Val
Torniamo alla LIRA
E quando sei al limite delle stronzate orali, vai con le stronzate anali.
In Italia, l’inquinante più critico tra queste molecole è rappresentato senza dubbio dall’ozono,
un agente tossico che si forma tipicamente nella stagione estiva,
in quanto la reazione chimica che dà luogo alla sua formazione è catalizzata dalla luce solare:
si parla infatti di smog fotochimico.
A livello globale, le Nazioni Unite stimano che l’ozono sia la causa di almeno un milione di morti all’anno
per patologie dell’apparato respiratorio, principale bersaglio degli effetti tossici di questa molecola.
(Quanti miliardi sono gli abitanti del pianeta ? MILIARDI letto bene ?)
La lotta contro l’inquinamento da ozono richiede una azione per la riduzione dei ‘precursori’:
si tratta di molecole, come gli inquinanti da traffico (Nox)
o gli idrocarburi volatili generati dall’impiego industriale
o domestico di solventi,
che innescano la catena di reazioni chimiche che dà luogo alla formazione di ozono.
Tra i precursori dell’ozono quello rilasciato in maggiori quantità è senza dubbio il metano,
che è anche un potente gas serra, 80 volte più efficace della CO2 nel determinare riscaldamento atmosferico.
A livello globale gli Stati, nel corso della COP 26, hanno condiviso l’impegno (Global Methane Pledge)
per una riduzione rapida delle emissioni di questo gas che costituisce il secondo fattore di riscaldamento globale dopo la CO2.
La Pianura Padana spicca tra gli hotspot europei per le elevate concentrazioni di ozono a causa dei suoi precursori,
in particolare degli inquinanti da traffico e dal metano, determinato della fortissima concentrazione di allevamenti.
In Lombardia, ad esempio, ben il 70% delle emissioni di metano deriva da fonte agricola.
Per di più, mentre le emissioni degli altri precursori di ozono vedono emissioni in calo,
le emissioni di metano da fonte agricola sono invece in crescita:
secondo l’inventario regionale INEMAR, l’agricoltura lombarda emetteva 221.000 tonnellate di metano nel 2010,
diventate 235.000 nel 2021,
mentre le emissioni complessive degli altri precursori dell’ozono si sono ridotte del 23% nello stesso arco temporale.
“L’inquinamento estivo da Ozono è un problema fortemente sottovalutato
– denuncia Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -.
Urge un impegno istituzionale, di cui fino ad ora non vediamo traccia,
per la riduzione degli inquinanti che sono all’origine dell’accumulo atmosferico di ozono,
ed in particolare del suo precursore più abbondante, il metano,
che deriva dall’eccessiva concentrazione di allevamenti intensivi nella pianura lombarda”.
O animali, basta scorreggiare.
In Italia, l’inquinante più critico tra queste molecole è rappresentato senza dubbio dall’ozono,
un agente tossico che si forma tipicamente nella stagione estiva,
in quanto la reazione chimica che dà luogo alla sua formazione è catalizzata dalla luce solare:
si parla infatti di smog fotochimico.
A livello globale, le Nazioni Unite stimano che l’ozono sia la causa di almeno un milione di morti all’anno
per patologie dell’apparato respiratorio, principale bersaglio degli effetti tossici di questa molecola.
(Quanti miliardi sono gli abitanti del pianeta ? MILIARDI letto bene ?)
La lotta contro l’inquinamento da ozono richiede una azione per la riduzione dei ‘precursori’:
si tratta di molecole, come gli inquinanti da traffico (Nox)
o gli idrocarburi volatili generati dall’impiego industriale
o domestico di solventi,
che innescano la catena di reazioni chimiche che dà luogo alla formazione di ozono.
Tra i precursori dell’ozono quello rilasciato in maggiori quantità è senza dubbio il metano,
che è anche un potente gas serra, 80 volte più efficace della CO2 nel determinare riscaldamento atmosferico.
A livello globale gli Stati, nel corso della COP 26, hanno condiviso l’impegno (Global Methane Pledge)
per una riduzione rapida delle emissioni di questo gas che costituisce il secondo fattore di riscaldamento globale dopo la CO2.
La Pianura Padana spicca tra gli hotspot europei per le elevate concentrazioni di ozono a causa dei suoi precursori,
in particolare degli inquinanti da traffico e dal metano, determinato della fortissima concentrazione di allevamenti.
In Lombardia, ad esempio, ben il 70% delle emissioni di metano deriva da fonte agricola.
Per di più, mentre le emissioni degli altri precursori di ozono vedono emissioni in calo,
le emissioni di metano da fonte agricola sono invece in crescita:
secondo l’inventario regionale INEMAR, l’agricoltura lombarda emetteva 221.000 tonnellate di metano nel 2010,
diventate 235.000 nel 2021,
mentre le emissioni complessive degli altri precursori dell’ozono si sono ridotte del 23% nello stesso arco temporale.
“L’inquinamento estivo da Ozono è un problema fortemente sottovalutato
– denuncia Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia -.
Urge un impegno istituzionale, di cui fino ad ora non vediamo traccia,
per la riduzione degli inquinanti che sono all’origine dell’accumulo atmosferico di ozono,
ed in particolare del suo precursore più abbondante, il metano,
che deriva dall’eccessiva concentrazione di allevamenti intensivi nella pianura lombarda”.
O animali, basta scorreggiare.