Evidentemente non mi sono fatta capire bene, ma non trovo le parole giuste per farle.
Quando parlo di "progresso" in pedagogia (in occidente) mi riferisco solo al fatto che tutto il "mondo infantile", da parte della pedagogia è stato preso in considerazione come un mondo a sé che ha diritti e bisogni particolari. Il bambino non è un mini-adulto. E' innegabile che la legislazione si sia orientata verso un particolare occhio di riguardo per i minorenni. L'istruzione vista come un diritto, i matrimoni sono vietati, nel mondo scolastico le metodologie sono cambiate, anche in famiglia... E' tutto cambiato.
Che poi, oggi, si assista a delle situazioni terrificanti, nelle quali l'infanzia viene lasciata a se stessa, o che oggi ancora esistano ancora situazioni di maltrattamenti (in senso amplissimo) non ci piove.
Per questo dico che rispetto a quando era perfettamente legale il matrimonio a 10 anni, di strada se ne è fatta (in campo teorico, accademico, legale...)
Sul sesso a 14 anni, a 15, sulla cosiddetta precocità delle ragazzine e sull'articolo postato da mannoz...
Ho già parlato dei condizionamenti culturali e mediatici dei nostri adolescenti, e spero di non dovermi ripetere. Perciò non metto in dubbio che i ragazzini e le ragazzine di oggi siano molto differenti da come eravamo noi ieri.
Quello che non mi piace di come viene trattato l'argomento è "il taglio" che gli viene dato.
Perdita di valori, ragazzine "sveglie", emancipate, che si svendono, mercificazioni varie, banalizzazioni, ecc ecc NON sono (per me) una caratteristica innata dell'adolescente di oggi. Ma sono il risultato degli ultimi 30 anni di vita quotidiana, che ha "insegnato" a questi ragazzini le cose che l'articolo riporta.
A fronte di una (a volte) iperprotezione dei bambini, a fronte di una genitorialità sempre più ricercata come unica e preziosissima, a fronte di tutte le teorie pedagogiche e di rispetto dell'infanzia nella sua più ampia accezione, i comportamenti dei singoli (famiglie, politici, media) è tale da produrre ragazzini sempre più soli e sempre più "gettati" in esperienze non adatte al loro sviluppo psicologico di una determinata età.
Ma non è che l'adolescente di oggi sia geneticamente più "avanti". E poi.... ci sarebbe anche da ridire su questo "avanti", dal momento che su contraccezione e tutela della propria salute, questi ragazzini e ragazzine non sanno nulla.
Trovo inoltre assai preoccupante, più che il sesso a 15 o 14 anni in sé, la totale mancanza di consapevolezza del proprio piacere; la totale mancanza di consapevolezza sul fatto che farsi le canne o bere superalcolici tanto da non ricordare quel che si fa, non rende forti, ma vittime (incapaci di intendere e di volere, dunque non consenzienti, con un consenso "viziato"); l'assoluta ignoranza sulla contraccezione di emergenza (pillola del giorno dopo) che è difficilissima da ottenere; il linguaggio.
E, a proposito di linguaggio, ho trovato quell'articolo scandalistico e voyeuristico, oltre che volgarissimo.
Avrei trattato il tema in modo più pacato e approfondito.
La pedofilia è in costante aumento. Una grande percentuale di adulti, secondo una recente indagine di "Save the Children" non considera grave un rapporto sessuale di un adulto con un minorenne e quello schifo del "Il Fatto Quotidiano" scrive e mette on line un pezzo che, praticamente, è una festa, un invito ai pedofili.
"Ehi! Venite a far festa! Le quattordicenni di oggi sono "indemoniate", la "danno via", si "fanno sturare!"
E per essere ancora più invitanti, piazzano una foto di culetti di ragazzine come attira click.
Chissà i pedofili del web come sono felici.
