Riapertura bordelli

  • Creatore Discussione Creatore Discussione superbaffone
  • Data di Inizio Data di Inizio

Riapertura Bordelli

  • Si

    Votes: 57 79,2%
  • No

    Votes: 15 20,8%

  • Total voters
    72
mi permetto ancora di pensare che i trogloditi fossero persone dabbene
ai loro tempi probabilmente erano l'elite, rispetto agli arboricoli di sicuro
uomo-neanderthal-san-felice-circeo-3762782-219x300.jpg
 
Il reportage Nei luoghi di incontro per adulti, dove le ragazze pagano l’affitto della stanza.


In Svizzera, dove prostituirsi è legale Quelle italiane frontaliere del sesso

La necessità: «Così posso dare una vita serena a mia figlia», dice una 29enne romena. «Nel nostro Paese non lo farei mai», racconta una giovane palermitana

Il parcheggio non è pieno. Sulle auto - tutte dignitose ma nessuna di grossa cilindrata - sistemate a lisca di pesce si riflette il sole di una calda mattina di primavera. Il silenzio anonimo di tutte le anonime zone industriali di provincia è rotto solamente dal rumore di una segheria che lavora, poco lontano. Un posto qualunque. Che però è in Svizzera. E così, da dietro il separé di plastica da stabilimento balneare a poco prezzo che nasconde i ballatoi della palazzina affacciata sul parcheggio, appare una ragazza. Dondola su tacchi altissimi e indossa un abitino blu che le sta un po’ stretto. La testa è bassa: guarda il cellulare. Non può parlare, è di fretta: «Mi stanno aspettando in camera», si scusa. «Ma - aggiunge - al bar ci sono altre ragazze». Il bar è quello del Motel Castione e le ragazze sono tante, almeno trenta. Sono sedute al bancone o ai tavoli e quando si apre la porta, tutte si voltano a guardare.


In Svizzera la prostituzione è legale e anche locali come il Motel Castione lo sono. Lo ribadisce il titolare che però preferisce restare anonimo visto che la legge non basta a cancellare «i pregiudizi. Prima c’erano 33 ritrovi simili in Ticino ma sono stati quasi tutti chiusi», spiega. Questo perché non si può più mascherare una casa d’appuntamenti con un bar: «È cambiata la norma: siamo diventati “luogo di incontro per adulti”. Chi entra da noi paga l’ingresso e riceve in omaggio una consumazione». Dieci franchi, meno di dieci euro. Tra i clienti non notturni, soprattutto anziani. Parlano con le ragazze, sorridono. Ogni tanto qualcuno viene preso per mano da una di loro e si allontana lungo il corridoio che porta alle camere.
Per il gestore il guadagno, oltre agli ingressi (in media 200 giornalieri), è l’affitto delle stanze alle prostitute: «Al giorno sono 120 franchi. E forniamo ogni volta biancheria fresca». Le camere sono sì pulite ma sembrano quelle di un hotel a due stelle. «Per renderla più calda ho attaccato sul lampadario un velo rosso», racconta Gina. Ha 29 anni, ha iniziato a prostituirsi quando ne aveva 23 e viene dalla Romania. «Da noi gli stipendi sono di 200 euro al mese. Ho una bambina e credo sia giusto se mi sacrifico io perché non lo faccia mai lei». Il peso più grande è non averla cresciuta: «Ma quando penso che va a scuola ed è vestita bene e apre il frigo e lo trova pieno, allora so che sto facendo la cosa giusta». Nella sua famiglia nessuno sa che lavoro faccia Gina. La sua idea, come di molte altre, è fare tanti soldi in pochi anni. In media una prostituta chiede 100 franchi per mezz’ora e ne guadagna attorno ai 5, 6 mila al mese. Gina si è comprata un appartamento. «Ci sono storie a lieto fine - racconta un cliente, 42 anni, svizzero che di professione fa il giornalista -. Questi posti vengono raccontati sempre sotto una cattiva luce ma qui ho conosciuto molte brave ragazze, che aiutano le famiglie. Mi spiace che così tanta gente le giudichi male».

A Castione in effetti i clienti del bocciodromo (dopo il motel, il secondo locale più vivo di questo minuscolo centro) scuotono la testa: «Ma davvero c’è gente anche a quest’ora? Sono anziani? Ma anziani come noi?». Una coppia di marito e moglie classe 1929 ascolta attenta. Lei indignata. Lui sbuffa. Ma alla fine chiede sospettoso: «Ma anche della mia età? Io ho 85 anni eh». «La prostituzione in Svizzera è un’attività economica tutelata dalla Costituzione federale», scandisce Norman Gobbi, ministro ticinese con delega alla prostituzione. «L’obiettivo è evitare la prostituzione di strada e la clandestinità. Chi vuole prostituirsi deve registrare la sua presenza sul territorio alla polizia, dopodiché ottiene un permesso di cinque anni. In Ticino al momento si stimano 600 prostitute». Ma non proprio tutte pagano le tasse. La maggior parte fa la spola con il Paese d’origine: lavora in Svizzera per un paio di mesi poi torna a casa, per rientrare di nuovo a distanza di qualche tempo. Una strategia semplice per evadere.

Ulisse Albertalli, titolare del Bar Oceano - 70 camere vista autostrada
- si definisce «un pioniere del settore». È orgoglioso delle battaglie fatte per ottenere «la licenza di bordello ufficiale. Le ragazze sono libere. Io offro le camere, i servizi alberghieri e la sicurezza (che garantisce però anche una sezione specifica della polizia)». Tutto per 165 franchi al giorno e due giorni di preavviso prima di liberare la camera: «Le ragazze girano per tutta la Svizzera e si fermano poche settimane. I clienti preferiscono il ricambio: spesso una moglie l’hanno già a casa». Albertalli gestisce il locale con i figli «a testa alta. E molti dei ben pensanti contro cui mi sono scontrato in pubblico poi li ho ritrovati nel mio club». Vanessa ascolta seduta su un divanetto. Ha 30 anni, anche lei è romena e a Bucarest ha aperto un salone di bellezza con i soldi fatti qui. Da piccola voleva fare la sarta. È molto bella ma il trucco marcato la fa sembrare più grande. Eppure nella sua stanza ci sono decine di peluche tra cui un orsacchiotto gigante. «Ai miei ho detto che lavoro nella hall di un hotel», confessa. Perché non lo fa davvero? «Così guadagno molto di più e molto più velocemente». Una formula che vale per tante. Sempre più italiane conferma Marco, titolare del sito incontriticino.ch . Il suo è un portale di annunci per chi esercita puntando sull’altra faccia del «modello svizzero»: la prostituzione da appartamento. «La percentuale delle italiane che si iscrivono sta salendo moltissimo negli ultimi tre anni. Prima si contavano sulle dita di una mano. Ora ce ne sono almeno 25, diverse frontaliere. In Svizzera italiana è dove danno i permessi più facilmente e dove poi sono più bigotti. Al di là del Gottardo è l’opposto: ci sono quartieri a luci rosse ma non c’è il moralismo che esiste qui, dove chi lavora in casa spesso lo fa di nascosto per evitare guai con i condomini».

Come fa anche una ragazza svizzera: «Nel mio appartamento faccio la massaggiatrice: decido io se proseguire con il rapporto o no». Non ama il suo lavoro, ma si sente tutelata. «Pago le tasse e sono in regola. Ma non lavorerei mai in un club: è vero che le ragazze possono scegliere con chi andare ma se devono pagare un fisso al giorno per me è comunque sfruttamento della prostituzione. Se non ci sono clienti sono costrette a svendersi». La crisi non aiuta: «Le ragazze fanno sempre di più per sempre meno. E molte sono italiane». Come la giovane donna seduta sugli sgabelli del Pompeii, locale a pochi passi dal confine, a Chiasso, che conferma il teorema secondo cui più ti avvicini all’Italia e più si fa spessa l’aria di omertà. La ragazza è di Palermo ma si è trasferita vicino alla dogana e ha un permesso come frontaliera. Sta aspettando i primi clienti ma non ha voglia di parlare. Una cosa però le sfugge, mentre si sistema distratta la scollatura: questo mestiere in Italia? No, non lo farebbe mai.

In Svizzera, dove prostituirsi è legale Quelle italiane frontaliere del sesso - Corriere.it
 
Ah bè, certo. Nascondiamole, così non turbano più nessuno. E scompaiono. Moralisti e benpensanti. Trogloditi e falsi. Ipocrisia allo stato puro.

E, ovvio, non è il cliente che crea traffico in auto. E' la donna sul ciglio della strada. Infatti io rimango spesso imbottigliata tra prostitute ferme ai lati della strada. :rolleyes:

Che paese di ***** :wall:
questa me l'ero persa :)
caso 1 ) donna mezza nuda sul ciglio della strada => effetto: traffico rallentato, a volte ingorghi
caso 2 ) strada senza donne sul ciglio => traffico scorrevole
causa : guidatori che vanno a mignotte
soluzione : proibire di andare a mignotte + proibire di guardare le mignotte + proibire di pensare alle mignotte :D
 
I giudici: "La prostituta ha diritto ad essere pagata, è un profitto giusto"

I giudici: "La prostituta ha diritto ad essere pagata, è un profitto giusto"

La sentenza del Tribunale di Roma sul caso di una nigeriana che con sms minatori aveva richiesto a un cliente i 100 euro pattuiti per una prestazione sessuale
Invia per email

Non si può ritenere "ingiusto il profitto" preteso da una prostituta che ha avuto un rapporto sessuale con un cliente e vuole essere pagata, ma anzi questa pretesa, "sino ad oggi non tutelata dall'ordinamento per una certa interpretazione" del "buon costume", è legittima e si dovrebbe anche consentire di intentare una causa civile "a fronte dell'omesso pagamento". E' un passaggio di un'innovativa sentenza del Tribunale di Roma che ha condannato a 4 mesi una nigeriana che con sms minatori aveva richiesto a un cliente i 100 euro pattuiti per una prestazione sessuale, riqualificando, però, il reato contestato da estorsione (rischiava dai 6 ai 20 anni di reclusione) in violenza privata.

Secondo il collegio giudicante (presidente Marcello Liotta e giudice estensore Paola Di Nicola), infatti, "tra le prestazioni contrarie al buon costume ai sensi dell'art. 2035 codice civile" non può essere "ricompreso l'esercizio della prostituzione (...) trattandosi di attività ampiamente diffusa nella collettività oltre che consentita dall'ordinamento giuridico". Anzi, scrivono i giudici, "se un profilo di contrarietà al buon costume c'è (...) esso riguarda il cliente che approfitta della prestazione sessuale della prostituta". Tuttavia, "secondo l'orientamento consolidato" il "rifiuto del cliente" a pagare "è un atto consentito poichè nessuna forma di tutela è prevista per ottenere detto compenso non essendo riconosciuto il diritto di pretenderne il pagamento".

Il Tribunale di Roma riconosce, invece, questo diritto alla prostituta, dopo una lunga analisi sul fenomeno della prostituzione in Europa e in Italia e sul concetto di buon costume. E arriva a sancire che "il profitto della prostituta è giusto (da qui la 'cancellazione' del reato di estorsione che richiede un profitto ingiusto, ndr)", anche perchè, nel caso concreto, la donna nigeriana "giovanissima, che non conosce una parola di italiano e proprio per questo inevitabile vittima di tratta
e di sfruttamento (...) non può collocarsi su un piano di parità rispetto al suo cliente italiano, professionalmente inserito, economicamente forte che, si serve in modo arrogante proprio di questa posizione di potere per non pagare i servizi sessuali ricevuti".
 

Il Tribunale di Roma riconosce, invece, questo diritto alla prostituta, dopo una lunga analisi sul fenomeno della prostituzione in Europa e in Italia e sul concetto di buon costume. E arriva a sancire che "il profitto della prostituta è giusto (da qui la 'cancellazione' del reato di estorsione che richiede un profitto ingiusto, ndr)", anche perchè, nel caso concreto, la donna nigeriana "giovanissima, che non conosce una parola di italiano e proprio per questo inevitabile vittima di tratta
e di sfruttamento (...) non può collocarsi su un piano di parità rispetto al suo cliente italiano, professionalmente inserito, economicamente forte che, si serve in modo arrogante proprio di questa posizione di potere per non pagare i servizi sessuali ricevuti".


Ci mancherebbe anche altro che dopo averci fatto sesso, magari anche brutale, il cliente non dovesse pagare la prostituta!

Interessante la motivazione: nel caso concreto, la donna nigeriana "giovanissima, che non conosce una parola di italiano e proprio per questo inevitabile vittima di tratta
e di sfruttamento (...) non può collocarsi su un piano di parità rispetto al suo cliente italiano, professionalmente inserito, economicamente forte che, si serve in modo arrogante proprio di questa posizione di potere per non pagare i servizi sessuali ricevuti".


Condannarla persino per estorsione.:rolleyes:
:down:
Ma condannassero il porco che ci va assieme, chiaramente consapevole che fosse una vittima della tratta.:down::down::down::down::down::down:
 
I giudici: "La prostituta ha diritto ad essere pagata, è un profitto giusto"

La sentenza del Tribunale di Roma sul caso di una nigeriana che con sms minatori aveva richiesto a un cliente i 100 euro pattuiti per una prestazione sessuale

e come si fa a stabilire che ci fu congresso carnale la giovane nigeriana
gli ha rilasciato regolare fattura? :mmmm:
 
Ci mancherebbe anche altro che dopo averci fatto sesso, magari anche brutale, il cliente non dovesse pagare la prostituta!

Interessante la motivazione: nel caso concreto, la donna nigeriana "giovanissima, che non conosce una parola di italiano e proprio per questo inevitabile vittima di tratta
e di sfruttamento (...) non può collocarsi su un piano di parità rispetto al suo cliente italiano, professionalmente inserito, economicamente forte che, si serve in modo arrogante proprio di questa posizione di potere per non pagare i servizi sessuali ricevuti".


Condannarla persino per estorsione.:rolleyes:
:down:
Ma condannassero il porco che ci va assieme, chiaramente consapevole che fosse una vittima della tratta.:down::down::down::down::down::down:
ti voglio troppo bene x litigare ma ti rendi conto che ti stai contraddicendo ?
 
Prima rileggete queste due domande fatte a Isoke Aikpitanyi, una delle poche vittime di tratta che è riuscita a ribellarsi alla mafia nigeriana ed ha deciso di non rimanere in silenzio, nonostante le intimidazioni. E’ autrice del libro “Le ragazze di Benin City”, in cui racconta il proprio percorso di fuoriuscita dalla schiavitù, e di “500 storie vere”, frutto di una lunga indagine sul campo tra le ragazze nigeriane vittime della tratta, che racconta di violenze fisiche e psicologiche, riti voodoo, aborti clandestini e moderne forme di controllo. Inoltre Isoke ha fondato un’associazione per le vittime ed ex vittime della tratta, per aiutare altre ragazze che come lei sono finite nella rete dei trafficanti, grazie ad un progetto di mutuo aiuto.

....

Eccole:

Quali effetti avrebbero, secondo te, un’eventuale “regolamentazione” o normalizzazione o tutela della prostituzione sulle vittime della schiavitù sessuale?


Sarebbero effetti devastanti; dimostrerebbero che hanno ragione la maman che dicono loro che la prostituzione è un lavoro e che tutti i lavori comportano rischi. In pratica una ragazza dovrebbe prendere atto che non ha senso ribellarsi e che se ci si adatta tutto va meglio o va bene. Meglio e bene per chi? Questa è una devastazione vera e propria, non è una questione di moralità o immoralità; su questo piano io non critico, non condanno, non giudico nessuna ragazza che si prostituisce. Non lo farei mai perché so il dramma di molte, so che molte finiscono lì: ma so che se si vuole che finiscano per forza lì e si fa addirittura una legge che le regolarizza in quanto prostitute invece che in quanto vittime della tratta, vuol dire che avremo comunque donne che non saranno illegali, clandestine e perseguibili perché saranno in qualche modo in regola con le norme burocratiche della immigrazione e del lavoro, ma queste saranno sempre schiave, cioè legate allo stesso meccanismo del debito e dello sfruttamento e alla reiterazione della schiavitù ai danni di ragazze sempre nuove che continueranno ad arrivare.

Affermare che “prostituirsi è un lavoro” e che è “una strada per guadagnare bene in poco tempo”, può danneggiare le vittime della tratta?

Assolutamente SI.


Poi leggete questa inchiesta di Repubblica:

Le schiave della strada - Inchieste - la Repubblica

Poi mettetevi una mano sul cuore e chiedetevi: "Ma DAVVERO i bordelli legalizzati in Italia (e mi raccomando IN ITALIA, l'Italia di oggi, non quella che pensate di poter sognare) risolverebbero il problema della tratta?

E se ancora pensate di sì, vorrei chiedervi, per favore COME. Non "secondo me".
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto