Quanto di peggio si possa pensare a livello di caspacità intellettiva.
E quel signore del pd che ha pensato questa nefandezza è allo stesso livello.
D'accordo, Paola Taverna che insulta qualcuno è il cane che morde l'uomo: non avrebbe rango di notizia.
Ieri però la grillina vice presidente del Senato è andata un po' oltre,
non fosse per l'ampiezza della platea destinataria della sua ultima invettiva: 3,4 milioni di italiani con la partita Iva.
«La balla che è complicato fare la fattura elettronica - scrive su Twitter - è un'offesa all'intelligenza degli italiani.
Forse chi tergiversa preferiva continuare a fare del nero?».
Il livello di qualunquismo è tale che si potrebbe passare oltre, se non fosse che l'affondo
e il conseguente dibattito sono l'ennesimo segnale dell'ennesimo mutazione genetica del Movimento 5 stelle.
L'uscita ha raccolto tanti mi piace da parte dei fan della senatrice, ma anche una valanga di quasi 500 commenti, molti dei quali negativi.
«Sono da sempre del M5s, ma sta dicendo una gran cazzata», replica uno che si qualifica come «Ammutinato del Bounty».
«Evidentemente non hai mai dovuto emettere una fattura elettronica», dice tal Mario Zavarone.
«Prima di parlare a vanvera - chiosa Andreina - le consiglio uno stage di 6 mesi in un qualsiasi ufficio contabilità... poi ne riparliamo. Chi faceva nero prima, lo fa anche ora, ma con più soddisfazione».
Commenti significativi non tanto perché validi come sondaggio pro o contro l'intervento di Taverna
ma perché rendono esattamente il senso delle lamentele informate e partecipate,
a differenza dell'intervento della senatrice, che stanno riempiendo i media da inizio anno, quando è scattato l'obbligo di fattura elettronica.