Ed ecco Iacona, su Repubblica (e spiega molto bene i motivi per i quali sarò sempre contraria alla riapertura dei bordelli. Proprio non mi va di dare un'aria di legalità, "pulizia" e correttezza, normalità e benestare a certe cose)
Prostituzione, quei clienti invisibili. Chi sono gli "utilizzatori finali"? - Repubblica.it
A proposito di sesso, è cosa nota, quasi tutti mentono. Non a caso, a sentire gli uomini, quelli che ammettono di praticare sesso a pagamento sono una percentuale ridicola. Evidente falsità, visto che i numeri li smentiscono e fissano ad almeno 9 milioni l'anno le prestazioni sessuali mercificate per un totale di due milioni e mezzo di uomini attivi. Una cifra probabilmente calcolata per difetto in un Paese che, a ben guardare, sembra "macinare" i corpi delle donne. Ed è questo lo scenario indagato e descritto con la consueta abilità da Riccardo Iacona in Utilizzatori finali, racconto con cui il popolare conduttore di Presa diretta fotografa il lato oscuro degli italiani quanto a sesso, potere e sentimenti, come recita l'occhiello del libro appena uscito per Chiarelettere.
Interessante il taglio dell'inchiesta che punta i riflettori non sulle donne più o meno vittime, ma soprattutto sugli uomini utilizzatori. Chi sono i maschi italiani dalla doppia faccia? Padri dalla con due vite, mariti all'apparenza integerrimi, professionisti, operai e disoccupati; tutti insieme appassionatamente. E' composita la galassia degli utilizzatori finali che, in segreto, da soli quando non in banda, frequentano le strade, i bordelli e i tanti luoghi del piacere a pagamento.
E mentono questi maschi, come quelli che negano di conoscere l'età delle ragazzine, quando essi stessi fanno carte false per usarle e possederle, proprio perché giovanissime. E, alla base di questo modo di stare al mondo, si ritrova sempre lo stesso presupposto: che la donna debba essere sottomessa, e farsi comunque strumento di piacere. "C'è un luogo dove le pance si esprimono al meglio", scrive Iacona "ed è quello della prostituzione. L'unico territorio dove gli uomini sono contenti delle donne che incontrano".
E non c'è poi una grande differenza tra la logica che spinge tanti uomini a comprare prestazioni e dunque un'illusione di virilità e il desiderio frustrato di controllare, possedere, comandare e quella subcultura del dominio che spesso diventa incontrollabile e che, a fronte di un abbandono o di un atto di ribellione, scatena rabbia e violenza, a volte fino all'omicidio. E' così che s'infittisce la lista delle vittime di quel fenomeno che con brutta parola si chiama femminicidio, e che è tanto reale da far contare, solo quest'anno, 150 vittime, quasi tutte mogli, fidanzate, sorelle. Ed era dedicato proprio alle tante, troppe donne uccise dai loro mariti o fidanzati "Se questi sono gli uomini" (Chiarelettere 2013), il precedente libro di Riccardo Iacona. Adesso, con "Utilizzatori finali",
l'autore allarga il campo e, dopo coloro che compiono il gesto estremo e arrivano a uccidere, si occupa del terreno di coltura, dei milioni di maschi che ignorano l'alfabeto dell'educazione sentimentale. E, tra cronaca e testimonianze, ne ricostruisce il volto oscuro con la forza dell'inchiesta.
Gli utilizzatori finali, sono loro la galassia dei maschi che vorrebbe ancora le donne sottomesse, oggetti sessuali o affettivi da possedere?
"Gli "utilizzatori finali", i tanti clienti delle tante prostitute sono una "avanguardia attiva" che pratica più o meno frequentemente il consumo del corpo della donna, su un mercato che è diventato sempre più grande e sempre più vario nelle forme, nei modi e anche nelle tante mercanzie che mette in vendita. Per la verità è una "avanguardia attiva" molto numerosa, si calcolano in Italia 9 milioni di prestazioni di sesso a pagamento ogni anno, per una platea di due milioni e mezzo di uomini attivi. E i siti internet specializzati sono pieni dei loro racconti sulle ragazze incontrate nei bordelli di Italia e del mondo intero. Ma il grande piacere che li spinge a cercare sesso a pagamento ha meno a che fare con il contenuto della prestazione sessuale di quanto si pensi e di quanto si racconti.
E' l'esercizio del potere assoluto di scelta del corpo della donna e di come consumarlo che li eccita di più e che li spinge a reiterare appena possibile l'esperienza. E non stupisce che molti di questi uomini siano capaci senza troppo stress di avere una fidanzata o una moglie e contemporaneamente frequentare le prostitute. Queste ultime infatti non entrano in competizione con le relazioni sentimentali dell'utilizzatore finale. Non sono infatti persone a tutto tondo, con un nome e cognome, con una storia.
Sono beni da consumare. Lo si capisce molto bene dalle parole che usano per raccontare le loro "battute di caccia", con le quali addirittura sezionano il corpo della donna a seconda delle prestazioni desiderate : "orale", "lato A", "latoB"... l'hanno uccisa come persona ancora prima di andarci a letto. Ma anche se così numerosa, quella dei clienti delle prostitute, è pur sempre una "avanguardia", se si pensa al consenso generale con cui si guarda al loro operato. Questo è un Paese che consuma e macina corpi di donna dalla mattina alla sera per ogni scopo e in tutti i modi e le forme possibili , sui manifesti pubblicitari, nelle pubblicità e nei programmi TV , nei siti internet e dei giornali, nelle "gaffe" di politici e classe dirigente, nelle cronache del Bunga Bunga, nelle parole della gente"
Iniziato da Se questi sono uomini, il viaggio tra i maschi per comprendere che cosa c'è intorno alla violenza contro le donne continua. Che altro c'è in cantiere?
"Le storie che hanno per protagoniste le donne italiane hanno la capacità di raccontarci il Paese tutto intero, parlano a tutti, soprattutto interrogano noi uomini, ci sfidano . Per me è una sfida tutta culturale che mi ha spinto negli ultimi anni ad attraversare territori narrativi nuovi. Ho raccontato la "dispari" opportunità che colpisce le donne italiane, dando voce a decine di donne protagoniste del lavoro e della cura dei propri cari, ma considerate in Italia persone di serie B. Sono entrato nel mondo della violenza contro le donne per capire quanto vasta è la terra dove questi comportamenti vengono ammessi e protetti. Ho cercato di leggere nelle parole e nei comportamenti degli "utilizzatori finali" qual'è lo scambio simbolico che spinge un uomo normale , in un paese mediamente libero dal punto di vista sessuale, a consumare a pagamento il sesso.
In tutte questi racconti ho sempre incontrato la parola Potere. Potere nell'acquisire tutte le cariche più importanti nei posti di lavoro, nella politica, nell'economia, nell'editoria, nella cultura etc etc. Potere di sottomissione delle donne picchiate e umiliate. Potere di scelta nelle fabbriche del sesso. Davvero tutti questi argomenti interessano solo le donne, le attiviste, le femministe, le milioni di donne italiane che sono scandalizzate di quanto "sessista" è il Paese in cui vivono? No, è una grande storia italiana, dalla cui soluzione dipende il futuro di tutti noi, nel lavoro, nei sentimenti, nel sesso. Ecco perché mi aspetto che tanti altri colleghi uomini, più autorevoli e importanti di me, dedichino parte del loro lavoro alla questione femminile nel nostro Paese. Non si esce dalla crisi contro le donne".
La prostituzione, cito "l'unico territorio dove gli uomini sono contenti delle donne che incontrano". Nel tuo libro ne parli, e molto. Chi sono gli uomini che preferiscono pagare?
"Non esiste un "cliente tipo". Così come non esiste un "uomo violento tipo". Siamo noi, tutti noi. Quindi i clienti sono di tutte le eta', di tutte le professioni, di ogni parte di Italia. Siamo anche entrati dentro un grande bordello austriaco, che si trova al confine con l'Italia, pieno zeppo di italiani. Ci ha stupito quanti giovani sotto i trent'anni affollavano la hall del bordello. Così come erano moltissimi quelli sposati, conviventi, fidanzati. Questa dei bordelli, delle strade buie, dello schermo del computer aperto sulle "offerte", delle tante prostitute di ogni età e per tutti i gusti, è come una seconda dimensione della loro vita che non confligge per nulla con la prima. Sono convinto che sono molti gli "utilizzatori finali" che sono anche buoni padri e buoni mariti. E non si sognerebbero mai di dire ad una ragazza con cui si esce per la prima volta: "latoA" o "lato B" stasera? Precisamente però quello che fanno nelle fabbriche del sesso. Ai clienti delle prostitute, poi, spesso gli si abbassano tutti i tabu'. Il fatto di aver contrattato e pagato, gli mette la coscienza a posto.
E chi se ne frega se la ragazza , sia pure maggiorenne, ha 30 anni meno di me, potrebbe essere mia figlia o una delle sue amiche. E' lei che si è messa sul mercato, no ? La stessa cosa devono aver pensato i clienti delle due ragazzine di 14 e 15 anni che per mesi si sono prostituite in un miniappartamento dei Parioli, quartiere bene di Roma. Queste parole e questi pensieri sono talmente vincenti che persino le ragazzine e i ragazzini usano il proprio corpo come merce di scambio, come documentiamo nell'appendice del libro con le interessanti statistiche a riguardo del sito skuola. net. La più incredibile di tutte , alla domanda se c'è rapporto tra sesso e amore tutti hanno risposto: no!".
(18 dicembre 2014)
Altro che riaprire i bordelli. Bisognerebbe aprire le porte del cuore alle persone che considerano altre persone come merce.
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