PURE SECONDO ME E' COME DICO IO

L'idea è di saldare i debiti dello Stato con i titoli dello Stato. Non con i Bot, però.


Claudio Borghi propone di usare i mini-Bot, buoni che non saranno una sorta di moneta parallela all'euro
dovrebbero piuttosto ricordare i ticket restaurant. L'obiettivo, in una intervista alla Verità, è "mettere subito soldi nelle tasche degli italiani".

"Al contrario di quanto promesso e non fatto da Renzi - spiega Borghi alla Verità -
procederemo per chi lo desidera al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione con titoli di Stato commerciabili".

L'economista del Carroccio paragona i mini-Bot all'"uovo di Colombo",
cioè "un sistema intelligente per rendere utilizzabile un credito che per ora non lo è".

Questo nuovo strumento economico, nella visione del futuro governo gialloverde, potrebbe essere utilizzato in diverse situazioni.

"Hai un credito Iva? Il fisco ti deve dei soldi? Non sei ancora riuscito a incassare gli importi che ti spettano per le ristrutturazioni che hai fatto?
Sei una delle tantissime imprese che vantano crediti per lo Stato?", elenca Borghi assicurando che il nuovo titolo di Stato sarà sicuramente "un provvedimento del governo che nasce".

Come fa notare anche l'Huffington Post, gli analisti finanziari potrebbero anche interpretare i mini-Bot vengano come una moneta parallela all'euro.

"Già adesso esistono forme di controvalore che i cittadini scambiano e impegnano, normalmente, nella vita di tutti i giorni",
replica Borghi facendo appunto l'esempio dei ticket restaurant. "Cosa sono se non un titolo garantito con cui si possono comprare delle cose?".
 
Caro il mio Sallusti. Mi stai pure simpatico.
Ma quando scrivi per partito preso. Senza conoscere, ma credo proprio
che Tu faccia finta di non conoscere - ma conosci perfettamente -
che le retribuzioni del settore privato, di tutti coloro che andavano in pensione
con il retributivo, venivano gonfiate negli ultimi mesi di attività lavorativa
per aumentare la futura pensione. Dove sta " il frutto del lavoro di una vita" ?

Qualcuno si chiederà, perchè venivano "gonfiate" ?
Il termine non è esatto.

Semplicemente si passava il "nero" a stipendio.Perchè negli anni
50 - 60 - 70 - 80 - 90 (a scalare sempre meno) esisteva il "nero".
Quel "nero" che ha fatto sviluppo. Che ha creato ricchezza.
Nell'imprendtore e nell'operaio.

Ma se vogliamo che esista ancora "la pensione erogata dall'Inps"
dobbiamo metterci un tappo. Ripeto 5000Euro netti sono un limite troppo alto.
Per salvare il futuro nostro e dei nostri figli, il limite deve essere abbassato.
E lo scrive uno che andrà in pensione con il retributivo..........

"Prendiamo le pensioni. La sola ipotesi di mettere le mani nelle tasche dei pensionati
penso faccia rabbrividire un elettore leghista, e non ci venga anche lei a parlare di «pensioni d’oro».
Le pensioni non sono d’oro né d’argento o di bronzo, sono il frutto del lavoro di una vita
e di un patto – oggi diremmo un contratto - fatto con lo Stato."
 
E poi le pensioni degli statali.
Non dimentichiamo mai questo.

Era il 29 dicembre 1973 quando il governo di Mariano Rumor
inaugurò la controversa stagione delle baby pensioni, con un Dpr
(decreto del presidente della Repubblica, all'epoca Giovanni Leone)
destinato ai dipendenti pubblici che avessero lavorato

per 14 anni, sei mesi e un giorno, se donne sposate e con figli;
meno generose (si fa per dire) le condizioni per gli altri, ossia 20 anni per gli altri statali,
25 anni per i dipendenti degli enti locali (in epoca pre-federalismo, ancora pochi).


Andarono in pensione poco più che trentenni che avevano iniziato presto a lavorare,
incassando oltre al denaro, quello che divenne un totem del sistema della contrattazione italiana: il diritto acquisito.

Un "diritto" sancito da una norma legislativa, com'è d'uso, la cui copertura viene però data in carico alle generazioni future.

Quanto? Secondo alcune stime si tratta di circa 7,5 miliardi di euro l'anno
– una volta e mezzi l'Imu sulla prima casa -, destinati a un plotone di babypensionati.

Quanti? In totale circa 400mila persone.
I calcoli li ha fatti tempo fa la Confartigianato: in 17mila hanno smesso di lavorare a 35 anni di età
mentre altri 78mila sono andati in pensione tra i 35 e 39 anni.
E visto che la loro aspettativa di vita stimata è di circa 85 anni,
i baby pensionati incassano durante la loro vita almeno il triplo di quanto hanno versato durante la loro attività lavorativa.

L'idea di varare questo provvedimento nacque alla vigilia delle elezioni amministrative
in cui la Democrazia Cristiana, il partito di Rumor, fece il pieno di voti.

Il 1973 era stato l'anno dello Yom Kippur, del Watergate e della crisi petrolifera e l'Austerity
che proprio Rumor, il 2 dicembre precedente, aveva imposto con domeniche a piedi
e tv spenta alle 22,45, per contrastare la carenza di energia.

Eventi tutti entrati nei libri di storia ed usciti dalla cronaca e dalla contabilità.

A differenza che in Italia, dove le baby pensioni sono contabilizzate come liabilities,
uscite previste cioè, al pari delle pensioni minime e delle pensioni d'oro.

Con tutto ciò che ne segue in termini di equità, per chi le pensioni percepisce e per chi le incassa.
 
A poco è servita la retromarcia decisa meno di venti anio dopo il decreto Rumor,
quando a Tangentopoli esplosa, un altro provvedimento omnibus di fine anno,
il decreto legislativo 503 del 30/12/1992 ("Norme per il riordinamento
del sistema previdenziale dei lavoratori privati e pubblici, a norma dell'articolo 3 della legge 23 ottobre 1992, n. 421"),
corse a cancellare la possibilità di smettere di lavorare e incassare una pensione
ancora nel fiore degli anni (gli stessi, all'incirca, in cui i precari di oggi provano
riescono nelle migliori delle ipotesi a entrare nel mondo del lavoro).

Restò il conto da pagare: un esborso per la previdenza pubblica pari a circa lo 0,4% del Pil nazionale l'anno.
 
Ahahahahahahah se non fosse un momento tragico ci sarebbe da ridere.

Ma dove li hanno presi questi ? Neanche con il lanternino li avresti trovati.

Povera Italia, ma - soprattutto - poveri noi.......


Basta mettere la freccia.
Lo strumento si porta dietro dei tecnici, un corpaccione di professori universitari assoldati negli scorsi anni,
in gran parte entrati a far parte della «squadra dei ministri» presentata dal capo politico prima delle elezioni.

Molti di loro hanno il cuore che batte a sinistra della sinistra.

Nonostante il contratto di governo firmato con la Lega di Matteo Salvini.
Anzi, in queste giornate di trattative, tra l'ipotetico «premier terzo» e le caselle dei ministeri da riempire,
si fa un gran parlare dei «tecnici» a Cinque Stelle in lizza per occupare un posto nel futuro consiglio dei ministri.

In alternativa a Giuseppe Conte, professore di Diritto a Firenze,
per Palazzo Chigi è circolato il nome di Andrea Roventini.
Già ministro dell'Economia nel fantagoverno Di Maio, allievo di Giovanni Dosi,
insegna alla Scuola superiore Sant'Anna di Pisa.
Roventini potrebbe rappresentare quel profilo tecnico, vicinissimo al Movimento 5 stelle,
ma comunque non organico, ricercato dagli strateghi dell'accordo gialloverde.
Le teorie del giovane professore sono decisamente orientate a sinistra.
Lui stesso si definisce un «Keynesiano eretico», cita Marx e Schumpeter,
vede come fumo negli occhi il «liberismo» e la «deregolamentazione» dei mercati.
Teorizza lo «Stato innovatore» insieme ad altri docenti dello stesso istituto pisano
ed è contrario alle privatizzazioni. Roventini, nei giorni caldi del «dialogo»
Pd-M5s, aveva ritwittato un articolo di Jeffrey Sachs, professore alla Columbia University,
in cui si auspicava un'alleanza tra dem e pentastellati «per ridare peso all'Italia».
E ora potrebbe ritrovarsi ad approvare la flat tax e a sedersi allo stesso tavolo di Salvini e Giorgetti.

Lorenzo Fioramonti, altro professore in predicato per un ministero,
indicato da Di Maio per lo Sviluppo Economico, ha un profilo più moderato e «liberal» rispetto al collega,
ma sempre troppo distante dalle camicie verdi.
Il deputato, prima delle elezioni, in un'intervista a Otto e Mezzo, aveva detto:
«Io vengo da una storia di militanza a sinistra».
E, di recente, parlando della flat tax ha spiegato «potrebbe non essere la strada giusta».

A un certo punto tra i rumors di palazzo, per la premiership, è spuntato fuori il profilo
di Emanuela Del Re, designata da Di Maio agli Esteri.
La Del Re è esperta di geopolitica, sicurezza e immigrazione.
Si è occupata di un progetto per i rifugiati siriani.
E sui migranti la pensa così: «Le minoranze sono la nostra vera ricchezza»
diceva in un'intervista a «Vita» del giugno 2016.
Nello stesso anno, in un convegno organizzato da Radio Radicale insisteva:
«Non esiste nessuna emergenza immigrazione, ma è solo questione di percezione,
i movimenti nazionalisti e xenofobi non fanno altro che strumentalizzare questo problema»
.
Con buona pace del contraente di governo Salvini.

Un po' diversa è la parabola di Domenico De Masi, da mesi indicato come papabile ministro
di un governo Cinque Stelle, sicuramente di sinistra.
E autore di un libro dal titolo evocativo come «Lavorare gratis, lavorare tutti. Perché il futuro è dei disoccupati».
Il sociologo vicino al M5s ha definito il contratto con la Lega «contro-natura» e «rischioso»,
stoppando il toto ministri sul suo nome. Appena in tempo.
 
Questa sì che è una bella notizia.

Una signora 88enne originaria dell’Aquila ha lasciato tutti i suoi beni - una cospicua eredità del valore complessivo di circa 3 milioni di euro - a Silvio Berlusconi.

A renderlo noto è stato l’avvocato della donna, Andrea Ferrari. Anna C.

Ex impiegata della presidenza del Consiglio, originaria dell’Aquila ma residente a Palermo, spiega il legale,
«si era rivolta al nostro studio per predisporre un testamento olografo in favore dell’ex premier Silvio Berlusconi
con il quale ha lavorato durante i vari mandati di quest’ultimo al governo»

La donna, deceduta circa venti giorni fa, nubile e senza figli, era proprietaria di tre immobili di grandi dimensioni,
diversi terreni e due conti correnti, oltre a percepire la pensione di ex dipendente pubblica.

Anna C. aveva scelto di lasciare tutto a Berlusconi dopo la sua dipartita, spiega ancora il legale,

«in ragione - come si legge nel testamento - della riconoscenza per gli anni di lavoro passati insieme».
 
Questa invece è una pessima notizia.

21 anni.......conoscendo il sistema........qualche dubbio mi nasce.
A Voi no ?

Asia Argento è salita sul palco durante la cerimonia della 71esima edizione del festival di Cannes
e ha dichiarato di essere stata violentata dall'ex produttore di Hollywood Harvey Weinstein, che "non sarà mai più il benvenuto qui".

"Questo festival era il suo terreno di caccia", ha detto presentando il premio per la migliore attrice.
Argento ha detto che aveva 21 anni quando è stata stuprata da Weinstein nella sua stanza d'albergo nel 1997.

E' uscita salutando con il pugno alzato.
 
Con una madre così ....farei seguire lei dai servizi sociali.......anche qualcosa dippiù ......

A Milano, la mamma di un bambino è entrata nella scuola elementare
e ha picchiato una maestra, accusandola di aver graffiato il figlio a un braccio.


Ieri mattina, venerdì 18 maggio, la donna quarantenne è entrata nella scuola,
fingendo di avere un colloquio con un'insegnante e si è diretta verso la classe
dove stava facendo lezione la maestra e, davanti ai bambini, l'ha aggredita.

Sono volati schiaffi, calci e anche strattoni ai capelli, il tutto davanti a dei bambini di dieci anni,
che hanno dovuto assistere alla scena.

La mamma voleva vendicare il figlio di otto anni perché, secondo quanto ha dichiarato la donna al Giorno,
la maestra "lo ha stretto per un braccio e lo ha graffiato"

. Il fatto sarebbe accaduto venerdì 4 maggio e, visto che la scuola non ha preso provvedimenti in merito,
la signora ha deciso di andare "a cercarla, per farmi giustizia da sola".

Secondo la versione della mamma, l'insegnante avrebbe stretto il braccio del bambino,
che è molto vivace e seguito anche dai servizi sociali, per cercare di tenerlo fermo.
Il figlio era agitato perché aveva saputo che non sarebbero andati in ludoteca e, a detta della madre,
la maestra, per calmarlo,"gli affondava le unghie nonostante i suoi lamenti".

La scuola, però, sostiene che le cose siano andate diversamente
:"Il bimbo soffre di un disturbo oppositivo-provocatorio.
Quel giorno si stava azzuffando con un compagno e la maestra è intervenuta per separarli.
Lo ha allontanato per proteggerlo, il bambino ha cercato di morderla e l’ha presa a calci.
E nella concitazione si è ferito, graffiandosi".

La mamma quarantenne ha sporto denuncia ai carabinieri, per i graffi che il figlio aveva sul braccio.

A seguito dell'aggressione, anche la maestra ha deciso di sporgere denuncia.

La dirigente scolastica ha espresso il suo disappunto per il "comportamento inqualificabile" della madre,
che"è entrata a scuola raccontando una menzogna" al personale scolastico, dirigendosi poi in classe,
dove "ha urlato davanti ai bambini. Poi, sempre davanti ai bambini, ha picchiato la loro insegnante".
 

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