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In memoria di Filippo Corridoni morto in battaglia sul Carso il 23 Ottobre 1915

Celebre la sua frase :
«Morirò in una buca, contro una roccia o nella corsa di un assalto ma, se potrò, cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora!»

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Il monumento a lui dedicato che si erge a Parma all'ingresso del popolare quartiere dell' Oltretorrente
 
La lista di proscrizione stilata dal Governo di Kiev s'allunga.:rolleyes:
Il Segretario Generale dell'ONU Guterres è stato aggiunto al database "Mirotvorets" per la sua partecipazione al vertice BRICS tenutosi a Kazan.


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Un rapporto della Commissione contro il razzismo e le discriminazioni del Consiglio d’Europa,
di fresca pubblicazione (qui il testo),
afferma che le Forze dell’ordine italiane traccerebbero un “profilo razziale” durante fermi e controlli.

Con ciò alimenterebbero discorsi politici “sempre più xenofobi”
e “fortemente divisivi ed antagonistici nei confronti di migranti, rom e comunità Lgbt”.


Oggi molta stampa riporta l’“ira” di Giorgia Meloni e la costernazione del capo dello Stato, Sergio Mattarella,
ma la riferisce come se fosse rivolta all’Unione europea.

È giusto, qui, chiarire l’equivoco:
non si sa se per ignoranza o per dolo, soprattutto in questo caso,
si confonde il Consiglio d’Europa con l’Ue, cose diverse.

Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione internazionale sorta con lo scopo di spingere a confederare gli Stati aderenti,
promuovendone l’identità culturale sul piano dei principi.
Venne fondato il 5 maggio del 1949 col Trattato di Londra; oggi vi aderiscono 46 Stati.
Non ha un potere legislativo autonomo, ma può elaborare conversazioni, da sottoporre alla ratifica degli Stati aderenti.
Nel 1950, in questo ambito, ha redatto la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali,
poi ratificata nel tempo dagli aderenti. In questo ambito è stata istituita, nel 1959, la Corte europea dei diritti dell’uomo.


La commissione di cui si parla non è neppure questa,
ma una commissione d’inchiesta voluta dall’Assemblea parlamentare,
organismo del Consiglio d’Europa formato da rappresentanti invitati dai parlamenti nazionali.

Quindi non ha nulla a che fare con l’Unione europea
e le sue istituzioni supernazionali.


Siccome due di queste istituzioni supernazionali si chiamano
Consiglio dei ministri
e Consiglio europeo,
l’ignoranza di molti giornalisti e politici
porta a confondere il Consiglio d’Europa con uno di questi.
 
Nella temperie di questi giorni, soprattutto da sinistra,
questa confusione viene, nel caso di specie, alimentata ad arte,
per far dire che la politica migratoria del governo conservatore riformista
sarebbe avversata dall’Ue.


Invece la mozione presentata dalla sinistra al Parlamento europeo

contro il centro per esaminare le pratiche di rimpatrio in Albania

è stata respinta dall’assemblea,

e la pratica viene portata ad esempio

dalla presidente della Commissione esecutiva, Ursula von der Leyen
.
 
Poi ci sono anche questi....e ci sono i coglioni col telefonino in mano.

Si chiama Angela Isaac, ha 28 anni, è nigeriana e da sei anni vive a Catania ed ha un bimbo di due anni.

E’ lei l’eroina finita nel video che ha fatto il giro del web.

Da circa un anno lavora al Bar Pellegrino e parla perfettamernte italiano.

Era al lavoro quando ha visto la moto trascinata via dalla corrente
e subito dietro un uomo che non riusciva a vincere la furia dell’acqua.

Angela non ci ha pensato due volte e ha affrontato la corrente per salvare la persona in difficoltà.

«In realtà ricordo che c’era altra gente, anche uomini, ma nessuno si muoveva per salvare il signore.
Così sono andata io. Non conosco chi ha fatto il video, certo mi aspettavo che magari qualcuno venisse ad aiutarmi,
ho dovuto usare tutte le mie forze, la corrente era fortissima e non è stato semplice.
Solo una volta arrivati all’ingresso di un negozio sono accorse altre persone,
lì ho pensato di aver fatto tutto ciò che avrei potuto. E sono tornata al lavoro.
L’ho visto ed ho capito che dovevo aiutarlo, ho preso un poco di coraggio.
Adesso non so come sta. Non ho fatto nulla.
Invece, mannaggia, ho perso il telefonino in mezzo a tutta quell’acqua».
 
Ma va, ma non sono quelli della "Meloni pericolosa? "


Le porte girevoli che fanno litigare Guardasigilli e magistratura sono quelle del carcere di Opera,
spalancate per mettere in libertà il boss mafioso Giuseppe Corona detenuto dal 2018 al 41 bis.

Il «re delle scommesse» all’Ippodromo di Palermo, accusato di riciclaggio e intestazione fittizia
e coinvolto probabilmente anche in alcuni traffici di droga,
è considerato uno dei nuovi rampolli di Cosa nostra e cerniera fra diversi mandamenti.

Condannato in secondo grado lo scorso 15 marzo a 15 anni e due mesi
è stato scarcerato per decorrenza dei termini massimi custodia di cautelare.


Le motivazioni non sono arrivate, quindi non c’è stato il ricorso in Cassazione.


Tra deposito delle impugnazioni, notifiche e trasferimenti dei fascicoli alla Suprema Corte,
da notificare a tutte le parti, forse comunque non si sarebbe arrivati in tempo.

«Certi processi sono troppo lunghi, la corte d’Appello da anni è gravata da un pesantissimo carico di lavoro a organici ridotti,
ed è sostanzialmente colpa di chi non ha preso provvedimenti», sibila un avvocato palermitano che conosce il Palazzo digiustizia.
 

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