SIAMO SPIACENTI, LA VITA DA LEI SOGNATA NON E' AL MOMENTO RAGGIUNGIBILE (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Come fa il Giappone ? E che differenze ci sono tra noi e loro visto che ha debito/Pil doppio di noi?
Questo si dovrebbe spiegare. Basta e avanza anche perchè ha perso la guerra come noi, è tecnologicamente avanzato ed è assoggetato agli Usa.
Solo che LORO sono una nazione dall'imperatore all'ultimo lavacessi.
Quindi non tradiscono e hanno un sentimento di amor patrio che se noi anche l'avessimo avuto nell'ultimo secolo .......
hanno sovranità monetaria e si sono sempre acquistati il loro debito.


Debito pubblico, perché continua ad aumentare?

Quante volte ci siamo posti questa domanda e quante volte abbiamo ricevuto risposte diverse, a seconda della fonte che ce le dava?

Secondo i filo liberisti la colpa è nella spesa pubblica, mentre secondo i sovranisti, le cause sarebbero da ricercare nel meccanismo stesso della generazione del debito.

Proviamo a spiegare perché hanno ragione entrambi.

Le origini del debito pubblico
Forse non tutti sanno come nasce il debito pubblico.
Le origini sono ben lontane dai giorni nostri e per questo ce ne occuperemo in un prossimo articolo.
Ciò che ci preme oggi evidenziare, sono le conseguenze della modalità con cui quel debito è esploso.
Ci riferiamo al meccanismo di indebitamento che ha prodotto l’esborso di oneri talmente elevati da rendere impossibile ridurre il debito stesso.

debito-pubblico-e-derivati-sui-Titoli-di-Stato.jpg


Perché se, con l’ingresso nell’Euro, i tassi d’interesse calano – vedi la transizione dalle barrette colorate di rosso,
che evidenzia l’aumento dei tassi, alle barrette in verde, dei tassi in discesa – il rapporto debito/PIL continua ad aumentare (curva evidenziata in grigio)?

È vero infatti che a causa del meccanismo del finanziamento dello Stato sui mercati, i tassi di interesse sui titoli di Stato italiani siano stati mediamente superiori al 4%,
ovvero maggiori del tasso di inflazione, per tutto il periodo che è passato dall’introduzione dell’Euro, fino all’introduzione del Quantitative easing di Draghi.

Questo ci dimostra subito che, con un prestatore di ultima istanza, ruolo che spettava alla Banca d’Italia
(in sintonia con il Ministero del Tesoro), le rendite sui Titoli, dovuti alla scadenza, scendono drasticamente.

Ma ciò che il prestatore di ultima istanza non potrebbe fare è diminuire gli interessi maturati sul vecchio debito.

Per difendersi da quello servirebbe una poderosa ripresa economica.
Infatti se la crescita del PIL (inchiodato da anni allo zerovirgola) è inferiore alle rendite dei Titoli di Stato, il debito pubblico aumenta.

Da troppi decenni il rapporto tra le rendite sui Titoli pubblici e l’inflazione viene colmato in buona parte con l’aumento delle tasse. Tasse che frenano la crescita.

La differenza tra il totale del prelievo fiscali necessario al sostegno della spesa publica e l’ancor maggiore prelievo fiscale, a cui assistiamo in continuazione,
si chiama avanzo primario e serve a ripagare almeno in parte gli interessi che lo Stato deve rimborsare agli acquirenti dei Titoli di Stato.

Il prestatore di ultima istanza sarebbe servito se mai ad evitare almeno a mitigare gli effetti della speculazione sui nostri Buoni del Tesoro.
Questo aspetto ci spiega in parte perché Francia e Germania si siano indebitate meno di noi.
Francia, Germania ed altri Paesi dell’eurozona hanno sempre goduto, da quando esiste l’Euro, di prestiti più agevolati.
Questo è dovuto al fatto che i Titoli pubblici di quei Paesi godevano di un rating elevato e quindi che la BCE li acquistava a tassi prima dell’1%, poi dello 0,5%.
Oggi viaggiano a tassi negativi.

BCE quindi prestatrice di ultima istanza solo per pochi.

Tutto a norma, viste le clausole dei trattati europei.

Come questi Titoli rientrassero in quel segmento degli acquisti della BCE, dopo aver truccato i bilanci pubblici, è un tema che affronteremo un’altra volta.

Le principali ragioni dell’aumento del nostro debito pubblico
Nel precedente articolo abbiamo visto come l’Italia abbia visto crescere il proprio debito pubblico molto meno rispatto ad altri “partners” europei (vedi il Portogallo).

Alla luce del taglio degli investimenti pubblici in Italia risulta che il continuo progredire del debito pubblico sia dovuto principalmente a due fattori:

  1. gli elevati interessi accumulati sull’emissione di Titoli di Stato pre quantitative easing;
  2. i derivati accesi dagli enti pubblici italiani.
Di questa seconda specie non si parla mai.

Cosa sono questi derivati. ?
Per rendere più facile il discorso li abbiamo paragonati alle scommesse sui cavalli.

Le scommesse che la macchina pubblica ha perso alle corse dei cavalli
Il nostro debito continua ad aumentare anche perché la pubblica amministrazione si ritrova a pagare le scommesse perse con i derivati
con i quali aveva puntato sull’aumento dei tassi che invece, con l’ingresso nell’Euro, sono scesi.

Come allora infatti i bassi tassi rimangono il principale obiettivo della BCE.
Peccato che gli operatori di mercato abbiano causamente nascosto questo dettaglio ai sottoscrittori dei derivati.

I derivati sono una sorta di scommessa sull’avvenimento o meno di determinati eventi.

Nell’alta finanza vengono utilizzati per difendersi da imprevisti, come se fossero una specie di assicurazione.

Si basano su calcoli matematici talmente complessi da risultare indecifrabili agli stessi ingegneri che li creano.

Ciò avviene perché a ciascun derivato si collegano come una sorta di catena di causa-effetto, migliaia di altri derivati.

LA TRAPPOLA DEI DERIVATI
derivati.jpg


Ecco perché queste opere di ingegneria finanziaria non dovrebbero essere sottoposte ad ignari investitori.
Ciò invece avvenne con molti amministratori pubblici, anche locali.
Sindaci di piccoli comuni, gestori di fondi pubblici, aziende municipalizzate, Regioni, ecc.

L’AMA di Roma, ad esempio, ha scoperto perdite sui derivati per ben 66 milioni di Euro.

Così è avvenuto anche ai vertici.

Negli anni 90, quando Mario Draghi era al ministero del tesoro, l’Italia accese numerosi derivati sul proprio debito.
I dati a nostra disposizione indicano che fino al 2015 l’Italia era esposta in derivati sui Titoli pubblici per 163 miliardi.

Forse vedremo smettere di crescere il debito pubblico italiano quando cesserà l’effetto dei derivati sulla nostra spesa.

Ma allora quale altra diavoleria si inventeranno i mercati ed i loro operatori, per continuare a campare di rendita sul lavoro degli italiani?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Michael Bloomberg è un miliardario sfondato.
A 77 anni, è il titolare di un impero mediatico dove non tramonta mail il sole.
Ora punta anche al trono più ambito del mondo contemporaneo: quello di Presidente degli Stati Uniti d’America.

In effetti, se ci è riuscito Trump, perché non dovrebbe riuscirci Bloomberg?
Il nostro ha speso qualcosa come 314 milioni di dollari per finanziare la sua campagna elettorale alle primarie del partito democratico.

La più grande “democrazia” del mondo, davvero, ultimamente ha un debole per gli ultraricchi.
Anzi, la più grande democrazia del mondo – il modello “platonico”, per così dire, di ogni sedicente democrazia del globo – vuole solo gli ultraricchi al vertice.

La “democrazia” – viene il sospetto – si è ridotta a una sorta di foglia di fico, per gli ingenui, stesa come un velo pietoso su una realtà deprimente.

Per la precisione, su un modello di governo in cui si sa già in partenza chi vince: o un super ricco oppure un rappresentante di super ricchi, debitamente finanziato da questi.

Il ruolo delle classi medie e medio basse è quello di fare da claque ai pochi privilegiati destinati a disputarsi le briglie del comando e le leve del potere.

Vuoi vedere che la democrazia, intesa come criterio egualitario di selezione delle classi dirigenti
– in grado di garantire persino al quisve de populo (all’uomo qualunque) la possibilità di competere alle elezioni più varie e alle cariche più alte – è oramai una pia illusione?

In effetti, in America il processo di far finta di essere una democrazia mentre si è una cosa totalmente diversa è in corso da decenni, forse da sempre.

Ma da noi, che siamo una “democrazia” più giovane? Da noi lo abbiamo accelerato, per non farci mancare niente.
Forse per essere sempre più “uguali” rispetto alla madre di tutte le uguaglianze che ci scruta, veglia e sorveglia aldilà dell’Atlantico.
E lo abbiamo fatto, negli ultimi anni, con alcuni provvedimenti autolesionisti al massimo grado; quantomeno se visti dalla prospettiva di chi miliardario non è.
Se, cioè, visti dal basso, da una angolatura “popolare”.

Due su tutti: l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti e la riduzione del numero dei parlamentari.

Con la prima mossa abbiamo consegnato la possibilità di fare agevolmente politica solo agli straricchi (tipo Bloomberg) o ai “corrotti”.
E non parliamo di corruzione in senso stretto, ma in senso lato: di corruzione delle coscienze, in primis.
Della serie che sei in grado di “spesarti” una carriera politica solo se ti adegui alla linea, agli interessi, agli obbiettivi di chi è sufficientemente ricco per finanziartela.

Quanto alla riduzione del numero dei parlamentari, è quello che è; e che solo i Robespierre cretini non riescono a vedere:
riduzione drastica della possibilità di contare qualcosa per chi non ha risorse per contare qualcosa.

Ma l’aspetto stupefacente dell’intera faccenda è che i più infoiati nell’esigere queste misure evidentemente anti-popolari
sono proprio i movimenti e i partiti dichiaratamente populisti o simil tali.

Siamo immersi in un sistema dove solo ai Paperoni è permesso comandare a bacchetta – ma in modo sedicente “democratico” – i paperini.

Tuttavia, hanno fatto in modo che fossero i paperini a volerlo. È il sublime paradosso della magnifica età della “democrazia” universale.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Ed eccolo qui, "l'altro".

“Il Papa – ha sentenziato il segretario di Stato del Vaticano, Pietro Parolin – è uno solo perché il Papa è colui che ha l’autorità. Chi non ha più questa autorità non è più Papa”.

Si dice che con questa affermazione si sia chiusa l’era dei due Papi nella Chiesa Cattolica, quella che ha visto il Papa in carica Francesco
spesso contrapposto a quello emerito del dimissionario dal Sacro Soglio, Benedetto XVI.

Ma come chiudere del tutto questa era nella società dell’immagine se non si risolve anche il problema dell’abito del Papa privo di autorità
(Benedetto XVI) che continua ad essere identico a quello del Papa con l’autorità (Francesco)?

Come si deve vestire, in sostanza il Papa emerito per non essere confuso con quello in carica?

Da Cardinale?
Da Vescovo?
Da sacerdote semplice, da chierico, da laico con giacca e cravatta senza stemma vaticano?
O, più brutalmente, con un abito di quercia e zinco?

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Val

Torniamo alla LIRA
Chiamate roma 3131

Nuove importanti rivelazioni arrivano da uno studio di ricercatori cinesi, avrebbero infatti scoperto che il periodo di incubazione del coronavirus potrebbe andare ben oltre i 14 giorni indicati fino ad ora.

Lo studio, riportato da The Indipendent, dimostrerebbe infatti che il periodo potrebbe estendersi a 10 giorni in più rispetto a quanto evidenziato fin qui, portandosi dunque a 24 giorni prima di manifestarsi.

Infettati 40.573

Morti 910
 

Val

Torniamo alla LIRA
Mah ........ nel frattempo ieri - nel condominio vicino - sono arrivate 3 nuove cinesi.
Chissà chi le ha controllate. C'è un ricambio continuo.
Lavorano - si fa per dire - nei negozi per unghie che stanno nascendo come funghi.......

Il coronavirus supera i 900 morti in tre settimane.
Abbiamo superato ciò che fece la Sars in più di 3 mesi, e questo dovrebbe preoccupare molti.

Intanto anche Pechino, la capitale, va in quarantena.

Si tratta di uno stretto regime di controllo nel quale sono vietati i movimenti inutili,
in cui i padroni di casa devono segnalare i nomi degli inquilini,
in cui sono vietati assembramenti, non strettamente necessari.

Un regime poco distante dallo Stato di legge marziale.

Il fatto che sia stato imposto nella capitale significa che la diffusione del virus è più rapida di quanto comunicato, e sta arrivando in zone sinora e tenute sicure.

Anche il numero di nuovi casi, ora arrivato a 90.000, sembra un valore fabbricato, in quanto cresce circa di 3000 casi al giorno (fissi).

Secondo il dottor Gottlieb questo numero non dipende dai, casi reali, ma dalla capacità del governo cinese di registrare i casi stessi con test.
Questa mancanza di dati reali, di trasparenza totale nella loro trattazione, viene ad aprire le porte anche alle voci più incontrollate.

Ad esempio il milionario in esilio Guo Wengui parla di un milione di infettati e 50 mila morti

1.5 million chinese infected

50,000 cremated

— Darren of Plymouth (@DarrenPlymouth) February 9, 2020

Sarebbe necessaria una vera GLASNOST dei dati, proprio per dissipare le voci più allarmanti, spesso fondate su particolari raccapriccianti.

Ad esempio ci sono i dati delle emissioni di biossido di zolfo, legate alle combustioni di materiale organico,
che sopra Wuhan sono impressionanti e fanno sospettare che si brucino corpi in grande quantità:

Windy as forecasted


Dal punto di vista economico quali settori economici rischiano di più, per quanto riguarda le quotazioni azionarie?



Il settore IT sarà colpito maggiormente, visto il peso della Cina.
In questo caso la notizia della parziale riapertura della Foxconn, produttrice per Apple,
è stata smentita da un ordine diretto del governo che vieta la riapertura.

Un colpo che pone altri nubi sulla situazione effettiva della Cina.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Il sistema pensionistico italiano è una vera giungla.........anche se "il bosco" dei giorni nostri
con rovi e sterpaglie è forse più simile. Ci sono anche questi. Spiegatemi il perchè ? :

La circolare fornisce anche le tabelle relative ai requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia dei lavoratori dello spettacolo e dello sport :

  • Ballerini: 47 anni di età
  • Cantanti – Artisti lirici – Orchestrali : nel 2021 62 anni per gli uomini, e 61 per le donne; dal 2022 62 per entrambi;
  • Attori direttori d'orchestra conduttori: nel 2021 65 anni per gli uomini e 64 per le donne; dal 2022 65 anni per entrambi
  • Sportivi professionisti : Nel 2021 54 anni per gli uomini e 53 anni per le donne; dal 2022 54 anni per entrambi.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Istat pubblica i dati della produzione industriale a dicembre e sono molto negativi.



Il calo è stato del 2,7%, corretto per i giorni di lavoro pari al 4,3%.

Le aspettative erano di un calo, ma solo del 0,5%, dopo essere stato invariato a Novembre.

Il calo ha colpito tutti i sotto settori, beni intermedi, di investimento, energetici, tutti colpiti con cali superiori al 2% lordi, ma del 6% corretti su base dei giorni lavorati.
Solo i beni di consumo hanno limitati i danni con un calo dello 0,8%.

Su base trimestrale il calo è stato del 1,4%, e siamo al calo più forte dal 2012.

Su base annua invece il calo è pari al 1,3%, anche qui valore che dovrebbe far pensare.

Nei dati è evidente il peso estremamente negativo del settore auto e di quello meccanico in generale.

Naturalmente ci vorrebbero una vera politica industriale e fiscale espansiva,
non l’ammuina restrittiva delle varie riduzioni imposte dirette a favore delle indirette.

Poi Patuanelli non pare avere neppure la minima idea di cosa sia una politica industriale o anche anticongiunturale
e non riesce a chiudere un dossier neanche per sbaglio.

Sembra che siano due giocatori di ruolo che interpretino un gioco online in cui si fingono ministri e quindi fanno piccole mosse come sulla scacchiera.

In realtà l’economia italiana non è un gioco, ed i danni da loro procurati dureranno nel tempo.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Strano. Io pensavo che con questa infornata di geni, giallo rossi, della programmazione, finanza, rapporti internazionali, investimenti,
in R&S, modelli di sviluppo, nuove tecnologie, ecc., le cose sarebbero andate a 1.000.

Invece non è ne sarà così. Strano, veramente strano.

Forse la nostra via d'uscita potrebbe essere la fabbricazione massiva di zerbini.

Come li facciamo noi, gli zerbini di qualità eccelsa, non riesce a farli nessuno.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Lo sapete che Josip Broz, detto Tito, il Maresciallo alla base del dramma giuliano delle Foibe, con oltre 3000 morti innocenti e 250 mila italiani scacciati dalle loro case,
è ancora Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine di Merito della Repubblica Italiana.

La persona causa di questi lutti, di questi assassini , spesso appoggiati anche dai comunisti italiani, è un Cavaliere della Repubblica Italiana.

Tra l’altro pochi sanno che Tito tentò per ben 20 anni di sviluppare un armamento nucleare specificamente mirato contro il nostro paese,
minaccia alla quale rispondemmo con lo sviluppo del missile Alfa.

Quindi noi onoriamo colui che fu oggettivamente un massacratore di italiani e che tentò di cancellare
tutti i resti di italianità dalla Venezia Giulia e che per decennifu un nemico del nostro paese.

Una cosa incredibile che può succedere solo in Italia.

Anche per questo Antonio Maria Rinaldi, con l’appoggio di tutta la delegazione della Lega e dai deputati Fidanza, Stancanelli, Fiocchi, Fitto e Procaccini di FdI,
ha presentato una interrogazione in merito al Parlamento Europeo proprio nel Giorno del Ricordo per le Foibe. Il parlamentare ha dichiarato:

“È inaccettabile che il Maresciallo Tito goda ancora oggi della più alta onorificenza della Repubblica Italiana con data di conferimento del 2 ottobre 1959: l’Ue intervenga.
Tale onorificenza rappresenta un motivo di offesa nei confronti delle vittime delle foibe, e un evidente imbarazzo nei riguardi delle popolazioni della ex Jugoslavia.
Per questo motivo, nel Giorno del Ricordo, ho presentato un’interrogazione, condivisa dalla delegazione della Lega al Parlamento Europeo
ed anche dagli europarlamentari di Fratelli d’Italia, per chiedere alla Commissione se reputi che tale onorificenza sia coerente
con i valori e i principi espressi dalle istituzioni europee. Noi non dimentichiamo l’orrore delle Foibe e questa vergogna non può lasciarci indifferenti:
anche l’Europa, che condanna con fermezza gli atti di aggressione e i crimini contro l’umanità, faccia sentire la propria voce”.

Che fa il PD ?? Da che parte stanno le Sardine ?
 

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