Redon, Moreau, Bresdin: simbolismo in anteprima

Non molti sanno della grande stagione del Simbolismo belga. Gli autori trattati in questo 3d hanno in loro dei seguaci o fiancheggiatori assai validi.
Comincerei con William Degouve de Nuncques

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William Degouve de Nuncques (o Nunques; 28 02 1867 – 1 03 1935) pittore belga (da William Degouve de Nuncques - Wikipedia, the free encyclopedia )

Nato a Monthermé, Ardenne, Francia, da antica famiglia aristocratica. In Belgio dopo il 1871, autodidatta. La moglie Juliette Massin, lo introdusse nella cerchia dei poeti simbolisti. Dipinse dal vero vedute di Austria, Francia e Italia. Frequenti notturni di parchi. Il suo lavoro mostra una qualità magica. La sua "Casa Rosa" (seconda riproduzione) influenzò il Surrealismo, in particolare René Magritte (evidentemente ispiratosi a lui per il noto quadro presso Guggenheim Venezia, l'Impero delle luci. Fu paragonato a Puvis de Chavannes e Maurice Denis.

La migliore collezione delle sue opere sta al Kröller-Müller Museum, Otterlo.

Notevole, eh? :up:
 
Jean Delville
Lo si è visto anche recentemente a Milano. Pittore belga appassionato di esoterismo.

I tesori di satana

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L'idolo della perversione
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Orfeo
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Arcangelo
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L'uomo-dio (dettaglio)
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Artesplorando: Jean Delville, occulto ed esoterismo


Jean Delville (19 gennaio 1867- Leuven 1953) fu uno dei principali esponenti del simbolismo belga, scrittore e occultista. Iniziò la sua formazione presso l' Académie Royale des Beaux-Arts ad appena dodici anni, continuando fino al 1889.
Una precisazione storico-sociale: durante gli ultimi decenni del XIX secolo, molte persone in Occidente reagirono al materialismo e all'ipocrisia del periodo sviluppando un forte interesse per i temi esoterici, occulti e spirituali. L'entusiasmo per queste idee raggiunse l'apice nel 1890, proprio il decennio in cui Delville fu al culmine della sua carriera.
Delville visse gran parte della sua vita a Bruxelles, ma trascorse qualche anno a Parigi, Roma, Glasgow e Londra. Iniziò ad esporre professionalmente all'età di 20 anni, e più tardi insegnò presso le Accademie di Belle Arti di Glasgow e Bruxelles.


Nel 1887 e 1888 trascorse un periodo a Parigi, dove incontrò il Sar Joséphin Péladan , un mistico eccentrico e occultista, che influenzò notevolmente l'arte e il pensiero di Delville: la sua missione fu quella di inviare luce, spiritualità e misticismo nel mondo. Espose così diversi dipinti nel Salon dei Rosa Croce (fondato da Peladan) tra il 1892 e il 1895.
 
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Jean Delville
Lo si è visto anche recentemente a Milano. Pittore belga appassionato di esoterismo.

I tesori di satana

Delville_Satan.jpg
L'idolo della perversione
idolofperversity_jean_delville.jpg~c200


Orfeo
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Arcangelo
Archangel.jpg


L'uomo-dio (dettaglio)
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Artesplorando: Jean Delville, occulto ed esoterismo


Jean Delville (19 gennaio 1867- Leuven 1953) fu uno dei principali esponenti del simbolismo belga, scrittore e occultista. Iniziò la sua formazione presso l' Académie Royale des Beaux-Arts ad appena dodici anni, continuando fino al 1889.
Una precisazione storico-sociale: durante gli ultimi decenni del XIX secolo, molte persone in Occidente reagirono al materialismo e all'ipocrisia del periodo sviluppando un forte interesse per i temi esoterici, occulti e spirituali. L'entusiasmo per queste idee raggiunse l'apice nel 1890, proprio il decennio in cui Delville fu al culmine della sua carriera.
qui), un mistico eccentrico e occultista, che influenzò notevolmente l'arte e il pensiero di Delville: la sua missione fu quella di inviare luce, spiritualità e misticismo nel mondo. Espose così diversi dipinti nel Salon dei Rosa Croce (fondato da Peladan) tra il 1892 e il 1895.

Artisti molto interessanti, grazie! Mi intriga soprattutto Delville .. a me la magia o esoterismo incuriosisce molto; se vuoi e non lo conosci gìà vai a vederti il sito "kainowska" ... ci troverai qualcosa di attinente. Buona serata
 
Altro grande del simbolismo belga, pur se in realtà considerato inclassificabile, è Léon Spilliaert (Ostenda 1881- Bruxelles 1946)

LS non fece su tela più di 55 lavori. Il suo capolavoro è tutto nelle chine, lavis, acquerelli, pastelli.
Visse molto tempo ad Ostenda (dove c'era la sovrastante presenza di Ensor).
Di famiglia agiata, non necessitava di lavorare. La sua opera appare allucinata, al punto che fu ipotizzato, a torto, che si drogasse.
Autodidatta, quasi sempre ritrae angoli di Ostenda, soprattutto all'arrivo della notte e dei suoi misteri.

Autoritratto 1908

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Donna sulla diga 1909

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Bevitrice d'assenzio 1907
acquerello aggiudicato da Sotheby's a più di 500.000 €

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Serata d'ottobre 1912

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La Porsuite 1910

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Non appare strano che egli abbia dichiarato: Ma vie s'est passée seul et triste, avec un immense froid autour de moi. J'ai toujours eu peur.
 
Ancora di Spilliaert

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La coppia, 1902, inchiostro su carta


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Shilouette del pittore 1907

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Ostenda, diga, effetti di luce 1908

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La traversata 1913

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Chiaro di luna e luci 1909
 
Spilliaert davvero di grande modernità, alcuni lavori sembrano fotografie rielaborate... roba da un secolo dopo!!! Delville, grande disegno, ma il genere onirico-occulto davvero non mi piace, Degouve rientra in un simbolismo più "naturalistico" in cui la componente umana è scomparsa e se ne deduce solo òa presenza dal fatto che l'ambiente è "abitato".
 
Spilliaert davvero di grande modernità, alcuni lavori sembrano fotografie rielaborate... roba da un secolo dopo!!! Delville, grande disegno, ma il genere onirico-occulto davvero non mi piace, Degouve rientra in un simbolismo più "naturalistico" in cui la componente umana è scomparsa e se ne deduce solo òa presenza dal fatto che l'ambiente è "abitato".
Ipotizzo che il problema possa essere leggermente diverso. Sinteticamente parlando, siamo in grado di vedere due direzioni prese dalla pittura ispirata all'occulto, tra seconda metà '800 e primo '900.
Una adatta la raffigurazione al pensiero e al sentire sottostante modificando la rappresentazione in modo da sfuggire alla trappola del naturalismo. Il primo fu Redon, con certe sue invenzioni di mostri, insetti ecc., ma anche Spilliaert e Degouve sono della partita. Si capisce meglio ciò andando a vedere quelli dell'altra parte, i quali hanno affrontato un contenuto spirituale conservando un approccio naturalistico. Qui abbiamo Delville, con i suoi corpi muscolosi, con le sue anatomie precise, ma anche Böcklin o Alma Tadema, e in genere i Preraffaelliti, hanno guardato allo spirituale mantenendosi aggrappati al trionfante naturalismo, almeno nella trattazione dei soggetti. Perciò in questi ultimi esiste una discrasia tra rappresentazione del soggetto e la "storia" di atmosfere, affascinante, magari, ma meno moderna di quanto invece seppero fare i primi. In pratica abbiamo soggetti "normali" trattati in atmosfere sognanti (generalizzo) vs opere in cui l'atmosfera stessa ha condizionato il modo di "disegnare" dell'artista.
Si noti che la stessa contrapposizione si riproporrà nel Surrealismo: da una parte i "Naturalisti stranianti"© :eeh:come Dalì, Delvaux e Magritte (e prima ancora il metafisico De Chirico), dall'altra i "Liberi atmosferisti"© :eeh::eeh:come Mirò, Tanguy o il miglior Matta.

Nel caso dei Naturalisti stranianti © :grinangel: talora appare evidente il rischio di scadere nel kitsch, forzando le immagini magari con intenzioni troppo cariche: perciò, sia che tu abbia sentito questo, sia che tu abbia inconsciamente percepito l'incongruità del trattare lo spirituale con anatomie naturalistiche di stampo materialistico, più che un rifiuto del "genere", ipotizzo in te un rifiuto delle suddette contraddizioni. :)
Non a caso apprezzi Redon, meno Bresdin, che tende ad uscire dal naturalismo, ma per epoca e ambiente rimangono solo le intenzioni, e meno ancora Moreau, che proprio non abbandona il naturalismo, ma lo somma a tutto il resto.

:rosa:
 
Aggiungo che, quanto a Degouve, non parlerei di naturalismo, quanto di un piegare espressioni già impressionistiche ad una interpretazione più meditata (ed è questo meditare che esclude per lo più la figura umana, invadente e mobile). Vedrei in Italia qualche analogia con le atmosfere di Grubicy de Dragon, pur classificato divisionista

Vittore Grubicy de Dragon

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Ipotizzo che il problema possa essere leggermente diverso. Sinteticamente parlando, siamo in grado di vedere due direzioni prese dalla pittura ispirata all'occulto, tra seconda metà '800 e primo '900.
Una adatta la raffigurazione al pensiero e al sentire sottostante modificando la rappresentazione in modo da sfuggire alla trappola del naturalismo. Il primo fu Redon, con certe sue invenzioni di mostri, insetti ecc., ma anche Spilliaert e Degouve sono della partita. Si capisce meglio ciò andando a vedere quelli dell'altra parte, i quali hanno affrontato un contenuto spirituale conservando un approccio naturalistico. Qui abbiamo Delville, con i suoi corpi muscolosi, con le sue anatomie precise, ma anche Böcklin o Alma Tadema, e in genere i Preraffaelliti, hanno guardato allo spirituale mantenendosi aggrappati al trionfante naturalismo, almeno nella trattazione dei soggetti. Perciò in questi ultimi esiste una discrasia tra rappresentazione del soggetto e la "storia" di atmosfere, affascinante, magari, ma meno moderna di quanto invece seppero fare i primi. In pratica abbiamo soggetti "normali" trattati in atmosfere sognanti (generalizzo) vs opere in cui l'atmosfera stessa ha condizionato il modo di "disegnare" dell'artista.
Si noti che la stessa contrapposizione si riproporrà nel Surrealismo: da una parte i "Naturalisti stranianti"© :eeh:come Dalì, Delvaux e Magritte (e prima ancora il metafisico De Chirico), dall'altra i "Liberi atmosferisti"© :eeh::eeh:come Mirò, Tanguy o il miglior Matta.

Nel caso dei Naturalisti stranianti © :grinangel: talora appare evidente il rischio di scadere nel kitsch, forzando le immagini magari con intenzioni troppo cariche: perciò, sia che tu abbia sentito questo, sia che tu abbia inconsciamente percepito l'incongruità del trattare lo spirituale con anatomie naturalistiche di stampo materialistico, più che un rifiuto del "genere", ipotizzo in te un rifiuto delle suddette contraddizioni. :)
Non a caso apprezzi Redon, meno Bresdin, che tende ad uscire dal naturalismo, ma per epoca e ambiente rimangono solo le intenzioni, e meno ancora Moreau, che proprio non abbandona il naturalismo, ma lo somma a tutto il resto.

:rosa:

Per come ti esprimi mi fai sentire molto più intelligente di quanto io mi trovi da sola!!! :D Direi la prima delle due opzioni, una valutazione più di tipo "estetico"... rispetto al trattare lo spirituale in chiave materialistica. La cosa non mi disturba, trovo piuttosto, quasi in contrasto con la carnalità dei corpi aggrovigliati una freddezza data da un'intenzione virtuosistica molto autocelebrativa e che dà un certo distacco rispetto ad atmosfere più intime e rarefatte.

In Redon e Spilleart trovo una maggiore modernità, un approccio per certi versi più psicanalitico e meno esplicito ed in questo senso molto più intrigante.

Anch'io ammetto di aver pensato all'impressionismo rispetto a Degouve... ma non ho osato!!!:) Belli i Grubicy che hai postato, pensare che mi dava la sensazione di una pittura più di maniera... oltre che essere l'amico-mercante che firmava i quadri per conto di Segantini.
 
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Massì
continuiamo con qualche altro simbolista.

da Mir iskusstva - Wikipedia

Mir iskusstva
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Mir iskusstva (in russo: Мир искусства, letteralmente il Mondo dell'arte) è stata un'associazione di artisti e letterati russi, che proponevano un rinnovamento dell'arte russa, rivolta alle esperienze artistiche delle grandi capitali europee, contrassegnate dall'art nouveau, dal simbolismo ed il culto del bello.

Il carattere raffinato delle opere pittoriche di questo gruppo è orientato verso la sintesi delle arti, il teatro, la decorazione e l'arte del libro.

Mir iskusstva fu anche il nome della rivista pubblicata dal 1899 al 1904 a Pietroburgo sotto la direzione di Sergej Djagilev. [il noto coreografo]

Tra i collaboratori, troviamo i nomi degli scenografi Aleksandr Benois e Léon Bakst, dei pittori Mstislav Dobužinskij, Konstantin Somov e Vasilij Ivanovič Denisov, degli scrittori Dmitrij Merežkovskij e Zinaida Gippius.

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Magari ora è più evidente da dove salti fuori un Kandinskij ...
 

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