SIAMO SPIACENTI, LA VITA DA LEI SOGNATA NON E' AL MOMENTO RAGGIUNGIBILE (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
A dir poco è sconcertante - e sono calmo - la decisone presa da un'amministrazione piddiota.

Rimossa, per sicurezza, la targa dei Martiri delle Foibe nel Giorno del Ricordo.

In un giorno che, come dice il nome stesso, dovrebbe essere deputato al Ricordo a Lecco si fa spazio la Polemica.

Oggetto del contendere è la scelta di Palazzo Bovara di “far sparire il cartello che intitola una parte del lungolago “Riva Martiri delle Foibe”, prima che venga vandalizzata dai soliti vigliacchi”.

Un gesto precauzionale da parte dell’Amministrazione per, di fatto, tutelare il patrimonio pubblico.
Nel 2013 l’insegna era stata divelta e gettata nel lago. L’anno precedente invece la targa era stata strappata e poi ritrovata nel cantiere del Tribunale.

A seguito del provvedimento assunto da Palazzo Bovara è arrivato un duro commento in rete :
“A me sembra francamente un segnale di debolezza… Cosa succederebbe se questa procedura fosse applicata anche a “Via dei Partigiani”
oppure alle numerose targhe in ricordo delle vittime del nazismo? Anche dopo 70 anni, noi non dimentichiamo”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Dal 41 bis alla “quarantena” – sempre bis, e talvolta anche ter o quater a quanto sembra – il passo è stato inevitabilmente breve. Anzi, brevissimo.

Abituati in Italia e in gran parte del resto del mondo, che fu occidentale, a questi cambiamenti istituzionali più o meno espliciti
verso democrazie sempre più autoritarie e illiberali, il panico sanitario, fosse anche più che giustificato come in questo caso, era la ciliegina che mancava alla torta.

L’elemento finale per diventare tutti un po’ cinesi a dispetto della idiosincrasia da coronavirus.
Come in un romanzo catastrofista di Cormac McCarthy, abbandonata ogni retorica e ogni dibattito su ciò che è bene e ciò che è male,
la paura del contagio ci porterà ineluttabilmente all’homo homini lupus.

E l’emergenza sanitaria è ben più sfruttabile politicamente dell’ormai stucchevole emergenza sicurezza. Che ha rotto le scatole a tutti e che fa acqua da tutte le parti.
Ora c’è una “meravigliosa” nuova angoscia – per giunta geopolitica – con cui fare propaganda a un tanto al chilo. Il coronavirus per ora “nun se batte”.

E adesso un bella provocazione ai buonisti: se cominciassero i futuri contagiati a provenire in massa dai barconi e a trovarsene a frotte tra i loro sfortunati passeggeri, come reagiremmo?

Come gli idioti che se la sono presa coi governatori delle regioni bene amministrate dai leghisti – che non sono tutti cloni di Matteo Salvini –
che ipotizzavano quarantene per i bambini cinesi o anche italiani ma provenienti dalla Cina con volo aereo di ritorno dalle vacanze?

Li hanno sbeffeggiati e deprecati e adesso tutte le scuole d’Italia hanno proprio quel problema che si doveva nascondere. Sotto l’accusa di “razzismo”.

Oppure stavolta anche i buonisti comincerebbero a comportarsi come i cittadini della immaginaria cittadina dell’ultimo film di Jim Jarmusch
invasa dagli zombie proprio per un misterioso virus che fa risorgere i morti dal cimitero locale?
Accoglienza o piuttosto ben mirati spari alla testa di queste creature, che tornano sulla terra dalla morte invocando uno smartphone e una connessione wi-fi per non farli rinascere mai più?

Probabilmente questo virus farà più danni politici che sanitari, quindi.
E anche le procedure grottesche con cui in Italia si sta mettendo in quarantena chiunque ipoteticamente possa essere stato contagiato
o considerato a rischio di esserlo ricordano quelle della legislazione antimafia.

Dal 41 bis alla quarantena bis il passo è stato già fatto.

Si dà la caccia a chi potrebbe aver incontrato – ad esempio – dei non ancora meglio identificati turisti di Taiwan che, tornati in patria,
si sarebbero ammalati in maniera conclamata ma che prima di tornarvi avrebbero soggiornato a Roma o a Venezia.
Se uno per strada ipoteticamente fosse stato filmato (e riconosciuto) grazie a una telecamera mentre stava dando un’indicazione stradale proprio a questi due di Taiwan, che si fa?

Lo si va a prendere a casa per trasportarlo in quarantena forzata?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Parliamoci chiaro, tranne che il coronavirus sul quale non certo i cinesi, ma la Cina nel senso statuale ha colpe gravi,
a partire dal ritardo nell’allarme e dal fatto che forse sa molto di più di quanto non dica sul perché di questo virus, tutto il resto era assolutamente prevedibile.

Prevedibile che i giallorossi non sarebbero stati in grado di fare bene, che avrebbero litigato a morte,
che avrebbero licenziato una finanziaria perniciosa, che non sarebbero stati capaci di pensare al Paese
piuttosto che alla smania di potere e di consenso.

Come prevedibile la crisi economica. Visto che gli indicatori, sia quelli noti al pubblico, ma soprattutto quelli noti agli addetti ai lavori,
erano tutt’altro che favorevoli specialmente per noi, insomma dal Pil all’export, dai consumi interni agli investimenti, una teoria nuvolosa.

Eppure nelle previsioni della finanziaria si è ipocritamente inserito un Pil in crescita dello 0,6 percento,
un deficit al 2,2 e l’inflazione addirittura all’1,3, numeri del lotto verrebbe da dire, tanto è vero che nemmeno è iniziato il 2020 e già si parla di una realtà molto peggiore.

Una realtà niente affatto inaspettata perché chi avrebbe dovuto sapere, sapeva bene come fossero le cose,
per questo a partire dalla finanziaria non si è pensato alle necessità del Paese ma a quelle dei leader e della maggioranza.

Come se non bastasse dal governo, neanche gli italiani fossero cretini, sono arrivate dichiarazioni lunari,
del tipo manovra espansiva, oppure il Pil salirà più del previsto, o ancora il 2020 sarà di crescita e sviluppo, chiacchiere da bar sufficienti per mandarli a casa tutti.

Per non dire dell’iva per la quale abbiamo già sprecato inchiostro, insomma si sapeva quel che c’era da sapere sulla manovra
a partire dalla certezza che non fosse espansiva ma assistenziale, che le tasse sarebbero cresciute anziché il contrario e la crisi peggiorata piuttosto che risolta.

Come da settembre alla nascita di questa ipocrisia governativa, si sapeva della prescrizione, delle concessioni,
del flop del reddito, delle crisi aziendali e delle idiozie politiche del governo precedente, eppure ad un reset democratico col voto si è preferito un Conte bis.

Si è lasciato il Premier che aveva benedetto la legge Bonafede, la spesa improduttiva e assistenziale,
che non aveva idee su Mittal, che prevedeva l’anno bellissimo, che condivideva la linea Diciotti identica alla Gregoretti.
Si è lasciato in maggioranza di governo un partito, quello grillino, non solo forcaiolo, manettaro, statalista,
ma in clamorosa frana elettorale e largamente incapace di amministrare come dimostra il caso Roma.


Ma peggio ancora si è lasciato che ai grillini, pur di impedire il voto, si unissero Renzi, Zingaretti e la Boldrini,
che non solo erano in guerra al punto di provocare una scissione nel Pd con la nascita di Italia viva,
ma avevano sparato a palle incatenate contro Di Maio e i cinquestelle.

Tutto ciò mentre all’orizzonte non c’era certo il coronavirus, ma sicuramente un 2020 pieno di dati sconfortanti,
passaggi parlamentari delicati, decisioni critiche in Europa del tipo Mes, un fronte Libico incendiato,
soprattutto una tendenza elettorale e popolare molto contraria al centrosinistra.

Ebbene passati 5 mesi, sulla prescrizione siamo ai pesci in faccia, la finanziaria dovrà essere corretta e l’iva aumentata,
il Pil è in retromarcia, le tasse e l’esasperazione della gente sono in salita, gli sbarchi aumentano e l’Europa fa spallucce,
sulla Libia siamo isolati, le crisi aziendali restano tali.

Per questo diciamo anziché il governo fanno crollare l’Italia, scriviamo che al posto di una sacrosanta crisi di governo
provocano il collasso dell’economia e ribadiamo che mentre vanno in scena minacce a gogò nella maggioranza, il Paese scivola all’inferno al posto loro.

Si attaccheranno al virus per mascherare sbagli, faranno scaricabarile sull’economia, si accuseranno per il flop delle crisi aziendali,
giocheranno al tiro incrociato sulla prescrizione, faranno la qualunque per non mollare e gettarci nel burrone, un imprevisto?

Certo che no, elementare Watson.
 

Tolomeo

Perdo pelo, non il vizio
...

Siamo immersi in un sistema dove solo ai Paperoni è permesso comandare a bacchetta – ma in modo sedicente “democratico” – i paperini.

Tuttavia, hanno fatto in modo che fossero i paperini a volerlo. È il sublime paradosso della magnifica età della “democrazia” universale.

Chi ha pianificato la strategia vincente del club dei nababbi è stato un genio.
Veramente !

Prima hanno individuato per bene quali dovessero essere gli schieramenti politici da comprare.
Ovviamente hanno escluso le ali estreme.

Poi si sono concentrati su tutto l'arco social-democristiano, di tutti i paesi dell' Occidente.
Hanno finanziato partiti politici, leader e pennivendoli correlati.

Poi hanno indicato la strategia politica.
Predicare bene, predicare bene e ancora predicare bene.
Buonismo, politically correct, parità di genere, gay pride, accoglienza ... fede, speranza e carita.

E' la vecchia ricetta clericale per ammansire il popolino, riveduta e corretta per il XXIesimo secolo.

Non potevano assolutamente permettere che i loro lacché politici perdessero consensi.
Era indispensabile che i social-democristiani occupassero stabilmente i governi nazionali e sovra-nazionali e che avessero il totale controllo dei mass-media.

Poi, a livelli economico-finanziari più alti, dove volano solo le aquile predatrici, hanno cominciato a tessere le loro strategie di potere.
Globalizzazione, libero commercio mondiale, delocalizzazione produttiva, sostituzioni etniche e via delinquendo.
Tutto questo silenziosamente, segretamente, piano-piano.

I popoli di quello che fu l' Occidente ricco e civilizzato, narcotizzati dalla propaganda buonista, vengono gradualmente estromessi dal controllo politico sull'operato dei governi, precarizzati sul piano occupazionale, ridotti alla marginalizzazione imprenditoriale e commerciale.

Pur soffendo, i cittadini-elettori occidentali ancora non hanno capito la manovra subdola e anti-democratica del club dei nababbi, perché costoro si celano dietro la maschera dei loro amati partiti social-democristiani.

Chi comincia ad aprire gli occhi, a denunciare e a protestare viene liquidato come populista, ignorante, egoista... finanche fascista.

Eppure la "fronda" sembra crescere, politiche alternative cominciano a prendere corpo, perfino qualche governo sembra volersi sottrarre dal dominio politico-economico e mediatico del club dei nababbi.

Tutti i principali mass-media social-democristiani sono mobilitati per fronteggiare il pericolo populista-sovranista.

Ma la fronda dispone della rete, dove può diffondere analisi, studi alternativi, denunce e dove può aggregare consensi crescenti.
La rete è diventata l'ultimo strumento attraverso il quale la democrazia, la sovranità, l'autonomia e la libertà politica possono difendersi dall'assalto criminale del club dei nababbi.

La libertà di espressione sulla rete dovrà essere difesa ad ogni costo, a oltranza, fino alla morte.
La "nuova resistenza" passa per di lì !
 

Val

Torniamo alla LIRA
C'è un sistema semplice. Evitarli.

Il Cantico dei Cantici è sempre stato un testo imbarazzante per gli stessi esegeti biblici.

In quel testo c’è l’amore profano, l’erotismo, e non c’è l’amore sacro. C’è insomma la carne e non lo spirito.
La collocazione nella Bibbia di quel testo, che ad occhi moderni è francamente profano,
ha spinto alcuni esegeti a tentarne interpretazioni metaforiche e simboliche, spesso assolutamente ridicole.

Secondo una di quelle interpretazioni, il maschio in fabula sarebbe Cristo e la femmina sarebbe la Chiesa.
Ma non meno risibile (e certamente più spregevole) è l’uso propagandistico che ne ha fatto Roberto Benigni
(e la Rai, a corto di audience), durante il Festival di Sanremo, a beneficio dell’odierno dissacrante e trasgressivo “spirito del tempo” oltre che delle lobby Lgbt.

Quello che sfugge a molti – a mio avviso – è che gli antichi, e gli stessi pagani, almeno negli strati sociali colti – come è evidente in Platone
pressappoco coevo del colto autore (o autrice) del Cantico dei Cantici – non separavano l’amore fisico da quello “spirituale”. Per loro erano una sola cosa.

Solo i moderni nichilisti si sforzano di negare del tutto ogni dimensione spirituale e la negano in particolare all’amore e al sesso
negandone l’evidente anelito alla trascendenza (intesa anche laicamente come fuoriuscita da sé). Li riducono a godimento fisico e a fatuo “divertimento”.

Il nuovo padrone dello spirito del tempo, al cui servizio operano – per condivisione ed interesse – molti “operatori mediatici” e i moderni giullari
(tra i quali Benigni spicca per astuzia) non è il capitalismo (tecnico, finanziario o altro)
come pensa qualcuno ma è semplicemente il nichilismo (più o meno gaio).

La diffusa pulsione di distruzione – forse fine a se stessa – della tradizione, del passato, del concetto stesso di natura, di verità e, soprattutto di limite, è divenuta lo spirito del nostro tempo.
La trasgressione permanente e illimitata si giova di un’indiscutibile egemonia mediatica, ha l’imprimatur del sottosuolo filosofico neo-marxista e post-modernista
(definibile come nichilista e relativista assoluto in quanto nega la nozione stessa di valore) e, in più, promette, sia pure illusori, godimenti permanenti
.
Cosa si vuole di più?

Il silenzio della Chiesa sulla dissacrante performance di Benigni non è perciò dovuto solo all’imbarazzo per un testo appunto imbarazzante.
Esso è dovuto anche alla bizzarra alleanza tattica degli attuali vertici vaticani con il mondo “progressista” e mediatico
sulla base del pauperismo terzomondista e del mondialismo “no-border”
.

Bergoglio probabilmente pensa di avere bisogno dell’egemonia progressista sui media ai fini della sua lotta moralizzatrice alla corruzione ed al lassismo diffusi in Vaticano.
Se non che quel mondo progressista è anche edonista, materialista e, tra l’altro, “no-gender”, e quindi radicalmente anti-cristiano.
Il cristianesimo, come ogni religione, almeno in etica, pone, rappresenta e afferma proprio “il Limite”: non è forse Dio anche una metafora del Limite supremo?
Esso non è perciò compatibile, oltre un certo limite, con lo spirito del tempo, oggi progressista.

Santo Padre, come la mettiamo?
 

Val

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"Probabilmente la Cina bara sui dati che fornisce al mondo". "Nei giorni scorsi autorevoli colleghi come Pier Luigi Lopalco,
hanno detto che dalla Cina arrivavano piccoli segnali che inducono a un flebilissimo ottimismo:
il numero dei casi di coronavirus sembrava salire con meno intensità negli ultimi giorni”.

La diminuzione del numero di persone morte e contagiate ''derivi da una sconcertante decisione della Cina:
considerare casi confermati solo quelli che risultano positivi al test e hanno sintomi. In altre parole, chi ha il test positivo, ma non ha sintomi, non rientra nel conto''.
La direttiva sarebbe stata emessa il 7 febbraio.

"Parliamoci chiaro- ha affermato Burioni- contare i casi in questo modo ha un nome ben preciso: barare.
Spero che non sia vero - ha aggiunto - e spero che nel malaugurato caso fosse vero l'Organizzazione Mondiale della Sanità non consenta questo comportamento"
 

Val

Torniamo alla LIRA
Non c'è nulla da fare o da dire. Soliti i soliti sinistri che mai perdono occasione. Poveri poveri, ma manca poco.......

Esaltare il genio militare di Tito. Possibile?

Sì, è stato possibile, come i telespettatori hanno potuto constatare.
E’ accaduto ieri sera, mentre tutti i telegiornali avevano appena dato conto delle parole di Mattarella contro i crimini e il colpevole silenzio sulle foibe.

Ebbene, Rai Movie ha mandato in onda “La battaglia della Neretva”.
Un kolossal di 50 anni fa dedicato al genio militare di Tito (finanziatore della pellicola).
Una pellicola sul coraggio del suo esercito popolare nella lotta per la liberazione dei Balcani dall’occupazione tedesca.

Che bella pensata…

Sul blog Sassate.it, molto informato sulle vicende del Servizio pubblico, è stigmatizzata con sdegno l’infelice concomitanza:
esaltare Tito, il carnefice dei nostri connazionali, è uno sfregio alla memoria.

Rai distratta? “Tutti presi dal come rispondere agli attacchi dei media per gli “imbucati” al Festival di Sanremo,
ai piani alti di viale Mazzini nessuno si è accorto della faziosa quanto squallida operazione di “riequilibrio politico”
programmata da Rai Movie per il “Giorno del Ricordo”.


“Il messaggio subliminale è molto preciso- leggiamo sul blog- : sì, quei partigiani sloveni avevano commesso dei delitti orrendi;
ma il ruolo ed il valore di Tito e dei suoi uomini nella seconda guerra mondiale, non può essere messo in discussione od offuscato dalla tragedia delle “foibe”.

Tutto ciò rimane inaccettabile.

“Missione riequilibrio” compiuta?

Solo tentata, non certo riuscita, malgrado l’impegno dimostrato.

Perché i crimini delle “foibe” e la pulizia etnica contro gli italiani compiuta dai partigiani comunisti di Tito in Istria, fanno ormai parte della storia.
Con buona pace della dirigenza Rai”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
«Fuggivano disperati e speranzosi verso la madre patria che invece, per anni, non li riconobbe», si legge nella lettera.
«Non li soccorse e li tenne in centri profughi quasi come vergogne da nascondere!
Ma d’altra parte come si dovevano considerare uomini sconsiderati che scappano via dalla “libertà titina”?
E dal futuro radioso del socialismo? Ma è ovvio: non potevano essere che rigurgiti del fascismo, dei fascisti e dei mascalzoni in fuga!».

«Leggiamo cosa disse Palmiro Togliatti su quei poveri profughi italiani
. “Non riusciremo mai a considerare aventi diritto ad asilo coloro che si sono riversati nelle nostre grandi città,
non sotto la spinta del nemico incalzante, ma impauriti dall’alito di libertà che precedeva o coincideva con l’avanzata degli eserciti liberatori».

«I gerarchi, i briganti neri, i profittatori che hanno trovato rifugio nelle città e vi sperperano le ricchezze rapinate e forniscono reclute alla delinquenza comune,
non meritano davvero la nostra solidarietà né hanno diritto a rubarci pane e spazio che sono già così scarsi».

La frase è tratta da Profughi di Piero Montagnani su L’Unità – Organo del Partito Comunista Italiano – Edizione dell’Italia Settentrionale, Anno XXIII, N. 284, Sabato 30 novembre 1946.

Oggi i nipoti di questi bei tomi ........«Sono quelli che ora fanno la morale sull’accoglienza! Da non credere.
Farebbe quasi ridere se non ci fosse da piangere e da commuoversi per quei poveri fratelli nostri, offesi e vilipesi da una ideologia non meno folle del fascismo».
 

Val

Torniamo alla LIRA
E questi non sono da meno. Che pochezza.

Beata ignoranza, la Cinquestelle Lezzi sempre più spettacolare.
Ci insegnano la vita, ci spiegano la politica, ci illuminano il percorso, ma dimenticano la lingua italiana.

Paghiamo un meritatissimo stipendio all’onorevole Barbara Lezzi, per carità già nota di suo per le sue gaffes a ripetizione.

Ha detto che la prescrizione serve alle “persone più ambienti”. Ovviamente, tutti di stucco.

Perché non tornano sui banchi di scuola anziché continuare a inanellare papere che svergognano una intera classe politica.
La signora è stata ministro della nostra Nazione e davvero non osiamo pensare quante altre perle del genere possa esserci sfuggite.

Si è scatenata l’ilarità generale verso l’ex ministro. Del resto, dagli studi di Agorà di Serena Bortons
si può raggiungere la popolarità come procedere verso l’inferno catodico. Ha prevalso la seconda opzione, decisamente.

“Non sono una giurista ma è abbastanza semplice. A me da legislatore interessa che non ci siano vittime senza giustizia,
chi ha utilizzato la prescrizione sono sempre state le persone più ambienti, come Berlusconi”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
.......e ci stanno pure "governando".

I dilettanti allo sbaraglio che ci governano stanno ancora giocando a chi si mette più in mostra,
a chi si mette in vetrina in un ristorante cinese mentre il terribile coronavirus cinese come una piovra sta navigando nel mondo.

L’Australia sta attrezzando isole da destinare ad ospedali per i contaminati
e la Cina costruisce ospedali da migliaia di letti in dieci giorni.

L’ Italia risponde con un paio di tende militari alla Città Militare della Cecchignola e con tre stanze all’ ospedale Spallanzani.

E poi, per fare un po’ di teatro, nel solo aeroporto di Fiumicino dispone una decina di rilevatori di temperatura corporea
per cui se ti imbarchi a Catania con il coronavirus lo scoprono allo scalo di Roma, dopo che hai potuto infettare oltre duecento passeggeri.

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Poi sentiamo in televisioni i soloni della sanità nazionale che affermano con il sorriso sornione che le mascherine non servono a nulla
e che basta lavarsi le mani ed allora ci arrabbiamo per davvero.
Perché questi signori da quasi duecentomila euro annui di stipendi/premi o non sanno nulla di sanità o ci prendono in giro.


Pensate che fino ad oggi nessuna autorità italiana – e dico nessuna – ha dato ordine di disinfettare gli aerei tra un volo ed un altro.

Succede così, come ci è capitato ieri sul volo Roma-Catania e ritorno, che mentre i passeggeri arrivati a destinazione scendono dall’aereo
gli altri salgono dalla scaletta posteriore senza nessun genere di pulizia o disinfezione dell’aeromobile.

Il risultato è che a fine giornata migliaia di persone viaggiano in un angusto locale a contatto con centinaia di propri simili in una condizione di promiscuità e, data la situazione, pericolosità.

Ma mentre i nostri vertici giocano a mettersi in vetrina, utilizzando anche i nostri ricercatori,
spellandosi le mani alla scoperta del virus effettuata allo Spallanzani di Roma e tentando di organizzare anche l’esibizione di questi ricercatori al festival di Sanremo,
gli scienziati hanno lanciato altre due notizie che, se confermate, sarebbero davvero allarmanti.

La prima è la teoria per la quale il virus potrebbe rimanere in incubazione fino a 24 giorni e non 15 come si ritiene oggi.

La seconda è che il virus potrebbe rimanere aggressivo sugli oggetti come plastica ferro e vetro fino a nove giorni.

Nel dubbio, vale la pena attrezzarsi adeguatamente per fronteggiare queste situazioni.

Abbiamo idea di cosa significhi un virus che può eventualmente rimanere vivo e aggressivo su di una maniglia di una autobus, treno o aereo?

Esiste un vertice, una istituzione, un presidente, un sindaco, un commissario straordinario che abbia ordinato di disinfettare quotidianamente gli autobus, i treni, gli aerei?

La nostra vita appare nelle mani di poveri dilettanti che, oltre a sbaragliare se stessi, però, in questo momento possono sbaragliare anche noi.

Allora ben vengano le piccole precauzioni quotidiane
.

Crediamo in quello che vediamo e conosciamo e non in quello che i cantastorie ci raccontano.
 

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