Una distopia digitale che si sta avvicinando velocemente, come forse la fine di quel filo rosso che va dall’11 settembre ad oggi.

Heidi Evens e Thomas Hackett avevano scritto sul “New York Daily News”:

«Con l’illusione di sicurezza e di protezione di tutta la nazione ora in frantumi,
gli americani iniziano il lento e irregolare processo di guarigione da un trauma che sembra profondamente e crudelmente personale
… che lascia i cittadini di tutto il paese con la spaventosa consapevolezza della loro vulnerabilità».


L’avevano scritto il 12 settembre 2001.
 

Tolomeo

Perdo pelo, non il vizio
A chiunque abbia vissuto gli attacchi dell’11 settembre 2001 e il fenomeno del cosiddetto Covid-19 del 2020,
la memoria potrà servire a mettere in luce un inquietante parallelo tra i due eventi.

Tuttavia, se questa memoria si fosse cancellata a causa di una dimenticanza o per colpa dei media mainstream che l’avevano scaricata nel buco della memoria,
o se il ricordo non esistesse proprio, o magari la paura o la dissonanza cognitiva ne stessero bloccando la consapevolezza,
vorrei sottolineare alcune somiglianze che potrebbero farci prendere in considerazione alcuni parallelismi e connessioni tra queste due operazioni.

Il legame principale è che entrambi gli eventi hanno acuito la normale paura che gli esseri umani hanno della morte.

Alla base di tutte le paure c’è quella della morte.

Una paura che ha radici biologiche e culturali.

A livello biologico, tutti reagiamo alla minaccia di morte con la lotta o con la fuga.

Culturalmente, ci sono molti modi in cui questa paura può essere attenuata o esacerbata, intenzionalmente o no.

Di solito, la cultura, tramite i suoi simboli e i suoi miti, serve ad alleviare la (potenzialmente traumatizzante) paura della morte.

La religione è servita a lungo a questo scopo; ma quando la religione perde la presa sull’immaginazione umana,
specialmente per quanto riguarda la fede nell’immortalità, come aveva sottolineato Orwell a metà degli anni Quaranta, quello che rimane è un vuoto enorme.


Senza quella consolazione, la paura viene di solito esorcizzata con futili espedienti.

Nel caso degli attacchi dell’11 settembre 2001 e dell’attuale operazione del coronavirus,
la paura della morte è usata dalle élite del potere per controllare le popolazioni e portare avanti programmi pianificati da tempo.


C’è un filo rosso che collega i due eventi.

Entrambi gli eventi erano chiaramente stati previsti e pianificati.

Nel caso dell’11 settembre 2001, come avevo argomentato in precedenza, era stato accuratamente predisposto in anticipo
un controllo mentale di tipo linguistico, in modo da evocare la paura a livello profondo con l’uso di termini ripetuti,
come Pearl Harbor, Homeland, Ground Zero, The Unthinkable e 11 Settembre.

Ciascuno di essi, a sua volta, era servito ad aumentare drasticamente il livello di paura.

Ognuno di questi termini derivava da riunioni, documenti, eventi, discorsi, tutti profondamente associati al concetto di paura.

Questo linguaggio proveniva direttamente dal copione dello stregone capo, non da quello di un apprendista impazzito.

E come David Ray Griffin (il principale esperto dell’11 Settembre, insieme ad altri), ha sottolineato in una dozzina di libri meticolosamente discussi e documentati,
gli eventi di quel giorno dovevano essere stati attentamente pianificati in anticipo e le versioni ufficiali a posteriori
possono essere descritte solo come “miracoli scientifici”, non come teorie scientifiche.


Questi “miracoli” comprendono:

enormi grattacieli in struttura in acciaio che, per la prima volta nella storia, crollano senza esplosivi o incendi a velocità di caduta libera,
fra cui il Wtc-7 che non era nemmeno stato colpito da un aereo;

un presunto pilota dirottatore, Hani Hanjour, che riusciva a malapena a far volare un Piper Cub,
che avrebbe pilotato un enorme Boeing 757 in una manovra impossibile contro il Pentagono;

i controlli di sicurezza in quattro aeroporti che erano venuti a mancare tutti nello nello stesso giorno e nello stesso momento;

il fallimento delle sedici agenzie di intelligence statunitensi;

l’incapacità dei controllori del traffico aereo, eccetera.

L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

E tutto questo sarebbe stato pianificato da Osama bin Laden. È una favola.

Poi abbiamo avuto i famosi attacchi con l’antrace legati all’11 Settembre.

Graeme MacQueen, in “The Anthrax Deception” del 2001, mostra chiaramente che, anche qui, si era trattato di una cospirazione interna.

Questi eventi pianificati avevano portato all’invasione dell’Afghanistan, al Patriot Act,
al ritiro degli Stati Uniti dal Trattato Abm, all’invasione dell’Iraq, alla “guerra al terrore” ancora in corso.

Non dimentichiamoci poi di tutti gli anni degli avvertimenti fraudolenti sui pericoli del terrorismo
e l’ammonizione del governo a sigillare le finestre con il nastro adesivo per proteggerci da un massiccio attacco chimico e biologico.


Arriviamo al 2020.

Vorrei iniziare dal fondo, visto che gli avvertimenti contro il pericolo sono ancora freschi nelle nostre menti.

Quando erano in corso i blocchi per il Covid-19, mentre le persone desideravano poter tornare ad una vita normale
e uscire dalle loro gabbie, era successa una cosa divertente.

Gli stessi avvertimenti di pericolo erano comparsi ovunque e nello stesso momento.

Avevano mostrato il programma di un possibile allentamento dei controlli governativi da seguire,
passo dopo passo, solo se le cose fossero andate secondo i piani.

Dal rosso al giallo al verde. Accattivante.

Rosso, arancio, giallo, blu, verde.

Come per gli allarmi terroristici successivi all’11 settembre 2001.

Il Massachusetts, dove vivo, è un cosiddetto Stato blu [a maggioranza democratica]
e la sua tabella cromatica termina con il blu, non con il verde, con la fase 4 blu definita
«la nuova normalità: lo sviluppo di vaccini e/o trattamenti che consentiranno la ripresa della ‘nuova normalità’».

Formulazione interessante.

Una frase da ritorno al futuro.

Come per le ammonizioni del dopo 11 Settembre che ci invitavano a sigillare le finestre con il nastro adesivo, ora si consiglia a tutti di indossare la mascherina.


È interessante notare come la 3M Company, un importante produttore di nastro adesivo,
sia anche uno dei principali venditori mondiali di mascherine facciali.

La società avrebbe dovuto produrre 50 milioni al mese di mascherine N95 entro giugno 2020
e dovrebbe arrivare 2 miliardi a livello globale entro il prossimo anno.

Poi c’è il nastro 3M da mascheratura… ma questo è un argomento appiccicoso.

Dopo gli attacchi dell’11 settembre 2001, c’era stato ripetutamente detto che il mondo era cambiato per sempre.

Ora ci viene detto che, dopo il Covid-19, la vita non sarà più la stessa.

Questa è la “nuova normalità,” mentre il mondo post 11 settembre e pre Covid 19 doveva essere stato la vecchia nuova normalità.

Quindi tutto è diverso ma anche normale.

Quindi, come afferma il sito web del governo del Massachusetts, nei giorni a venire
potremmo essere in grado di avviarci verso «la ripresa della ‘nuova normalità’».

Questa nuova vecchia normalità sarà senza dubbio una forma di transumanesimo tecno-fascista, messo in atto per il nostro stesso bene.

Come nel caso dell’11 Settembre, ci sono numerose prove sul fatto che l’epidemia da coronavirus era stata prevista e pianificata;
che la gente è stata vittima di una campagna di propaganda che ha fatto uso di un virus invisibile
per indurci alla sottomissione e bloccare l'economia mondiale a favore delle élite globali.


È un caso chiaro, come Peter Koenig dice a Michel Chossudovsky in una imperdibile intervista,
non è una teoria del complotto ma un palese e concreto piano enunciato nel Rapporto Rockefeller 2010,
nell‘Event 201 del 18 ottobre 2019 e, tra l’altro, nell’Agenda 21.

Come gli amorfi terroristi e la guerra contro il “terrorismo” (che è una tattica e quindi non un qualcosa che si può combattere),
un virus è invisibile, tranne quando i media lo presentano come un pallido mucchio di strane palline fluttuanti, che sono ovunque e da nessuna parte.

Guardati le spalle, attento al viso, mascherati, lavati le mani, mantieni le distanze,
non sai mai quando quelle puntute palline arancioni potrebbero infettarti.

Come per l’11 Settembre, ogni volta che qualcuno mette in dubbio la narrativa ufficiale del Covid-19,
le statistiche ufficiali, la validità dei test, l’efficacia delle mascherine, i poteri dietro il tanto decantato vaccino prossimo venturo e
le orribili conseguenze dei lockdown che distruggono le economie, uccidono la gente, portano le persone alla disperazione e al suicidio,
traumatizzano i bambini, mandano in bancarotta le piccole e medie imprese per arricchire i più ricchi, ecc.,
i media corporativi deridono i dissidenti alla stregua di pazzi della cospirazione che, così facendo, aiutano il virale nemico.


Questo succede anche quando i dissidenti sono medici, scienziati e intellettuali molto rispettati, che vengono regolarmente bannati da Internet.


Con l’11 Settembre, inizialmente c’erano stati molti meno dissidenti di quanti ce ne siano ora
e quindi l’eliminazione delle opinioni discordanti non aveva avuto bisogno di una censura palese, che ora invece cresce di giorno in giorno.

Questa censura interessa tutto Internet, rapidamente e subdolamente, lo stesso Internet
che viene imposto a tutti come la nuova normalità secondo il Grande Reset Globale,
la bugia digitale [di un futuro] in cui, come ha detto Anthony Fauci, nessuno dovrà più darsi la mano.

Un mondo di immagini e di esseri umani astratti in cui, come Arthur Jensen dice a Howard Beal nel film “Network”,
«tutte le necessità [saranno] soddisfatte, tutte le ansie tranquillizzate, tutta le noie rallegrate».

Una distopia digitale che si sta avvicinando velocemente, come forse la fine di quel filo rosso che va dall’11 settembre ad oggi.

Heidi Evens e Thomas Hackett avevano scritto sul “New York Daily News”:

«Con l’illusione di sicurezza e di protezione di tutta la nazione ora in frantumi,
gli americani iniziano il lento e irregolare processo di guarigione da un trauma che sembra profondamente e crudelmente personale
… che lascia i cittadini di tutto il paese con la spaventosa consapevolezza della loro vulnerabilità».


L’avevano scritto il 12 settembre 2001.
Occorre veramente riflettere su quello che "il grande fratello 2.0" ci sta confezionando...
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il minimo che ci potesse capitare, dopo aver dato retta a Greta Thunberg,
era di finire confinati in casa per mesi, e poi guardati a vista come pericolosi bricconi, irresponsabili diffusori del Virus della Paura.

Milioni di sguardi imbambolati davanti all’epifania scandinava della minuscola fiammiferaia, venuta a raccontarci – insieme ai tecno-narratori dell’Onu –
che siamo noi, proprio noi, a surriscaldare pericolosamente il globo.

Per la cronaca: è lo stesso pianeta che, solo dodicimila anni fa, passò in un battibaleno dall’inferno dei vulcani alla notte artica dei ghiacci,

superando il Grande Diluvio, per poi arrivare alle temperature – più alte di quelle di oggi – dell’epoca dell’Impero Romano,

quando cioè non esistevano plastiche né carbone né acciaierie.


Tutti a sentire i profetici ammonimenti della piccina, mentre la Terra si riempiva di strane antenne,
i cieli erano rigati da strane scie, e dai laboratori fuggivano strani virus.



Antenne, scie e virus: tre vocaboli complemanente assenti, nel lessico della maestrina svedese,
i cui ricchissimi impresari (dalla Bank of England in giù) erano riusciti a distoglierci dal vero problema,
l’avvelenamento ottuso e criminale del suolo, dell’aria e delle acque.

E’ colpa vostra, cioè nostra: il Vangelo secondo Greta è lo stesso degli arconti che stabiliscono, da sempre,
quanto e come crescere, quanto e come soffrire, e quando infine decrescere, impoverirsi, possibilmente sparire.

Sono sempre loro a decidere quale canzone cantare, a seconda dei momenti:
il guaio, semmai, è che poi la cantiamo tutti, o quasi tutti, lasciando che siano i medesimi sceneggiatori a scegliere per noi lo spartito del giorno.


I pessimisti parlano apertamente di zootecnia, sia pure evolutissima e sapientemente truccata da politica, da informazione, da entertainment culturale.


E’ ancora possibile cantare fuori dal coro, entro certi limiti;

al momento giusto, però, non manca mai un Vasco Rossi che sappia richiamare all’ordine, da par suo, gli eventuali indisciplinati.



Di tanto in tanto, al Popolo delle Mascherine è ancora concesso l’antico lusso della celebrazione democratica,
elettorale, a condizione – beninteso – che dal voto non dipenda niente di importante.

Bazzecole, piccole faide tra nano-leader, guerriglie tra clan.


Da Greta Thunberg a Beppe Grillo, il passo è brevissimo:

ci si ritrova con Luigi Di Maio ministro degli esteri, e Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.



L’unico campionato vinto dal Fratello di Montalbano, per ora, è quello della vaccinazione obbligatoria più inutile del pianeta,
il siero contro l’influenza, mentre i suoi fieri oppositori – il barbaro Salvini (l’energumeno al citofono) e la piccola Giorgia («sono italiana, sono cristiana») –
si stringono attorno al redivivo Nonno Silvio, che spedisce in aula un fenomeno indimenticabile come Mariastella Gelmini
ad aprire ufficialmente la stagione della Vaccinazione Universale Obbligatoria.


Al Popolo delle Mascherine è consentito celebrare il rito solenne delle elezioni regionali, tra gossip e sondaggi,
già pregustando l’esiziale bilancio che proporrà vincitori e vinti, come se davvero i cambi di casacca e di poltrona
portassero in dote un qualche lume capace di rischiarare la lunga notte polare nella quale i sudditi sono stati abbandonati,
costretti a subire eventi non spiegati, letteralmente incomprensibili, se non protetti dal segreto.


«Questo governo non lavora col favore delle tenebre», ha detto l’umorista Conte,

l’ometto che ha proibito la circolazione di ogni possibile notizia giungendo a imporre la supervisione di un Ministero della Verità,

abilitato a vigilare e censurare, nemmeno fossimo in Corea del Nord.

Un atto d’imperio madornale, scandaloso, contro il quale però non s’è levata alcuna voce, dalle redazioni:

non un fiato, né dai telegiornali né dai sindacati; non una sillaba dal mitologico Ordine dei Giornalisti, sempre che esista ancora.


Anzi, al contrario: tutti i cantori si sono esercitati nello stesso coro, giungendo a ostracizzare e ridicolizzare
anche i Premi Nobel che avessero avuto l’impudenza di esprimere un loro libero pensiero.

L’aria che tira è scurissima, nel paese delle Sardine e dei magistrati formato Palamara:
forse persino Primo Levi, oggi, rischierebbe di beccarsi del negazionista.



Si dirà che è scontato anche questo, presso i sudditi che vivono sui social
e si muovono soltanto se hanno in tasca il dispositivo telefonico di tracciamento volontario personale.


Tutto ovvio e normalissimo, per chi ha creduto che Barack Obama fosse una specie di Babbo Natale in versione gospel.

Normale, per chi ha accolto con un bell’applauso il macellaio Mario Monti,
per chi crede ancora che Romano Prodi sia una sorta di filantropo bonario,
per chi pensa che la truce Angela Merkel sia meglio dell’aborrita Maggie Thatcher,
la Strega del Nord (che almeno ha rovinato solo gli inglesi, lasciando in pace il resto dell' Europa).

Normale, per chi ancora crede alla leggenda nera del Debito Pubblico,
e pensa che la sbalorditiva solidità italiana – case, risparmi – possa andare benissimo per gli avvoltoi che sognano l’eterna patrimoniale,
mentre non valga nulla per il rating dell’Ue (che tratta l’Italia come un pezzente da mettere alla porta, un povero paesucolo insolvente).

Tutto normale, per chi riesce addirittura a fare il tifo per i nazi-terroristi prezzolati che portano la guerra nelle strade americane,
usurpando senza ritegno persino il nome e le bandiere dell’antifascismo.


E in fondo al tunnel, naturalmente, c’è pure un referendum.

Anche questo è concesso, ai cittadini in libertà provvisoria:
votare per tagliare quel poco di democrazia formale che ancora sopravvive.

Massacrare il Parlamento, volontariamente: un harakiri magistrale.

Poltrone oggi tristemente inutili, scavalcate da poteri decisivi, eppure ancora temute:

per quello che potrebbero diventare, domani, se a occuparle fosse gente d’altra razza.



Come – per dire – quel coraggioso Kennedy, capace di scuotere i dormienti con il suo appello berlinese al bene più prezioso, l’orgoglio di sentirsi liberi.

I saggi dicono che non serve frugare tra i complotti, per fare l’inventario del disastro:

basta e avanza lo spettacolo di un corpo elettorale rassegnato a votare ogni volta con odio, contro qualcuno, anziché per qualcosa.


Accadde con Matteo Renzi, nell’improvvida chiamata alle urne che gli costò il posto.
Votarono in massa, gli italiani, per zittire il fanfarone (ma nessuna alternativa era in cantiere: dopo di lui lo zombie Gentiloni, e ora addirittura Conte).


Cosa farà, stavolta, il Popolo delle Mascherine?

Assalterà i seggi, per punire il grottesco ducetto del Distanziamento, l’omino che ha imposto il bavaglio alla nazione?

Oppure resterà a casa, davanti alla partita?

O peggio: voterà convintamente per suicidare il Parlamento?

L’elettore, oggi, sa di essere considerato meno di niente.

Gli resta quel miniscolo potere, soltanto per un giorno.

E’ poco, ma è qualcosa.

La franchezza di un messaggio: non ci piace, quello che ci avete fatto.
 

vetro

valgo zero ma non sono scemo
Stanno arrivando cartelle TARI 2020 pagamento unica soluzione o TRE rate scadenza......mensile da ottobre.......grazie sindaco,,fantozzi avrebbe detto:


Il bello che nel mio comune la richiesta ECCEDE di parecchio io costo del servizio .... il sindaco del pd giustifica il salasso dicendo che l' eccedenza incasso serve per fondo spese......roba da pd,,, solo loro hanno la malattia di tartassare: 4,40 eur al mq ad abitazione con due componenti...non vi dico le attivita' commerciali...siamo alla rapina di stato
 
Ultima modifica:

vetro

valgo zero ma non sono scemo
AL CENTRO ANZIANI a breve parte un corso di matematica avanzato.....richiesto per capire come il comune grazie a due COMPLESSE formule con tariffe legate a due fattori diversi calcolano la tari.......su cui poi applicano pure il 5% addizionale regionale.....nessun altro a tavola a spartirsi la torta?
Roba frutto di menti SINISTROIDI tanto incomprensibili che a giornite la gente gli ricorda a calci in culo che non capire formule di matematica avanzata non equivale ad eseete scemi......il calcolo della serva IMPORTO DIVISO MQ PARLA CHIARO

Ne posto una...ad esempioa di follia stato cittadino
Screenshot_2020-09-19-16-59-13.png
 

Val

Torniamo alla LIRA
Nella focosa campagna elettorale per le regionali in Toscana una cosa è passata quasi (ne ha parlato solo una candidata “minore”) inosservata,
perché parlare di certi argomenti vuol dire mettere in discussione l’intero approccio finanziario su cui da decenni e decenni si è basata l’Italia.


Cioè si deve rinnegare il neoliberismo e globalismo selvaggio imperante come prevede la Costituzione!


Vediamo se riesco a spiegare con un esempio:


Tu, si proprio tu, hai una casa che ha bisogno di una ristrutturazione, ma invece di ristrutturare casa TUA la abbandoni e dai molti più soldi,
indebitandoti con le banche, ad un privato che aggiunge solo un quarto del totale per costruire (come pare a lui) una casa nuova
che sarà di SUA proprietà per molti decenni, mentre tu gli dovrai pagare un lauto affitto ( e sarà sempre LUI a gestire la casa comprese le pulizie )……..


Tu che stai leggendo accetteresti un contratto del genere?

Solo un demente accetterebbe, ma in questo caso i soldi non sono di chi accetta questo contratto assurdo, ma dei cittadini tutti che vengono spennati per decenni!!


Ma raccontiamo un po’ meglio la storia che nessuno vi racconta:


  1. prima di Tangentopoli, quando l’Italia era “tanto…..tanto corrotta e con una liretta “debole…. debole”
  2. (che ci aveva fatto diventare la 4 potenza manifatturiera al mondo!) se una regione voleva fare un ospedale
  3. chiedeva un prestito alla Cassa Depositi e Prestiti che raccoglie il piccolo risparmio postale.

  4. La Cassa Depositi e Prestiti dava il prestito a tasso basso (rispetto all’inflazione) e con il guadagno remunerava il piccolo risparmio postale:
  5. poco ma ultrasicuro perché basato solo su prestiti a stato e enti pubblici.

  6. In questo sistema per “puppare” (per dirla alla Toscana) si dovevano fare tangenti e ruberie varie sugli appalti
  7. che però erano basati sul codice degli appalti e quindi rischiosi se un giudice ci si metteva d’impegno a indagare.

  8. La finanza internazionale, davanti a tanta ricchezza accumulata dagli italiani, decide di togliere di mezzo la classe dirigente italiana,
  9. corrotta si, ma che sapeva difendere la sovranità italiana ( se ho un orto ci devo mangiare io, mica lasciar fare ad ogni straniero che passa
  10. ……come la più sgangherata e idiota delle meretrici che si vende per un tozzo di pane mentre ha i sacchi di farina in casa
  11. e se li lascia portar via dagli stranieri dopo che hanno fatto i “loro comodi”)

  12. La magistratura in stile Palamara esegue con grande zelo,
  13. l’Italia finisce governata da totali incompetenti a livello Macroeconomico e i risultati li vediamo da decenni……..Sempre peggio!

  14. Ma a questo punto i nuovi politici si ponevano una grave domanda: come si può far “puppare” gli amici e il sistema economico collegato senza rischiare la galera?
  15. In sostanza come si possono spolpare A NORMA DI LEGGE i cittadini tenuti nella totale ignoranza dai media finanziati dai politici,
  16. sempre da soldi dei cittadini (Canone RAI in bolletta, finanziamenti pubblici alla stampa, ecc.)?

  17. la soluzione diabolica e geniale arriva col project financing (appena sentite un termine inglese per un provvedimento preparate il lubrificante….)

  18. Si prendono tre quarti di denaro pubblico, si aggiunge un quarto di denaro privato (messo dalle banche d’affari come per quello pubblico).

  19. Il privato prepara un progetto come gli pare a lui (su vaghe indicazioni di massima) e la cordata che si aggiudica la concessione
  20. gestisce l’intera massa di denaro (centinaia di milioni di euro per la costruzione di uno o come nel caso dell’articolo più ospedali)
  21. come se fosse interamente sua e costruisce senza codice degli appalti, perché a tutti gli effetti è un opera privata per tutta la durata della concessione.

  22. Terminata la costruzione l’Azienda Ospedaliera Pubblica (notare il termine Azienda) prende in affitto per 25, 30 o più anni (secondo il contratto) L’Ospedale
  23. e paga nel caso specifico 17.000.000 di euro ad Ospedale l’anno ( per 4 fa 68.000.000 l’anno) di euro per un totale pluri miliardario per il privato
  24. che in cambio gestisce pure tutti i servizi dell’ospedale, come ben spiegato nell’articolo, comprese le pulizie su cui fare profitto………..
  25. le riflessioni le lascio a voi (decine di migliaia di morti l’anno per infezioni ospedaliere saranno un caso?)

  26. Ecco servito il metodo perfetto per “puppare a norma di legge” e infatti la Corte dei Conti, pur censurando l’operato non può fare nulla.


La cosa incredibile è che i politici piddini che hanno fatto questo scempio si sono pure vantati di aver costruito ospedali nuovi in tutta la Toscana,

le banche si sono ingrassate sui prestiti e i costruttori concessionari si sono garantiti utili stratosferici per decenni

ed i toscani li per li erano pure contenti, ma man mano che le tasse aumentano? nulla perché nessuno gli spiega il “giochino”!




Ma l’ingordigia non ha mai fine e perché aspettare tutti quegli anni per incassare il totale e quindi eccoci arrivati all’articolo citato all’inizio:


I concessionari vendono (cartolarizzano in termine tecnico) ad un fondo speculativo la concessione
e quindi ora questi ospedali sono a tutti gli effetti proprietà di un fondo che li gestirà per fare il massimo profitto…..è chiara la strada?



Se con i debiti privilegiati che stiamo per fare in diritto estero (Recovery Fund e MES)
ci troveremo senza soldi per pagare i canoni d’affitto degli ospedali il fondo ci dirà:


“cari cittadini toscani l’Ospedale è mio, tutti i servizi sono già gestiti da me, licenziate tutto il personale sanitario e amministrativo
e io assumerò a contratto privato (meno soldi + lavoro) quella parte di medici e infermieri che mi serviranno………
e voilà la sanità totalmente privata è servita!”


Quindi cari toscani ringraziate adoranti chi vi ha amministrato negli ultimi 20 anni e preparate il portafoglio per il prossimo futuro.


Lo stesso scempio lo vogliono fare nelle Marche, ma dopo lo scempio Toscano, finalmente i sindacati CGIL, CISL E UIL (che per decenni hanno lasciano fare)
nelle Marche stanno insorgendo (ma solo per lo sfruttamento dei lavoratori nei servizi gestiti dal concessionario), perché l’intero “giochino” neanche lo capiscono.


Forse le Marche si salvano, da uno scempio analogo, se verranno diffusi a sufficienza questi concetti.


RIBADISCO TUTTO QUESTO E’ PERFETTAMENTE LEGALE DA DOPO TANGENTOPOLI E POI……

C’E’ CHI FREGA IL VOTO DI UN TERZO DEGLI ITALIANI ALL’URLO ONESTA’, ONESTA’, ONESTA’…….

E POI SI VENDE AL NEMICO GIURATO PER UN PIATTO DI LENTICCHIE……….DA VOMITO!



Ma come disse Fra Cristoforo: “Verrà il giorno in cui…”
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il ministero delle finanze ha fatto delle valutazioni sull’impatto del Recovery Fund, o meglio del “Resiliance and reconstruction fund” come amano chiamarlo a Bruxelles. Il governo, ufficialmente, spera di poter portare la crescita economica italiana all’ 1,5%-1,8% nel 2021 e successivi, poco rispetto al calo al limite delle due cifre del 2020, ma più di quanto realizzato negli ultimi trimestri, prima della crisi del Covid-19, con una crescita che era ormai sotto lo 0,5% e l’ultima in Europa.



Poi il MEF decide di fornirci la sua previsione e , francamente, siamo abbastanza stupiti per il suo realismo:


eloaborazione-mef.jpg



Cosa viene analizzato in questo grafico. ?

Gli effetti del RRF (Resiliance and recovery fund) sull’economia, sulla base di una serie di ipotesi,
alcune delle quali francamente irrealistiche, ma di questo parleremo alla fine.


L’effetto del RRF alla fine è :


a) temporaneo;


b) poco significativo sulla crescita di lungo periodo


c) scarsamente produttivo


Per quanto riguarda il primo punto appare chiaro dal grafico che l’effetto è di breve, anzi brevissimo periodo
ed alla fine ha significato solo a partire dal 2022.

Nel 2021 la ripresa sarà essenzialmente il “Rimbalzo del gatto morto” dopo la caduta di quest’anno..


Per quanto riguarda il secondo punto, alla fine l’aggiustamento di lungo periodo netto sarà solo dello 0,2%,
La crescita potenziale di lungo periodo viene solo sfiorata dal recovery plan.



Al terzo punto possiamo notare come perfino il MEF ritenga che il Recovery Fund sarà scarsamente produttivo.

In un mondo in cui gli economisti mainstream inneggiano alla produttività , questi investimenti sembrano,
da questo punto di vista, una vera e propria ciofeca: infatti il MEF utilizza il versante inferiore della produttività degli investimenti pubblici,
con un effetto moltiplicativo pari a solo 0,5% il primo anno, 0,7% il secondo anno, e 0,8% per i successivi 3.

Non si supera mail il valore cardine pari a 1.

Alla fine, la scelta del valore inferiore del moltiplicatore per la spesa pubblica definito dalla banca d’Italia
viene proprio a mostrare che perfino al MEF, cioè al Governo, nessuno realmente crede all’efficacia del RRF.



Possiamo notare che poi c’è un’ipotesi per lo meno azzardata ed una invece sbagliata.

Per l’ipotesi azzardata vediamo che questa previsione si basa sulla supposizione che gli interessi dal 2024 saranno pari al 3%,
cosa che, francamente , viene a sembrare in questo momento irrealistica, perchè sia la crescita mondiale
sia l’andamento demografico rendono improbabili tensioni inflazionistiche future.

L’ipotesi sbagliata è che il rimborso del RRF sia solo a partire dal 2028:
in realtà la parte in contributi sarà da ripagare subito, tramite i “Mezzi propri”, cioè le tasse europee,
che inizieranno ad entrare in vigore dal primo gennaio 2021 con la tassa sulla plastica.

Dal 2028 inizierà il rimborso dei prestiti, ma quella è un’altra storia.


Quindi il moltiplicatore effettivo del RRF sarà ancora minore, tagliandone l’effetto.


Questo conferma che chi aspetta un rilancio da questo fondo è, francamente, un illuso,

e sta anche ingannando la popolazione italiana.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Negli ultimi 6 mesi abbiamo parlato alcune volte della difficile situazione degli immobili commerciali che,
a differenza della maggior parte delle altre attività finanziarie, non hanno beneficiato di un salvataggio
o di un backstop della Fed (ma potrebbe presto cambiare).

A giugno abbiamo raggiunto un massimo della crisi quando l’impennata senza precedenti di nuove insolvenze
CMBS (Commercial Mortgage Backed Securities, titoli con collaterali da mutui commerciali) annunciava un disastro immobiliare commerciale.

La crisi in corso del debito strutturato garantito da immobili commerciali in generale e alberghieri in particolare,
ha spinto Wall Street a lanciare la negoziazione “Big Short 2.0”: scommesse contro prestiti garantiti da hotel,
che aveva la più ampia rappresentazione nell’indice CMBX 9 la cui serie fulcro BBB ha continuato a scivolare anche se il mercato più ampio si è ripreso.

Quindi siamo tornati ai “Bei tempi” del “Syntetic CDO”, derivati costruiti per scommettere sul fallimento di altri CDO.

Naturalmente i nomi sono cambiati, ma la natura di gioco d’azzardo di questi prodotti finanziari è la stessa.




L’indice che rappresenta il valore di questi CMBS è il CMBS 9


cmbx-9-9.18.jpg




Il colpo rischia di essere forte perchè i fallimenti importanti nell’universo CMBS sono stati finora molto rari
a causa dell’eccessiva collateralizzazione, cioè garanzia fornita ai fondi anche in difficoltà.

Però la crisi economica si sta trascinando da troppo tempo, le varie misure di stimolo economico vengono a scadere
e dato che i proprietari non riescono a pagare l’affitto, i vari strati di liquidità incorporati per sicurezza nei fondi si sono rapidamente esauriti.


Di conseguenza ci stiamo avvicinando al redde rationem, al momento in cui alcuni fondi inizieranno a saltare come tappi di bottiglie di champagne.


Il primo di questi sarà quasi certamente lo
Starwood Retail Property Trust 2014-STAR,

un portafoglio supportato da un prestito in default di quasi 700 milioni di dollari garantito da diversi centri commerciali
,

tra cui The Mall at Wellington Green in Florida, di proprietà di Barry Sternlich’s Starwood Capital,

ed i cui investitori stanno iniziando a subire perdite secondo Bloomberg, dopo che la pandemia Covid-19 ha chiuso i negozi,

ha paralizzato i pagamenti degli affitti ed ha esaurito la liquidità di emergenza per pagare gli interessi.

A questo punto non resta che il default.


Ora 700 milioni sembrano pochi, ma ricordate quello che abbiamo scritto all’inizio:
la finanza sta iniziando a scommettere contro questo tipo di prodotti.

Ora quando c’è una scommessa, di solito in questo caso sotto forma di CDS, magari impacchettati in altri prodotti,
se qualcuno scommette contro, c’è anche qualcuno che scommette a favore, magari per lucrare delle calde ed abbondanti commissioni.


Non so, ma questa storia mi sembra di averla già vista nel 2006-07 e finì in un massacro,
con centinaia di miliardi di valori bruciati e, purtroppo, il taglio di pochissime teste ed il fallimento di troppe poche banche.


Esattamente come nel 2007 una buona parte dei crediti contenuti in questi CMBS era, fino a ieri, valutata “Tripla A” dalle agenzie di rating,

che, come il solito, hanno compiuto il proprio lavoro nel nascondere l’effettiva rischiosità di un prodotto,

non valutando eventuali profili di rischio non immediatamente evidenti.



Eppure il retail , sia alberghiero sia commerciale, era già sotto stress per la concorrenza di formule alternative nate dalla IT.

Resta il buco nero che chi emette il titolo paga per il suo rating, ottenendo, alla fine, un po’ quello che vuole.


Del resto, cosa può andare storto?
 

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