SE SIAMO TUTTI D'ACCORDO IO PASSEREI DIRETTAMENTE AL 2022 PER ESSERE PIU' SICURI

Ma chi è l'attuale ministro degli esteri ?

Nato ad Avellino, cresce a Pomigliano d'Arco.
Diplomatosi presso il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano d'Arco, s'iscrive successivamente all'Università
dapprima presso la facoltà di ingegneria informatica ed in seguito presso quella di giurisprudenza.
Non completerà mai gli studi universitari, al fine, a suo dire, di dedicarsi al primo attivismo.
Giornalista pubblicista, ha lavorato per un breve periodo come webmaster per il quotidiano online La Provincia Online,
e per il quale ha anche scritto diversi articoli di cronaca sportiva e, in qualità di giornalista sportivo, per il periodico Il Punto.
Ha svolto anche altri "lavori" nel mentre, quale il tecnico informatico, l'assistente alla regia, l'agente di commercio, il cameriere,
lo steward allo stadio San Paolo ed il manovale per l'azienda di famiglia.


E chi è l'attuale ministro della difesa ?

Si è laureato in Scienze Politiche presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, con una tesi in Storia delle dottrine politiche.
Ha prestato il servizio militare obbligatorio dal giugno 1991 al marzo 1992 presso il Battaglione Alpini “Edolo” a Merano
e, successivamente, presso il Reggimento Artiglieria a cavallo a Milano. Si è congedato idoneo al grado di Sergente di complemento.
Di professione è consulente assicurativo.

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PS: giusto perchè si sappia. I paraculati di milano dopo il car, venivano "inviati" a casa ........
e dalla caserma Santa Barbara passavano direttamente.........a Baggio. Ospedale militare.
Da dove potevano tornare a casa per dormire........
 
..azz prima del previsto i topi abbandonano la bagnarola che sta affondando.
Il berlusca starà tentando il solito inciucio: salvare il governo giallorosso in cambio dell'approvazione della norma salva-mediaset nel prossimo decreto...
almeno non ci ammorbasse con tutte le sue filippiche sulla cura del pubblici interessi... ed insistono ancora con il mes, quanto pure Sassoli l'ha bocciato.
Era solo politica, cioè mediazione ? Io sento proprio odore di "inciucio".


Un piccolo terremoto in questo momento sta scuotendo Forza Italia e il centrodestra.

Tre deputati al parlamento eletti con gli azzurri hanno deciso di lasciare il partito fondato da Silvio Berlusconi per passare al gruppo della Lega.


Tra loro c'è anche Laura Ravetto, che al Cav ha legato tutta la sua storia politica e che è stata anche sottosegretaria del governo Berlusconi.
Gli altri due a spostarsi sono stati Federica Zanella e Maurizio Carrara.


A motivazione della loro decisione, i tre deputati hanno emesso una nota comune di rottura con Forza Italia:

"Abbiamo deciso di impegnarci in politica in tempi e modi diversi, convinti che i valori e i programmi del centrodestra siano la risposta giusta per il Paese.
Ringraziamo Silvio Berlusconi per averci dato la possibilità di tradurre le nostre competenze e il nostro 'sentire' in azioni politiche concrete.
In qualità di eletti su collegi uninominali con i voti di tutto il centrodestra tuttavia viviamo con disagio le sempre più ampie aperture al governo
e gli ammiccamenti con il Partito Democratico".



La nota dei parlamentari prosegue:

"Prendiamo atto che Forza Italia ha altresì perso quella forza propulsiva che l'aveva portata ad essere luogo di aggregazione per tutto il centrodestra
e riteniamo che quel luogo di aggregazione sia oggi rappresentato dalla Lega di Matteo Salvini, che crediamo possa essere il miglior interprete
di quella rivoluzione liberale i cui valori sono più che mai attuali e necessari, nonché il Partito con cui meglio portare avanti con coerenza
quel programma unitario su cui abbiamo 'messo la faccia' in campagna elettorale, e che non vogliamo tradire"
.

In conclusione, Laura Ravetto, Federica Zanella e Maurizio Carrara spiegano che per questi motivi hanno deciso di spostarsi e si dicono
"certi che - in tale gruppo - ci verrà data la possibilità di continuare a portare avanti al meglio le battaglie politiche
in cui abbiamo sempre creduto e che ci hanno caratterizzati in aula e sui territori".


La separazione e il relativo passaggio arrivano dopo una settimana di tensioni,
nate dopo l'insinuazione di un possibile inciucio tra governo e FI da parte della Lega.

Intervenuto sul decreto "salva editoria", che riguarda da vicino la querelle Mediaset-Vivendi,
e sull'apertura al dialogo con il governo da parte del Cav, il leader della Lega è stato chiaro:


"Berlusconi lo sento più volte a settimana. Non voglio pensare a inciuci sulla pelle degli italiani. Non penso proprio che Berlusconi abbia questo in essere".


In queste ore è arrivata la replica di Forza Italia per mano del suo numero due, Antonio Tajani:

"Forza Italia è e rimarrà all'opposizione. Non è un inciucio cercare di far approvare proposte concrete
per tutelare lavoratori, imprese, famiglie e liberi professionisti.
E garantire la salute degli italiani utilizzando i 37 mld del Mes.
Si tratta soltanto di buon senso e di senso di responsabilità per tutelare i diritti dei cittadini".

Una linea condivisa anche dal senatore Maurizio Gasparri e dagli altri esponenti di Forza Italia.

A intervenire in maniera ancora più dura è Andrea Cangini, senatore di Forza Italia e portavoce di Voce libera:

"Eravamo in pena, possibile che nessuno abbia ancora pronunciato l'insana parola?
Ci aspettavamo lo avrebbe fatto Marco Travaglio, che così intitolò un suo alato libro, l'ha fatto invece Matteo Salvini: 'inciucio'!
Ecco, ora siamo a posto. Il presunto leader di una presunta alleanza accusa l'alleato di intelligenza col nemico.
Perché è questo che Matteo Salvini intende per inciucio.
Silvio Berlusconi starebbe 'inciuciando' con il governo perchè si è detto disponibile a votare lo scostamento di bilancio
purchè quelle risorse siano impiegate per sostenere le partite Iva e far crescere l'economia.
Era un inciucio quello che spinse Dc e Pci a collaborare per la ricostruzione nel dopoguerra?
Era un inciucio quello che negli anni Settanta consentì ai partiti dell'intero "arco costituzionale" di fronteggiare il terrorismo? ".

"Era solo politica, cioè mediazione. Una mediazione esercitata nell'interesse generale in un momento di massima crisi nazionale.
C'è chi alla politica preferisce la propaganda. C'è chi si sforza di salvare il salvabile e chi gioca al tanto peggio tanto meglio.
C'è chi, andato al governo con i grillini, accusa oggi di inciucio chi è rimasto, e rimarrà, all'opposizione.
Non è stato Marco Travaglio, è stato Matteo Salvini".


Laura Ravetto qualche giorno fa è intervenuta nel programma Agorà su Rai3, e rispondendo alla domanda di Luisella Costamagna sullo scostamento di bilancio rispose:

"Dalle parole del Presidente Berlusconi sembra si voglia andar lì. Io le dico quello che penso.
Io spero però che non sia l'ennesima volta che portiamo acqua al mulino senza esser coinvolti nelle decisioni".
 
Avete mai visto uno del pd che salva un governo fi o lega? No. Quindi....

Chissà che questo non serva a svegliare altri che sono vicini al Presidente.

Silvio continua a vivere la politica nel suo mondo fatato di dame e cavalieri.

Ha perso del tutto la memoria?

Non si ricorda cosa gli hanno fatto passare quando aveva i numeri ed era un pericoloso avversario ?

Lui crede di giocare con i barboncini ma ha a che fare con dei cinghiali.

I cioccolatini non vanno bene, ci vogliono le ghiande. Auguri!

E lavora invece per far cadere questo governo, andare alle elezioni
e fare un governo di vero centro destra unitario.
 
Nel pomeriggio potrebbe arrivare una prima svolta.
Magari timidi segnali di disgelo che potrebbero ripristinare un clima sereno nel rapporto tra governo e Regioni.


Alle ore 16 è prevista una importante riunione in videoconferenza tra i governatori,
il ministro della Salute Roberto Speranza e il presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.

I presidenti avranno l'occasione per chiedere formalmente all'esecutivo di rivedere tutti quei parametri
che attualmente decidono le misure anti-Coronavirus in ciascun territorio.

I timori che giungono dagli enti locali sono unanimi: le scelte generalizzate di un algoritmo possono penalizzare più del dovuto,
pertanto servono meno parametri per fotografare meglio le singole situazioni.

Il pressing sul premier Giuseppe Conte non si placa e non si esclude che nelle prossime ore possa esserci un cambio di passo, anche se le probabilità sono minime.


"Se non c'è collaborazione in questa fase non si vince la pandemia", è l'avvertimento lanciato da Massimiliano Fedriga.
Il governatore del Friuli Venezia Giulia propone "un percorso di chiarezza e di trasparenza"
scongiurando un calcolo aritmetico o un'elaborazione informatica "fine a se stessa".

Gli fa eco il collega dell'Abruzzo Marco Marsilio, secondo cui l'intero Paese è ormai destinato verso la zona rossa:
"Con questo numero di contagi tutti peggioreranno".

In merito ai criteri di decisione, il consiglio avanzato ai giallorossi è quello di ascoltare la voce delle Regioni:
"Abbiamo proposto tutti insieme al Ministero di concentrarsi su 5 parametri principali e non 21".

Conte, intervenuto alla 37esima assemblea annuale dell'Anci, assicura che il dibattito "è aperto" ma "non ha molto senso"
in quanto si tratta di un campo su cui devono esprimersi gli esperti e non l'autorità politica.

"Vedremo quali sono le rimostranze dei presidenti delle Regioni e la loro validità.
Dire però oggi che sarebbe meglio passare da 21 a 5 a 3...", ha aggiunto.


Nel frattempo il governo si prepara a prende nuove decisioni: Basilicata, Liguria e Puglia potrebbero finire tra i territori "rossi"
insieme ad Alto Adige, Calabria, Lombardia (tornerà arancione?), Piemonte e Valle d'Aosta.

Un cambio di colore potrebbe arrivare anche per il Veneto e il Lazio, che da gialle si colorerebbero di arancione.


Comunque la prossima settimana sarà cruciale per diverse Regioni: l'Emilia-Romagna, ad esempio, potrebbe tornare tra le gialle.
Ma viene ribadito che le circostanze devono essere studiate senza approssimazioni e che bisognerà considerare l'andamento dei prossimi giorni.


Occhio pure alla prossima mossa del presidente del Consiglio, che vorrebbe procedere con la riapertura delle singole province nelle zone "rosse".


Fonti di primo piano, scrive Marco Antonellis su Affari italiani, sostengono che "sarebbe bello poter mandare subito dei segnali di miglioramento".

Ecco perché Conte avrebbe tra le mani i piani dettagliati e la situazione provincia per provincia:
il meccanismo adottato "è già tarato anche su base provinciale, è possibile differenziare le aree in una medesima Regione,
così da adottare misure più rigide nelle province più a rischio" ma anche strette più leggere nelle province "meno a rischio, che non meritano penalizzazioni".


Si aprono gli spiragli per una seminormalità di Natale ?
 
Domenico Arcuri, nominato commissario straordinario per l'emergenza e la ripartenza da Giuseppe Conte, è scivolato su una nuova buccia di banana.


Secondo quanto riportato da uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Journal of Clinical Virology,

i test acquistati dal "supercommissario" Arcuri avrebbero un'affidabilità molto bassa

(per la cronaca, potrebbero sbagliare ben sei volte su dieci).

Il punto è che questo materiale è stato acquistato per la modica cifra di oltre 32 milioni di euro.



Scendendo nel dettaglio, il test si chiama Biocredit Covid 19 Ag.

Dieci milioni di pezzi sono stati acquistati da Arcuri attraverso un regolare bando.

Dov'è il problema?

Come detto, basta leggere il paper intitolato Evaluation of rapid antigen test for detection of SARS-CoV-2 virus
per capire che il commissario ha messo le mani su materiale non proprio ottimale.


Biocredit Covid 19 Ag, infatti, avrebbe una sensibilità che oscillerebbe tra l'11,1% e il 45,7%.

Detto altrimenti, il test sarebbe in grado di individuare al massimo 4 persone ogni 10 certamente affette da Covid.

Insomma, non una bella media per cercare di frenare la diffusione del virus.

Come ha sottolineato Sky Tg 24, il materiale scelto dall'Italia ha performance piuttosto basse se paragonate ad altri dispositivi presenti sul mercato.


Avere a che fare con test poco affidabili comporta un enorme problema.

Può infatti succedere che un soggetto positivo venga certificato come sano.

A quel punto l'inconsapevole infetto, pensando di non aver contratto il Covid-19,
si sentirà libero di uscire di casa come se niente fosse.

E, stando ai numeri dello studio sopra citato, il rischio che con Biocredit Covid 19 Ag possa accadere qualcosa del genere è molto alto.


Il bando pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio parla chiaro.
Tra i requisiti minimi dei test deve esserci o un'approvazione da parte di agenzie regolatorie nazionali o internazionali
oppure la validazione di un laboratorio accreditato dal nostro Paese.


Sky ha chiesto informazioni a Invitalia sui documenti di validazione ma non ha ricevuto risposta.


Gli unici documenti disponibili sono quelli forniti dall'azienda produttrice dei test.

Che ne attesta una sensibilità superiore al 90%.

Ricordiamo che il bando ha assegnato 10 milioni di test, per un totale di 32.750.000 euro.
 
La cosa davvero incredibile è come mai questo super commissario non sia stato ancora indagato
da una Procura per i suoi innumerevoli flop a livello di spese fatte con i soldini nostri.

Fosse stato del centro destra ??????? ahahahahahah vedevi.


Alla luce di quanto sopra, la magistratura, almeno la Corte dei Conti, non dovrebbe aprire un'inchiesta?
 
La mente del “Great Reset” Klaus Schwab suggerisce una serie di misure draconiane
per il controllo della popolazione sotto l’ombrello della “Quarta rivoluzione industriale”,
tra cui scansioni cerebrali di valutazione del rischio per attraversare i confini
e chip impiantabili per leggere i pensieri delle persone.


White Oak ci permette di avere un’ide piuttosto chiara dell’incubo per l’uomo che avverrà con il “Great Reset”.

Noi qui vi riassumiamo alcuni passaggi.

Fondatore del World Economic Forum Schwab ha ripetutamente sottolineato come i tecnocrati
debbano trarre vantaggio dalla pandemia di coronavirus per attuare “The Great Reset”,
un sentimento che è stato ripreso dal primo ministro canadese Justin Trudeau durante una recente videoconferenza delle Nazioni Unite.


Questo “Grande azzeramento” non riguarda solo la ristrutturazione del sistema economico,

l’attuazione di un “Green New Deal”, o del cosiddetto “Green Deal” della Von Der Leyen/Merkel,

la creazione di più posti di lavoro completamente automatizzati

e la riduzione del consumo di energia

e del tenore di vita,

c’è anche un aspetto di polizia nell’agenda.



Questo programma è esplicitamente dettagliato nei tre libri di Schwab,
The Fourth Industrial Revolution, Shaping the Future of the Fourth Industrial Revolution: A Guide to Building a Better World, e Covid-19: The Great Reset.

Schwab osserva che l’uso di tale tecnologia per condurre la sorveglianza di massa
e il monitoraggio della popolazione “è in contrasto con società sane e aperte“,
ma continua comunque a presentarlo sotto una luce positiva:

del resto l’importante non è la moralità o la correttezza di un comportamento,
quanto la sua capacità di concentrale il potere nella mano dei pochi, dei ricchi e degli improduttivi.

“Man mano che le capacità in questo settore migliorano, la tentazione per le forze dell’ordine e i tribunali
di utilizzare tecniche per determinare la probabilità di attività criminale, valutare la colpa
o anche eventualmente recuperare i ricordi direttamente dal cervello delle persone aumenterà”,

scrive, suggerendo in stile Minority Report programmi Pre-Crime, per cui la possibilità che una persona sia un criminale
non dipende dai suoi comportamenti, ma è determinata a priori dal suo profilo.

Praticamente siamo alla vittoria delle teorie di Lombroso, solo un po’ aggiornate.


Il globalista va anche oltre il semplice obbligo di viaggiare per i certificati di vaccino, suggerendo che

“Anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata
per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo”.


Quindi se avrete la “Testa sbagliata”, non potrete viaggiare in aereo. Non vi resterà che camminare.

Naturalmente l’impianto fisico dei chip nell’uomo sarà il passaggio definitivo per la fusione fra l’uomo e la macchina nella più perfetta utopia transumanistica.

”I dispositivi esterni di oggi, dai computer indossabili alle cuffie per la realtà virtuale,
diventeranno quasi certamente impiantabili nel nostro corpo e nel nostro cervello”, scrive.


“I microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo”

cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo

“e ci costringeranno a mettere in discussione cosa significhi essere umani
“, secondo Schwab.


Tale tecnologia potrebbe anche facilitare l’espressione di “pensieri o stati d’animo potenzialmente inespressi leggendo le onde cerebrali e altri segnali”, secondo Schwab.


Schwab suggerisce che la popolazione potrebbe essere incoraggiata ad adottare chip per la lettura del cervello

come parte di un modello di business che coinvolge qualcuno che


scambia l’accesso ai propri pensieri con l’opzione che consente di risparmiare tempo digitando un post sui social media solo con il pensiero“.


Per fortuna per ora esiste un distacco fra quello che pensiamo e quello che affermiamo…
 
Questo fa il paio con quello che l'altro ieri ha chiamato la polizia perchè 2 ragazzi erano entrati nel cortile della scuola per prendere il loro pallone.

Tutto comincia su Facebook, sul gruppo “Sei di Civate se…”, quando alle 19.44 di mercoledì 17 novembre
un utente segnala la presenza di “diverse autopompe dei vigili del fuoco che salivano in paese”,
chiedendo se qualcuno ne sapesse qualcosa. Ma nessuno le aveva notate.

Nessuna notizia di eventi particolari per cui potevano essere presenti i Vigili del Fuoco a Civate,
ma nemmeno nei comuni limitrofi per spiegare quanto meno un transito.

Non ne sa nulla il sindaco Angelo Isella che ha chiesto anche alla Polizia Locale di effettuare verifiche, senza ottenere riscontri.

Mistero assoluto.


Un mistero che si è svelato solo il giorno successivo, a Radio Deejay.

Il caso è diventato talmente grande da interessare una radio nazionale?

No, no.

Niente di tutto ciò: a Radio Deejay lavora infatti come regista Enzino Fargetta, residente a Civate, che ha raccontato in diretta l’accaduto.


A chiamare i vigili del fuoco sarebbe stato... un suo vicino di casa,
preoccupato dall’alzarsi di fumo nero e fuliggine proprio dalla sua abitazione.


Nessun incendio era però divampato a casa Fargetta.

Il noto civatese aveva semplicemente bruciato nel camino alcune foglie secche.

Giunte sul posto, le tre autopompe dei Vigili del Fuoco non hanno potuto far altro che constatare la situazione:

nessun rogo fuori controllo, nessun pericolo. Niente di niente.
 
Ecco un altro caso che fa il paio con quello di stamane.

Quel “vada a casa tranquillo, lei al 99% non ha il covid” con il senno di poi gli deve essere suonato nelle orecchie
come il famoso “Enrico stai sereno” detto da Renzi a Letta prima di fargli le scarpe.

Una vera e propria beffa.

Solo che nella storia che stiamo per raccontarvi di mezzo c'è la salute di un uomo e della sua famiglia.
Moglie e due figliolette.
Salute fisica, certo, ma anche “mentale”.

Perchè, come è umanamente comprensibile, rimanere in attesa per giorni e giorni di qualcosa che non arriva, sfianca.

Tanto più se la nuova bufera ti investe dopo aver già superato, da poco, una tempesta,
sapendo, per giunta, di non avere neppure le spalle coperte economicamente.

Dopo aver sconfitto nel mese di marzo un tumore, un papà di Olginate,
artigiano e dunque senza le garanzie del lavoratore dipendente, sabato 31 ottobre si sente poco bene.

“E' stato male e ho dovuto chiamare l'ambulanza perchè non si reggeva proprio in piedi” racconta la consorte,
voce narrante di una odissea, iniziata con un viaggio d'andata a sirene spiegate e uno di ritorno, in auto, dall'ospedale.

E già perchè seppur presentasse “saturazione bassa, mancanza di fiato e dolori muscolari”,
per il medico che lo ha preso in carico nell'ala filtro del pronto soccorso – dove gente con il coronavirus c'era di sicuro –
il “male del momento” sarebbe stato da escludere, tanto da dimetterlo con la prescrizione di uno sciroppo
e l'invito a porsi comunque in isolamento preventivo, in attesa dell'esito del tampone effettuato in struttura “per prassi”.

“Sono andata io stessa a riprenderlo, non lo hanno mandato a casa in ambulanza, “tanto stai bene” gli hanno detto”.

Lunedì 2 novembre, in risposta a una mail della moglie, arriva l'esito: positivo.

“Avvisiamo chi di dovere che era stato in contatto con noi famigliari prima di sabato.

E parte l'attesa della famosa chiamata dell'ATS.

Parlo con il medico di base che dice “siete stati segnalati dall'ospedale, automaticamente siete stati messi in lista”.

Passa una settimana, sappiamo che il secondo tampone va fatto al decimo-quattordicesimo giorno e stiamo tranquilli ad aspettare.

Nel frattempo giovedì mia cugina mi chiama dicendo di aver effettuato il test rapido dal suo dottore e di aver contratto il virus.

Due giorni dopo la stessa cosa per suo marito.

Il mio nel frattempo non si reggeva ancora in piedi.

Ricontatto il nostro curante: parte la cura con cortisone, antibiotico e punture.

Forse se si cominciava subito dall'1 novembre mio marito si sarebbe ripreso subito.


Oggi, mercoledì 18, è il primo giorno di luce, luce, luce: lui sta bene, è tornato quello di sempre, stufo ormai di stare in casa
e con le balle piene di attendere la famosa chiamata di ATS che ancora non è arrivata”.

Dall'esito del primo tampone somministrato il 31 ottobre in ospedale, sono passati infatti 16 giorni,
un arco temporale in cui – denuncia la famiglia olginatese – nessuno dell'Agenzia per la Tutela della Salute, li ha contattati.


“Forse stanno seguendo quelli segnalati dai medici di base.
Quelli dimessi dal Pronto soccorso come mio marito finiscono nel dimenticatoio?

Il nostro dottore poi ci ha comunicato che al 21esimo giorno dall'insorgenza della malattia,
il paziente potrebbe tornare a lavorare, senza effettuare altri accertamenti.

Ma come possiamo essere sicuri che mio marito si sia negativizzato e non infetti altri?

La pediatra nel frattempo mi viene a dire che le nostre figlie non possono tornare a scuola
se non si ha l'esito del tampone del padre e il mio datore di lavoro non mi riprende senza la prova del non contagio
perchè mio marito è stato lasciato in isolamento in casa.


Vedo che montano tendoni ovunque per far fare tamponi a alunni e professori,
soltanto perchè c'è stato in classe un positivo con il quale in teoria non dovrebbero aver avuto contatti non potendogli passare neanche la penna...

E perchè invece mio marito viene “lasciato indietro”?

E' un artigiano, non ha una busta paga.

E' una situazione che ci sta portando all'esaurimento.

Siamo chiusi in casa e non possiamo uscire.

Abbiamo paura.

Ieri siamo arrivati al punto di andare a fare il test privatamente, uscendo a nostro rischio.

Se ci fermavano?

E la nostra problematica è condivisa da tanti.

Mi sembra manchi rispetto per l'essere umano.

Forse perchè sono uscita da un periodo abbastanza grigio perchè già in tempi di coronavirus
ho dovuto combattere con mio marito che ha avuto il tumore.

Ho due figlie che si stanno abbattendo emotivamente, non hanno più sfoghi per loro.

Anche solo dover dire loro “non andare la perchè c'è il papà”, “non avvicinarti”, “fai silenzio che il papà non sta bene” fa diventare pazzi..”.

A stretto giro l'esito del tampone fatto privatamente.


Ma qualunque sarà il responso, resta l'amarezza e quella sensazione di essere stati “dimenticati”,

tra le centinaia e centinaia di “casi” che hanno però nomi, cognomi, sensibilità e problemi “umani”.
 
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